martedì 27 settembre 2011

Amore e amarezza

Stamattina alle ore 6.15 siamo sbarcati – veramente si trattava di un treno, non di una barca, quindi? Strenati? – sulla banchina della nostra ormai nota Dnipreccecc. Ad attendere me, Fabio e Roman la nostra padrona di casa, Luba, una delle dottoresse dell’istituto che, gentile come al solito, ci ha subito detto che Tania sta bene e chiede spesso di noi.
Tornare fa uno strano effetto. Da un lato, ormai conosciamo questo appartamento e queste strade così bene che, come dice Fabio, è quasi come tornare a casa (senza esagerare). Dall’altra, venire qui per ritirare i documenti, anche se ovviamente è una cosa che abbiamo ben meditato, che sottende una tattica ecc., sa invincibilmente di sconfitta, quindi dà a questo rientro un sapore amaro. Mai come varcare la soglia e vedere sull’armadio la borsa di vestitini che avevamo lasciato per Tania, e che invece tornerà mestamente a casa con noi.
La mattinata è passata in un tribunale insolitamente gremito, soprattutto da ultra-settantenni particolarmente agitati (Roman dice che forse sono in tribunale per una storia di risarcimenti legati alla seconda guerra mondiale, promessi ma mai arrivati). Abbiamo fatto la nostra solita bella attesa sotto alle lampadine fulminate, per firmare poi due dichiarazioni in cui chiediamo che la sentenza non sia pronunciata e di riavere indietro i nostri documenti. Domani alle 14 invece dell’udienza ci sarà la lettura di queste dichiarazioni, e poi ci verrà riconsegnato l’incartamento.
Abbiamo incontrato anche la vice-direttrice dell’istituto di Tania, lì per un’altra udienza. Ci ha dato appuntamento alle 16, anticipandoci però che avrebbe chiesto alla direttrice (mai vista) l’autorizzazione perché noi possiamo comunque incontrare Tania fino a venerdì.
L’incontro, grazie alla presenza di Roman, è stato molto interessante. Oltre ad aver consegnato la seconda trance dei vestitini Cattabriga (con annessa spiegazione, questa volta, e sentiti ringraziamenti), abbiamo anche saputo che la direttrice ha autorizzato le nostre visite, che Tania chiede spesso di noi, che tutti sono molto dispiaciuti di come sono andate le cose (e la vice sembra proprio sincera: secondo noi ha a cuore la situazione della piccina). Ci ha anche informati che il 18 o il 21 novembre Tania sarà trasferita in un nuovo istituto, in un’altra città della regione (di cui Roman ci ha detto il nome, ma non lo ricordo), insieme a bambini fino agli 8 anni. Comunicare con lei e vederla potrebbe essere leggermente più complicato, siccome là non ci conoscono; lei però ha detto che scriverà una relazione per spiegare il tutto e telefonerà, in modo da aiutarci il più possibile ad avere il via libera anche là. Speriamo!
Alle 16.20 siamo usciti un attimo per incontrare la direttrice (ma allora esiste!) poi, abbastanza in fretta, siamo tornati su, nella sezione di Tania. Dalle voci abbiamo capito che i piccoli si stavano mettendo le scarpe per uscire. Siamo entrati, abbastanza di corsa, e subito abbiamo visto la piccola che… si è messa a piangere disperata.
Emozione? Sorpresa? Non lo sappiamo, ma ci ha fatto una gran tenerezza. Che strano pensare che solo l’altra volta la sua accoglienza di avrebbe spiazzati, forse spaventati. Invece, ci è solo venuta una gran voglia di abbracciarla.
Lei, dopo qualche consolazione dalle tate, mi è venuta in braccio e, tempo di arrivare in fondo alle scale, era tranquilla e pronta a sbranarsi la banana che avevamo portato.
Dopo di che, tutto come al solito. Come se non ci fossimo lasciati: ha bevuto il succo, esplorato la nuova “sumka” (borsetta) e indossato i gioielli, cacciato gli amici troppo curiosi, poi ci ha portati un po’ a spasso. Si è voluta mettere a sedere nello stesso punto dove all’inizio di settembre aveva voluto mettersi le mie scarpe (e ha voluto infilarsele anche questa volta), ha cantato le canzoncine, ci ha chiesto di spingerla in altalena.
Si vedeva che era più emozionata del solito (come noi, del resto). Faceva venire voglia di coccolarla senza sosta: il mento ancora ammaccato, il nasino colante, la tosse, per non parlare della giacca abbondante in cui era infagottata. Vederla così, pensare che abbiamo solo cinque giorni per stare con lei, che è possibile che questa storia vada avanti fino a novembre 2012… è un mix di amore e amarezza che ci vela gli occhi.

2 commenti:

  1. Si vede che le vostre preghiere hanno trovato ascolto e che chi vi ha conosciuto ha iniziato a convertire il proprio cuore alla bont� del Signore. Voi sapete bene come finisce la storia della vecchietta importunatrice, non smettete di chiedere mai, con forza e con fede e vedrete che il signore vi ascolter�. Anzi vi dar� pi� di quello che avevate chiesto.
    Un abbraccio forte da
    Anita ( primo messaggio da nata ), Emma, giulia e andrea.

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  2. Ho davvero le lacrime agli occhi, e continuo a credere che sia proprio un'ingiustizia che qualche ucraino del piffero tra quelli che hanno voce in capitolo non si prenda la responsabilità di dare subito Tania alla sua famiglia. Se lei già sa che cambierà istituto, rasserenatela sul fatto che andrete comunque a trovarla, altrimenti alla confusione legittima per il cambiamento vivrà la paura che voi non sappiate più trovarla... Piccina.. Mi si stringe davvero il cuore. Vi abbraccio.

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