sabato 31 dicembre 2011

Comunicazione di servizio

Su segnalazione di Paola e Matteo, ci siamo accorti che avevamo lasciato un impostazione che rendeva impossibile commentare a chi non fosse registrato. Di qui le difficoltà denunciate da molti. L'abbiamo corretta, quindi adesso ci aspettiamo, anzi esigiamo, una valanga di auguri x un 2012 pieno di bionde (una la prenderemmo noi, le altre... Fatevi avanti!)

lunedì 26 dicembre 2011

Monopoli?

Ultimamente abbiamo la forte impressione di essere dentro a un grande Monopoli ucraino. Noi tiriamo i dadi e puntualmente finiamo su Imprevisti. L'ultimo patema e' stata la malattia non di Tania (che ne sappiamo, di quelle!), ma di Vika, la maestra che ci fa da tramite telefonico. All'ultimo tiro di dado era uscito: La tata torna il 26, ritentate allora un altro tiro. E' il 22, aspetta pure il 26. Intanto ci facciamo una gita in Vicolo Stretto, o ci compriamo le ferrovie, che così la Jo non ha più problemi con gli scioperi.
Comunque. Oggi chiamiamo Vika, che ci informa che tornerà al lavoro il 10 gennaio. Il 10 gennaio? Non possiamo mica aspettare tanto, oh ragazzi e' una telefonata, mica pretendiamo di vederla la creatura!
Fabio allora ha un'idea: perché non proviamo a chiamare il nostro hotel, dove se Dio vuole parlano inglese, e chiedere a loro il numero dell'istituto (che non ci ricordiamo se e' il n. 1 o il 2, li chiediamo entrambi). La domanda li
lascia un po' perplessi, ma poi cercano il numero e c'e lo danno.
Bene, nuovo tiro di dado: chiamiamo l'istituto 1, memori di come sia difficile parlare con una bimba senza le varie autorizzazioni. Peschiamo una carta, che dice: risponde una tipa che quando dici di essere la mamma di Tania e di chiamare dall'Italia non cade dal pero, ti dice che la piccola e' in giardino, pero' poi ti passa una ragazza che, in inglese, ti dice di richiamare alle 20. Alle 20? Si', twenty. Ok.
Ore 20, nuovo tiro. Miracolosamente pare che aspettino la nostra chiamata e in un attimo ci passano Tania. Che mi saluta (Mama! Sottotitolo: ma dove cacchio eravate finiti?), poi sta al telefono un SACCO. Ci vogliamo bene, noi torniamo presto, tu come stai? Come si chiama mamma? E il papà? Insomma, tutto l'ambaradan. La tata poi conferma: Tania e' brava, sta bene, mangia, gioca...
E adesso stanno meglio anche la mamma e il papà, che avrebbero anche potuto volere di più per Natale, ma si accontentano alla grande e adesso si comprano il Parco della Vittoria, tie'!

venerdì 16 dicembre 2011

Teletrasporto sì, telefono no

Buone notizie: pacco arrivato a Kryvoy Rog, dovrebbe essere già adesso o a breve fra le mani della piccola e della ciurma. Per il momento... 10 e lode a questa nuova tattica. Pagherei un altro pacco TNT per essere lì a vedere la sua faccina...
Telefonata impossibile invece, almeno per il momento. Vika pare malata, oppure ho capito male io.
E poi, due cose insieme che andassero bene... ohibò, e che è, Natale????????? :-)

domenica 11 dicembre 2011

Teletrasporto

L'adozione, con tutte le sue lungaggini e difficoltà, dà l'occasione per imparare una sacco di cose che altrimenti avremmo sicuramente ignorato. Noi genitori adottivi siamo abbastanza sprovveduti quando si tratta di parlare di settimane di gestazione, corsi pre-parto, sacchi amniotici e contrazioni (anche se Paola e Matteo sanno qualcosa delle spinte, come si può leggere nel loro blog); in compenso, sappiamo cosa significa fare un'apostilla (e no, non è un intervento chirurgico, anche se richiede lo stesso un po' di pazienza), ricevere un abbinamento, cercare di decifrare una cartella clinica. Prenotare compartimenti a cuccette per dormire la notte, imparare a fare la spesa in paesi stranieri, parlare al telefono in lingue semi sconosciute.
A noi oggi tocca aggiungere una nuova tessera al mosaico delle cose che-saremmo-stati-bene-anche-senza-sapere-ma-ora-sappiamo. Ovvero, una via alternativa per mandare un pacco in Ucraina.
Su consiglio di Taya, la moglie di Roman che ci ha anche accompagnati al DAP per l'abbinamento, ci siamo informati su dove e quando trovare i furgoni che consegnano i pacchi, prevalentemente delle badanti, in Ucraina. Grazie all'apporto prezioso di Iryna, abbiamo appreso luogo e ora, e stamattina alle 9.30 mi sono recata, munita di pacco, all'appuntamento. Pensavo di trovarci un solo furgone, e invece... una distesa, un parcheggio pieno, con tantissima gente che va e viene. E adesso?, ho pensato. Quale andrà a Kiev? Ho chiesto, e mi è stato indicato un furgone blu. Il gestore non parlava italiano, ma una signora molto gentile (che mi ha dato anche il suo numero, in caso di difficoltà), ha fatto da tramite, ed ecco: mercoledì il pacco arriverà a Kiev, Roman lo ritirerà, lo metterà sul treno per Krivoy Rog, là verrà ritirato da Andrej, il nostro autista, che lo porterà in istituto. Questo, nella teoria... nella pratica, aspettiamo a cantare vittoria fino a quando non sarà finita.
Certo, se tutto va bene, Tania e il suo gruppo riceveranno, nei pressi della festa di S. Nicola, un pacco con dolciumi e un regalino per tutti. Grazie, come sempre, a tutti quelli che hanno voluto contribuire (o meglio... che sono riusciti a sapere che facevamo il pacco, siccome abbiamo organizzato tutto in fretta e furia), con giochini, caramelle, gelatini e simili. Immaginatevi il sorriso dei piccoli... a noi fa star bene.


giovedì 8 dicembre 2011

Prima telefonata a Krivoy Rog

Come da titolo, stamattina per la prima volta abbiamo testato il nostro nuovo contatto.
Si tratta di Vika, la ragazza che fa la maestra nel gruppo di Tania. Ci hanno dato il suo numero perché è l'unica fra le tate a non lavorare a turno, ma è presente tutte le mattine; il rovescio della medaglia è che possiamo chiamare solo durante la settimana, quindi difficilmente potremo essere presenti entrambi. Pazienza...
Non è male però sapere chi risponde al telefono, e che sia sempre la stessa persona. Oggi mi ero preparata delle domande per l'insegnante: volevamo sapere se Tania, dopo la nostra partenza, è stata triste, per capire se risente negativamente dei nostri andirivieni.
Certo, acqua fresca non sarà, però secondo Vika Tania è stata bene, mangia, dorme, non è triste. E questo non può fare altro che rasserenarci. Evidentemente la piccola ha tanta "crosta" da aver fatto l'abitudine al fatto che le persone vanno e (nel nostro caso) vengono... oppure, a vederla da un altro punto di vista, ha capito che, anche se ce ne andiamo, poi torneremo da lei.
Abbiamo parlato anche con la piccola, ovviamente. Stava mangiando, quindi è stata molto gentile a darci ugualmente udienza. Mi ha subito salutato col suo "Mama!", poi abbiamo iniziato a dirci che ci vogliamo tanto, tanto bene. La voce era un po' impastata, probabilmente per il fatto che quando mangia si sbadila in bocca dei chili di roba, ma pimpante come al solito.
Basta poco per farci contenti, a noi genitori a distanza.
PS stiamo raccogliendo informazioni per vedere di mandare, per Natale, un pacco che questa volta le arrivi, con regalini sia per lei che per i bimbi del gruppo. Se qualche lettore è esperto di teletrasporto, ci può contattare.

martedì 6 dicembre 2011

Un bell'applauso

A una nuova famiglia che si e' creata, in barba a chi si e' opposto fino all'ultimo, a chi ha mentito e ha fatto di tutto x far andare le cose storte... Non sapeva chi aveva di fronte. Paola, Matteo, piccolo coraggioso Vova. Festeggiamo per voi, in attesa di poterlo fare presto CON voi! Ps ma San Nicolò al primo giudice non porterà niente? Neanche due italiani che gli fanno il gesto dell'ombrello?

giovedì 1 dicembre 2011

Ultimo giorno

Oggi ci aspettano le ultime 2 ore con la piccola. Dopo di che, andiamo in stazione ad aspettare il treno che, in prima lussuosissima classe, ci porterà a Kiev per le 5 e mezza di domani mattina.
La mattinata è stata strepitosa, a dir poco. Tania ci è corsa incontro ed era molto allegra, addirittura galvanizzata dalla quantità di musar che abbiamo prodotto oggi, siccome il gioco nuovo erano i cerotti (grazie, BigAlle!) da mettere alla bambola e a noi. Lo sappiamo tutti quanta musar producano i cerotti, specialmente se si va a gettare una cartina per volta.
L'abbiamo vista bene anche nel gruppo, inizia a interagire (interagire... dà anche delle belle botte, ed è la più piccola) con gli altri bambini, fa ginnastica, i lavoretti... Insomma, salutarla sarà difficile come al solito (anche se io ho pianto in sua presenza solo la prima volta, e ne sono abbastanza fiera), ma ci sembra che sia in buone mani. Stamattina è anche scesa serenamente in giardino, abbiamo fatto qualche girotondo con gli altri bambini, e l'abbiamo convinta a fare lo scivolo (dall'altro istituto, non c'era più voluta andare). Vedremo stasera, al limite solo per oggi supplicheremo la tata di farci salire, con la scusa che è l'ultimo giorno. E poi... samaliot, mama y papa damoi, daliekò daliekò, budut prichaditie iesciò (aereo, la mamma e il papà vanno a casa, lontano lontano, torneranno ancora)
Ieri abbiamo parlato con la direttrice, che ci ha chiesto quando torneremo: febbraio sembra una buona data sia a lei che a noi. Altri due mesi di apnea, ma se ce l'abbiamo fatta una volta, ce la faremo ancora.

mercoledì 30 novembre 2011

Nun me piace

Oggi siamo riusciti a fare chiarezza su alcuni comportamenti di Tania che ci erano nuovi. La soluzione è tutto sommato semplice, anche se non ci eravamo arrivati subito, siccome prima non era così: odia andare in giardino. Specialmente al pomeriggio, quando è buio. Diventa tesa solo a parlarne, poi quando è lì - perché chiaro che DEVE andarci, siccome ci va il gruppo - è agitata, si dondola, piange per un nonnulla, non vuole essere toccata. Insomma, ha paura. Appena torna dentro è un'altra bambina. Così, le tate possono evitarci sguardi truci: non è che la piccola non ci vuole, è che la situazione la mette in difficoltà e lei la gestisce come può, arrabbiandosi con tutti, se necessario.
La cosa peggiore è che non possiamo farci nulla: non c'è verso che Tania non segua il suo gruppo, quindi non c'è altro da fare che sperare, ardentemente, che si abitui, che le passi la paura. In fondo è qui da così poco...
La situazione dunque non è facile. Dobbiamo barcamenarci con il personale che ci tiene d'occhio e valuta ogni movimento della piccola con noi, nello stesso tempo cercando di essere rilassati e tranquilli, che se no è un inferno. Per fortuna Tania collabora. Ecco alcuni dei suoi numeri di oggi.
ADORA andare in bagno, una stanza che nell'altro istituto non c'era. In bagno ci sono i water, in cui fare pipì circa 1000 volte, tirando ovviamente sempre lo sciacquone. Ci sono i lavandini, in cui aprire con precisione millimetrica il rubinetto per lavarsi le mani. Ma soprattutto c'è lei, la "musar", ovvero il bidone dell'immondizia. Tania è sempre alla ricerca di qualcosa da buttare nella musar: basta lasciare un sacchettino incustodito che lei lo prende e si precipita a chiederci: Musar? Se la risposta è sì, si fionda come una saetta verso il bagno, si fa accendere la luce dalla mama (altra cosa bella), poi apre con religiosa attenzione il bidone e vi ripone con cura il sacchetto. Fabio ipotizzava di portarle, domani, una sporta di carte da buttar via :-)
Continuano a piacerle i gioielli, e infatti appena arriviamo vuole essere agghindata come una regina parecchio pop. Tende le orecchie per gli orecchini con una grazia che fa morire.
Le piace giocare con le tazzine. Le prepara per noi e per le bambole e serve il tè a tutti, bofonchiando fra sé e sé frasi che non capiamo.
Adora fare le punture, non solo a Ciccio, ma anche a noi. Nel pomeriggio ci hanno lavorato in due, su quel bambolotto. Uno gli calava la tutina a poi chiamava: "Tania! Tienilo stretto!". Lei lo prendeva per le gambe, inchiodandolo al suolo con presa ferrea. Una volta sono stata chiamata anch'io, a tenergli le mani. Prima che ce ne andassimo, Ciccio stava telefonando al Telefono azzurro delle bambole, per segnalare gli abusi subiti.
Oggi fra l'altro c'è stata una scena bellissima. In giardino, Tania dice che ha la cacca (una scusa per andar su, secondo noi). La tata ci dice di andare, ma anche che la porta è chiusa... Noi ci aspettiamo che arrivi ad aprirla, invece ci corre dietro un bambinetto seienne che, senza fare una piega, si toglie la giacca, estrae la chiave da un armadio, ci apre la porta, si arrampica sull'armadio per accendere la luce, poi porta Tania in bagno e, quando ha finito, controlla pure il contenuto del water (solo pipì... mica vero che aveva la cacca, la furbetta!), per riferire alla tata. Assistente modello!
Un ricordo anche per i piccoli amici di Tania: non abbiamo ancora imparato tutti i nomi ma un folletto di 5-6 anni, Vitali, ci è entrato nel cuore. Piccolo, magrino, con gli occhi chiari semichiusi (a volte porta gli occhiali). Un grillino che verrebbe voglia di mettere in valigia insieme alla Taniusha.
PS festeggiamo la prossima partenza di Paola e Matteo. Noi rientriamo sabato, loro partono domenica. Con l'augurio che giustizia sia fatta, finalmente.

martedì 29 novembre 2011

Montagne russe... anzi ucraine

Giornata tutta su è giù oggi con la piccola bionda. Siamo passati da un pianto stizzito e insistente, che ha fatto dubitare una tata, sicuramente zelante, del nostro rapporto con la bambina ("Ma fa sempre così quando sta con voi?", "Ma no, sarà storta, o stanca, o le girano" - frase tradotta in russo non proprio così, ma era il senso, "Però con me non fa così, e io sono una persona nuova per lei"), a 20 magici minuti a giocare con un servizio da tè giocattolo, fingendo di scottarci (e qui la tata ci ha rivalutato), dalle coccole sul divano a non voler nemmeno essere presa per mano.
Probabilmente ci sentiamo un po' sotto pressione per l'impressione che abbiamo di essere sotto esame, come se non ne avessimo passati abbastanza, di esami, da quanto conosciamo Tanya. Poi, la notizia che lo zainetto rosa con dentro i nostri album non l'ha seguita fin qui, a dispetto delle promesse che ci erano state fatte, ci ha indispettiti. Si fa presto a consigliare di "starle vicini anche da lontano", con telefonate (semplici!), pacchi, foto lasciate in modo che possa vederle... poi tutto viene vanificato, ci sembra di combattere contro i mulini a vento, di essere sempre fregati all'ultimo.
PS il post era molto più bello di così. Poi, per sbaglio, ho cancellato tutto, e ho riscritto solo per testardaggine, ma la voglia di scrivere era un po' scemata.

lunedì 28 novembre 2011

Tornare a casa

Siamo in camera nel nostro bellissimo hotel di Krivoy Rog. No, nessuna facile ironia: l'hotel Aurora è bello sul serio, dotato di tutti i confort, dalla piscina (non abbiamo pensato a portare i costumi da bagno... com'è possibile?), alla sauna, a un bellissimo bagno, a internet in camera. Come se non bastasse, al ristorante qui sotto si mangia bene pagando un prezzo più che ragionevole.
E' piacevole stare in un posto accogliente, perché venire qui a Krivoy Rog significa, per certi versi, iniziare da capo anche per noi. Nuova città, nuovi punti di riferimento da trovare, nuovo istituto... nuovo tutto.
La città è stranissima: lunga 100 km, senza un centro definito, con le case raccolte intorno a una via principale. Strade larghe, spesso a 3 corsie per senso di marcia. Palazzi, certo, ma lungo i 25 minuti in van che si separano dall'istituto (alla guida Andrej, conoscente di Roman) ci sono anche tante casette singole, con i tetti in eternit e le piante rampicanti, purtroppo spoglie, sulla facciata o lungo il portico. E fabbriche: anche loro lungo la strada, a volte con al centro un'alta torre - uffici?
Questo aspetto un po' bislacco, unito alla novità e al fatto che comunque verso le 16 è buio non ci aiuta ad affezionarci subito a Krivoy Rog, anche se non possiamo dimenticarci di quanto tempo c'è voluto per arrivare non dico ad amare, ma a non detestare troppo Diepreccecc. Alla fine, onestamente, più per quello che c'è successo là che per il posto in sé.
Ma veniamo al punto più importante: l'istituto.
Un po' fuori dalle strade trafficate, a due piani, con un giardino curato e pieno di aiuole. Dentro, meandri che ancora non ci sono del tutto chiari, ma un ambiente a suo modo accogliente, pulito, con un arredamento nuovo.
Ci accoglie, che non sono ancora le 9, la direttrice. Noi ci aspettiamo lunghi discorsi per spiegarle la situazione, e infatti Roman comincia, con lei che annuisce comprensiva. Abbiamo già pensato di chiederle di non portare Tania lì da noi, ma di poterla vedere nel gruppo, in modo da non turbarla troppo.
Ma è inutile fare progetti: la direttrice ha detto appena due parole che... ci giriamo e lei è lì, in piedi davanti a noi, con addosso un vestitino di jeans, il solito ciuffetto e il labbrino di sotto che trema. Piccola.
Ci apprestiamo ad avvicinarci a lei, salutandola, accarezzandole il viso. Proprio mentre sta per iniziare a piangere, il colpo basso: Vuoi una caramella? Annuisce senza parlare ma, appena sfoderiamo il lecca lecca, il momento di crisi è passato.
Le facciamo vedere qualche foto sull'ipod - chissà se si riconosce -, poi iniziamo con l'artiglieria pesante: le nuove pantofole, la collana, i braccialetti. Lei non dice tanto, ma sorride e poi, con una vocina flebile e triste, dice: "Ia haciù grupu", voglio il gruppo dei bimbi.
Gliela portiamo subito, lei fa vedere ai nuovi amici - 6 bambini direi, che nei prossimi giorni potremo conoscere meglio - le sue cose. E' il momento della star: Cicciobellobua, che inizia subito a sgolarsi, nell'interesse generale.
Tania soprattutto è rapita dalle urla del bambinetto biondo. Le faccio vedere che può mettergli il ciuccio, dargli il latte o le medicine col biberon, auscutargli il cuore ma... non è convinta. Sente che c'è altro, di più. E infatti è così: eccola, la siringa per fargli la puntura, ed eccolo, un forellino apposito nel sedere del bambolo. Scoperta: se lo puntura, la creatura piange più forte. Che soddisfazione! Da quel momento in poi, Ciccio non vede altre cure che le iniezioni, praticate con crescente entusiasmo dalla giovane dott.ssa P.
Tania ci sembra serena, tranquilla: magari meno allegra del solito, ma cosa vogliamo, in soli 4 giorni nel nuovo istituto, dopo che le hanno rivoltato la vita come un calzino, e in più arriviamo noi, dopo più di 2 mesi d'assenza?
La piccola si ricorda tutto. Dalle canzoncine ai balletti, dai giochi alle paroline. Ci ha perseguitato dicendo che voleva una banana, fino a quando a merenda non glie l'abbiamo portata, insieme a due mandarini e a un biscotto che ha ingurgitato come se non esistesse un domani. Si è fatta portare in giro in braccio, mentre le cantavo all'orecchio le canzoni che ormai fanno parte della nostra storia.
Non ci sembra vero di averla nuovamente con noi, lei con la sua corsa buffa e il sorriso che deve ancora recuperare del tutto. La vedremo due volte al giorno, dalle 9 alle 11 e dalle 16 alle 17.30, cercando di far tesoro di lei e di darle un po' di quel calore che non possiamo comunicarle, quando siamo in Italia.
Siamo lontani da Portile e dai nostri cari, questo è certo. Ma ormai, dov'è la piccola Taniusha è anche casa nostra.

Krivoy Rog

Rapido aggiornamento dalla hall del nostro hotel, fornita di connessione wireless. Per dire che abbiamo passato già due ore con la bionda, che e' stata portata da noi, da sola, in una stanza sconosciuta ma non ha pianto, e' già abbastanza ben inserita nel nuovo gruppo, non si e' voluta togliere neanche per un attimo le pantofole nuove, e' piccola, forte, adorabile come al solito. La incontreremo due volte al giorno, mattina e pomeriggio. Vederla ci toglie il fiato. A stasera.

venerdì 25 novembre 2011

Quarto viaggio

Abbiamo finalmente saputo la data del trasferimento di Tania nel nuovo istituto. Sarebbe dovuta partire venerdì scorso o lunedì, ma ci avevano detto che quelle date non sarebbero state rispettate. Ebbene, oggi abbiamo saputo che il giorno del trasferimento e'... Ieri.
Ebbene si', la piccola e' partita ieri e noi manco lo sapevamo. Son cose che fanno piacere, alla fine.
Comunque, l'altra notizia e' che Roman ha contattato la nuova direttrice che si e' detta disponibile a incontrarci lunedì. Sa già della storia di Tania, e speriamo che la disponibilità a vederci si traduca anche in disponibilità a farci incontrare la piccola.
Ecco quindi il piano: partenza da Venezia domenica, arrivo a Kiev, partenza pensiamo in serata per Krivoy Rog, arrivo lunedì mattina, incontro con la direttrice e, lo speriamo vivamente, con Tania.
Partiamo col solito carico di paure e speranze, gioie e ansie, e tanti regali per Tania, per i quali ringraziamo tutti quelli che pensano già tanto a lei.

giovedì 24 novembre 2011

Pacco in ritorno

Abbiamo saputo stamattina che il pacco che avevamo preparato per Tania è stato rimandato indietro. Dopo un lungo soggiorno in qualche ufficio postale, è stato aperto e, verificato che conteneva "alimenti", in poche parole caramelle, rimandato indietro.
La cosa ci riempie di rabbia. Non tanto per il fatto in sé (comunque, chi ha spedito il pacco ce lo poteva pure dire di non mandare caramelle, infatti oggi sentiranno un papà abbastanza urtato), in fondo possiamo ricomprare tutto, ma per altri motivi: il solito senso di impotenza che ci coglie - non possiamo neanche far arrivare un regalo alla nostra bambina -, il rimpianto perché volevamo che ricevesse qualcosa di speciale non insieme a noi, ma prima, il dispiacere perché non ha ricevuto nulla per il suo compleanno.
Il fatto che, non sapendo lei nulla di tutto ciò, non ne abbia neanche sofferto la mancanza, è tutto sommato marginale. Di quante cose non soffre la mancanza, perché non sa nemmeno che esistono?
Certo, con tutto quel che ci è capitato e che ci potrà capitare, questa è un'inezia, che la prossima brutta notizia, o anche la prossima bella (non siamo troppo pessimisti!) cancellerà in un attimo. Ci daremo anche degli sciocchi. Ma abbiamo così poco. Anche una briciola in meno ci lascia più poveri.

mercoledì 23 novembre 2011

Il blog cambia casa

Il blog si trasferisce. Ultimamente Spilnder ha avuto dei problemi e in gennaio la piattaforma chiuderà quindi, in attesa di capire come salvare tutto il materiale, continueremo a scrivere qui:
http://dallucrainaconamore.blogspot.com/
Ci sentiamo di là!

Compleanno

Tanti auguri, piccola Taniusha...
Ieri non è stato possibile aggiornare perché c'erano problemi su Spilnder. Il pensiero di questo compleanno passato separati però ci ha accompagnato tutto il giorno - così tanto che alla mama è venuta la febbre :-)
Vorrei rigraziare tutti quelli che si sono ricordati del compleanno della piccola e hanno fatto auguri, mandato video, cantato canzoncine al telefono. Ancora non conoscete Tania, ma è già anche nei vostri cuori e per noi non c'è regalo più grande.
Ancora auguri piccola, e spero che sia l'ultimo compleanno che non possiamo passare insieme (beh, magari verso i 18 anni qualcosa da ridire potresti anche averlo :-) )

lunedì 21 novembre 2011

Emozioni

Domani Tania, anzi, per una volta chiamiamola con tutto il suo nome, Tatiana compie 4 anni.
Ovvio che più di tutto vorremmo che fosse qui con noi, oppure che noi fossimo con lei. Cose entrambi non possibili, perché il programma era che lei, proprio ieri o venerdì scorso, fosse trasferita in un nuovo istituto, a Krivoy Rog, ed era meglio che noi, in quei primi giorni critici, non fossimo lì.
Invece, un regalo di compleanno le è arrivato: no, non il nostro pacco, che è in giro non si sa dove (che il Signore abbia in gloria l’Ucraina tutta e le sue dogane. Nonché gli zelanti doganieri), ma uno ancora più bello per lei. Ovvero, per il momento – non sappiamo fino a quando, ma cosa si può pretendere, non sappiamo nemmeno dov’è il pacco! – non sarà trasferita. Quindi, domani sarà ancora a “casa sua”. Il fatto ci riempie di gioia.
Sabato ci siamo accinti all’acquisto del regalo che le avevamo promesso, ovvero una kuka (una bambola) grande. Più grande di Cicciobellino, insomma. La scelta è stata ardua: negli anni in cui non abbiamo frequentato le bambole, queste si sono evolute al di là di ogni nostro sospetto. Adesso fanno di tutto: oltre alla classica pipì, si ammalano, gli si arrossa il sederino, gli smoccola il naso, poi cantano, ballano, pattinano, camminano, raccontano favole, si scofanano di cibo e chissà che altro. Noi eravamo orientati verso una bambola-che-fornisce-un-visto-in-uscita-dall’Ucraina-alla-sua-mammina, ma non c’era, e quindi abbiamo ripiegato su un classico: Ciccobello bua, che Tania potrà curare e sforacchiare a volontà con la siringa.
Ieri abbiamo anche fatto la telefonata settimanale. Ciccata quella della mattina, perché i piccoli erano fuori, l’abbiamo invece trovata al pomeriggio. Niente discorsi stavolta, ci siamo limitati a giocare con lei, ripetendo a turno e storpiando insieme le parole che lei sceglieva. Un po’ demenziale, ma la sua risata argentina era abbastanza per tutti. La tata ci ha anche chiesto quando andremo a trovarla, le abbiamo detto “A novembre”, perché in teoria dovremmo partire la prossima domenica.
Aspettiamo invece notizie, per decidere definitivamente. Perché non è che noi andiamo e lei viene trasferita proprio quella settimana.
Però per il momento sta bene, ed è quello che più conta.

lunedì 14 novembre 2011

Domenica bestiale

Domenica mattina, giorno di chiamata. Presenti di oggi, oltre ai fieri genitori, la nonna e il nonno. Poco poco e iniziamo a far pagare i biglietti :-)
Ci risponde al telefono una tata che mi conosce e mi saluta per nome, che poi mi dice pure qualcosa che, purtroppo, non sono in grado di capire. Glielo dico (sperando che non fosse nulla di vitale), lei dice OK e ci passa la piccola. Non dice molto, obiettivamente sono sempre le solite cose, ma si sa, mama e papa sono decelebrati tutte le volte che sentono quella vocina, quindi fra le soite 3 frasi e la declamazione di un brano de I promessi sposi non fanno molta differenza.
Stavolta le facciamo sentire la canzone che ballava quando eravamo con lei, le chiediamo se se la ricorda e lei dice di sì. Poi ci sono tanti "Mama", "Papa", tanti "liubliù"... e in un attimo siamo già ai saluti.
Ma non abbiamo tempo per la minuziosa esegesi della voce della piccola. Oggi abbiamo un impegno, dobbiamo fiondarci a Pordenone alla volta di Paola e Matteo. Ebbene sì, dopo quasi 3 mesi dal primo e unico incontro, dopo parecchie telefonate, dopo parecchissime lacrime e circa altrettante parolacce (rivolte a terzi, mica a loro, chiaramente) ci siamo rivisti.
Non so, forse gli psicologi, gli assistenti sociali, i giudici e tutti coloro che in questi ultimi anni hanno gravitato intorno a noi 4, avrebbero previsto un incontro denso di malinconia, rabbia, rimpianti. Tutti tristi e consapevoli, insomma.
Beh, per tutti gli operatori adottivi che leggessero qui, ufficialmente è stato così. Giorgia, Fabio, Paola e Matteo sono genitori - presenti? futuri? - maturi e consapevoli, che sanno valutare la complessità della situazione che vivono e soprattutto le condizioni complicate (ed è un eufemismo) che stanno vivendo laggiù Tania e Vova. Gestiscono la situazione con maturità e serietà.
Ed è certamente vero, di questo non si discute.
Neghiamo quindi recisamente tutta una serie di informazioni ufficiose, non confermate, non autorizzate, e che quindi non sono mai accadute. Tipo che i 4 sono stati capaci di ridere e di scherzare (a volte con un fondo di amarezza), di ben magiare e bere, di scambiarsi foto e farsi i complimenti per i rispettivi cuccioli, di scoprire coincidenze singolari nelle storie di vita. Che sono riusciti a farsi compagnia insomma, la compagnia di chi sa che le cose sono difficili e che ti batte sulla spalla, incoraggiandoti a combattere ma senza indorare la pillola. Che hanno brindato "alla sfiga" e hanno sghignazzato parecchio.
Ma tutto ciò, ci teniamo a ribadirlo, non è mai accaduto.
Ufficiali invece gli incontri con alcuni dei condomini (e chi legge il blog di Paola e Matteo sa di cosa parliamo). Che bello vederli dal vivo e poterli abbracciare, loro che senza conoscerci hanno fatto e stanno facendo il tifo anche per noi. Un condominio adorabile, quello dei nostri amici.
Bella giornata, grazie ragazzi.
PS per Matteo: ho parlato con un esperto che suggerisce, per la macchina, di munirti di cutter e incidere altri due taglietti, in orizzontale e paralleli, contigui a quello esistente. Dopo, la potrai spacciare per la firma di Zorro :-)

domenica 6 novembre 2011

Teleconferenza

Dopo qualche settimana di attesa ci siamo decisi ad acquistare uno strumento che facilita la comunicazione della famiglia con la pupa ucraina: un telefono dotato di vivavoce, in modo che sia la mama a parlare, e a smazzarsi il grosso della conversazione, ma anche il papa possa sentire la voce della piccola, che ha chiare doti taumaturgiche (con 3 minuti del suo tono squillante si va avanti una settimanina buona).
Cos� stamattina Tania ha gridato il suo Ia tibia' liubliu' in teleconferenza, presente anche una commossa nonna. La cucciola stava ballando, come avevamo dedotto dalla musica truzzissima che ci ha accolto all'inizio della telefonata, ma e' rimasta lo stesso al telefono un bel po'.
Ancora la sua vocina, una settimana davanti. Ma le dovrebbe arrivare il pacco! Non vediamo l'ora.

lunedì 31 ottobre 2011

Ossigeno

Ho avuto spesso modo di osservare come il percorso adottivo ci abbia consentito, al di là di tutte le sue complessità e complicazioni, nonché lungaggini, di incontrare parecchie persone impegnate nella nostra stessa avventura. Incontri che in brevissimo tempo sono sfociati in grandi amicizie, perché parlare di adozione non è semplice ed è più immediato farlo con chi condivide questa esperienza.
Questi mesi in Ucraina in particolare ci hanno portato un bel regalo, chiamato PaolaMatteo. Già al primo incontro ci siamo accorti di parecchie similitudini e ci siamo trovati in sintonia, ma è col passare del tempo che il rapporto è diventato più profondo, temprato dalle lacrime che purtroppo anche troppo spesso hanno inumidito le nostre telefonate.
Siamo fisicamente lontani da PaolaMatteo, ma vicini nell’anima. Con loro riusciamo a parlare e ridere anche quando non ci sarebbe tanto da parlare, e pochissimo da ridere. Una telefonata è come una boccata d’ossigeno, uscire per un poco dalla trincea della guerra che entrambi stiamo combattendo, sullo stesso fronte.

domenica 30 ottobre 2011

Pacco regalo

Tania presto compirà 4 anni, e in questi giorni ci stiamo organizzando per mandarle un piccolo pacco regalo. Abbiamo comprato una dose accettabile di caramelle (sia per lei che per il resto della truppa di golosi) e vari elastici carini per i capelli, i soliti amici ci hanno rifornito con una bella striscia di lecca-lecca, abbiamo trovato un biglietto musicale che pensiamo la delizierà, e ma il pezzo forte è questo:
Per blogTrattasi dei famosi "tapacki", le pantofoline che al momento pensiamo saranno le scarpe che userà più spesso. Avremmo potuto optare per qualche giocattolo, ma sappiamo per certo che le tate, molto precise e accurate, dopo averglielo fatto vedere lo metterebbero nel suo zainetto, e lei non ci potrebbe giocare. Le pantofoline invece saranno solo sue, le terranno al caldo i piedini e chissà che, sbattendo i tacchi, non ce la ritroviamo qui, novella Dorothy di ritorno dal fantastico mondo di Ucrain-Oz.
PS comunque qui con noi c'è già, basta osservare la foto con attenzione - senza scandalizzarsi per il mobiletto in basso a destra, grazie.

mercoledì 26 ottobre 2011

Liubli�

Dopo varie telefonate a la solita attesa, oggi ho potuto chiarire che quello di sabato è stato un disguido e che possiamo continuare a chiamare Tania al telefono.
Non me lo sono fatta ripetere due volte e, ottenuta la delega del papà, l'ho chiamata.
Probabilmente il messaggio era girato, perché alla mia richiesta è stato risposto: Siciàs! (subito), e dopo poco la cornetta era fra le zampette della piccola.
Assisitita da una tata molto zelante, Tania ha cominciato a ripetere le frasi che le venivano suggerito: mi ha chiesto come stavo, poi mi ha ripetuto circa 10 volte che ci aspetta, per poi concludere con un urlato: "Ia tibià liubliù, ia tibià liubliù, ia tibià liubliù" (ti voglio bene). Io, in mezzo a cotale verve retorica, ho potuto dir poco, ma credo che la scena fosse buffa perché anche la tata rideva di gusto.
Che dire, l'ho sentita bene la piccola (a parte la dizione, che mi è sembrata davvero buona, per una che in pratica ha iniziato a parlare a giugno!), allegra, divertita dalla situazione.
Ti auguro che sia vero, Tania, che tu non abbia pensieri. Ci pensano la mamma e il papà a portare i pesi, tu cerca di stare bene, piccola guerriera.

domenica 23 ottobre 2011

Russo - perfezionamento

"Scusate, sono nuova di questo lavoro e non ho ricevuto nessuna informazione sul fatto che possiate parlare con la bambina al telefono. Posso solo dirvi che sta bene. Luned� dovete chiamare la direttrice a parlare con lei".
Non mi ricordo bene come van messe le gambe nella posizione del loto, e poi cosa si deve dire? Omh???

martedì 18 ottobre 2011

Un posto piccolo, al caldo


Sono già due sabati che chiamiamo Tania al telefono. Telefonate più o meno lunghe (anche se sto diventando una professionista nel parlare con le tate in russo, lo ammetto), più o meno complicate dalla linea che cade… ma sempre inesorabilmente brevi, contando che devono bastare per tutta la settimana che segue. A noi, più che a lei, che comunque sembra serena.
Ma Tania non è con noi solo in quei momenti. È una presenza costante che si è annidata nel nostro petto, proprio di fianco al cuore.
Io me la porto dietro come fa una mamma con il suo pancione. Viene con me in treno, le faccio vedere i vestitini nelle vetrine e i braccialetti nelle edicole, le torte nelle pasticcerie e le caramelle nei bar. Le indico quella bimba bionda che potrebbe essere lei da grande. Fabio le fa sentire le sue canzoni preferite alla radio e la sente ridere assieme al cuginetto Luca, quando lo prende in braccio e lo ribalta.
Tu non lo sai, Tania, ma anche se sei daliekò daliekò (lontana lontana) sei qui con noi, sempre.

venerdì 7 ottobre 2011

Super

Mentre facevo le pulizie mi e' capitato in mano il quaderno sui cui ho preso appunti la prima volta che siamo andati in istituto da Tania. L' ultima riga dice: non canta e non balla. Mi e' venuto da pensare all'ultimo filmato che le abbiamo fatto, dove balla ridendo come una matta, e ho pensato che abbiamo una figlia gi� con le contropalle, niente da dire. Non ti immagini neanche quanto sei forte, pulce.

martedì 4 ottobre 2011

Resistenza scarsa

Resistenza della mamma a casa dal lavoro causa festa patronale: 0.
alle ore 15 le prende il desiderio di sentire la voce della piccola, quindi la chiama, anche se e' presto e non si e' nemmeno preparata le cose da dirle. La telefonata lunga, col papa', sara' sabato. Oggi bastano poche parole, un saluto e un bacione dalla piccola, che ha fretta perche' sta mangiando (e noi che l'abbiamo vista far merenda sappiamo che e' un momento sacro).
Basta sentire la sua vocina proclamare che "e' la mamma".
Ci manchi tanto, piccola Taniusha.

venerdì 30 settembre 2011

A presto, occhi blu

Salutiamo la ridente Dniprdzirdzinsk. Il pensiero va di continuo a quel lontano (così ci pare) 23 giugno, quando per la prima volta varcammo il cancello della Dietzki Dom, spaventati e in ansia. Oggi ci siamo riguardati le prime foto di Tania e ci siamo raccontati, per filo e per segno, tutto quello che successe: quando cercammo fra i bimbi quale potesse essere, quando ce la mostrarono dicendo “Eccola, fatela giocare!”…
Sembrano passati anni. Adesso Tania sorride a Fabio quando va a prenderla nel gruppo al pomeriggio, si ingozza di merenda per far presto a venire con noi, poi con piglio deciso ci dice: “Voglio questo! Voglio quello!”. Così diversa dalla bambina che ci rispondeva con un filo di voce.
Fa strano pensare che non torneremo qui mai più. Non vedremo più i bambini, non sapremo cosa ne sarà di Lisa, di Anton, della piccola Nastia. Già Andriuscia non è più nel gruppo, non sappiamo se è tornato a casa (speriamo) o è stato trasferito come lo sarà Tania.
Comunque… abbiamo salutato la piccola. Oggi pomeriggio le abbiamo dato lo zaino con dentro tutte le sue cose e abbiamo giocato con un aeroplano che ho anche sfruttato per farle vedere “la mamma e il papà che tornano a casa, lontano lontano, e poi, ecco, dopo un po’ tornano indietro, dalla Tania!”. Lei stavolta ha ascoltato davvero concentrata, o almeno ha fatto finta bene, ecco. Abbiamo anche parlato delle telefonate che le faremo, ogni settimana, e anche lì sembrava capire.
Il momento dei saluti, con il bacino a l’abbracciatona “fotte fotte” (detto da lei) è arrivato in un attimo, con noi che avevamo le lacrime agli occhi.
I suoi invece li vogliamo mettere qui, per la prima volta. Fabio dice che sono protesi al futuro. Io che sono azzurri come il cielo ucraino. Sono occhi forti, senza dubbio.
Occhi

giovedì 29 settembre 2011

Penultimo giorno

Giornata piovosa qui, oggi. Piovosa e fredda, e ci dicono che in Italia invece e' proprio caldo.
Pioggia significa anche che con Tania siamo obbligati a giocare nell'antibagno del suo gruppo, che prima consatava di una stanza con armadietti e panche per bambini, ora invece in una stanza con gli armadietti e basta. Quindi abbiamo: una stanza, i giochi che portiamo noi, e nella stanza di fianco un gruppo di bambini che giocano facendo un discreto casino. Quanto durera' la pupa quasi quattrenne?
Certo, il nostro fsacino e quello dei giochi non vanno sottovalutati, ma anche il richiamo degli amici... e appena osiamo affacciarci nella stanza del gruppo, subito ci viene resitutito il passaporto, che significa "grazie e arrivederci".
Comunque... non e' andata male e ci sono stati molti momenti belli. Intanto, essendo da soli abbiamo potuto parlare con Tania in pace, e provare a spiegarle che per l'ennesima volta andiamo via, ma torneremo. Cosa fanno a casa la mamma e il papa'? Lavorano, mangiano, dormono, pensano alla Tania, le comprano delle cose... cosa vuole la prossima volta che torniamo? Una kuka, una bambola, grande, ha detto la contessina. E sia.
Poi, tentativi di spiegazione su perche' vorremmo portarla a casa con noi ma non possiamo (lei per fortuna non ha certo capito cosa significhi venire a casa con noi, quindi da quel lato siamo un poco tranquilli) e discorsi sul fatto che le telefoneremo, a lei piace quando telefoniamo? Da.
Altra cosa che ci ha fatto molto felici (a parte vederla ballare, che e' uno spettacolo, ma sul serio, e ci ha fatto capire cosa ci trovino i genitori negli spettacoli dell'asilo, cosa che ci era sempre sfuggita): ho parlato con la direttrice, lei mi ha fatto di nuovo notare i miglioramenti che Tania sta facendo (io le ho detto che adesso parla tanto), mi ha mostrato la relazione che ha scritto per il nuovo istituto, in cui parla anche di noi (mi ha indicato il punto) e poi, quando le ho chiesto: "Ma per caso avete una foto di tania da piccola?", ha risposto: "Certo!".
Detto, fatto: eccole li', due fototessera identiche con la Tania cucciolissima, senza capelli, che ci fissa con la stessa espressione di ora quando e' seria. L'abbiamo fotografata, emozionati e consapevoli di quanto, se tutto andra' bene, potra' essere preziosa anche per lei.

Alla luce di tutto questo, diventa subito sorpassato lo sconforto che ci ha preso invece nel pomeriggio. Come e' gia' successo altre volte, a turno circa, io ho detto a Fabio che avrei avuto voglia della pillola blu. Quale pillola blu? Questa:
"È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più".
Il film lo lascio indovinare ai nostri fedeli lettori.
Insomma, a volte la vorremmo questa pillola blu, svegliarci e non ricordare piu' nulla di questi giorni tanto belli ma anche tanto pieni di dolore. Pero' non possiamo, per Tania soprattutto, perche' se lei oggi non e' piu' la bambina che andava solo in altalena forse un poco c'entriamo anche noi. Perche', fra l'altro, abbiamo gia' scelto la nostra pillola: e' quella rossa, con quello che portera' nel bene e nel male. 

mercoledì 28 settembre 2011

Linoleum e balletti

Stamattina siamo andati in istituto alle 9 in missione speciale. Infatti, dei cari amici ci hanno consegnato una somma per fare un regalo ai bimbi dell'istituto, e noi abbiamo approfittato della presenza di Roman, i giorni scorsi, per spiegare la situazione.
Di cosa hanno bisogno i bambini? La vicedirettrice ci ha portati addirittura dalla direttrice per esaminare la questione, e la risposta e' stata: linoleum.
Ebbene si', chiedere a Fabio di finanziare il linoleum e' come chiedere a un pizzaiolo una pizza congelata. ma tant'e'... la stanza dei giochi del gruppo di Tania ha il pavimento distrutto, e bisognava pure rimediare.
Oggi, dunque, dovevamo essere accompagnati da qualcuno dell'istituto a comprare il linoleum. Quando siamo arrivati pero' la vicedirettrice ci aspettava insieme a una ragazza, che ci e' stata presentata come una "spezialist" e che ci ha mostrato un lungo preventivo, compliato a mano e con precisione sovietica, che conteggiava non solo il pavimento ma anche la metratura dei battiscopa. Non potevamo recarci noi in negozio perche' e' lontano, poteva andare bene lo stesso? Ovviamente, abbiamo detto OK, e ci hanno detto che domani arriveranno con la ricevuta, e a breve Tania e i suoi amichetti avranno un bel pavimento nuovo :-)

Seconda parte del titolo. Causa l'arrivo alle ore 9, siamo stati con Tania piu' del solito oggi. Abbiamo giocato tanto, ma il momento clou e' stato nel pomeriggio quando, da soli sotto a una tettoia, la mama si e' esibita, presto imitata da Tania, in un balletto che Fabio ha scaricarto sull'ipod. Credo si chiami tipo Hoky Poky, non chiedetemi com'e' scritto che non ho voglia di verificare. Comunque il nostro pezzo preferito e' quello che dice, a ogni strofa, "e muovi il sederin": con grande impegno sia io che Tania abbiamo perfezionato la mossa, e direi che piu' tardi, quando abbiamo replicato, le tate presenti hanno visto uno spettacolo che e' valso il prezzo del biglietto.

Oggi abbiamo anche comprato a Tania uno zaino (rosa); domani gielo daremo e ci metteremo dentro tutte le sue cose: gli album delle foto, i suoi gioielli, Cicciobellino (se lo ritroviamo, al momento risulta disperso), la sua borsetta preferita e cosi' via. Lo potra' portare con se' (parola di vicedirettrice) nel nuovo istituto.

PS momento di fierezza per entrambi i genitori. Oggi Tania ha calciato il pallone come un'indemoniata (e il papa ha potuto osservare che 'tira di destro di collo pieno'), poi ha giocato tanto con il gioco che la mama sponsorizzava da secoli, ovvero la frutta di plastica attaccata col velcro da tagliare a meta' con un coltello finto. Vuole mandarci via pari, senza dubbio!

martedì 27 settembre 2011

Hand in my pocket

Oggi in teoria il cardine della giornata avrebbe dovuto essere il ritiro dei documenti. Non che non ci sia stato…  la nostra richiesta di non procedere è stata accettata, alle 14.20 abbiamo partecipato alla solita udienza con l’abituale balletto di nomi, cognomi, dati, chi è presente, “Ha qualcosa da aggiungere?” (no comment). Ci siamo limitati alle risposte standard e al tentativo di incrociare lo sguardo della procuratrice, fallito perché ha preso appunti tutto il tempo (ma su cosaaaaaa?), così, per incenerirla. Ora tutti i documenti sono fra le mani di Roman e di noi, in questo tribunale, è rimasto l’esile ricordo di 2 italiani che hanno pianto in aula e qualche fotocopia.
Il vero cardine è stato, come quasi sempre del resto, la piccola Tania. Oggi niente lacrime, tanto moccolo, la solita energia, parecchi sorrisi. Le abbiamo dato una giacca mezza-stagione bianca, col cappuccio. Siamo stati restii finora a regalarle dei vestiti, siccome nessuno ha niente di proprio e non sapevamo se le tate avrebbero apprezzato. Però lunedì aveva le mani gelate e una giacca enorme che non si guardava, noi avevamo questa meraviglia regalata dalla nonna e… non abbiamo resistito. Fatto 30, abbiamo fatto 31 con le scarpe da ginnastica bianche e rosa (per quelle avevamo una scusa incrollabile: dubitiamo che il prossimo anno porti ancora il 23 di piede!) con gli strap.
Lei ovviamente è stata entusiasta, girava per il cortile con le mani affondate nelle tasche e si tirava su il cappuccio, pretendendo che facessimo lo stesso anche io e Fabio con le nostre felpe. Era bellissima, l’hanno detto tutti.

Amore e amarezza

Stamattina alle ore 6.15 siamo sbarcati – veramente si trattava di un treno, non di una barca, quindi? Strenati? – sulla banchina della nostra ormai nota Dnipreccecc. Ad attendere me, Fabio e Roman la nostra padrona di casa, Luba, una delle dottoresse dell’istituto che, gentile come al solito, ci ha subito detto che Tania sta bene e chiede spesso di noi.
Tornare fa uno strano effetto. Da un lato, ormai conosciamo questo appartamento e queste strade così bene che, come dice Fabio, è quasi come tornare a casa (senza esagerare). Dall’altra, venire qui per ritirare i documenti, anche se ovviamente è una cosa che abbiamo ben meditato, che sottende una tattica ecc., sa invincibilmente di sconfitta, quindi dà a questo rientro un sapore amaro. Mai come varcare la soglia e vedere sull’armadio la borsa di vestitini che avevamo lasciato per Tania, e che invece tornerà mestamente a casa con noi.
La mattinata è passata in un tribunale insolitamente gremito, soprattutto da ultra-settantenni particolarmente agitati (Roman dice che forse sono in tribunale per una storia di risarcimenti legati alla seconda guerra mondiale, promessi ma mai arrivati). Abbiamo fatto la nostra solita bella attesa sotto alle lampadine fulminate, per firmare poi due dichiarazioni in cui chiediamo che la sentenza non sia pronunciata e di riavere indietro i nostri documenti. Domani alle 14 invece dell’udienza ci sarà la lettura di queste dichiarazioni, e poi ci verrà riconsegnato l’incartamento.
Abbiamo incontrato anche la vice-direttrice dell’istituto di Tania, lì per un’altra udienza. Ci ha dato appuntamento alle 16, anticipandoci però che avrebbe chiesto alla direttrice (mai vista) l’autorizzazione perché noi possiamo comunque incontrare Tania fino a venerdì.
L’incontro, grazie alla presenza di Roman, è stato molto interessante. Oltre ad aver consegnato la seconda trance dei vestitini Cattabriga (con annessa spiegazione, questa volta, e sentiti ringraziamenti), abbiamo anche saputo che la direttrice ha autorizzato le nostre visite, che Tania chiede spesso di noi, che tutti sono molto dispiaciuti di come sono andate le cose (e la vice sembra proprio sincera: secondo noi ha a cuore la situazione della piccina). Ci ha anche informati che il 18 o il 21 novembre Tania sarà trasferita in un nuovo istituto, in un’altra città della regione (di cui Roman ci ha detto il nome, ma non lo ricordo), insieme a bambini fino agli 8 anni. Comunicare con lei e vederla potrebbe essere leggermente più complicato, siccome là non ci conoscono; lei però ha detto che scriverà una relazione per spiegare il tutto e telefonerà, in modo da aiutarci il più possibile ad avere il via libera anche là. Speriamo!
Alle 16.20 siamo usciti un attimo per incontrare la direttrice (ma allora esiste!) poi, abbastanza in fretta, siamo tornati su, nella sezione di Tania. Dalle voci abbiamo capito che i piccoli si stavano mettendo le scarpe per uscire. Siamo entrati, abbastanza di corsa, e subito abbiamo visto la piccola che… si è messa a piangere disperata.
Emozione? Sorpresa? Non lo sappiamo, ma ci ha fatto una gran tenerezza. Che strano pensare che solo l’altra volta la sua accoglienza di avrebbe spiazzati, forse spaventati. Invece, ci è solo venuta una gran voglia di abbracciarla.
Lei, dopo qualche consolazione dalle tate, mi è venuta in braccio e, tempo di arrivare in fondo alle scale, era tranquilla e pronta a sbranarsi la banana che avevamo portato.
Dopo di che, tutto come al solito. Come se non ci fossimo lasciati: ha bevuto il succo, esplorato la nuova “sumka” (borsetta) e indossato i gioielli, cacciato gli amici troppo curiosi, poi ci ha portati un po’ a spasso. Si è voluta mettere a sedere nello stesso punto dove all’inizio di settembre aveva voluto mettersi le mie scarpe (e ha voluto infilarsele anche questa volta), ha cantato le canzoncine, ci ha chiesto di spingerla in altalena.
Si vedeva che era più emozionata del solito (come noi, del resto). Faceva venire voglia di coccolarla senza sosta: il mento ancora ammaccato, il nasino colante, la tosse, per non parlare della giacca abbondante in cui era infagottata. Vederla così, pensare che abbiamo solo cinque giorni per stare con lei, che è possibile che questa storia vada avanti fino a novembre 2012… è un mix di amore e amarezza che ci vela gli occhi.

venerdì 23 settembre 2011

Ancora in lotta

L’essere umano è strano. Dagli un filo, piccolissimo, di speranza, e lui ci si aggrappa come se non avesse altro.
Oggi abbiamo deciso di continuare a lottare.
Siamo stati dall'ente e abbiamo parlato con la presidente. Una donna che ha adottato e che ci ha detto: Se fosse la mia adozione, farei così. E noi l'abbiamo ascoltata.

La scelta era fra tentare un altro abbinamento (ma come potremmo?) e continuare. La seconda, ovviamente.
Lunedì saremo in tribunale a ritirare i nostri documenti: vogliamo evitare che emettano una sentenza negativa sull’adozione, visto che un tribunale non si può pronunciare 2 volte sulla stessa causa, quindi avere un NO ora sarebbe un NO per sempre.
Ritiriamo i documenti, bloccando la pratica, poi andiamo in istituto a parlare con la direttrice, per spiegarla che non intendiamo affatto non adottare più Tania. Anzi, le chiederemo di poter continuare a vederla. Staremo lì fino alla fine della settimana.
Intanto, il CAI proverà a fare pressioni al dipartimento di Kiev, per vedere se c’è modo di sciogliere il vincolo sull’adozione di Tania. Si metterà in campo il possibile, avvocati compresi.
Se andrà bene, forse potremo tornare in tribunale.
Se andrà male, chiederemo l’adozione di Tania per il 22 novembre 2012. Vorrebbe dire vederla poco, ma vederla, poterla chiamare, farle capire che non ci siamo sempre ma torneremo comunque da lei. Forse le cambieranno istituto quando avrà 4 anni… ancora non lo sappiamo. Forse per noi è meglio, siccome vorrebbe dire essere giudicati da un altro tribunale. Ma tanto, non potremmo farci nulla.
Non è poco tempo, ma già il fatto di essere ancora in lotta, di poterla vedere e dirle, sinceramente, che torneremo ancora è già una consolazione.
Oggi a Fabio in macchina ho detto: Non possiamo non tornare da Tania, lei ci ha detto "Tornate ancora...", e noi le abbiamo promesso che l'avremmo fatto.
 E' vero, non possiamo e non lo faremo fino a quando non succederà davvero l'irreparabile.


giovedì 22 settembre 2011

lunedì 19 settembre 2011

Il documento

In molti ci chiedono se ci sono novit� circ il documento. Le abbiamo avute oggi: il documento e' stato redatto lo scorso luned�, a insaputa dell'ufficio dell'ente, ed e' gia' in viaggio per il nostro tribunale. Cosa ci avranno scritto? Non e' dato saperlo. Che sia positivo lo escludono tutti... Perch� questi segreti altrimenti? Potrebbe essere o ambiguo, o negativo. Verso la fine della settimana i rappresentanti del nostro ente andranno al nostro tribunale per vedere il documento e parlare con il giudice, in attesa del verdetto di marted�.
Abbiamo molta paura, e non scrivo altro perch� al momento non mi vengono parole diverse.
Il pensiero va pero' a Paola e a Matteo: non c'e pace neanche per loro e il piccolo Vova.
Dobbiamo farci coraggio, loro e anche noi.

domenica 18 settembre 2011

"Ma questa chi �?"

Ieri alle 15 abbiamo raggiunto la signora Tania (nuova badante dei miei nonni, moldava) a casa dei miei: ci aveva detto che era disponibile ad aiutarci nella telefonata alla cucciola.
Dopo la richiesta da parte mia di alcune frasi per "rinfrescare" il mio gergo telefonico, abbiamo composto i 5000 numeri richiesti dalla scheda telefonica che ci permette di chiamare spendendo meno, e siamo riusciti a prendere la linea.
Ecco, rispondono: Tania-badante (d'ora in poi Tania-b) attacca a parlare dicendo che è un'amica della mamma di Tania, chi le ha risposto le risponde qualcosa, lei risponde a sua volta, insomma parlano per qualche minuto. Noi non capiamo molto, e quando chiediamo cosa dicono la risposta è: "La stanno chiamando". Indubbiamente, il russo deve essere una lingua poco votata alla sintesi, se in quei minuti si son dette solo quello :-)
Comunque... la piccola arriva al telefono e Tania-b le parla, dicendo che è una nostra amica e che si chiama proprio come lei.
Tania... dopo qualche secondo di silenzio si mette a piangere, dicendo che vuole "la mama e il papa"! Cucciola! Si sarà detta: Ma questa chi è? Dove sono quei due tizi che non parlano quasi per niente?
Tania-b me la passa subito, lei smette di piangere e iniziamo la solita telefonata: Come stai, hai mangiato, la mamma ti ha comprato gli orecchini e il papà le caramelle, te le portiamo presto, quando torniamo. Lei risponde, dice qualche parola, poi le chiedo se vuole parlare col papa (Da), glielo passa, lui la saluta, canta un po'...
Poi le ripassiamo Tania-b, che le dice che la mamma e il papà tornano presto da lei.
Fin qui tutto normale, a questo punto di solito ci sarebbe il "pacà-pacà", ma stavolta... Tania non vuole mollare il telefono. L'aggeggio le piace, le nostre voci le sente, e quindi perché smettere? Rimane in linea quindi, silenziosa o dicendo "da" a qualche domanda, noi da parte nostra abbiamo finito le frasi e quandi si passa all'italiano, fra bacini, ricordi sul dondolo, canzoni... rimaniamo insieme per 10 minuti buoni. La Tania a un certo punto dichiara che "mama placet", la mamma piange! Io la rassicuro, no no, la mamma non piange, anche se ci manchi tanto!
Poi, siccome tutto finisce, la tata si riappropria del telefono. C'è tempo per qualche domanda da Tania-b: la piccola mangia, dorme, sta bene? Certo, sta bene, prima piangeva perché appena ha sentito che eravamo al telefono si è messa a dire che voleva la mamma e il papà.
Tania-b ringrazia e riattacca. Noi rimaniamo lì, un po' sorridenti e un po' preoccupati che le manchiamo troppo.
Non ci sono notizie da Kiev, ma credo che se qualcuno avesse registrato questa telefonata, non avrebbe avuto dubbi circa quali sono i desideri della nostra bambina.

giovedì 15 settembre 2011

Telefonata n. 1

Martedì ho telefonato a Tania, per la prima volta senza il “papa” (dovendo chiamare alle 15, la presenza di entrambi è possibile solo al sabato). Il processo prima che me la passassero è stato più lungo del solito (ho sentito dire almeno 7 volte: “È la mama di Tania P., vuole parlare con lei”), poi qualcuno mi ha fatto un discorso che non ho capito (forse, ed evidenzio forse, mi voleva dire che tanto Tania non avrebbe parlato al telefono, ma non ci giurerei. In un mondo ideale, in quel caso avrei risposto che non mi interessava che parlasse, ma solo che mi sentisse. Nel mondo reale ho detto che non capivo quello che mi stava dicendo), alla fine ha rinunciato e, messo il vivavoce, ha finalmente chiamato la piccola. Che, a differenza del solito, 2 cosette le ha dette spontaneamente (niente di che, “Ciao” e la risposta alla domanda “Come va?”), e si sa, noi mamme ci emozioniamo con poco. Giusto altre 2 cosette da parte mia, una risposta sua imboccata dalla tata e, forse per le mie esitazioni (ero poco agitata, come al solito!) è arrivato subito il momento del “pacà, pacà” (Ciao!).
Che dire, sentire la sua vocina mi ha emozionato. Ho chiamato subito Fabio e abbiamo parlato… di nulla, in pratica, come due bravi genitori indementiti dalla prole.
Intanto, da Kiev tutto tace.
 
Ieri sera abbiamo letto il post dei nostri Compagni di viaggio. Io ho molta fantasia, e una certa tendenza a immaginarmi storie truci, ma devo dire che il sistema giudiziario ucraino non smette di sorprendermi e di superare qualsiasi tentativo di preveggenza. Che dire: Paola e Matteo, tenete duro, lì hanno senso pochissime cose, eccetto i nostri figli.

venerdì 9 settembre 2011

martedì 6 settembre 2011

"Tornate ancora!"

Avevamo deciso di parlare a Tania della nostra partenza nel pomeriggio. Questa volta da soli, senza interpreti o tate. Pensavamo di farcela.
Però stamattina è stata una mattinata del tutto normale. I soliti giochi, qualche urletto di rabbia da parte sua (quando non facciamo quello che le pare), nessuna lacrima (da parte mia). Arrivano come al solito le 11 e mezza, lei ci dà un bacino e l'abbraccio, poi si avvicina agli altri bimbi. Qui il colpo di scena: si rivolge a Fabio, gli manda un bacio con la mano e sorridendo dice: "Tornate ancora!".
Io, che non sono sicura di aver capito bene, controllo il verbo sul dizionario... ma no, ha detto proprio così. Piccola... non è che tu capisci più di quel che pensiamo?

Il pomeriggio è arrivato in un attimo. Come due scemi, ci siamo dimenticati a casa la sua banana, quindi abbiamo sfoderato subito il "pezzo forte", un lecca-lecca di dimensioni inaudite che la piccola orca si è subito ficcata in bocca. E lì, sedati i suoi istinti predatori, abbiamo tirato fuori l'album delle foto, che lei ha subito riconosciuto dicendo: Tania, Tania!, anche se non lo vedeva da più di 3 settimane. Abbiamo guardato le foto e, quando siamo arrivati a quella della nostra casa, ho iniziato a spiegarle che la mamma e il papà il giorno dopo non sarebbero andati a trovarla, perché devono andare a casa, lavorare e così comprarle... caramelle, anelli, orecchini, braccialetti... Quindi domani non ci avrebbe visto, ma che saremmo tornati presto. Le ho detto che la mamma le vuole bene, e anche il papà, e lei? Da, ha risposto. Le ho detto che avremmo telefonato, poi alla fine ho ricominciato: Domani non ci saremo, ma torniamo ancora, ok? Lei ha ripetuto "Tornate ancora". Poi è andata a giocare.
Non sappiamo se abbia capito o abbia solo ripetuto le parole di questa mattina, però ci è sembrata attenta. Ci ha salutato come al solito, poi si è anche fatta alla finestra, salutandoci con un bel sorriso e con grandi gesti.
E' l'immagine che vogliamo portarci in Italia. Perché "Torneremo ancora", piccola Tania, perché per noi sei "nasha doch", nostra figlia.

lunedì 5 settembre 2011

Aspettare ancora

Evidentemente la nostra graticola deve stare sul fuoco ancora un po'.
Senza il documento da Kiev il tribunale non vuole emettere la sentenza, o meglio, la emetterebbe, ma negativa. Quindi, ennesimo cambio di data: il 27 settembre, speriamo a quel punto con il documento mancante.
Noi ci sentiamo basiti, come incapaci di provare davvero sentimenti. Un po' ce lo aspettavamo, malgrado i piccoli segnali di ottimismo che ci sembrava di aver colto... una forma di autodifesa, forse. Quindi siamo qui a piangere e ci chiediamo se il 27 sarà davvero la volta buona.
Partiremo la notte fra martedì e mercoledì, in modo da essere a casa mercoledì pomeriggio. Abbiamo preferito questa scelta, rispetto alla partenza oggi, per avere il tempo di salutare Tania senza sembrare troppo stravolti (già l'altra volta non ci ha visti particolarmente in forma). Va bene tristi, ma disperati... non vogliamo spaventarla.

Piccoli incidenti

Oggi ad attenderci alle 10 Tania non c’era. Alle 10.15 siamo saliti, e la tata ci ha fatto segno che l’avrebbe portata giù dopo mangiato. Ore 10.30: la piccola arriva, ma con una brutta sorpresa. Ha un cerottone sul mento e la faccia di una a cui fa parecchio male. Ci hanno spiegato la dinamica della cosa (in russo), ma non abbiamo capito se ha preso in pieno una porta o è caduta dal letto (lei dice di essere caduta dal letto). In sostanza comunque pare abbia una rottura verticale sul mento, vicino alle labbra, e abbiamo visto che è lesa anche dentro, dove il labbro ha battuto sui denti.
Stamattina era molto dolorante,  ma oggi pomeriggio stava meglio, anche se a mio parere le giravano ancora parecchio J
Essendo domenica, abbiamo deciso di uscire a pranzo. Menù solo in ucraino, e per di più in corsivo, circostanza che, unita a un cameriere gentile ma non molto intuitivo, non ha facilitato le cose. Il punto fermo erano le patatine fritte, poi volevamo la carne. Lo chiedo al cameriere, indicando un elenco nel menù: “Carne?”. Lui conferma. Fabio prende quindi la prima voce della lista, io una più giù. Dopo un po’ di attesa arrivano i piatti: la sua è una bella e buona bistecca, il mio… pesce. Meglio dei rognoni di Matteo, ma avevo una faccia delusa che solo il dessert (crepe) da potuto rimediare.
Terzo e ultimo. Domani si va in tribunale. Usciremo con un sì, o un no, oppure con un “rimandiamo”. Speriamo nella prima o al massimo nella terza, perché la seconda sarebbe un disastro.
Ma abbiamo la parola di un piccolo oracolo che ci sostiene… oggi una mamma ucraina mi ha chiesto che porteremo Tania con noi in Italia. Sì, rispondo io. E lei: Quando? Contemporaneamente al mio “Non so” è intervenuta la Tania, che risoluta ha detto: Zavtra. Domani. Speriamo, piccola.
PS domani è un giorno speciale anche per Matteo, Paola e V. In bocca al lupo anche a voi, speriamo in una vittoria su tutta la linea che porti la nostra squadra (di 6 elementi, ormai) in cima alla classifica.

sabato 3 settembre 2011

Ucraini per caso

In tutto il tempo che abbiamo passato qui, ci siamo fatti una discreta esperienza dei prodotti alimentari in vendita nei supermercati. Abbiamo quindi pensato di scrivere un piccolo manuale per futuri volenterosi turisti ucraini, che poi Matteo e Paola, se e quando avranno tempo, potranno arricchire con le loro esperienze (sono più ferrati nel settore della ristorazione, loro). Ecco, quindi, le nostre perle di saggezza:


  1. La conserva di pomodoro non esiste. Non fatevi ingannare da: ketchup (anche se non c’è scritto, lo è, eccome); concentrati di pomodoro il cui colore e la cui consistenza simil-cemento non depongono a favore della naturalità del prodotto; succhi al pomodoro (da bere). Meglio ripiegare sui pelati, che si trovano anche se non ovunque.


  2. La carne in genere è buona, anche se non è sempre chiarissimo di cosa si tratti (attenzione: per chi sa il russo, è importante sapere che tutte le etichette sono comunque in ucraino).


  3. Le patatine non aromatizzate ESISTONO, anche se noi le abbiamo trovate solo al secondo viaggio. Teniamo a sottolineare però che anche quelle al granchio non sono pessime. Ci sono le Pringles, ma sono carissime (in termini relativi, ovviamente).


  4. L’insalata non l’ho mai vista. Le zucchine, solo enormi, come anche le carote (legnosissime). Ottima la verza e le patate. Fra la frutta, il meglio sono mele e banane, da quel che abbiamo sperimentato.


  5. Una pasta tipica sono i varenichi, che sono tipo ravioli. Attenzione! Noi li abbiamo visti al “sir” (formaggio) e alle patate. Abbiamo comprato quelli al formaggio, ma abbiamo scoperto (dopo averli conditi con olio d’oliva) che erano… dolci. Roman infatti ci ha detto che “sir” in russo è formaggio, ma in ucraino è ricotta, e qui la ricotta è dolce. Questi varenichi si devono mangiare con lo zucchero a velo o roba del genere.


  6. L’olio d’oliva si trova nei supermercati di media grandezza. Di italiano c’è il Monini, ma anche quelli spagnoli e grechi non sono male.


  7. I gelati confezionati sono numerosissimi e buoni.


  8. Idem biscotti, caramelle e dolcetti.


  9. Idem le insalate pronte comprate al banco della gastronomia (costano anche poco). Attenzione alla carote a julienne: contengono abbondante aglio (sono buone, eh, basta saperlo…).


  10. Acqua: meglio bere quella in bottiglia. Vendono anche delle confezioni enormi, da 6 litri, tipo da noi l’acqua distillata (noi la usiamo per cucinare). Come acque frizzanti, ne abbiamo provate alcune, poi siamo approdati alla Bonaqua, etichetta verde (frizza) da 2 litri.


  11. Di birra (che tutti dicono ottima) e vodka non parlo, per rispetto a Fabio che è ancora in quaresima.


  12. La pizza congelata non è male. Secondo noi la migliore è quella Dr. Oetker (da noi Cameo?). Non fatevi scoraggiare dalla mancanza del forno, va bene anche una padella abbastanza grande, da far andare a fuoco lento con il coperchio.


Ma soprattutto, cari aspiranti turisti ucraini, mai abbassare la guardia! Anche ai più esperti (come noi J) possono capitare piccoli incidenti, come la pizza con cui abbiamo cenato stasera. Stregati dalla foto…
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… non abbiamo letto gli ingredienti che a casa. Ed eccolo: ANANAS! NOOOOO!
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Anita

Questa mattina ci siamo svegliati volendo scrivere due righe sulla nostra amata Anita, che ha fatto saltare il banco delle scommesse.
Ricordiamo ancora quando il 15/08, dopo una stupenda giornata a casa di Monia e Max , i vari genitori e amici scommettevano sull’arrivo di Anita ,Chiara e Viola visto che per le ostetriche stavano viaggiando alla pari.
Nell’ordine: Viola 1° classificata 16/08/11, Chiara 2°classificata 28/08/11 (giusto?)… e Anita??
La posta sale perché adesso la Sisal accetta, oltre la data, anche se arriverà di mattina o pomeriggio se ci sarà il sole o pioverà.
Capiamo che se per mesi hai sentito dire “ gli ultimi saranno i primi”, tu ti sia adeguata, ma adesso è giunto il momento di dare un po’ di riposo a mamma Giulia e soprattutto a papà Andrea che come tutti i papà anche se fanno i corsi pre parto sono sempre un po’in apprensione… noi non siamo donne.
Un abbraccio forte
Fabio e Jo

Cicciobellino

Comunicazioni di servizio per prime: Roman, dopo aver parlato col giudice, ha confermato l’udienza di lunedì, anche senza il documento. Che dire? E’ meglio di quanto ci saremmo aspettati. Pensavamo che si sarebbero limitati a rimandare l’udienza, invece secondo Kiev e secondo l’ente la loro risposta è un segno positivo. Non sappiamo cosa pensare. La speranza tenderebbe a mettere fuori di nuovo le sue esili radici, ma abbiamo tanta paura a innaffiarla. Ci limitiamo ad aspettare lunedì. Vedremo cosa succederà e decideremo le prossime mosse. Dirjiss!
Ma oggi vorremmo lasciar spazio a un amico che ancora non conoscevamo. Il suo nome corretto sarebbe Ciccinobello, ma a me piace di più Cicciobellino, ed è così che lo chiamerò. E’ arrivato qui in Ucraina grazie a due ado-zii molto gentili. Lascio a lui la parola.
“Ciao! Mi chiamo Cicciobellino e sono un bel bambolotto biondo con i capelli a caschetto. Non ho un bellissimo carattere, infatti tendo a piangere praticamente di continuo, se uno pigia nei punti giusti.
La mia vita fino a ora era stata una barba: prima in una confezione di plastica, poi in un pacchetto che mi impediva di  vedere fuori. Ma oggi, finalmente, ho visto la luce!
La prima cosa che ho visto, a dire il vero, è stata una bimba bionda molto elegante, con gli orecchini, che mi guardava stupita. Mi ha toccato con attenzione e io ovviamente mi sono messo a piangere. Lei non è stata molto partecipe del mio dolore, infatti ha cominciato a ridere, un po’ mi ha cullato ma più che altro mi ha portato in giro a conoscere altra gente, facendo notare a tutti che piangevo (che sforzo!). Ma questo è stato solo l’inizio: intanto, dopo pochissimo mi sono trovato nudo come un verme, poi anche parecchio sballottato. Infatti, l’aspetto signorile della signorina non deve ingannare: più volte mi sono trovato nella polvere fino ai gomiti, piangendo ovviamente. E non era neanche tanto carina a rimettermi il vestitino, che peraltro non rimaneva al suo posto per più di 5 minuti.
Ma il momento più difficile è venuto nel pomeriggio, quando, dopo parecchi minuti di pianti (miei) e di risate (sue), mi sono visto barattare per… una palla! Mentre lei calciava il pallone tutta contenta (per la gioia del papà), io sono stato affidato a un certo Dima, che non ha esitato neanche lui a portarmi in giro, urlante e sempre nudissimo.
Che vita, ragazzi! Adesso per fortuna sono di nuovo al riparo nello zaino di una signora che qui chiamano “mama”, ma… che mi aspetta domani?”.

venerdì 2 settembre 2011

1 settembre: inizia la scuola!

Il primo di settembre in Ucraina è anche il giorno di inizio delle scuole (oh, qui si fanno le cose serie, mica come da noi J). Detta così sembra semplice, invece non lo è affatto.
Da quel che abbiamo visto, è un giorno di festa. I maschietti vengono abbigliati con completi pantalone-giacca neri o grigi, provvisti di cravatta, ovviamente. Le femmine con abitini di vario tipo, ma molto eleganti e quasi sempre con fiocchi enormi sulla testa. Almeno la mamma li accompagna, anche lei elegantissima (roba che da noi si vede ai matrimoni, per dire).
I ragazzi più grandi non sono da meno. Loro sono in camicia e cravatta, portate in genere in maniera più scanzonata ma comunque elegante. Le ragazze in bianco e nero, magari con alcuni modelli un po’ osè (qualche camicetta trasparante di troppo)… A me ha fatto tenerezza vederli aggirarsi insieme nei supermercati (credo che oggi abbiano fatto solo poche ore); mi sono chiesta quali fra loro avessero aspettato con ansia tutta l’estate di rivedere lui/lei, quali stessero sperando che “quest’anno si accorgerà di me!”… insomma, mi sono fatta una bella dose di “amarcord”.
L’atmosfera è piacevole, complice il bel tempo. Mi domando se fosse solo apparenza, e i giovani ucraini siano alla canna del gas come noi quando a settembre finivano le vacanze, o se effettivamente qui le cose funzionino diversamente.

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE: malgrado il tentativo di alleggerire l’atmosfera, la situazione qui non è rosea. Siamo ormai certi che il documento che ci hanno chiesto non arriverà per lunedì. Domani Roman viene qui a parlare con il giudice, per decidere se questo documento sia davvero fondamentale. Al 99% la risposta sarà sì, quindi l’udienza di lunedì potrebbe essere rimandata. Purtroppo.

giovedì 1 settembre 2011

Il trenino

Grande novità per i bimbi oggi… o meglio, novità per noi, che non avevamo mai visto la scena.
Premessa: ieri e oggi con i bambini del gruppo di Tania c’era una tata che prima avevamo visto solo con i più grandi. Bionda, fra i 50 e i 55, è molto in gamba, perché fa fare ai bambini tante attività insieme, racconta loro molte cose, canta delle canzoncine… insomma, si dà da fare, a differenza di tante altre che si limitano a controllare che non si uccidano fra loro o sui giochi.
Oggi quindi la tata ha chiamato tutti i bambini, li ha messi in fila due e due, ha fatto prendere a ognuno la maglietta di quello davanti e così, in stile trenino, li ha portati fuori dal cancello dell’istituto! Loro erano felicissimi, facevano mille domande e guardavano con un interesse che ci ha intenerito la via, che è poco frequentata e con nulla di notevole. Ma tutto, dalla macchina che passava, al camioncino, al cane a spasso, suscitava grandi esclamazioni di meraviglia. E’ stato bellissimo vederli dall’altra parte dell’inferriata, per una volta.
La scena si è ripetuta nel pomeriggio. La tata è anche scomparsa per pochi minuti (lasciandoli con un’altra, ovviamente), ed è tornata con dei rami pieni di foglie in mano, uno per ogni bambino. Inimmaginabile l’entusiasmo con cui tutti si sono messi a giocare con i rami, sollevandoli o facendo finta che fossero scope. Nessuno se l’è sbattuto in testa, cosa molto positiva, e direi anche che rispetto ad alcuni gruppi scalmanati che si vedono in Italia sono anche stati piuttosto bravini.
Segnalo anche la presenza di una contessina, nel gruppo dei bimbi. Ebbene sì, è la nostra Tatiana che, appena arriviamo, pretende di avere i suoi 2 anelli, la collanina (“Non faccio nulla senza il mio filo di perle!”), il braccialetto e, da ieri, anche gli orecchini a pendaglio (scomodissimi per giocare, a mio parere!). Si aggira un po’ rigida, con portamento molto signorile, tranne quando si rotola nella polvere, ovviamente.

mercoledì 31 agosto 2011

Non poter perdere

Oggi tocca a me e direi che non sia un bel segno!
Anche oggi con Tania è stata una bellissima giornata: sole,cielo terso e una marea di corse, giochi e risate tutti assieme come una famiglia.
Come ogni giorno che passa però il nostro pensiero torna ai nostri “documenti” che mancano, persone che non decidono e intoppi che non ci permettono attualmente di realizzare il sogno.
La situazione diventa sempre più stressante perché il traguardo sembra venga sempre spostato un po’ più avanti… ormai stiamo correndo da tanto e il fiato inizia ad essere corto.
Siete tanti a fare il tifo per noi e forse anche per questo sentiamo un po’ meno la fatica, ma non credo possa durare in eterno la carica di positività che ci siamo iniettati alla seconda partenza.
Vediamo che tutti stanno facendo del loro meglio per aiutarci ma ad ognuno manca qualcosa per dirci la famosa frase: “Tranquilli è tutto ok…”.
Nella vita ad ognuno di noi è capitato di vincere e di perdere e soprattutto certe sconfitte sono state importanti per vincere partite più importanti ancora.
Da sportivi quali ci riteniamo, sappiamo che perdere è una delle possibilità e che persa un’occasione sicuramente la vita ne riserva sempre delle altre, e, per quanto riguarda la mia filosofia di vita, sempre migliori… ma a noi questa possibilità non è concessa, perchè Tatiana è nostra figlia e noi i suoi genitori.
Forse è proprio questa condizione che ci preoccupa, ci stressa  e che ci fa continuare a lottare.
A domani

lunedì 29 agosto 2011

Giornata di fine agosto

Oggi non avremmo voluto scrivere, perché le cose non vanno bene e siamo pericolosamente a metà strada fra la rabbia e lo sconforto. Però stiamo scrivendo il blog anche come diario che in futuro speriamo di poter far leggere a Tania, e almeno una foto di oggi ci voleva. Eccola.
Sole, caldo, ma sopportabile. Tania ha un paio di braghette verdi e una maglietta azzurra. Siamo stati per un po’, tutti e 3, vicino alla recinzione, a guardare fuori (oggi le interessava molto). Siamo vicino al muro, in un angolo del cortile. Per un poco, faccio ridere Tania nascondendomi dietro al tronco di un albero e facendo la sciocca. Poi le vado vicina, mi chino su di lei e comincio a darle un sacco di baci, di quelli con lo schiocco lungo lungo. Lei sta ferma, un po’ sorride e un po’ ride. Quando smetto le chiedo: Ti piace?
E lei: Da.
PS ha imparato a fare naso-naso con Fabio. Sono spettacolari.

domenica 28 agosto 2011

Vascresienie!

Domenica molto “locale” quella di oggi.
Dopo essere stati dalla Tania, decidiamo di tornare al mercato, invogliati dalle folle che abbiamo visto dirigersi lì durante la mattinata. La nostra prima incursione non era stata molto soddisfacente: inquietati dall’uomo steso a terra a 4 di bastoni proprio all’ingresso, con i passanti che lo guardavano preoccupati, non ci eravamo arrischiati ad addentrarci troppo e avevamo visto solo bancarelle di scarpe e occhiali da sole (belle, anche se, dopo 7 o 8…). Oggi invece ci siamo intrufolati in viuzze sempre più strette, determinati a trovare la sezione degli alimentari. Ci doveva essere, se no da dove venivano tutte quelle tizie con le sporte piene di cipolle?
Insomma… alla fine ce l’abbiamo fatta, e ci siamo anche goduti un mercato più vario di quello che avevamo visto l’altra volta, dove si vende di tutto, dai cuccioli ai vasi di miele artigianale, dai semi ai water, dagli abiti ai ricambi meccanici di vario genere. Belle le verdure, più di quelle dei supermercati. Stavamo camminando, ammirando finalmente delle melanzane che non suscitano la pellagra a un primo sguardo, quando un signore, da dietro una bancarella, ci ha approcciati, dicendo: “Africa?”. AFRICA? Ma come, va beh che siamo di carnagione leggermente scura, ma… africani????????? Spieghiamo che siamo italiani, e lui, subito, “Ah, Milano…”. Ecco, già più vicino a noi, per dire. Comunque, compriamo da lui le melanzane (“Due”, gli dico. Lui: “2 chili?”. Io: “No, proprio 2 melanzane!”. “Facciamo 3, a 2 grivne e 90 copechi”, circa 25 centesimi).
Di ritorno a casa, dove avevamo progettato nientepopodimeno di un riso in bianco (lascio immaginare come mai, problema mio, comunque), mi imbizzarrisco. Ma come, dico, non è possibile che non abbiamo mai pranzato con qualcosa preso da una bancarella! Fabio mi asseconda, e scegliamo un chiosco in cui fa bella mostra di sé della carne allo spiedo. Vediamo un tizio allontanarsi con una roba arrotolata, e spieghiamo di volere lo stesso. Detto, fatto: la ragazza ci srotola sotto agli occhi della pasta molto sottile, poi inizia a metterci sopra: verza tagliata a julienne, qualche patatina fritta, pomodori, carote sempre a julienne, rapa rossa, maionese, ketchup, senape e infine la carne. Arrotola il tutto e lo caccia nella piastra.
Il risultato (e il nome del prodotto finale) lo potete vedere nella foto. Io sono impazzita… in effetti, un debole per il junk food ce l’ho, e questo mi ha soddisfatto appieno!

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Senza paracadute

Giornata climaticamente perfetta qui. Cielo terso, arietta, sole…
E anche con Tania è stata proprio una bella giornata. Lei era in forma, allegra, serena, pimpante e scemetta quanto basta a farci impazzire entrambi. Ma io mi chiedo: come si fa a rimanere un po’ distaccati, a poter anche solo pensare, come forse pretenderebbero i giudici o non so chi, che possa non essere nostra figlia?
La vediamo infilzare con attenzione delle fettine di banana con una forchetta (che non so se avesse già maneggiato), e ci chiediamo come sarà vederle mangiare gli spaghetti. La vediamo paciugare nella buca della sabbia (scoperta di oggi) e fantastichiamo di portarla al mare, e vedere che faccia fa quando la prima onda della sua vita le lambisce i piedini. Vediamo quei piedotti calzati nei sandali un po’ abbondanti, e ce la immaginiamo con le scarpe da ginnastica che abbiamo pronte per lei. La seguiamo mentre corre qua e là e pensiamo a quando Fabio arriverà a casa, di sera in inverno, e si farà raccontare la nostra giornata.
Non so. Non so se sarebbe meglio cercare di bloccare i sogni, pensare a tutte le evenienze, ma poi mi dico: come può imparare a fidarsi di noi, se non percepisce che ci diamo al 100%?
Breve flash sugli altri bimbi. Più li conosciamo, più ci rendiamo conto di quanto siano tutti speciali. La piccola Nastia, che oggi si è impadronita di uno stetoscopio giocattolo e si aggirava visitando tutti, un medico alto 70 cm. Nazare, che quando siamo andati a casa mi è venuto davanti, allungando le braccine, per farsi dare un bacio (non te l’ho dato piccolo… già devono ricordarti di continuo che non siamo i “tuoi” mama e papa…), e che non vuole che lo spinga io sula dondola, perché vuole “il papa”. La “grande” e furbissima Xenia che, ben sapendo che è proibito a tutti (eccetto a Tania, che viene con noi) fare il giro dietro all’istituto, è partita, facendosi correre dietro dalla Tania e, al grido mentale di “Meglio un giorno da leone che 100 da pecora”, ha sfidato le tate, stando con noi finché qualcuna non è venuta a cercarla. La cicciosa Lisa, Lisette, con la sua risata chioccia, che ci urla da un capo all’altro del giardino di andarla a spingere sull’altalena. Andrej, che con i capelli corti non sembra più un punk ettaro. E poi Anton, Dima, Ian (cantante di un gruppo brit-pop), David, Tania “Litucia”, Alina… Ci mandate giù un bus, che li carichiamo tutti?

sabato 27 agosto 2011

Controllo dei dotti lacrimali

Notizia 1: nessuna nuova da Kiev. Hanno ben pensato di lasciarci qui in salamoia per il week end, non sia mai che l'adrenalina cali un briciolo. Avanti col resto...

Da quando l'abbiamo rivista, la Tania non aveva mai pianto. In effetti, eravamo un po' in ansia, di dicevamo: avrà qualche problema? Si sarà prosciugata?
Oggi abbiamo potuto verificare che non è così. Infatti, mentre Tania andava in dondola spinta da Fabio, ha deciso (chissà perché e percome... la dinamica di queste cose tende sempre a sfuggire) di lasciare andare le manine e... è caduta a terra, di faccia. Come se non bastasse la dondola, tornando indietro, le ha pure dato una mazzata in testa.
Piccola! Mento sbucciato e un bernoccolone dietro alla testa... Ha pianto disperata, per la paura, il male e forse anche la fame (erano ormai le 11.30) per 20 minuti buoni. Non l'hanno consolata le caramelle, le parole delle tate, un minimo forse le canzoni della mamma ma... in quel momento è arrivato il ghiaccio da metterle in testa, e giù altre lacrime.
Alle 11 e mezza l'abbiamo portata su dai bimbi, e siamo tornati a casa leggermente preoccupati. Odierà la dondola? Ci considererà legati a questa nefasta esperienza? :-)
Per arginare eventuali danni, ci siamo presentati alle 16 muniti di ovino Kinder, così, per rimediare. Lei ha gradito, anzi ha tentato di mangiare anche la sorpresa. Danni a lungo termine pare non ce ne siano; la ragazza, interrogata, dice di essere caduta dalla dondola, ma non nomina la mamma e il papà come responsabili. Amnesia da trauma?
PS: Andrea, aspettiamo il II episodio!
PS2: bentornato, Antonio! Ti sei poi beccato anche l'ultimo campo?
PS3: un urrà per i nostri amici ucraini Paola e Matteo, che oggi hanno avuto un bel pomeriggio e una bella notizia. Avanti così ragazzi!

giovedì 25 agosto 2011

Training day

Oggi pomeriggio la monotonia della vita in istituto è stata scossa da una piccola novità. Già stamattina avevamo notato che una porta di solito chiusa (come tutte, in istituto) era aperta, e dentro c'era una grande stanza luminosa attrezzata a palestra per i bambini. Molto bella, ben tenuta o forse nuova.
Io ci ho fatto entrare Tania di sguincio per qualche minuto, mentre Fabio piantonava fuori, perché tutte queste stanze di solito sono vietate ai più.
Sopresa delle sorprese... nel pomeriggio ripassiamo, fuori c'è una tata e, quando Tania si fa sulla porta, ci dice che possiamo entrare, basta che ci leviamo le scarpe.
Bellissimo! Ci sono animalettti di tessuto, quelli che si possono cavalcare, molte palle giganti, su cui faccio saltellare Tania fino a quando per poco non mi sforna lo yogurt che si è sbafata un'ora prima, poi un piccolo tapis roulant, un vogatore e una cyclette!
Mamma mia, che ridere vedere Tania che cammina sul tapis roulant... tutta felice, sorridente, a un certo punto si è anche seduta e si è fatta trascinare fino a che non è arrivata per terra
Insomma, sono arrivate in un minuto le 18, e lei non he neanche fatto cenno di voler tornare con gli altri bimbi. L'abbiamo portata noi, ma è chiaro che se si diverte si distoglie anche dal pensiero...

Per il resto, qui l'atmosfera è strana. Oggi la responsabile dell'ufficio di Kiev dovrebbe essere andata, nel pomeriggio, a parlare con la vicedirettrice del DAP, per vedere se è possibile ottenere il famoso documento. Sapremo qualcosa solo domani. Nel frattempo, viviamo sospesi fra l'ansia e l'idiozia.
Oggi, a tavola, è bastata una frase casuale ("Mi lavi l'uva?") per creare dal nulla un gruppo ucraino, i Laviluva. On stage da 72 anni, quindi dal 1939, 16 album all'attivo (pubblicati con grandi intervalli di tempo, "per poter incontrare più generazioni", dichiara il leader), contavano all'inizio una formazione di 21 elementi. Hanno suonato anche per le truppe, ovunque ci fosse bisogno (famoso il concerto a Saigon). La formazione attuale conta 3 elementi (gli altri sono passati a miglior vita), ma in pratica si tratta ormai di un duo acustico ("Siamo 3 solo sulla carta. Il batterista ormai tiene un ritmo molto blando"). I biglietti dei live costano carissimi, siccome ognuno potrebbe essere l'ultimo. Album memorabile: Subbota, oceign priaatna (del 1969). Miglior singolo: Vascresienie.
Guardare su Youtube per credere!