lunedì 15 aprile 2013

Let the sunshine in

Finalmente ha smesso di piovere, e tutti quanti abbiamo sospirato di piacere all'idea di poter finalmente portare le giacche a vento in lavanderia. Io è Tania ci godiamo il bel tempo alla grande: lei vorrebbe sempre stare "na fuori", come dice, e fra parchetti e biciclette si diverte un sacco. Io dal canto mio penso alle giornate interminabili in istituto, nel grigio dell'inverno ucraino, e non posso che capirla; e non vedo l'ora di colorarla un po': sono ancora molto offesa della descrizione di chi l'ha visitata un mesetto fa in ospedale scrivendo: colorito pallido, occhi alonati. Oh, alonati a chi? Anche se capisco che aggettivi come 'splendida' o 'simpaticicissima' non sarebbero stati professionali alla fine. Comunque, l'esperienza "genitori-figlia" procede. Tania inizia a passare, molto volentieri per il momento, qualche mattina all'asilo, rendendo la fantasia richiesta per organizzarle le giornate un po' meno impegnativa. Sta stringendo i primi legami di amicizia, e fra poco avrà anche il primo invito a una festa di compleanno (mi dicono sia un girone da cui non si esce), L'apprendimento dell'italiano procede, e sinceramente sentirla dire "O mamma mia!" O "Aspetta un attimo" ci fa sganasciare. Si intende sempre meglio con tutti, anche se la grammatica è sempre molto creativa e il ricorso al russo ancora presente. Abbiamo iniziato a fare alcune delle cose che avevamo sognato di fare con lei: a parte vederla nuotare, portarla a fare un giro in centro, portarla in bici sul seggiolino, o a quel parco giochi tanto carino che però avevamo sempre visto da soli. È bellissimo anche perché lei è sempre entusiasta, partecipe, curiosa. È vivace come una farfallina, non si ferma quasi mai ma, quando è in buona, ti strega, davvero. Dice "sì sì" con tono leggero e noi non capiamo più niente. Ehi, non è che siamo genitori di marzapane, eh. Ci facciamo sentire, e a me a volte viene il dubbio di essere, a tratti, troppo severa. D'altro canto abbiamo verificato che, se le si fanno delle richieste, non eccessive chiaramente, ma di un certo impegno, lei poi si sforza per darci retta, con buoni risultati alla fine. Lei è soddisfatta, più tranquilla, come se la presenza di alcuni limiti la rassicurasse. Poi invece ci sono cose per cui prova, e riprova, e riprova a fare quello che non dovrebbe, e ci sbatte la capa, vediamo per quanto. A me poi, quando non ho troppo i capelli dritti perché magari ha avuto una giornata no e sono arrivata a sera con gli occhi fuori dalle orbite, inteneriscono le piccole cose. Non so, un giochino trovato in un posto inaspettato. Sentire i discorsi che fa alle bambole. Vederla trafficare con qualcosa, tutta impegnata. Le sue mutandine minuscole nella roba da stendere. Vedere che alcuni vestitini iniziano a essere scoloriti e un po' provati... Era così triste vedere tutto nuovo, con le etichette attaccate, e chiedersi se avrebbe mai portato quelle cose. Per dire, adesso sono in sala e sento che dalla camera, dove Fabio la sta addormentando, arrivano dei versi che non sono proprio quelli di una creatura in procinto di prendere sonno. Momenti come questi, soprattutto quando uno è stanco (Fabio del lavoro, io della giornata, magari) non inducono pensieri particolarmente poetici. Ma poi la vai a vedere, è là che dorme rannicchiata con le dita in bocca... E sei così felice che sia nel suo lettino.