sabato 3 settembre 2011

Cicciobellino

Comunicazioni di servizio per prime: Roman, dopo aver parlato col giudice, ha confermato l’udienza di lunedì, anche senza il documento. Che dire? E’ meglio di quanto ci saremmo aspettati. Pensavamo che si sarebbero limitati a rimandare l’udienza, invece secondo Kiev e secondo l’ente la loro risposta è un segno positivo. Non sappiamo cosa pensare. La speranza tenderebbe a mettere fuori di nuovo le sue esili radici, ma abbiamo tanta paura a innaffiarla. Ci limitiamo ad aspettare lunedì. Vedremo cosa succederà e decideremo le prossime mosse. Dirjiss!
Ma oggi vorremmo lasciar spazio a un amico che ancora non conoscevamo. Il suo nome corretto sarebbe Ciccinobello, ma a me piace di più Cicciobellino, ed è così che lo chiamerò. E’ arrivato qui in Ucraina grazie a due ado-zii molto gentili. Lascio a lui la parola.
“Ciao! Mi chiamo Cicciobellino e sono un bel bambolotto biondo con i capelli a caschetto. Non ho un bellissimo carattere, infatti tendo a piangere praticamente di continuo, se uno pigia nei punti giusti.
La mia vita fino a ora era stata una barba: prima in una confezione di plastica, poi in un pacchetto che mi impediva di  vedere fuori. Ma oggi, finalmente, ho visto la luce!
La prima cosa che ho visto, a dire il vero, è stata una bimba bionda molto elegante, con gli orecchini, che mi guardava stupita. Mi ha toccato con attenzione e io ovviamente mi sono messo a piangere. Lei non è stata molto partecipe del mio dolore, infatti ha cominciato a ridere, un po’ mi ha cullato ma più che altro mi ha portato in giro a conoscere altra gente, facendo notare a tutti che piangevo (che sforzo!). Ma questo è stato solo l’inizio: intanto, dopo pochissimo mi sono trovato nudo come un verme, poi anche parecchio sballottato. Infatti, l’aspetto signorile della signorina non deve ingannare: più volte mi sono trovato nella polvere fino ai gomiti, piangendo ovviamente. E non era neanche tanto carina a rimettermi il vestitino, che peraltro non rimaneva al suo posto per più di 5 minuti.
Ma il momento più difficile è venuto nel pomeriggio, quando, dopo parecchi minuti di pianti (miei) e di risate (sue), mi sono visto barattare per… una palla! Mentre lei calciava il pallone tutta contenta (per la gioia del papà), io sono stato affidato a un certo Dima, che non ha esitato neanche lui a portarmi in giro, urlante e sempre nudissimo.
Che vita, ragazzi! Adesso per fortuna sono di nuovo al riparo nello zaino di una signora che qui chiamano “mama”, ma… che mi aspetta domani?”.

3 commenti:

  1. Noi conosciamo una bambolona di nome Anitancheninvece dentro la sua scatola ci sta benissimo, infatti sarebbe dovuta uscire dalla confezione gi� 5 giorni fa. Anche lei di sicuro pianger�, ma cercheremo di non barattarla con palloni o altri giocattolimanche se siamo sicuri che sua sorella potrebbe farlo.
    Un abbraccio in Cristo,
    Anita, Emma, giulia e andrea.

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  2. ecco una bella immagine che manda a pallino lo stereotipo delle bimbe che giocano con le bambole e i maschietti a calcio, macchinine e pistole :-)
    non che questo non succeda, anzi, però si rimane magari un pò stupiti quando i bambini provano interesse per giocattoli diversi :-) e meno male che succede!!!
    non mi stupirei affatto se a  Tania piacesse giocare con le macchinine, quelle che si caricano tirandole indietro, ma anche con la pista delle macchine...eh Fabio? incrociamo le dita!
    Dirjiss!

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