sabato 21 giugno 2014

Vicini al giro di boa

Oggi, 3 anni fa, vedevamo per la prima volta, in foto, la nostra signorina. Immagini un pochino scadenti, in una mi pare di ricordare che piangesse. Ho anche preso appunti, scrivendo furiosamente i pochi dettagli che la traduttrice trasmetteva: data di nascita, stato di salute... ogni tanto li vado a rileggere, poi alzo lo sguardo sulla ragazzetta che è diventata, e un po' mi scappa da ridere. Insomma, all'epoca Tania aveva 3 anni e mezzo, sono passati 3 anni: siamo quasi alla pari, per la sua vita, fra il tempo in cui non sapeva chi fossimo e quello in cui invece ci ha incontrati. Sarà una fissa mia, ma per me è importante. La biondina cicciosa di allora ha allo stesso tempo poco e tantissimo a che fare con la biondina slanciata e muscolosa di adesso. Condividono lo sguardo intenso, il piglio, il passo marziale, la passione per le scarpe (che allora si traduceva nel tentativo di fregare le scarpine degli altri bimbi, oggi nella richiesta quasi continua di comprarne di nuove) e per i gioielli. Le distanziano 3 anni di vita e tantissime esperienze, una lingua diversa (e una praticamente dimenticata, o chiusa in un cassetto, boh), e soprattutto la consapevolezza, di giorno in giorno sempre più intensa, di cosa vuol dire avere una famiglia, una mamma e un papà, ma anche nonni, cugini, un sacco di persone che ti vogliono bene e ci tengono a te. Che, a prima vista, forse può sembrare importante come tante altre esperienze che ha fatto da allora - una casa i giochi gli amici la scuola il mare la bici ecc ecc -, ma in realtà secondo me è il punto su cui tutto quello che è e sta diventando Tania è basato. Mi spiace dire (perché vorrei che non fosse così) che questa cosa lei ce l'ha ancora presente, che non è passato così tanto tempo da darla per acquisita, naturale. Basta vedere come sorrideva, la notte scorsa, svegliata da una tosse davvero rognosa (io avrei pianto, per dire), guardando me e Fabio accanto al suo letto. Con l'aria di una che mica la dà per scontata questa cosa - quante notti deve aver passato da sola, con la tosse o altro. E l'altro giorno, mentre commentava tutta contenta l'accoglienza di una collega di mio padre ("Mamma, mi ha detto: Ciao Tatiana, ciao stellina!"), io le ho chiesto: "Ma come mai Tania secondo te ci sono così tante persone che ti vogliono bene? Che vogliono bene a questa bimba, ti salutano, ti danno i bacini?". Lei ha fatto quel sorriso che ormai conosco come segno di emozione e imbarazzo, e ha detto, un po' a bassa voce: "Eh, perché voi siete venuti a prendermi, mi volete tanto bene...". La base di tutto.