giovedì 31 gennaio 2013

Bollita/bolliti

Scriviamo per la seconda sera dall'appartamento di Kiev, a un'ora ben diversa. Tania è di là che dorme, stanca da una giornata in cui effettivamente, sulla via dell'entusiasmo, abbiamo voluto farle fare troppe cose. E lei c'è stata, sia chiaro, e di buon grado: il giro per negozi, con annessa scoperta delle scale mobili, in mattinata, l'incontro con due aspiranti coppie adottive, in partenza oggi e domani (in bocca al lupo ragazziiiii!), poi nel pomeriggio passeggiata nel parco e altalena, infine in serata pizza al ristorante. Ecco, quest'ultima potevamo evitarla, era stanchissima e noi stessi abbiamo rimpianto l'idea. Comunque va benissimo: si è ambientata in appartamento, gioca e si diverte. Cerca di volta in volta l'uno o l'altro, corre dalla cucina alla camera raccontando cosa succede nell'altra stanza. E' sempre sorridente, affronta le novità a testa alta e dichiarando in linea di massima che le piacciono. Ci incantiamo davanti a un suo gesto, a una parola, a uno scherzo. Poi Kiev è una bella città, avremmo tanto da farle vedere e provare, ma dobbiamo ripeterci che non c'è fretta, che farà tante cose belle, e noi ci saremo, per le sue "prime volte". Ah giusto, non dimentichiamo la seconda parte del titolo. Anche noi neo-genitori siamo un po' provati. PS Al compleanno di Fabio è mancata la torta - ma solo perché vorrà festeggiarlo a casa - ma è stato comunque un giorno da ricordare. Il primo da vero papà.

mercoledì 30 gennaio 2013

Compleanno in famiglia

Qui è già mezzanotte passata, quindi è il compleanno di Fabio. Che regalo migliore che riuscire, finalmente, ad arrivare insieme a Kiev? Sì, perché stamattina siamo partiti alle 8.15, con valigie e borse varie, con Andrej, per compiere l' " impresa", ovvero: fare gli ultimi documenti, andare in istituto a firmare varie carte, racimolare la piccola, partire per Dnieprpetrovsk, fotografare Tania all'ufficio passaporti, e infine partire per Kiev. Già dall'elenco si capisce che non erano poche cose, in più da un certo momento in poi erano dare fare con una bambina di 5 anni che non sapevamo come avrebbe reagito. In effetti, Tania ha reagito molto meglio del previsto: ha salutato tutti in istituto con grande entusiasmo - e fretta, purtroppo: avevamo i minuti contati. Ha avuto un piccolo momento di crisi dopo un po' che eravamo in macchina, poi appena sbrigate le ultime pratiche a Krivoy Rog, ma una fermata alla toilette e poi a mangiare al Mac (subito educativi eh!), l'hanno rimessa a posto e, a parte ancora qualche lacrima per le foto del passaporto, è stata veramente valorosa. Si è sciroppata 9 ore e mezzo di macchina senza dire "beo", solo chiedendo di tanto in tanto se davvero andavamo al nuovo appartamento. Ha mangiato, dormito, avuto la cacca nei momenti più delicati, fatto la pipì in una latrina da INCUBO :-) Siamo arrivati a Kiev, finalmente, verso le 23: stanchi morti ma comprensibilmente felici. Non sappiamo quanto ci farà ballare la piccola, che ha dormito un bel lo' in macchina, ma... siamo insieme, ed è quello che conta. PS un ringraziamento speciale ad Andrej che, con la regia di Irina, impegnata in trasferta, oltre agli uffici ha sfidato una nebbia decisamente modenese sulle strade ucraine, piene di buche. Ora lo sappiamo in viaggio verso casa, a Krivoy Rog: ci raccomandiamo, astarojna! Attento!

martedì 29 gennaio 2013

Momenti da donne e momenti da uomini

I momenti da donne li abbiamo passati oggi io e Tania, a casa insieme dalla mattina fino a quasi le 6 di sera. Giornata piacevole, la piccola ha iniziato a mangiare di più e in generale ci sembra tranquilla, relativamente ovviamente, visti i cambiamenti che stanno avvenendo nella sua vita. Siamo stati per parecchio tempo al parco, complice una temperatura mite e l'incontro con una mamma ucraina che però parlava italiano, vivendo a Milano da 10 anni. Ma il clou è stato raggiunto quando, dopo una robusta dose di altalena, le ho proposto di andare a comprare una brioche in negozio. Ha accettato e ci siamo fatte una passeggiatina in mezzo alla gente, con lei che guardava tutto con molta attenzione. Poi siamo entrate al forno, abbiamo scelto due dolci e ci siamo messe a mangiarli sedute a uno dei tavolini interni, davanti alla vetrina. Era da vedere... guardava fuori come se fosse una cosa che fa da sempre, mangiare una brioche seduta al bar. I momenti da uomini li hanno vissuti Fabio e Andrej, ormai uniti da una complicità prettamente maschile che consente loro di capirsi con 3 parole e qualche gesto, e malgrado questi limiti riuscire a conversare delle cose della vita (tipo la auto). Oggi si sono sciroppati l'ennesimo viaggio (300 km fra andata e ritorno) a Dniproeccecc, ma con ottimi risultati: sono riusciti, dopo una certa attesa e varie telefonate anche a Irina, a ottenere il documento che dopo, qui, ci ha fatti uscire dall'empasse di ieri. Hanno fatto, insieme alla giurista dell'istituto, parte delle carte che dovevamo fare ieri, e sono anche andati a rilegare i documenti. Insomma, Irina ha chiamato e ha detto che per domani avrebbe organizzato tutto, pur in sua assenza, per consentirci di fare tutti i documenti, recuperare Tania e partire per Dnipropetrovsk, dove Tania dovrà fare le foto per il passaporto, e poi forse Kiev. I condizionali a questo punto non sono un obbligo... ma un vero e proprio must. Valigie fatte per l'ennesima volta, e speriamo!

lunedì 28 gennaio 2013

In prigione

Quando io prendo il controllo del computer non è mai per festeggiare o raccontare qualche avventura entusiasmante ma perché qualcosa non va. Questa giornata doveva essere l'ultima in questa lontana e fredda città ucraina ma nonostante tutti gli sforzi anche oggi abbiamo dovuto alzare le mani e prendere atto che la partita che stiamo giocando non è solo nostra. Preparate per tempo le valige perché le cose da fare erano tante, ci siamo subito diretti dal notaio per ufficializzare la richiesta di passaporto e poi nuovamente all'ufficio famoso dove regolare la registrazione di Tatiana,tamponando l'errore commesso molti mesi fa dall'istituto. Tutto in ordine, documenti richiesti in mano, fotocopiati, bollati, incartati...ma oggi no...serve anche una dichiarazione della direttrice. Ok, si tornai in istituto, si prepara, si firma e si riparte...passa un'altra ora, il documento viene timbrato ma poi...meglio cambiare una frase, tornate alle 14:00 siamo chiusi ma se bussate vi apriamo. Dichiarazione corretta, riletta, firmata, ore 14:00 la nostra referente entra assieme alla giurista dell'istituto e dopo un'ora e quaranta minuti ne escono con...un'altra richiesta: quella relazione non serve bisogna ritirare un documento domani alle ore 10:00 all'ufficio passaporti della città natale di Tatiana! Partenza da casa ore 8:30 rientro ore 17:00 con un nulla di fatto, una giornata passate in macchina e una bimba che oggi abbiamo visto solo per 3 minuti giusto il tempo di dirle che eravamo in giro per i documenti e che la saremmo passata a prendere domani per giocare insieme anche se non sa che il papà non ci sarà. Si domani giocherò da titolare in ufficio ritirando il famoso documento assieme al nostro tassista e poi cercando, assieme alla giurista dell'istituto, di ottenere la famosa registrazione visto che la nostra referente ha dovuto giustamente raggiungere un'altra coppia per sbrigare le solite pratiche post sentenza e non tornerà da noi prima di Mercoledì o Giovedì. Quello che stiamo provando è difficile da spiegare, ci sentiamo dei burattini in mano a burocrati che non sapendo come uscire da questo errore di mancata registrazione ci stanno rimbalzando da un posto all'altro fino a che non si trovi qualcuno che si prenda la briga di giustificare questa situazione paradossale di una bimba che ha già due genitori Italiani che però non possono ad arrivare all'ufficio passaporti perché non riescono ad uscire dalla città di residenza a causa della mancata iscrizione al registro quando è stata trasferita nel Novembre 2011!!! Sappiamo di essere quasi in fondo ma questo quasi è un macigno enorme che a volte sembra soffocarci. Noi siamo genitori ufficialmente dal 22/01 ma ad oggi non sappiamo quando riusciremo a partire per iniziare la nostra vita insieme. A volte il più bel posto del mondo può sembrare una prigione e noi vi garantiamo che Krivoy Rog in questo momento la vediamo con tante sbarre e non si tratta nemmeno di un gran posto. Domani speriamo di rialzarci con qualche energia in più perché sappiamo che Tatiana si merita il meglio e perché se ci giriamo anche noi siamo in grado di vedere quanta strada abbiamo fatto prima di scollinare ma ragazzi pregate per noi perché ne abbiamo veramente bisogno.

domenica 27 gennaio 2013

Valigie

Le abbiamo fatte per l'ennesima volta, cambiando ancora la distribuzione delle cose, chiedendoci se ce la faremo a portare sia loro che Tania. Speriamo che non sia per niente, e che domani riusciamo a chiudere i documenti e a fare che Krivoy Rog diventi un posto da ricordare con un briciolo di nostalgia - sono convinta che sarà così, appena potremmo mettere un po' di spazio e un po' di tempo fra lui e noi. La giornata con la piccola è andata bene. Ci stiamo prendendo le misure, lei a noi e noi a lei, e ci vorrà ancora un bel po' di tempo per finire, se mai finiremo. Certo è che giochiamo e parliamo tanto, anche con Skipe perché, come ha notato Fabio, la piccola è proprio brava a rimanere in video ascoltando parole di cui capisce davvero poco. Oggi, oltre al solito bagnetto, altalena, costruzioni, ci siamo cimentati in una sessione intensa di balletti e accompagnamento musicale di canzoni, proprio divertente... forse meno per chi ci abita sotto, ma ormai :-)

sabato 26 gennaio 2013

Istantanee

Ho paura che fra un po' di tempo non ricorderemo più quanto sono stati belli e speciali questi primi giorni con la piccola "part time", ma comunque con noi fuori dalle mura dell'istituto. Tipo, ciò che sognavamo da mesi... Vederla entrare in casa di corsa e andare subito in sala a vedere se ci sono ancora i suoi giochi, sentirla dire: C'è Federica (la bambola). C'è il video di Masha! Ci sono le costruzioni! Anche quando l'andiamo a prendere ci chiede dove sono le sue cose, se sono ancora a casa. Vederla prendere la tuta nel suo cassetto, e cercare il suo pigiama sotto al cuscino. Sentirle dire: Questo è il mio pigiama, questo quello del papà, questo della mamma. Papà dorme qui, la mamma qui. Ieri io ho dormito qui. Vedere il suo spazzolino rosa vicino ai nostri e vederla correre da me in cucina col mio spazzolino, chiamando anche me a lavare i denti. Vederla mettere i cubetti di mozzarella sulla pizza mangiandone la metà, e spargere la salsa di pomodoro col cucchiaino che dopo lecca, "per pulirlo"... anche se poi deve ancora metterne di salsa! Sentirla che a letto ti accarezza i capelli (anche se dovrebbe dormire), e che parla a voce bassa "perché il papà dorme". Farle il solletico ai piedi, sempre a letto. Approfittare di quando la aiutiamo a vestirsi per strapazzarla un po'. Sentire i capelli che profumano dello shampoo che le hai messo tu. Vederla cantare Mi scappa la pipì in videochiamata insieme al cuginetto. In macchina, al ritorno, sentire che si è abbandonata più del solito fra le mie braccia, chiedere a Fabio e vedere che si è addormentata. Sentirla dire dopo, ridacchiando fra sé: Mi sono addormentata in macchina!

venerdì 25 gennaio 2013

Qui si produce

Sembra che siamo qui a battere la fiacca, pettinare le bambole e quelle cose lì, invece ci si sbaglia e alla grande. Intanto perché Tania qui ha due bambole tutte e due calve. E poi perché di cose se ne fanno tante. Prendiamo oggi ad esempio. Per essere più produttivi, ci siamo divisi, io e Fabio. Lui e Andrej sono andati valorosamente, sotto a una gran nevicata, a Dnieprpertrovsk e a Dniepreccecc a legalizzare e ritirare documenti. Malgrado le poche parole di russo di Fabio e le pochissime di inglese, unite a una certa laconicità naturale, di Andrej - che comunque è stato lodevolissimo, pur essendo "solo" un autista oggi ha fatto il lavoro del referente, alla fine - sono riusciti a fare tutto e anche a recuperare il documento mancante. Quindi lunedì Irina torna qui, e vediamo se riusciamo a finire il tutto. Io invece sono rimasta a casa, sempre sotto la neve, con la cucciola, che ha chiesto parecchie volte dove fosse il papà, dicendo poi che era a "comprare i documenti", roba che se la sente un giudice ci arresta tutti quanti. La giornata è andata ancora meglio di ieri: Tania era più rilassata, io pure, quindi abbiamo fatto cose semplicissime ma si sa, per una (io) che ancora cade in deliquio vedendola appallottolare le polpette, e stava per colare sul pavimento come un ghiacciolo quando l'ha vista addormentata con due dita in bocca... sono sempre cose belle. Il bagnetto a lei e poi alla bambola, il lavaggio dei vestiti, l'aiuto che mi ha dato in cucina, poi, dopo dormito, a fare il letto... sono cose senza prezzo per noi. Poi ci abitueremo, lo fanno tutti, però vorrei ricordarmi, magari rileggendolo, del primo giorno in cui ho visto come dorme nostra figlia. Quando poi Fabio è tornato, a fine giornata, Tania gli è corsa al collo dicendo: Sei tornato! Momento da incorniciare anche per il papà, direi.

giovedì 24 gennaio 2013

Prima uscita insieme

Stamattina, ore 9.00, eravamo da Tania a vedere se veramente ce l'avrebbero data a casa. Le cose sono iniziate leggermente in salita... dopo essersi vestita ha detto che no, non voleva venirci, che voleva andare in palestra. Noi e la maestra l'abbiamo convinta, e siamo arrivati indenni fino alla macchina. A un metro dalla portiera è scoppiata a piangere: non voleva salire, non so come mai era spaventata da Andrej, che aveva visto ieri senza problemi. Comunque: coraggio a due mani, caricata in macchina, poi ho iniziato a spiegarle che Andrej è bravo, non c'è da aver paura... tempo neanche due minuti ed era di nuovo abbastanza garrula, è anche voluta venire in braccio per guardare fuori dal finestrino (Murryyyyy... non leggere quest'ultima frase! :-) ). Insomma, ci aspettava la seconda prova: la spesa. Lo so, è stato da incoscienti provare a portarla, ma ci siamo detti: non abbiamo cibo; il market vicino a casa ha chiuso; sfruttiamo l'occasione di avere la macchina; al limite se si dispera usciamo e amen. E in effetti sembravamo avviati in quella direzione: varcata la soglia, si è messa a piangere. L'ho presa in braccio, portata a scegliere le banane, un peperone... quello, non so perché, le ha bloccato il pianto, è voluta scendere, l'ha portato lei al papà e ha iniziato ad aiutarci con le altre cose. Tempo un minuto e sorrideva contenta, aiutava Fabio col carrello, saltellava persino e attaccava bottone alla gente. Insomma, è andata benissimo, anche se io ero tesa come una corda di violino, neanche portassi in giro una bambina di porcellana. In realtà, deve essere fatta di ben altra tempra, siccome da lì un poi è stata proprio coraggiosa: siamo arrivati davanti al condominio, scesi, 6 piani di scale, siamo entrati; le è piaciuto, subito ha iniziato a guardare qua e là, i suoi giochi che avevamo messo in sala, i vestitini, tutto insomma. Ha voluto pranzare presto (anche se in effetti ha mangiato pochino), poi andare a letto, col pigiama e con noi ovviamente. Di dormire, non se ne è parlato: ha fatto una finta, poi però ha iniziato a parlare tutta contenta, a ridere, ad annusare i fiori dipinti sulla testata, insomma tutti indizi che non avrebbe dormito neanche a prenderla a padellate. Quindi, ci siamo alzati e abbiamo: fatto il bagnetto, asciugato i capelli, giocato un po', addirittura andati al parchetto qui vicino a giocare! (avrei scommesso che non avrebbe avuto il coraggio, invece, bella come il sole...). Poi abbiamo videochiamato la zia Chiara, giocato ancora e guardato la tv (che in effetti le piacerebbe sempre accesa, come sottofondo), infine ha "scoperto" che poteva lavare il bambolotto nella vasca, e ancora meglio, che poteva usare una spugnetta per pulire tutto il bagno... e lì era come se non ci fosse. Ci ha anche chiesto di andare "in sala a giocare"! Alle 17.30 siamo tornati verso l'istituto in macchina. I suoi amici l'hanno accolta come se fosse una star, lei era tutta contenta di raccontare che era stata in macchina e in un negozio grandissimo. Noi... siamo contenti, anche se stanchi, non per come è stata lei, ma per la tensione. Io temevo che non volesse più venire (e domani ho ancora il dubbio, in effetti), che non ce la passassimo più in questo appartamento, invece... è andata bene. Ha detto che si era divertita e che era contenta. E noi ci portiamo via queste immagini, che diventeranno familiari ma che per ora sono uniche: - lei che sceglie dei piattini con delle ballerine, "per me mamma" - che dopo la spesa corre incontro ad Andrej, appena arrivato in macchina, dicendogli: Bravo! sei arrivato! - che si mette il pigiamino e ci chiede di andare a letto con lei - che si lava i dentini con lo spazzolino (rosa) - che gira per strada per mano - che chiede al papà: Cosa fai di là? Lui: Leggo! Lei (che è in bagno intenta a bagnarsi tutta): Bravo! Leggi!

mercoledì 23 gennaio 2013

Allucinante

Mi hanno fatto notare che nel post di ieri ci eravamo un po' allargati con le certezze, evidentemente non abbiamo fatto bene a rilassarci così tanto. O, se vogliamo proseguire con le metafore animali, diciamo che la sfiga che ci ha accompagnato dal luglio 2011 a oggi è stata come un serpente, che abbiamo iniziato a schiacciare col nuovo abbinamento, colpito a morte con la sentenza positiva, ucciso ieri, con il ritiro ma.. oggi dà ancora un colpetto di coda, speriamo l'ultimo prima di rendere l'anima per un bel pezzo. Insomma, non scendiamo nei dettagli perché sono i soliti casini burocratici (soliti... insomma... Irina ha detto che in 10 anni una cosa così non le era mai capitata), basti sapere che, a causa di un errore compiuto in istituto, manca un passaggio burocratico fondamentale, relativo alla residenza di Tania, per poter fare la richiesta di passaporto. Oggi abbiamo girato in lungo e in largo per risolvere il problema, e abbiamo appurato che in effetti i tempi che erano stati supposti in un primo tempo per risolvere la questione (un mese, aiuto!), sono diventati... una settimana, se siamo molto molto fortunati forse meno, ma chissà. Settimana durante la quale non potremo prendere con noi Tania, perché ufficialmente l'adozione non è conclusa. Pare che da domani possiamo prenderla qualche ora in appartamento, ma diciamo che ci crediamo quando arriva qui, ci sta, nessuno fa storie in proposito. Sarebbe ora, comunque, che già oggi, siccome tutti, Irina compresa, credevamo di portala via, le abbiamo dato i vestitini nuovi, e lei era tutta contenta, oltre che bellissima. Siamo anche usciti in macchina per andare a fare le fototessere, e lei è stata abbastanza tranquilla, tutto sommato. Ha comunque dichiarato che a casa con noi ci viene... ha paura, evidentemente, ma si fida di noi. Vedremo se domani faremo ancora un passo avanti sulla via della famiglia, via... speriamo.

martedì 22 gennaio 2013

Ufficialmente

Oggi, verso le 10, abbiamo ritirato la sentenza che ci decreta ufficialmente genitori di Tania. Più tardi abbiamo anche fatto preparare il nuovo certificato di nascita, che recita che Tatiana è nata da noi. La giornata è stato il solito delirio burocratico ucraino, e come da programma... non siamo riusciti a fare tutti i giri. Domani mattina andremo da Tania e la porteremo a fare le fototessere, mentre Irina gira per altri documenti; poi, chiederemo se l'ufficio che dobbiamo visitare a Dnieprpetrovsk ci può accogliere anche nel pomeriggio: se sì, andremo a prendere la piccola e partiremo insieme, se no... tutto rimandato a giovedì. Vedremo, intanto stiamo pronti con le valigie. Ma tanto lo so che nessuno sta leggendo queste righe con attenzione, preso dall'attesa di quello che ogni lettore si aspetta. La foto. Ed eccola: nostra figlia!

lunedì 21 gennaio 2013

Primi saluti

Oggi abbiamo salutato la nostra tata preferita, fra quelle di Tania: si chiama Tania anche lei, la conosciamo dallo scorso novembre, è giovane, carina, non alza la voce ma riesce a farsi dare abbastanza retta. Cosa non semplice perché, come Fabio stesso ha sperimentato sulla sua pelle, non è facile far ragionare il gruppo dei bimbi, quando si perde il controllo. Vederlo chinato a cercare di convincere Nazare e Olga a fare quello che propone, con la tata che ride sotto i baffi, è una di quelle scene che non dimenticherò tanto facilmente. Comunque, le abbiamo dato un disegno fatto per l'occasione da Tania, e una sua foto, le abbiamo fatto una foto con la piccola e dato la mostra mail e il contatto FB. Vorremmo proprio mantenere il legame, siccome ci ha detto più volte di voler vedere come cresce la cosacchina. Per il resto, noi siamo pronti, domani, al ritiro della sentenza e, se tutto va bene, a fare il certificato di nascita nuovo. Abbiamo scelto, con una certa emozione, i vestitini da mettere a Tania mercoledì. E non vediamo l'ora che arrivi il momento di uscire dall'istituto insieme.

domenica 20 gennaio 2013

Ma io...?

Ieri l'altro era stato: Ma io ci andrò in piscina? Ieri: Ma ci andrò dalla parrucchiera? Oggi: Ma ci andrò a scuola? Tania salta fuori con queste domande quando meno ce lo aspettiamo. Come nel caso della scuola, non sappiamo come le vengano in mente, e non dice: in Italia. Però... il fatto che chieda a noi cosa farà, che, in un certo senso, ci chieda di rassicurarla sulle cose belle che la aspettano (perché ha detto che a scuola ci vuole andare, per imparare a leggere, a scrivere e a raccontare le favole), ci rende felici. Non sappiamo di preciso cosa realizzi nella sua testolina, fra noi che parliamo un russo da operetta, le tate che a ogni piè sospinto le dicono che se non è brava noi non la porteremo via, gli amici che a tratti le chiedono quando parte, a tratti le dicono (come a rassicurare se stessi, e ci sta) che no, non andrà a scuola, che non ci pensi nemmeno. A noi sembra tranquilla e alcuni dei comportamenti delle tate, con scelte molto diverse da quelle che faremmo noi, frasi che non pronunceremmo, modi che non adotteremmo, ci stanno sempre più stretti. Certo, se tutto va come deve, domani dovrebbe essere l'ultimo giorno in istituto. Manca così poco che non ci sembra vero, e comunque il tempo con la piccola vola. Stamattina siamo stati fuori, un po' con gli altri bimbi ma molto anche da soli, a passeggiare infangandoci (io e lei), cantando Apro gli occhi e ti penso, componendo la sua nuova famiglia con le pigne. Nel pomeriggio invece breve ma soddisfacente sessione di disegno (che, per il momento, non le piace molto, ma probabilmente anche perché non le dà soddisfazione), poi giochi di finzione, in cui lei era una tata e noi i bambini - e i modi che usa nell'imitare le tate sono leggermente inquietanti. A me ha detto, quando è stato il mio turno fare la tata: Urla! Devi urlare... Poi, tante cose da ricordare. Alcune qui. Love is... vederla correre contenta al telefono, chiedendo se siano i nonni. Sentirla rispondere a mia mamma, ripetendo quello che ho detto io, ma senza che glielo chiedessi: Sto beeeene, con la e aperta, tipo dizione. Love is... vederla mandarci i baci col soffio, mentre ci saluta da una finestra. Love is... sentirle dire: Luca maiò?, "il mio Luca?", quando le diciamo una cosa sul cuginetto. Love is... quando ci si butta addosso, al momento del saluto, perché le piace che facciamo finta di cadere sotto al suo abbraccio.

sabato 19 gennaio 2013

Apro gli occhi e ti penso

E' stata l'idea geniale di oggi. Idee geniali necessarie per far passare un'altra giornata uggiosa, siccome abbiamo scoperto che, se facciamo tanto di coinvolgerla, una Tania altrimenti annoiata (e a ragione) diventa lei stessa piena di idee e poi è molto più facile far passare il tempo. Le idee di oggi sono state: il papà che si è messo a fare esercizi, anche buffi, in palestra con una bacchetta in mano, e io e Tania dovevamo imitarlo (grandissimo successo); un gioco in cui Tania preparava tre letti e noi facevamo finta di andare a letto, svegliarci, andare a lavorare ecc.; imitare quello che Masha e Medved facevano nel cartone, come in una scenetta; infine, cantarle in coro la canzone dell'Equipe 84, cosa che l'ha deliziata. Ce l'ha fatta ripetere 3 volte, alla fine faceva Uò uò anche lei :-) e sorrideva felice quando dicevamo Teeeee! indicandola. E in effetti non è neanche sbagliato, se pensiamo al testo è abbastanza adatto a noi alla fine... Ma non è tutto qui. Alla ricerca di emozioni "forti", oggi ho provato una nuova esperienza: andare dalla parrucchiera qui a Krivoy Rog! Ebbene sì, ne avevo bisogno, e Fabio mi fa: Magari poi a casa non hai tempo - e in effetti, a me piace come andare dal dentista! Quindi, e sia: preso appuntamento e accordi con Irina per la traduzione simultanea telefonica. Dovevo fare il colore e la piega. Mi dicono il tempo previsto: 3 ore. 3 oreeee? E c'ero solo io eh! Insomma, mi fanno la tinta, poi lo shampoo, mi asciugano un po' e poi vedo che tirano fuori la carta d'alluminio. Chiamo subito Irina: Mi sa che vogliono farmi le meches! Figurarsi, mai fatte a casa, le faccio qui? Quindi le abbiamo fermate, ma erano delusissime... Insomma, lavoro fatto, e bene direi, spesa: 16 euro e 50, affarone! E Tania! Ci chiedevamo: se ne accorgerà? Eccome! L'ha notato subito, con la sua solita aria enfatica, ha chiesto 10.000 dettagli, fra cui anche se potrà andarci anche lei. E me li annusava di continuo...

venerdì 18 gennaio 2013

Le bionde trecce

Come hanno commentato Paola, Matteo e Vladimir, si avvicina l'ultimo weekend che la piccola passerà in istituto. Come stiamo noi? Felici e incoscienti, nel senso che sappiamo che sarà anche dura, soprattutto all'inizio, ma non ci rendiamo ben conto di quanto, e continuiamo a girare con gli occhi a forma di cuore, come Hello Spank! che chi è stato bambino negli anni '80 ricorda di sicuro. Oggi è stato il giorno della piscina - e ci speravamo che fosse il turno del suo gruppo, le piace tanto! Era felicissima, anche se deve ancora imparare a chiudere la bocca quando va sotto, se non vuole vuotare la piscina. Nel pomeriggio invece giochi insieme, qualche regalino (ne abbiamo ricevuti tanti, glieli dosiamo così se li gode di più), poi la mania del giorno... le trecce. Ha visto un vecchio video dove le avevo, ha chiesto di farmele e poi di farle a lei. Bene, contando che io a sistemare i capelli sono negata (qui invece le bambine più grandi portano delle treccine da sogno!), che lei li ha finissimi e... ancora cortini, le ho fatto due codini e poi due minuscole treccine che stavano tutte dritte. Sorvolando sul fatto che ai nostri occhi era adorabile, lei si guarda e mi fa: Ma io le volevo come le tue!, toccandosi sulle spalle. E perbacco! Va beh la mamma è magica, ma la moltiplicazione dei capelli ancora no eh! Le abbiamo raccontato che adesso non può, ma mentre lei diventerà grande, anche i capelli diventeranno lunghi, e lei andava in giro a raccontarlo a tutti. E' sempre più difficile lasciarla. Anche oggi diceva che non era ancora pronto da mangiare, e mi ha anche fatto vedere che il piatto a tavola era vuoto - deve pensare che siamo proprio un po' tardi! Fabio ha commentato: Per fortuna che non dobbiamo più lasciarla, perché adesso sarebbe dura sul serio. Il 22 è confermato il ritiro della sentenza e il 23, se va tutto bene con una questione di iscrizione della piccola all'anagrafe di questa città, che non stiamo a raccontare, l'andiamo a prendere. Già con le valigie in macchina, alla volta di Dnieprpetrovsk, dove faremo le foto del passaporto, e poi di Kiev. Vogliamo concludere con un saluto a degli amici: Stefano, Annamaria e la piccola Olga. Ci siamo incontrati qui lo scorso febbraio, abbiamo entrambi continuato le nostre complicate avventure adottive e ci siamo tenuti in contatto. Ieri sono finalmente rientrati a casa in tre... buona famiglia, ragazzi!

giovedì 17 gennaio 2013

Piove, ma solo fuori

Mentre a casa nostra nevica, qui sembra di non essere neanche in Ucraina. 3-4 gradi, oggi è piovuto e tutta la neve si è sciolta, lasciando un gran pantano ovunque. Non siamo potuti uscire con Tania, ma siamo riusciti lo stesso a far splendere il sole, anche in palestra. Stamattina abbiamo giocato con l'ombrello, facendo finta che piovesse: abbiamo imitato il rumore dei tuoni, ci siamo rannicchiate lì sotto dicendo che non ci fanno paura, abbiamo anche letto un libro, prima io a lei e poi lei a me. Si è fatta portare in spalla dal papà, chiedendogli di non chinarsi per farla passare dalle porte - anche con tono piccato, voleva provare a sfondarle a testate forse? la capa dura ce l'avrebbe anche. Nel pomeriggio invece le abbiamo portato il PC per vedere i filmati delle sue feste... peccato che per qualche problema tecnico video e audio siano fuori fase, e la cosa l'ha abbastanza urtata: sbuffava guardando, come neanche noi quando un programma non si avvia. E con sia il PC che il lettore DVD aperti davanti a lei (e guai se uno si spegneva) sembrava un'hacker formato tascabile. Il momento da ricordare però arriva alle 18. Come al solito le diciamo, facendole vedere l'orologio: Adesso devi andare a mangiare. Lei ultimamente a volte dice che non vuole, oggi però ci ha stupito: No, ha risposto, adesso non si mangia ancora. E noi: No, è ora. Lei: Aspettate, vado a vedere! Ed è corsa via, verso il gruppo, siccome eravamo in palestra. Dopo poco torna, col fiatone, appoggiandosi al muro con una mano (ci mancava solo che si tenesse la milza): No, non è ancora pronto! La convinciamo ad andare comunque a giocare nella sala vicino al suo gruppo, ma non ce la facciamo ad andare via: come faremmo, davanti a un ragionamento del genere? Infatti la piccola si becca 15 minuti extra di giochi e coccole, e quando ala fine sbircia dalla porta, dicendo: Adesso la kasha è pronta, non possiamo fare altro che stringerla strettissima.

mercoledì 16 gennaio 2013

Teatrino ucraino

Oggi, mentre nelle nostre zone nevica, qui siamo stati accompagnati da una giornata tiepida (3-5 gradi), con conseguente squaglio dello strato di neve e ghiaccio. Abbiamo passato quasi tutte le due ore mattutine in giardino, a giocare con la neve un po' sfatta ma ancora decente. Ma è stato il pomeriggio il momento saliente della giornata. Saliente perché comunque Tania era allegra. Per prima cosa siamo riusciti a farci passare, con una chiavetta, un paio di filmati delle feste in cui Tania balla, cosa che lei gradisce particolarmente vedere. Abbiamo anche provato a guardarli subito, mettendo la chiavetta (su suggerimento di Tania, che lo chiama "il suo computer") nel lettore DVD, ma il formato non era supportato e si sentivano solo le musiche. In compenso, si vedevano le foto, e Tania è stata deliziata dalle immagini che si aprivano dall'alto verso il basso, tipo tendina. Poi, alla mamma è venuta una delle sue idee geniali: con un tappeto appeso a una struttura di metallo ha improvvisato un teatrino in palestra, e ha messo in scena per la piccola e il papà una storia semplice: una bambina che mentre cammina incontra un cane, subito ha paura, poi però capisce che è buono e diventano amici. A Tania è piaciuta ma, da brava protagonista, non ha resistito a venire dietro alle quinte per recitare anche lei, in piedi su una sedia. Con lei la "storia" si è evoluta: arriva la mamma della bambina (io) che chiede all'animale di turno se è buono o cattivo. L'animale risponde - e siccome lo gestiva Tania, immaginate se era più spesso buono o cattivo. Non tanto per le sue paure, quanto per l'esito: l'animale non buono si beccava un bel calcione e veniva catapultato fuori dalla scena. Insomma, a me è sembrato catartico, comunque. Anche se la scena migliore, forse meno educativa, credo sia stata l'interpretazione, da parte di una bambola e di un leone, di Mi scappa la pipì (che Tania ADORA cantare), che si conclude con i due che sporgono il sedere fuori dal palco per "farla qui". In platea, il papà applaudiva, entusiasta.

martedì 15 gennaio 2013

Ià samàààààà!

Credo che chi ha un piccolo russofono abbia già sorriso leggendo il titolo. Un attimo e poi spiego cosa significa. Tania si sta già immedesimando nel ruolo di figlia. Nel senso che... è ancora evidentemente ai primi passi, ancora una principiante, però si sta allegramente instradando lungo la soleggiata via del fare incavolare i suoi genitori. E gli psicologi diranno... evvviva! Una tappa fondamentale dell'attaccamento! (che secondo me questa cosa se la sono un po' inventati, si saranno chiesti, ehi ma come facciamo a evitare che davanti a un figlio vivaciotto questi qui, che sono proprio dei genitori acerbi acerbi, si deprimano subito? Ideona... diciamogli che i capricci sono un elemento irrinunciabile e quando arrivano devono essere felici perché vuol dire che tutto va bene! e sia). E i nostri amici, genitori bio, diranno... evviva! Finalmente tocca anche a voi! Noi, dal canto nostro, penso che alla fine... non possiamo che esserne felici. Sì perché al telefono, o quando non potevamo neanche sentirla, Tania non poteva certo farci arrabbiare, perché era lontana, quasi un sogno. Quindi, adesso, ben vengano questi primi capriccetti! Sì Tania... facci arrabbiare! Incavolare neri! Vuol dire che ci sei, qui con noi, no? Quindi, oggi... Love is... quando davanti a una cosa qualsiasi che tu sai che non riesce a fare, o che comunque ti ha chiesto di fare tu 10 secondi prima, perché sarebbe anche capace ma mettendoci un secolo, quindi scoccia a lei per prima, tipo allacciare 10.000 bottoncini, tu allunghi la mano e lei grida, neanche fosse un'aquila andina: Ià samààààààà! Faccio da sola! Con aria piccata come se la stessi privando di chissà che esperienza mistica. Anche se c'è la rivalsa: quando le dici, ok, fallo pure, lei non ce la fa e un minuto dopo dice: Non riesco, mi aiuti? Love is... quando state giocando assieme, tu metti una mano su un gioco qualsiasi e lei, strappandotelo, urla: Iàààààààà! Iooooooo! Come se non avesse ancora capito che la mamma e il papà mica glieli fregano, i giochi. Love is... quando decide proprio nel momento in cui si deve bardare come l'omino Michelin per uscire che vuole giocare a fare la bimba piccola, e si sdraia sulla panca, priva di qualsiasi motilità. E fra l'altro, proprio in quel preciso istante, passa una tata che ti guarda come se davvero fossi il genitore più incapace della terra. Love is... quando piega con cura un vestitino e poi lo scaraventa nell'armadietto come se lo lanciasse con la fionda. Love is... ma questo non ci ha fatto arrabbiare... quando le portiamo l'unico jogurt che avevamo a casa, al kiwi e germe di grano, lei lo assaggia, dice "fuuuuuu!", poi ci chiede: Ma è buono? (sottotitolo: Siete sicuri?). Poi però, rassicurata dal fatto che ne mangiamo dei cucchiaini anche noi, lo mangia pure lei (comunque non convinta). Ma dicevo... siamo proprio all'inizio, confidiamo che la piccola ci stupirà presto con BEN ALTRI effetti speciali!

lunedì 14 gennaio 2013

Come i pensionati

Oggi pomeriggio in istituto c'è stato un piccolo spettacolo, molto ben fatto (con anche scenografie e mixer), per i bambini, tenuto tipo da una parrocchia, siccome mi pareva che i temi trattati fossero ti tipo religioso. Tania se c'è accorta, come noi, rientrata dai giochi fuori, e voleva andare a vedere. I bambini del suo gruppo in effetti non erano presenti e un po' quello, un po' il fatto che la sua insegnante di oggi, un po' severa come modi, le aveva detto di non andare, ha fatto sì che dicesse di non voler entrare. Anche davanti agli inviti della direttrice e dei vari passanti, è rimasta a guardare tutto lo spettacolo dalla porta (aperta), tanto che a un certo punto le hanno dato una seggiolina da mettere sulla soglia! Comunque, è rimasta seduta e zitta per tutto il tempo, riscuotendosi solo alla fine, quando è stato distribuito un cestino di dolci che lei, senza neanche aprire, ha portato di corsa nel suo gruppo. Ma il bello viene adesso. Tutti i bambini vanno via, rimangono solo gli "attori", di diverse età: bambini, ragazzini, ragazzi e signore, tutti impegnati a smontare tutto l'ambaradan. Insomma, lì Tania entra, eccome. Noi la guardiamo da lontano, per verificare che non disturbi o faccia danni, ma lei è bravissima. Vuole solo... guardare. Le mani dietro alla schiena, il passo casuale, sembra una che faccia un controllo della sicurezza sul lavoro o meglio, come hanno osservato i miei zii dopo il mio racconto, un pensionato che controlla i lavori in corso. Cammina fra le persone, fa qualche domanda - sempre con aria casuale e un po' saputa, noi da fuori non sentiamo ma immaginiamo... "Usate sempre questo amplificatore? Perché io trovo che gracchi un po' sui bassi", cose del genere insomma. Fanno domande anche a lei, e lei risponde, argentina, addirittura accenna un paio di passi del suo balletto, come per dire: Anch'io ho calcato queste scene! Poi aspetta che tutti, dico tutti, se me vadano e, rimasta solo lei, chiude la porta, dando anche un giro di chiave. Infine, corre in palestra e guarda dalla finestra finché il gruppo non esce anche dal cortile. Ala fine dice: Vsiò! E' tutto, con un sospiro. Adesso, può finalmente giocare un po'. Duro lavoro...

domenica 13 gennaio 2013

Ho paura!

Oggi per la prima volta da quando la conosciamo Tania ha dichiarato di aver paura di qualcosa. Ogni tanto aveva detto di averla del buio, per poi però smentirsi con dei fieri: Non ho paura! Oggi invece la paura di è manifestata in un modo per noi inaspettato. Eravamo scesi in giardino un po' prima degli altri bambini e io ho visto un gatto, molto bello, grigio col pelo lungo. Ho detto: Guarda Tanicka, che bel micio! Non l'avessi mai fatto: si è messa a piangere disperata, ha detto che lei non lo voleva, che le faceva paura. L'ha ripetuto più volte, noi l'abbiamo allontanato ma lei non è rimasta del tutto tranquilla. Più volte, nel corso della mattinata, ma anche nel pomeriggio, passando da lì chiedeva se c'era ancora il gatto, e le rassicurazioni della tata, che era buono e carino, e nostre, che era comunque piccolo rispetto a lei, parevano inutili. Nel pomeriggio, davanti all'ennesima richiesta, se ci fosse ancora il gatto, come ultimo tentativo le ho detto: Guarda Tania, ma hai visto come sono grandi mamma e papà? Io sono grande, papà è grandissimo... Il micio è buono, ma se prova a fare del male a Tania noi lo mandiamo via! Lei ha sorriso, sollevata, mi è sembrata, poi mi ha abbracciata e ha continuato a dire: Sì! Lo mandate via!, tutta rinfrancata. Non so, forse ho aumentato il suo dubbio sulla pericolosità dell'animale, ma tanto non era servito a niente dirle che era buono... almeno si è tranquillizzata e non ne ha più parlato. Certo, senza sapere nulla, Vitali ci ha messo del suo: mentre stavamo per scendere in giardino nel pomeriggio, stavolta senza i bambini del gruppo, lui le ha detto (per vendicarsi del fatto che non poteva venire, credo) che giù c'era una cagnone che ci avrebbe morsi tutti. Santo studio della lingua russa! Per fortuna ho capito e ho potuto rispondergli: Dai Vitali, non scherzare! Ma che cane a cane, non c'è niente giù! Comunque la tata ci ha spiegato che è normale che abbia paura: non ha mai visto nessun animale dal vero o da vicino, o comunque pochissimo, inoltre credo che, dato il numero di randagi, ai bambini si dica di stare attenti. Insomma, la paura ci sta. Per il resto, mattinata di slittino in tutte le configurazioni possibili: da sola, in due, sdraiata sulla schiena, a testa in avanti. Di quello non ha paura. E pomeriggio di capriole, balletti, fantasmi finti e cartoni animati. Dimenticavo... Love is: vederla guardare, da sola, il video dove le mostriamo la casa da fuori e il giardino e dare più bacini alla nonna, che compare per qualche minuto.

sabato 12 gennaio 2013

Più leggeri

Più leggeri è come ci sentiamo in questi giorni. Il peso dei dubbi, delle paure, delle incertezze sul futuro, che ci impediva di dar via libera anche al più semplice dei sogni, che ci bloccava anche solo al pensiero di comprare un vestitino o un gioco, che ci faceva sempre parlare al condizionale quando si parlava di lei, a dire sempre, ma sempre: "Se ce la facciamo a portarla a casa...", è scomparso e ci gustiamo una nuova leggerezza. Certo, fra poco ci saranno altre preoccupazioni a riempirla, più o meno grandi, ma ci sentiamo che questa parentesi di relax, per piccola che sia, ce la siamo meritati. Quindi, ci godiamo Tania, osservandola con occhi nuovi e siamo senza paura quando le facciamo vedere i video della nostra casa, quando le diciamo che, allora, poi mangerà col papà e la mamma, e andrà a letto nella "nostra casa", giusto? Lei risponde sempre di sì, con tranquillità, che da un lato a me fa dire che non capisce fino in fondo, dall'altro ci fa sperare che la sua capacità di adattamento, se è funzionata in ospedale quest'estate (e non era un posto certo bello, quello), funzionerà anche ora. A noi sembra una bambina essenzialmente allegra, spigliata... oggi Fabio osservava che, e si vede anche dalle foto, sorride moltissimo, se si arrabbia anche con i bimbi in genere è per poco (anche perché tende a cercare una soluzione ai suoi problemi, che sia rivolgersi a una tata o a un bambino più grande). Oggi l'abbiamo a vista chiedere a Valic, del gruppo dei più grandi, di farla salire sulla loro slitta e tirarla, assistere con interesse a un'accesa discussione fra loro (un paio non erano d'accordo), per poi spuntarla, alla fine. Nel pomeriggio invece altra sessione di cartoni animati: si è appassionata a Lilli e il Vagabondo, e inizia a chiamarla per nome e a imitarne i comportamenti, e a fare domande e osservazioni mentre guarda (per adesso, abbiamo visto l'inizio 3 volte, ma va beh...). In seguito, un gioco nuovo: lei, con me o con Fabio, entrava dalla porta facendo il balletto della festa di San Nicola, con uno di noi ovviamente, e l'altro doveva - rigorosamente e su sua richiesta - riprendere con la macchina fotografica. Terzo, ma non ultimo: la capriola all'indietro! Non la sapeva fare, si buttava con la schiena piatta o pretendeva di farla partendo dal "ponte" (Laura F. lo so che leggi e capisci! E anche la "maestra" Sara!), con Fabio che diceva: Ma si fa male! Mi è venuto in mente un esercizio per farla dondolare sulla schiena, e in due tentativi ce l'ha fatta. Dopo la prima era entusiasta, davvero, e dopo non si è fermata fino a quando non aveva il fiatone e i capelli conciati come se avesse messo le dita nella presa.

venerdì 11 gennaio 2013

Dopo l'udienza

Giornata normale oggi, e ne avevamo bisogno... che la "mama" ieri non riusciva a dormire, il cuore batteva troppo forte. Già ieri con la piccola era andata benissimo. Per nulla offesa dalla nostra defezione mattutina (le avevamo comunque telefonato, per avvertirla), ha giocato con noi a un nuovo "numero" inventato da Fabio. Noi eravamo in palestra, lui da fuori ha iniziato a far spuntare dalla porta dei pupazzi, tipo spettacolo dei burattini. E poi... ideona! Si è presentato lui con la mia sciarpa sul viso, e gli occhiali sopra. Tania prima ha urlato: Babaiama! (versione russa del Babau?), un po' spaventata, poi però si è divertita un sacco a farglielo rifare n volte, e a farlo anche lei. Era bellissima in versione "mummia" (e chi conosce bene Fabio e le sue avventure con Chiara sa cosa intendo). Pure oggi giornata piacevole. In mattinata siamo stati fuori a giocare nella neve: tirare Tania e il suo compagno Nazare (più "polputo" di lei) in due sulla slitta effettivamente brucia calorie :-) Nel pomeriggio, sessione di cartoni animati - mai successo fino a ora che li guardasse così a lungo. Ha fatto ridere perché, dopo aver visto Masha e Medved, è passata a Lilli e il Vagabondo, in italiano. Io le spiegavo un po' cosa c'era, e all'inizio ho detto: Una casa! E lei: E' la nostra? Pensa che andremo ad abitare nella casa di Gianni e Tesoro! Comunque... la stiamo lavorando ai fianchi, anche se pare che non ce ne sia bisogno. Oggi abbiamo iniziato col cognome nuovo, poi mentre tornavamo dal bagno le ho richiesto: Allora, vuoi venire a casa con la mamma e il papà? Lei: Sì (aria noncurante, tipo: Ma non l'avevo già detto?). Io: Andiamo in macchina e poi in aereo? (in realtà c'è anche il treno, ma non lo so dire!). Lei: Sì. Più sicura di così...

Staffetta

Lo scorso dicembre, al loro rientro con Vladimir a casa, Paola e Matteo scrivevano (come Matteo ha ricordato ieri su FB... ottima idea!): "Un pensiero speciale, poi, va a Giorgia, Fabio e Tanja, la cui avventura non è ancora conclusa. Crediamo di sapere bene cosa si provi in questi momenti: la distanza, il senso di impotenza, l’attesa, la rabbia, la tristezza, la speranza. Per noi questa situazione di incertezza è durata pochi mesi: la loro prova è molto più dura e meritano tutta la nostra ammirazione per il coraggio e la tenacia che stanno dimostrando. Gli staremo sempre accanto, per quanto ci sarà possibile, e potremo dirci davvero felici solamente quando anche Tania sarà con loro a casa". Certo, non siamo ancora a casa, ma diciamo che il grosso l'abbiamo passato. E abbiamo pensato una cosa: ci piace l'idea di questa staffetta virtuale, in cui facciamo circolare il "pensiero speciale" e (spero che ci riusciremo almeno un po') la vicinanza, anche se virtuale. Perché per noi questo messaggio è stato molto importante. Il nostro lo mandiamo a Mario e Romina (Compagni di viaggio), anche loro imbarcati sulla caravella dell'adozione, che naviga "dalikò dalikò", lontana lontana. Speriamo che possiate avvistare prestissimo la costa ragazzi, e smettere di provare quei sentimenti che Matteo ha saputo descrivere così bene.

giovedì 10 gennaio 2013

Abbiamo scollinato!

Scrivo al termine di una giornata lunga, quasi eterna a tratti, ma bellissima. L'attesa che arrivassero le 13, trascorsa in parte a casa, in parte in tribunale, è stata abbastanza lunga e tesa: troppi i ricordi di altre attese analoghe, con udienze finite poi male. E infine eccole: la giudice, bionda e togata (anche carina direi) e la procuratrice, pure lei in divisa, con una lunga treccia rossa e un trucco azzurro molto anni 60. Altri interpreti: le fondamentali assistente sociale, vicedirettrice, Irina ovviamente, infine due membri giurati (donne) e la segretaria. Insomma, Fabio era l'unico maschio presente. L'udienza è iniziata con le solite formalità, seguite dalla lettura della nostra richiesta di adozione, preparata dall'ufficio di Kiev e che era una specie di lungo riassunto della nostra storia. Poi, la giudice ha fatto alcune domande per capire meglio la situazione, con Irina che rispondeva spiegando: lì abbiamo cominciato a rilassarci un poco, perché vedevamo che la giudice era partecipe, ad esempio quando ha chiesto: Ma quante volte siete venuti qui? E io ho risposto: E' il nono viaggio, ha fatto proprio un'espressione tipo: Ma questi ce l'hanno proprio messa tutta! Poi, vedevamo che la procuratrice era attenta ma non polemica, anche le domande che ha fatto a me, dopo che sia Fabio che io abbiamo detto "la nostra" sul perché volevamo adottare Tania, sono state normali: Se abbiamo parenti vicini, se abbiamo già avvertito i medici delle malattie di Tania, chi se ne occuperà siccome entrambi lavoriamo. Quando infine sia l'assistente sociale che la vicedirettrice hanno letto le loro relazioni (tutte molto favorevoli a noi, davvero), e la procuratrice ha detto che non aveva nulla da obiettare, l'atmosfera si è alleggerita ancora di qualche millibar. Poi la giudice è uscita con la giuria per decidere. 10 lunghi minuti... al termine dei quali è riapparsa. Ha iniziato a leggere: Data la richiesta dei coniugi ecc ecc di adottare ecc ecc, in presenza di ecc ecc, dato ecc ecc, il tribunale si dichiara... FAVOREVOLE ALL'ADOZIONE! E lì mi sono messa a piangere, Fabio aveva gli occhi lucidi (aveva promesso che non avrebbe più pianto in tribunale); sono seguiti gli abbracci di giudice e assistente sociale e vicedirettrice, congratulazioni varie. E una strana sensazione di irrealtà... ma è proprio vero? E' davvero andata bene? Dove sta la fregatura? L'inghippo? Mah, è ancora strano. La gioia arriva piano piano. Adesso ci terremmo a ringraziare tutti, ma proprio tutti quelli che ci sono stati vicini in questa avventura (che non è ancora finita, eh!): ovviamente le nostre famiglie, ma anche tutti quelli che hanno pregato, sperato, incrociato di tutto per noi, che oggi ma anche nei giorni e mesi scorsi ci sono stati vicini con parole, domande, mail, messaggi, nei forum, su FB... che ci hanno letto e commentato qui, supportandoci quando tutto sembrava andare male e gioendo per le piccole cose belle, regalandoci caramelle, vestitini, giocattoli e bambole per la piccola (perfino uno slamatore per pesci-gatto, che per adesso rimane il regalo più originale, seguito da vicino dall'agenda di suor Germana, che è qui con noi anche ora!). Di Tania, dei giochi che abbiamo fatto oggi, dei complimenti che ci ha fatto per come eravamo vestiti, e della cena per festeggiare, racconteremo domani, che adesso, pur essendo genitori ancora non usati, cadiamo a pezzi.

mercoledì 9 gennaio 2013

Notte prima degli "esami"

E oggi siamo di nuovo qui a Krivoy Rog, in quella che abbiamo cominciato a considerare la "nostra" casa. Muniti di carta da forno italiana, mattarello mignon, formaggio grana grattugiato, e stupiti dei nuovi gadget forniti dal padrone di casa (tovaglia nuova per la tavola, tavolo aggiustato e noi più pericolante, aspirapolvere, lenzuola nuove - anche se sempre piccole - per il letto, copri-lavatrice olografico con due tigri bianche, che dà il capogiro ogni volta che lo guardi) siamo pronti ad affrontare la prossima fase della nostra avventura. Ma prima di andare a domani, rimaniamo un momento sull'oggi. Oggi è stato il nuovo incontro con la piccola. Siamo arrivati come al solito alle 10, dopo averla avvertita ieri, via telefono. Si è alzata dal tavolo dove stava facendo la merenda di metà mattina, e ha guardato la tata per capire se aveva il permesso di muoversi. Poi, si è fiondata verso di noi, urlando Mama! Mama! e buttandosi al collo prima a me, poi a Fabio. Ha anche ripreso, ma in modo composto e con aria mondana, scuotendo la manina, una sua compagna che mi apostrofava "mama": "E' la mia mamma, non la tua!". In effetti poi in mattinata non ce la siamo potuti spupazzare più di tanto, siccome siamo scesi in giardino a giocare nella neve, e lì è stato tutto un attacco a suon di palle di neve da parte dei bimbi più grandi, e lei è stata di continuo trainata da questo o da quello sullo slittino, fino a quando non si è ibernata. Nel pomeriggio invece abbiamo avuto più tempo "per noi": in palestra, abbiamo giocato con la bambola che le abbiamo portato (un Bimbolo, chi se lo ricorda? di quando ero piccola io). Le ho detto: "Non l'abbiamo comprata, era della mamma quando era piccola. Io la chiamavo Federica, adesso che è tua come la vuoi chiamare?". "Federica!", e lo dice con vera soddisfazione, mentre la sveste e la riverse. Poi, abbiamo fatto finta che lei fosse piccola, e quella è stata l'occasione per tante coccole. Non è mancata una lunga seduta sul water, durante la quale le ho detto: "Sai Tania che io vorrei che stessimo insieme per sempre?". Lei: "Da?". "E tu?". "Sempre sempre!", ha ribadito lei. E qui mi rivolgo a te, giudice, e a te, procuratore, e a te, Stato ucraino. Come si può non interessarsi di una bambina che dice una cosa del genere? Abbiamo una gran fifa per domani. Siamo pronti e dovrebbe essere tutto a posto ma... abbiamo avuto troppe brutte sorprese per stare tranquilli. A tratti non ci sembra vero che la data sia arrivata. Speriamo... speriamo. PS oggi per inaugurare la nostra permanenza ne ho approfittato per farmi una bella scivolata sul ghiaccio, di quelle che rimani sdraiato a pancia in su. Avevo anche parte della spesa in mano. Per fortuna, i danni, sia a me che alla spesa, paiono limitati, Fabio dal canto suo assicura che è stata una bella scena. PS 2: udienza domani alle 13, le 12 italiane.

sabato 5 gennaio 2013

Tanto sospirato documento

Il permesso del DAP all'adozione di Tania è stato ritirato ieri (o giovedì, non abbiamo capito) dall'ufficio di Kiev. Ci sembra che qualcuno ci abbia tolto un peso dalle spalle... Chiaro che non c'è nessuna vittoria da cantare, ma a meno di problemi dell'ultimo minuto del giudice, il 10 alle 13 avremo l'udienza. Che aspettiamo da tanto tanto tanto. Partenza per Kiev l'8 mattina, il 9 dovremmo essere fra le zampette della piccola, che oggi chiamiamo al telefono per dire che sì, la mama e il papa son lì che arrivano.