venerdì 22 novembre 2013

6 e 66

Sono gli anni che oggi hanno compiuto Tania e mio padre. Stesso giorno, stessi numeri per il primo compleanno a casa della nostra twinkle twinkle little star. La piccola oggi si è svegliata tutta emozionata, pensando alla festa che la aspettava a scuola - tanti auguri e la torta dopo pranzo, niente di che alla fine, ma era felicissima. Poi, stasera, la cena insieme: noi, i nonni, la nonna. Anche qui, niente di particolarmente complicato (come sarà invece la festa con gli amichetti domani... ma domani è un altro giorno, non ci penso adesso!), ma anche solo vederla con gli occhi che brillavano e il sorriso leggermente imbarazzato davanti alle candeline... è stato il regalo più grande che la potesse farci (e dire che il compleanno era il suo). Siamo ormai in zona anniversari vari. L'anno scorso il 22 novembre eravamo pronti a partire: spaventati, ci chiedevamo dove fosse e come passasse il compleanno (all'ospedale, abbiamo saputo poi. Una pacchia, insomma), ma soprattutto se tutto sarebbe andato a finire bene. Eravamo forse più per il no che per il sì, dato come erano andate le cose fino a quel momento. E invece. Invece adesso Tania è a casa con noi per sempre. Dorme di là nel suo lettino e sa che domani la aspettano la piscina e poi la festa. Noi ci crogioliamo nella consapevolezza che non dobbiamo più partire per nessun viaggio, fare nessun abbinamento, restare nessun giorno in Ucraina, visitare alcun ospedale o istituto, aspettare col fiato sospeso di vederla. Quando mi perdo in questi pensieri mi sento così leggera. Poi ci sono le preoccupazioni di ogni giorno, i pensieri, le fatiche, le salite. Ma quella cosa è passata, è dietro le spalle, il presente è Tania che ha sei anni, e festeggia assieme al nonno (emozionatissimo) i suoi 66.

martedì 22 ottobre 2013

Questa non ce la siamo persa

Ci siamo persi la prima risata, il primo passo, il primo dentino spuntato, la prima parola in russo (non la prima in italiano... "Vola vola"). Ma questa prima volta no, a questa c'eravamo. Vederla andare in bici per la prima volta senza rotelle, la schiena dritta, l'aria concentrata. È bellissimo. (Post del 13 agosto, rimasto in bozza fino a ora, chissà perché)

Non voglio dimenticarlo

Sera, lettura della favola. Leggiamo quella sulla mamma e sul papà. Mamma legge: La mia mamma è come una fatina: quando sono triste mi fa tornare il sorriso. (Pausa) Tania ma anche io sono una fatina allora? Tania: Sììì! M: quando sei triste ti faccio tornare il sorriso? T: Sììì M: E come faccio? T: Tu voglio tanto bene, te ne voglio per sempre! M: Ah, ti dico così per farti tornare a essere contenta? T: Sì Cucciola mia....

sabato 10 agosto 2013

Un anno in più, parecchi chilometri in meno

È da una settimana che siamo in vacanza al mare con Tania. Niente di sconvolgente... Credo che come vacanze avventura per il momento bastino quelle passate in Ucraina - tanto per dire, mi sono portata una padella da casa, memore delle schifezze su cui ho cucinato tanto spesso là. Son cose che segnano :-) Insomma, dicevo: vacanza tranquilla, in camping, piscina, animazione, ombrellone. Noi non ci siamo abituati, ma dobbiamo ammettere che per questa prima vacanza insieme era proprio quello che ci voleva. Tania è un piacere da vedere: sia al mare che in piscina, dove nuota davvero come un pesce e schifa la piscinetta dei piccoli, anche se in quella grande è più tempo sott'acqua che sopra. Il camping poi enfatizza le sue doti di PR: dove altro si trovano a portata di mano così tanti bambini che piangono, giocano, gridano, di più, che passano direttamente davanti alla tua parta, e non ti devi neanche muovere per vederli? Come sempre quindi le domande fioccano, e tanti la conoscono già per nome. Lei fra una baby dance e un giro al bar è felicissima. Arriva alla sera cotta come non so cosa, ma in genere felice; noi, un po' straniti dalla differenza con le vacanze che facevamo prima, ma comunque divertiti. Per dire, ieri era il Carnevale, qui ad Alba Adriatica, con i carri e tutto. Sia a me che a Fabio non ha hai entusiasmato più di tanto come cosa, ma vedere Tania così stupita, davvero senza parole, ci faceva vedere tutto con occhi nuovi, come solo i bambini sanno fare. Mica sono tutte rose eh... La piccola va tenuta un po' a freno, se no ci mette i piedi in testa, alla grandissima. Poi, ci sono i 'compiti' da fare, siccome ci hanno detto che bisogna addestrarla a 'pensare'. Inutile dire che l'impegno che infonde nell'imparare una capriola in acqua non è paragonabile a quello che mette invece in un disegno - e il patimento della mamma è direttamente proporzionale (o inversamente? Boh, dai, è tardi). Comunque, noi ogni tanto perdiamo la pazienza, ma poi andiamo a leggere dove eravamo l'anno scorso, realizziamo quanto è cambiata la nostra piccola, e ci facciamo rapire dall'entusiasmo di vederla ballare o anche solo scegliere un gelato in gelateria. Perché sono così tante le cose che ha imparato in 6 mesi, da perderne il conto. Oltre alla lingua italiana, adesso sa: cos'è una casa, cos'è una famiglia, cosa vuol dire 'la mia cameretta', cosa sono i nonni, gli zii, i cugini, che cos'è una scuola, un centro estivo, cosa vuol dire vacanza, cos'è un negozio, cosa sono i soldi, cosa vuol dire che la mamma prepara da mangiare, come si apparecchia la tavola, come si accende la tv, cosa vuol dire andare a fare la spesa. O al parchetto, o al mare, o in montagna. Come si sta in macchina, cos'è la cintura, i colori, i numeri, come si fa a contare, come si cambia il rotolo della carta igienica, cosa vuol dire fare le coccole, cos'è una patona, cosa significa che qualcuno fa il birichino, che i bambini nascono dalla pancia a prendono il latte dalla titta o dal biberon. È questo a occhio è l'1% di quello che ha stivato nella sua testolina bionda. 6 mesi a volte sembrano tutta una vita. Ps ho letto un articolo ma anche avuto notizie sul calo delle adozioni internazionali in Ucraina. Pur essendo consapevole delle difficoltà che ultimamente, in particolare, le coppie in questo paese devono affrontare, il fatto mi ha molto colpito. Non posso fare altro che pensare a tutti i bimbi che rimangono là e che, per colpa di una politica e di una mentalità che vedono altro, e non il loro bene, non avranno mai una famiglia. Perché io, che vengano tutti adottati con l'adozione nazionale, non ci credo.

lunedì 22 luglio 2013

Romagna mia

Se la conoscesse, Tania potrebbe facilmente intonare questa canzone... perché devo ammettere che l'ambiente della riviera romagnola le calza proprio a pennello. Al grido di "più baracca c'è, meglio è" è partita alla conquista del paese che ci ha ospitati, partendo dal piccolo microcosmo dell'albergo, passando per la spiaggia, arrivando al paese tutto. Sì, perché non c'è quasi nulla che sfugga al suo occhio attento e, men che meno, alle sue domande. Che rivolge a tutto quello che risveglia la sua curiosità, ovviamente in barba a qualsiasi regola dell'educazione - che, in base alla sua beata gioventù, le viene risparmiata. Via libera quindi alla sua vocina inquisitoria, che è capace di far risuonare in maniera cristallina frasi come queste: "Perché lui ha peli lunghi sotto ascelle?" - al signore italo-tedesco nel tavolo a fianco al nostro. "Tu hai brufolini?"- all'adolescente acneico seduto su una panchina. "Dove fa male gamba?"- alla signora in sedia a rotelle incrociata per strada. E questa è solo una selezione delle migliori, perché la piccola, che la sera partiva a passo di marcia lungo il lungomare, attacca bottone a tutti, o quasi. Saluta con calore una selezione di persone che non conosce, criterio della selezione noto solo a lei ovviamente. Si infila entusiasta ovunque senta della musica o veda un crocchio di persone, poi segue in muta adorazione lo spettacolo di liscio, il cabaret o il ballo di gruppo - a cui in realtà non resiste, e vuole partecipare dopo pochissimo. In albergo, una pensione piccola a dire il vero, conoscevano tutti il suo nome: io devo ammettere che non so se la considerassero molto simpatica o molto molesta :-) In spiaggia quasi, anche se a dire il vero il trittico mare-sabbia-giochi la distraeva leggermente dalle sue attività investigative. Il primo tuffo in mare è stato travolgente e immediato: un momento era di fianco a me, il momento dopo era in acqua, con la testa sotto. Poi ha capito che bere l'acqua della piscina si affronta anche, quella del mare no, e si è buttata con leggero, ma leggero eh, meno slancio. Non le è ancora chiaro perché non si possano fare gli stampini o i castelli con la sabbia asciutta, che è così a portata di mano e comoda, e perché quando le labbra sono viola è il caso di uscire dall'acqua, ma insomma, era il primo mare della sua vita, le vogliamo lasciare tempo o no? Insomma, successo su tutta la linea. Di obbligo qualche love is, e anche qualche foto... Love is... Dormire con lei nel lettone. Le prime due notti sta al suo posto, poi in seguito capisce che cosa carina sia avere la mamma vicina, e da quel momento in poi mi sta addosso come una cozza. Vedere i suoi capelli arricciati dalla salsedine. Vederla mangiare a quattro palmenti carote e rape rosse (ebbene sì!). O anche vederla aprire le cozze e mangiare pure loro. Quando saluta con affetto davvero commovente un pupazzone di un capitano, che il giorno prima conteneva una persona, e quindi interagiva, ma che quel giorno è parcheggiato, vuoto, davanti al bagno. Ci sarei andata dentro io, per toglierle quella delusione dal faccino: "Perché non funziona mamma?". Quando mi dà la crema sulla schiena. Quando si inventa il suo primo amico invisibile (o nemico, trattandosi di un coccodrillo). Quando si sveglia dal pisolino e scopre che è arrivato il papà. Ed eccola, la piccola romagnola.

Foto e... foto

Ci hanno chiesto una foto del battesimo... quelle in chiesa che abbiamo visto fino a ora non sono un granché (aspettiamo i Compagni di viaggio eh!), ma Tania era circa così:
Perché oggi? Domanda lecita. Perché oggi ci è arrivato da Sos Bambino un ringraziamento speciale. Eccolo:
Lo giriamo a tutti gli amici del blog. Vi terremo aggiornati su tutte le notizie che arriveranno, perché quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto grazie alla generosità di tutti quelli che ci hanno seguito in questo progetto.

martedì 9 luglio 2013

Little miss sunshine

Il titolo non si riferisce a concorsi di bellezza... Perché Tania, che a noi sembra perfetta, è sì carina, e ama anche vestirsi bene, e pettinarsi con codine e spillette, solo che dopo poco, nel gioco, i vestitini diventano così comodi per rotolarsi o strisciare per terra, i pantaloni piacevolmente scuriti dagli scivoli o dalle altalene, i capelli sciolti e selvatici perché "mamma mi piace quando volano" andando in altalena. Insomma, niente a che vedere con una miss. Il "sunshine" che ho già citato è il suo quasi incrollabile entusiasmo: sono tante le cose che le strappano un siiiiiiiii! esultante, un Beeelllo!, salti di gioia e battiti di mani. Non si può dire che la piccola non dia soddisfazione, per un regalo, un vestito nuovo, la proposta di andare al parchetto o di mangiare un cetriolo. La sua gioia di vivere e fare cose nuove è travolgente e contagiosa. Ogni tanto ci viene in mente che l'avevno descritta come una bambina timida e isterica, e che noi stessi temevamo l'impatto con le cose nuove. In realtà ama le novità, le piace provare cose mai fatte e le affronta con grande serenità e voglia di fare. Poi magari le abbandona eh, o si stufa, ma intanto per un po' se le è godute. Quindi è senza prroblemi e anzi con una certa soddisfazione che l'abbiamo portata a Modena, sabato, a fare il primo aperitivo della sua vita: e devo dire che sui divanetti del bar, assieme a Maks, incontrato per caso, che beveva la sua aranciata con ghiaccio dal bicchiere, con la cannuccia, era uno spettacolo che valeva davvero la pena. Poi, quando non fa venire voglia di appenderla per gli alluci, è buffa, da matti. Adesso ha fissa di andare al circolo ARCI, alla sera: non c'è niente di che, va un po' in altalena, gironzola, prend e un gelato, guarda una partita di calcetto entusiasmata quando qualcuno si ferisce (in quel caso chiede accorata di poter andare a vedere, e attende l'eventuale arrivo dell'ambulanza)fa ridere sentirla insistere per andare al circolo, ti aspetti di vederla da un momento all'altro prendere parte a una partita di briscola. Poi, il centro estivo. Attendeva da giorni di andarcie e da un bel pezzo insisteva a dire cosa avrebbero fatto, mangiato... Il tutto senza avere quasi la minima idea di cosa fosse un centro estivo. Enoi a dire che sì, forse avrebbe fatto quelle cose, ma chi lo sapeva? Lei ovviamente, animata da incrollabili certezze. È anche stata malata, con la febbre. Niente di che alla fine, ma noi genitori novellini abbiamo sperimentato le prime paure e i primi dubbi - anche del personale medico, che non si capacitava che con una bimba di cinque anni e passa chiedessimo lumi su quando dalle la tachipirina o lo sciroppo. Comunque... Sono cinque mesi, anche se sembra una vita. E, oggi, love is... Vederla giocare, ma giocare sul serio, con gli altri bambini. Quando ha imparato da sola a fare la capriola in acqua, in avanti e all'indietro, solo guardando Vladimir. Quando dice... Mamma, fai profumo... Come mai? Che poi altrettante volte ti avverta che "ti puzza la bocca" o che hai le ascelle bagnate, non rovina la bellezza di quel complimento. Quando qualcuno le dice che è bellissima, e lei: Lo so! Quando la prendi un minimo in giro e si offende come una puzzola. Quando vuole venire in braccio e fare le coccole... Prima lo faceva molto molto meno. Quando la freghi per farle fare qualcosa che non vorrebbe dicendo che in effetti non può farlo, perché è una cosa da grandi e lei è troppo piccola. Quando le parli in russo e lei ripete con una pronuncia perfino peggiore della tua. Quando ti racconta tante cose che faceva 'ma grupu' (in istituto, letteralmente nel gruppo), e che al 90% sono inventate. Quando, parlando della bisnonna che è morta abbiamo parlato anche della tristezza, su cosa fosse, e lei prima ha detto che era triste quando le facevano tante punture. Io le ho detto che le punture fanno anche proprio male, e che uno è triste quando litiga con qualcuno, quando vorrebbe fare una cosa e non può... È lei, dopo averci pensato: Ia triste quando non potevo venire Italia. Io: Ma dici con la mamma e il papà? Lei: Sì. E poi... Il mare. Ma quello merita un capitolo a parte.

lunedì 17 giugno 2013

Tatiana Eleonora

È il nome che abbiamo dato ieri alla nostra piccola cosacca. Durante una cerimonia breve, in cui lei ha comunque guardato l'orologio mille volte - perché gli zii gliel'avevano appena regalato, mica per altro! - e molto molto partecipata, Tania è stata battezzata. Difficile non commuoverei, dato che fra poco sono due anni da quando ci siamo incontrati, e che questo momento sa tanto di una bellissima tappa raggiunta insieme. "Solo" un anno fa eravamo appena tornati da un viaggio in Ucraina di una settimana, felici, per modo di dire, di averla trovata bene e che l'avremmo rivista ad agosto. Adesso... Che è con noi ogni giorno, fra le risate, le coccole e le rabbie, quel tempo ci sembra lontano, anche se ancora tanto vivo. Ieri è stato un bellissimo momento di festa: con tanti amici e parenti, così tanti che come sempre in queste occasioni sembra di non aver avuto abbastanza tempo per tutti. Tania era felice, allegra, piena di energia - attivata già prima dall'incontro col bellissimo Vladimir, suo compatriota - e pronta davvero a fare "baracca". Entusiasta dei regali, della torta di Peppa Pig... a me è sembrata emozionata dall'applauso, a fine cerimonia, ma oggi mi ha detto che lei 'lo sapeva' che ci sarebbe (ogni tanto mi sembra di vivere col bambino di Shining!). Poi, la raccolta di fondi per l'iniziativa Kiev 16 di SOS bambino... Non ci aspettavamo tanta generosità, dobbiamo ancora fare bene i conti ma si tratta di più di 1850 euro! Siccome uno dei nostri pensieri fissi, quando non sapevamo se c'è l'avremmo fatta, era che lei dovesse crescere per sempre in un istituto, il progetto ci sta ancora più a cuore. Abbiamo visto come sono gli istituti e solo l'immaginazione ci può far pensare a come sia uscire di lì senza nessuno e senza niente in mano... E siamo felici di poter aiutare questi ragazzi, grazie all'aiuto di tutti voi. Lascio con l'immagine di Tania che libera, verso fine festa, un palloncino in cielo, guardandolo oltre via, tutta stupita e sorridente. Quella è proprio lei, la nostra piccola.

domenica 26 maggio 2013

La festa della scuola

Ebbene sì, è successa. Oggi. Un altro dei nostri sogni si è avverato: andare alla festa dell'asilo (a cui siamo stati da tre anni a questa parte, a vedere Luca, il nostro nipotino) per vedere nostra figlia. Che oggi è davvero stata brava: dopo un mese scarso di scuola (ha iniziato a maggio ad andare tutte le mattine) era lì che canticchiava, ballava, in mezzo agli altri, come se ci fosse sempre stata. E in effetti è così che sembra anche a noi: che lei sia sempre stata qui in casa con noi, che ci segue ovunque, che fa domande e osservazioni continue (perché? cosa fai? perché fai così? funziona?) anche quando non dovrebbe, tipo mentre Fabio dice parolacce interiori cercando di caricare la piscina sulla macchina (e lei alla fine osserva: Ma papà, così non vedo!), o mentre la mamma cerca di far funzionare il lettore DVD. Il ricordo di come stessimo qualche mese fa mi provoca ancora brividi di freddo, e in quei momenti non posso fare altre che stringerla, o guardarla un po' commossa fare quello che sta facendo in quel momento, lavorare con delle monetine, tirarsi via i capelli dal viso o dormire con le dita in bocca, russando leggermente. Dal'ultima volta che ho scritto, c'è stata la festa della mamma, con Tania che a scuola ha imparato una poesia. Sapevo che la stavano studiando, ma quando, il giorno in cui ha portato a casa il regalino, le ho chiesto se la sapeva, ha detto di no. Poi, a sorpresa, ho trovato, insieme al regalino, anche il testo: è bastato dirle le prime parole, che è partita, un po' incespicando, ma dicendola tutta. Io... ho pianto, non ne ho potuto fare a meno. Le ho detto che era perché ero tanto contenta, e lei ha capito perché alla sera, quando ha raccontato al papà che avevo pianto, lui le ha chiesto: "Ma era triste?". Lei: "No, contenta!". La piccola parla sempre di più e sempre meglio. Inizia a raccontare i libri che leggiamo più spesso (Ninetta curiosa, un fumetto di Babbo Natale, la storia di un bimbo che ha paura del buio), e anche a riferire cose capitate a scuola (anche se non sono sempre del tutto aderenti alla realtà). In alcune parole, inizia ad assumere un leggero accento modenese che fa una gran tenerezza. Mentre, d'altra parte, si contano davvero sulle dita di una mano le parole russe che ancora pronuncia... e se provo a dirle io, mi guarda sconcertata o ride. Questo, insieme ad alcune piccole regressioni, come il vasino o il ciuccio, ci rassicurano gli esperti essere una tappa del tutto normale del nostro percorso, quindi siamo tranquilli. E' cresciuta almeno di un cm e di un chilo, oltre che di due numeri di scarpe. E adesso... mangia! Ha iniziato a scuola, ovviamente e con nostra sorpresa ("A casa fa fatica? Ma se qui mangia per due!", con conseguente macerazione interiore della mamma-cuoca a casa), ma poi anche con noi è andata sempre meglio, e adesso i pasti un po' tesi in cui ti chiedevi se avrebbe mai mangiato altro oltre ai peperoni, e la minestra sembrava moltiplicarsi nel piatto, invece di calare, sono un ricordo. A tavola si chiacchiera, si ride, si sbrodola e ci si pulisce la bocca dove capita, si fa qualche accostamento azzardato quando si passa dalla cioccolata alla mortadella... ma si mangia, e si sta bene. E... ci si prepara a una bella festa. Mettiamo l'invito qui sotto: chiaro che non potranno mica venire tutti i lettori del blog. Ma se qualcuno volesse... ditecelo pure. Virtualmente, vi vorremmo tutti.

giovedì 2 maggio 2013

Con Peppa Pig in sottofondo

Mi scuso quindi se farò qualche strafalcione, siccome la visione di Peppa normalmente richiede una certa dose di concentrazione :-) Peppa Pig rimane nel cuore di Tania, che continua a guardarla con passione e, credo, capendo parecchie più cose che all'inizio; ma sono invece tantissime le cose che sono cambiate, sia in lei che in noi. Piano piano stiamo provando a diventare una famiglia, perché la confidenza, lo stare bene insieme davvero rilassati, è una cosa che viene col tempo - molto tempo - e noi siamo all'inizio. Certo è che la piccola appare sempre più a suo agio, sia a casa che in giro per il paese. Ci siamo resi conto, ripensando anche a come sono andate le cose fino a ora, che è una bambina molto attratta dalle novità, anche quando le fanno un po' di paura: la curiosità prevale, quindi è una gioia vederla alle prese con nuove esperienze. È emozionante sapere che tante cose che facciamo insieme sono la sua "prima volta", commovente la maggior parte delle volte. Una di queste cose nuove è stata andare al mare. Siamo andati in giornata, senza Fabio purtroppo, che non poteva assentarsi dal lavoro, e che quindi si è perso lo spettacolo della piccola che vedeva per la prima volta la spiaggia e il mare. La sua prima domanda è stata: Dove sono i tubi?, siccome la sua piscina ne è provvista :-) La sabbia l'ha amata dal primo momento: ci ha messo le mani, strusciato i piedi, si è coperta le gambe, ci si è rotolata con un piacere così evidente da essere contagioso. L'acqua subito le faceva un po' paura, ma dopo un poco, complice la bassa marea, si è lasciata andare: e anche lì, vederla correre lungo la riva, ridendo come una matta, schizzando ovunque con i piedi, mi ha fatto pensare che tutti i momenti di ansia che abbiamo passato non contano, se paragonati a questa gioia. Aggiungiamoci i giochi presenti ovunque in Riviera, e gli aquiloni del festival... Otteniamo una miscela esplosiva che l'ha resa felice per tutto il giorno. E alla sera, piangere perché "voleva il mare". Piccola... C'è stata anche la prima volta della bici, sul seggiolino col papà. Caschetto, sciarpa leggera, e via, un po' delusa di non poter osservare tutto bene davanti, ma entusiasta di quel che abbiamo visto: lo scoiattolo, il fiume, il cavallo, i pesciolini. E poi il parco, il gelato, le corse. Sono così tante le cose da fare insieme e, se non si tratta di stare tutto il giorno a disegnare - cosa che al momento fa giusto per dovere - lei partecipa con gioia. È un aspetto che ci piace tanto di lei: per niente scontato, avendo passato i primi anni di vita in istituto senza poter vedere praticamente nulla. C'era da aver paura di tante cose... Ma lei pare affrontarle, e amare le novità, dalla gita al semplice cambio delle lenzuola del letto. Parla sempre meglio, con piccoli errori che troviamo adorabili: Vienghi invece di vieni, Tienghi invece di tieni, Io cadu invece di Cado, Faccio la docci, Non ci riescu, e i nomi delle dita della mano: Pollic, Indici, Medio, Nulare, Miniolo. Quando dice: "Mamma dammi la manina" sono sempre a rischio di pipì addosso. Come quando dice: Spetta, spetta. E alcune cose vorremmo non le perdesse mai, come le scarpe con i tacchi che chiama "scarpe tuc tuc", e che vorrebbe mettessi sempre, anche per andare a ginnastica o a vedere le mucche. Ha iniziato ad andare alla scuola materna, tutte le mattine, fermandosi anche a pranzo: le piace, ci va con entusiasmo, anche se per adesso è ancora una novità, e farà in tempo a stancarsi! Alcuni love is: La domenica mattina, ascoltare un po' di musica a letto, ballando. Vedere che ha chiamato una Barbie castana, appena regalata, "Lamamma", perché ha i capelli come me. Anche se è un po' un casino... non capisco mai se parla di me o di lei. Il suo modo di chiedere Perché? di tutto. Un Love is che a volte sconfina nel volerle tappare la bocca con lo scotch carta. Vederla che si rotola nell'erba. E l'impegno con cui corre. Come le si arricciano i capelli sulla nuca. Vederla uscire dalla camera dove si è vestita da sola, con addosso tutto al suo posto ma sempre scamiciata, la canottiera fuori, una braga su e una giù. Quando dice "Ah sì" a una cosa che sappiamo al 100% che invece non sa. "Tania sai cos'è X?". "Sììììì!". Dopo due secondi: "Cos'è papà?". "Tania, hai la pipì?". "No. (un secondo) Sì, ce l'ha". Quando con un sorriso complice dice: Mamma, pancione, Tania piccola, titta, latte!... manca qualche verbo ma il senso è chiaro, no?

lunedì 15 aprile 2013

Let the sunshine in

Finalmente ha smesso di piovere, e tutti quanti abbiamo sospirato di piacere all'idea di poter finalmente portare le giacche a vento in lavanderia. Io è Tania ci godiamo il bel tempo alla grande: lei vorrebbe sempre stare "na fuori", come dice, e fra parchetti e biciclette si diverte un sacco. Io dal canto mio penso alle giornate interminabili in istituto, nel grigio dell'inverno ucraino, e non posso che capirla; e non vedo l'ora di colorarla un po': sono ancora molto offesa della descrizione di chi l'ha visitata un mesetto fa in ospedale scrivendo: colorito pallido, occhi alonati. Oh, alonati a chi? Anche se capisco che aggettivi come 'splendida' o 'simpaticicissima' non sarebbero stati professionali alla fine. Comunque, l'esperienza "genitori-figlia" procede. Tania inizia a passare, molto volentieri per il momento, qualche mattina all'asilo, rendendo la fantasia richiesta per organizzarle le giornate un po' meno impegnativa. Sta stringendo i primi legami di amicizia, e fra poco avrà anche il primo invito a una festa di compleanno (mi dicono sia un girone da cui non si esce), L'apprendimento dell'italiano procede, e sinceramente sentirla dire "O mamma mia!" O "Aspetta un attimo" ci fa sganasciare. Si intende sempre meglio con tutti, anche se la grammatica è sempre molto creativa e il ricorso al russo ancora presente. Abbiamo iniziato a fare alcune delle cose che avevamo sognato di fare con lei: a parte vederla nuotare, portarla a fare un giro in centro, portarla in bici sul seggiolino, o a quel parco giochi tanto carino che però avevamo sempre visto da soli. È bellissimo anche perché lei è sempre entusiasta, partecipe, curiosa. È vivace come una farfallina, non si ferma quasi mai ma, quando è in buona, ti strega, davvero. Dice "sì sì" con tono leggero e noi non capiamo più niente. Ehi, non è che siamo genitori di marzapane, eh. Ci facciamo sentire, e a me a volte viene il dubbio di essere, a tratti, troppo severa. D'altro canto abbiamo verificato che, se le si fanno delle richieste, non eccessive chiaramente, ma di un certo impegno, lei poi si sforza per darci retta, con buoni risultati alla fine. Lei è soddisfatta, più tranquilla, come se la presenza di alcuni limiti la rassicurasse. Poi invece ci sono cose per cui prova, e riprova, e riprova a fare quello che non dovrebbe, e ci sbatte la capa, vediamo per quanto. A me poi, quando non ho troppo i capelli dritti perché magari ha avuto una giornata no e sono arrivata a sera con gli occhi fuori dalle orbite, inteneriscono le piccole cose. Non so, un giochino trovato in un posto inaspettato. Sentire i discorsi che fa alle bambole. Vederla trafficare con qualcosa, tutta impegnata. Le sue mutandine minuscole nella roba da stendere. Vedere che alcuni vestitini iniziano a essere scoloriti e un po' provati... Era così triste vedere tutto nuovo, con le etichette attaccate, e chiedersi se avrebbe mai portato quelle cose. Per dire, adesso sono in sala e sento che dalla camera, dove Fabio la sta addormentando, arrivano dei versi che non sono proprio quelli di una creatura in procinto di prendere sonno. Momenti come questi, soprattutto quando uno è stanco (Fabio del lavoro, io della giornata, magari) non inducono pensieri particolarmente poetici. Ma poi la vai a vedere, è là che dorme rannicchiata con le dita in bocca... E sei così felice che sia nel suo lettino.

venerdì 29 marzo 2013

Il blog NON è chiuso

E' solo diventato mamma da poco ;-) Scherzi a parte, per coincidenza nel giro di pochi giorni in 3 mi hanno rivolto questa domanda. E la risposta è no, il blog non ha chiuso, anche se è più difficile aggiornarlo, soprattutto adesso che la scrittrice della famiglia è impegnata nella stesura di un articolo, una specie di Bignami della nostra avventura, per il giornalino di SOS Bambino, il nostro ente. Anzi, sono almeno due settimane che me lo dico, che devo aggiornare il blog :-) Domani, se non erro, sono sette settimane che siamo a casa. Tania è sempre più a suo agio: se nella prima settimana ha preso confidenza con la sua camera e con la casa, adesso la vediamo passeggiare in paese salutando affabilmente le persone, rispondendo a "Come stai?", con un "Sto beeeene", con un e aperta che fa morire dal ridere. Stando sempre insieme mi rendo conto che alcuni cambiamenti, che sono graduali, tendono a sfuggire. Inizia a fare una cosa sempre meno, ma me ne accorgo dopo un po', mi dico: Guarda, non fa più questo! Oppure: Lo fa molto meno! Tipo, all'inizio e anche per un bel po' di tempo ci faceva male. Per coccolarci, eh, ma i baci erano dei colpi di mento che levavano la mandibola. Adesso, lo fa molto, ma molto di rado, da dei baci normali, al massimo sulle labbra, "alla russa", come diciamo noi. E non è che sia diventata delicata eh... i modi sono ancora da cesellare, ma almeno mi lascia meno lividi. Ha cambiato tantissimo i gusti sul cibo, da quando non è più in istituto. Là amava gli jogurt, i biscotti, le banane. Le banane le mangiava anche nel sonno a momenti. Beh, adesso gli jogurt anche anche, insistendo, di biscotti ne avrà mangiati 5 da quando siamo in Italia, le banane non le vuole MAI. Ama il salato, rispetto al primo pranzo adesso è innamorata anche del formaggio grana (che mangia anche a merenda) e del prosciutto, anche se fragole e lamponi per adesso sono la sua passione assoluta. Parla sempre di più in italiano e sempre meno in russo. E' buffa: in russo "dormomo" si dice "spliut"? Bene, lei adesso dice: Loro dormut. Bellissimo. Fra le parole più usate, per prima ha smesso di dire Niet, che è diventato No. Da è rimasto più a lungo, ma due domeniche fa è stato sostituito di botto dal Sì, e non si è più fatto sentire. Papa è diventato Papà senza che neanche ce ne accorgessimo, mamma è ancora mama, ma va benissimo lo stesso. Mette le k in posti strani: Gabri è Gabrik, e il cane Eddi, Eddik; Peppa Pig è Papik, ma mi piace troppo per correggerla. Da ignorantoni le insegniamo tutti i nomi femminili con l'articolo, quindi pensa che Emma si chiami Lemma. In generale, sembra felice. Ovvio che ci sono le giornate e i momenti no, la noia (anche grazie a questa simpatica pioggia), i momenti di gnole o sciocchineria che, a dire il vero, riserva per lo più a noi genitori (ma se è segno di attaccamento, bene così), ma a chi non capitano? Inizia ad avere degli amici, oltre al cuginetto Luca che adora, anche se poi in sua presenza lo tratta un po' male. Le piace molto sia andare a cena dagli amici che avere ospiti a casa, quindi abbiamo messo da parte gli incontri "graduali" e siamo passati alla baracca, che tanto mostra di gradire senza particolari effetti collaterali eccetto la scemenza che colpisce tutto il gruppo di bambini a fine serata. Ha già fatto la sua prima visita al pronto soccorso: taglio in mezzo alla fronte in seguito a una caduta di faccia sulla ghiaia, proprio sui piedi della mamma fra l'altro. Colla, cerotto e via, speriamo che non rimanga troppo la cicatrice. Sarà anche stata abituata ai dottori... ma non è che le piacciano. Alle visite è brava ma sempre abbastanza tesa, ed è da capire visto che spesso per lei visita medica ha coinciso con ricovero in ospedale e un bel po' di punture. Noi? Ci stiamo abituando ad essere genitori. Mi sembra sempre meno di avere in casa una sconosciuta bassa, e ci sentiamo più a nostro agio a vicenda. Verso fine maggio dovrei tornare a lavorare, e lei andare a scuola mezza giornata... vedremo come va per allora. Certo, la vita ha subito un bel cambiamento, ma è diventata anche più intensa, e divertente anche, decisamente meno silenziosa, meno ordinata, meno dormigliona Intanto domani è il mio compleanno, ma abbiamo deciso che, siccome per il suo era ricoverata e non l'avrà festeggiato, sarà anche il suo. Tanto novembre è lontano :-) PS Un pensiero ai nostri amici "ucraini" Monica e Paolo: pare abbiano trovato il loro cosacco. Che fatica ragazzi... teniamo le dita incrociate per voi!

martedì 12 marzo 2013

Un mese

A un mese dal rientro in Italia... La mamma a chi chiede se tornerebbe indietro al secondo giorno di rientro risponde: No, grazie!, con un lampo di panico negli occhi. Tradotto, questo mese ha funzionato bene per prendere tutti insieme nuovi ritmi e abitudini. Adesso va decisamente meglio. Si è anche resa conto che su Portile passano un sacco di aerei, adesso che è a casa tutto il giorno con una bambina che a ogni velivolo in sorvolo chiede: Cos'è? Il papà è passato da: Spegni le luci!, che diceva sempre alla mamma, a "Bello tornare in una casa con tante luci accese", siccome a lasciarle accese adesso è Tania. Ha anche chiesto di comprare dei Crodino, e adesso ne abbiamo una bella scorta in frigo. Tania... Capisce quasi tutto quello che le diciamo in italiano, anche quello che vorremmo non capisse. Parla uno strano linguaggio misto, e a volte fraintende i discorsi in maniera davvero buffa (come quando al forno ho chiesto le "ciabattine" e lei mi ha tirato la mano chiedendo? Ciabattine?????? e scuotendo il piede). In ogni modo, sostiene di parlare in italiano. Ha anche imparato molti più nomi di animali, rispetto a quelli che sapeva in russo. Ha visto dal vero le mucche (che sono "sporchi") e le galline. Dice ancora "Da", ma "No" invece di "Niet". Chissà perché. Sostiene che guardava i Teletubbies anche in Ucraina, e che là si chiamano Telepusiki. Non so se sia vero ma spero di sì, siccome è un nome adorabile. Inizia a guardare con un certo interesse il libro sul bambino che cresce dentro al pancione della mamma. Chiede quando potrà iniziare ad andare a scuola, ma per ora fa solo una mattina alla settimana, accompagnata dalla mamma. Inizia ad abituarsi a stare con la nonna, anche se la tentazione di stare con la mamma mentre lei cerca di fare una doccia (Dani l'immagine di lei spalmata sul box è stata profetica!) è sempre tanto forte. Fa delle facce buffissime, soprattutto a tavola. Non è comodo quando uno cerca di essere severo. Le piace molto andare a mangiare a casa di amici, e anche avere ospiti a casa nostra. Ha imparato a chiamare "Mamma!" quando si sveglia al mattino. Produce domande a una velocità imbarazzante (l'altra sera cena: Tania: Cos'è stato? Mamma: Un aereo. Papà: (mi chiede un'altra roba). Mamma: (risponde). Tania: Mamma dopo cosa facciamo? Mamma: (risponde poi, guardando il papà) Dai, fammene un'altra, che poi sta di nuovo a lei). Pretende che la mamma riconosca dal timbro tutti gli abbai di cani che si sentono da casa. Sempre a tavola, a volte allunga la mano aperta verso la testa di Fabio. Lui sostiene che gli carpisca i pensieri. Fra poco sarà quindi in grado di dirigere una ceramica (il piglio ce l'ha già in effetti). Fa qualche domanda sugli amici del suo gruppo, chiedendosi dove siano, l'altro giorno mi ha chiesto se Pasha lo sono venuti a prendere, come noi abbiamo preso lei. Cucciola. Chiama il bambolotto Zizzobello. Le stanno crescendo i capelli e, in generale, è bellissima.

domenica 3 marzo 2013

Residenza

L'altro pomeriggio sono venuti a verificare se Tania abita davvero qui, controllando se fosse veramente a letto a dormire. Mica era necessario vederla... Gli indizi sono chiari: tavolino Ikea in sala coperto di pentolini, semi sparsi a terra che compaiono nei posti più impensati, due bambole sul divano in attesa del cambio del pannolino, in bagno sgabellino x arrivare al lavandino e specchio decorato a spruzzo di dentifricio, didó fucsia seminato con perizia sulle fughe delle piastrelle e sugli interruttori... Va bene voler imbrogliare, ma architettare una montatura del genere mi pare un filo eccessivo! Comunque, le settimane a casa sono tre. Se ne guadagna in documenti fatti (a buon punto ormai, iniziamo con le visite mediche!), una comprensione dell'italiano sempre maggiore, un'abitudine sempre più consolidata alla casa. Stamattina si è fatta male - niente di che - e mi si è aggrappata al collo come una ventosa: solo la mano della mamma appoggiata sulla gamba ha fatto passare il male. E iniziamo coi racconti di quando 'è venuta via dalla dietzki dom'e della prima volta che l'abbiamo vista: lei ascolta e sorride, nel caso dei saluti agli amichetti fa anche tuba risata dicendo che adesso lei ha una dom, una casa. Ama molto andare in giro, anche in auto: è curiosa di tutto, guarda con attenzione e a volte, se cammina, si ferma proprio se c'è una scena che non vuole perdere. Le piace andare a casa degli altri, specialmente se ci sono bambini ovviamente, e accetta di buon grado di fare esperienze nuove, andando 'sulla fiducia'. Ama la piscina, è sempre più chiaro. È solare, sorride per la maggior parte del tempo, anche quando non dovrebbe, tipo quando la stiamo cazziando. Vederla sedersi sul divano, con la musica accesa, insieme a mamma e papà, a leggere un giornale - parole sue - è una scena che da sola vale il prezzo del biglietto, ma alla grande. Love is... La faccia che fa quando beve la Fanta. Con le lacrime agli occhi ma... 'Sì... Mi piace!'.

lunedì 25 febbraio 2013

E tu dove credi di andare?

Tania non l'ha detto solo perché non sa ancora dirlo, ma l'effetto è stato questo. La situazione: sera, dopo cena, lei è in camera a giocare col papà. Io dico: "Esco a buttare la differenziata, che c'è qualcosa nella plastica che fa una puzza pazzesca". Lei, sentendo il rumore della maniglia: "Dove vai mamma?" (Ti kudà?, domanda ripetuta circa 1000 volte al giorno, cambia il soggetto che va dal papà al cugino di secondo grado del vicino di casa). Io: "A buttare la spazzatura". Tania: "Arrivo!". Non arriva. "Vado!". "Vengo mamma!". Arriva, guarda la sporta con carta a plastica, poi mi dice: "Vai". Permesso accordato signore! Direi che l'effetto cozza di cui mi avevano parlato in parecchi ci sia tutto. Per me e per il papà, a seconda dei momenti e di chi c'è, ma cozza è. E che cozza sia, chiaramente, se è così che va l'attaccamento. Fra quello e le 6000 domande ripetute dal momento della sveglia a quello del sonno (le più gettonate: Dove vai/dove va/dove andiamo adesso? Di chi è? Chi è?, che usa quando si sente un qualsiasi rumore) arrivo al momento del rientro del papà un po' frastornata, forse saranno anche i cartoni di Rai yoyò? Io ieri sono andata a votare e sono rimasta stupita, non trovavo il facciotto di Peppa Pig, ma si può? Comunque... continua ad andare bene, direi. A parte il desiderio di rassicurazione che sta dietro a tutte le domande, e ci sta, in fondo non è che siamo in questa casa da un secolo, sono due settimane! Voglio dire, qualche dubbio che una volta usciamo e non torniamo ce l'avrei anche io, nei suoi panni. Dicevo, a parte questo mi sembra serena, pronta ad accettare le nostre proposte di andare a trovare qualcuno o a cena dal cuginetto... stiamo dosando incontri e momenti di gruppo, ma durante quelli che abbiamo fatto ci è sembrata proprio contenta, e dopo non era schizzata. Con la lingua va benino, capisce un sacco di cose, poi risponde in russo mettendo qualche parola di italiano, che non si capisce come mai riesca a ricordarsi "tacchino" e non "cane", che gliela ripeto ogni volta che sentiamo abbaiare, ma va beh. Sabato siamo stati in piscina per la seconda volta e, complice la muta che fa galleggiare - me l'avevi detto Dani, sembrava un tappo di sughero! Inaffondabile! - e gli occhialini si è lanciata, sempre sott'acqua a salutare qualcuno o lanciata a braccia tese verso la maestra. Venerdì in un centro giochi con i gonfiabili, e anche lì è stato un piacere vederla provarli tutti ridendo a crepapelle. Sale e scende dalla macchina, si siede sul suo seggiolino, riconosce posti e strade come se non avesse fatto altro nella vita. Pedala sulla sua bici facendo le curve su una sola delle due ruotine, a tavola non tace un secondo. Ci strema ma ci fa ridere, da matti.

domenica 17 febbraio 2013

Una settimana e un giorno

Sabato scorso rientravamo in Italia, una meta che ci sembrava quasi un miraggio. E' passata una settimana, davvero intensa, la nostra prima settimana da genitori. Con alti e bassi, ma quello che conta alla fine è vedere che Tania si muove con sicurezza per la casa, sembra serena, sta imparando i nomi dei membri della famiglia e tante parole in italiano. Fa i capricci, dei guai, chiede una cosa e poi non la vuole, si arrabbia se qualcosa non le riesce... sta conoscendo noi, e noi lei. Non chiede dei suoi amici o del gruppo, anche se li nomina (col passare del tempo sempre meno, in effetti). Noi ci stiamo abituando ad avere una bambina in casa, ad adeguarci ai suoi ritmi, a fare tante delle cose che un genitore deve fare: coccolare, preparare pranzi e cene che vadano bene anche per lei, ricordarsi di avere sempre dei fazzoletti di carta e le salviette, chiederle se deve fare pipì prima di uscire e/o di vestirla come l'omino Michelin, capire quando è tesa, quando sta facendo la sciocca, quando ha bisogno di calmarsi. Siamo all'inizio, e facciamo errori (tipo oggi portarla sulla neve senza crema solare... è rossa come una melina!), ma ci mettiamo tutta la buona volontà. Abbiamo tanti, ma tanti, Love is... perché, anche se ci fa arrabbiare da matti, è la nostra piccola, e continua a lasciarci senza fiato. Love is... vederla per mano col cuginetto, o vederli saltare insieme sul letto, ballando. Love is... sentirla dire: Mama, ti belissima! Love is... vederla ballare col papà con addosso un tutù rosa (lei, non il papà) Love is... quando dorme, perché è adorabile da vedere, non solo perché possiamo prendere fiato (o pulire casa) Love is... portarla per la prima volta in piscina, e vedere la sua gioia, che non ha paura, che ama l'acqua proprio come noi. Love is... vederla per tutto il giorno con addosso gli occhiali da piscina, chiedendo di portarli anche a letto. Vederla fare la doccia con gli occhialini e la cuffia da piscina! Love is... portarla a bobbare e sentirla ridere, mentre scende con Maksim, come una matta. Love is... al ristorante per la prima volta, vederla porgere un cappello caduto a terra a un bambino. Love is... sentirle chiedere se possiamo tornare a casa, e vederla far festa quando vede che ci siamo, come la faceva all'istituto. Love is... sentirle chiedere dove sono la nonna e i nonni. Love is... che stasera per la prima volta mi abbia chiesto cosa preparavo per cena. Love is... leggerle una libro sui baci prima di dormire, e provarli tutti con lei, quello degli elefanti, quello del topolino... Love is... guardare i cartoni con lei in braccio. Love is... quando prima di addormentarsi ti prende la mano. Love is... vederla felice quando riconosce un posto dove siamo già stati. Love is... vedere che si sforza di imparare nuove parole in italiano. Love is... quando ci dà un bacio all'improvviso. Love is... quando la vestiamo tutta bene, ma anche quando si mette il pigiama. Love is... quando ci annusa e dice che profumiamo (annusa tutto!) Love is... quando a Luca regalano una cioccolata e a lei una cosa impacchettata, che chiaramente è un libro, io le chiedo secondo lei cos'è e lei dice: Una cioccolata grande! :-) Love is... sentirla chiedere di guardare in TV "Papik" (Peppa Pig)

sabato 16 febbraio 2013

Un anno fa

Un anno fa eravamo in rientro dall'Ucraina e avevamo scritto da poco un post bello difficile: Tania era stata ricoverata e non sapevamo quando l'avremmo rivista. Iniziava un periodo di apnea che sarebbe durato fino a giugno. Oggi Tania è a casa quasi da una settimana, una settimana intensa in tanti sensi, che ci vede abbastanza stesi, parecchio messi alla prova, ma con lei. Con lei.

domenica 10 febbraio 2013

Una paura in meno?

Abbiamo passato una bella domenica a casa. Tania già sembrava più a suo agio, ed ė solo il secondo giorno. Cerca spesso Luca, il cuginetto, con cui si capisce anche se parlano lingue diverse. Oggi, prima noi sole, poi con lui siamo stati al parco, ė stata l'occasione per incontrare qualche amico in una situazione informale che anche Tania ha gradito. Ma il vero passo avanti, e grande, l'ha fatto dopo, a casa di Luca. Lui ha una gattina, Mimì, francamente deliziosa. L'abbiamo vista prima giù in giardino e già lì, vedendola in braccio a lui, Tania ha sorriso, ma è stato in casa, vedendolo coccolarlo ancora, che si è lasciata andare: prima ha accettato di accarezzarla, poi tutta discesa fino alla dichiarazione: Voglio bene a questo gatto! Tutto la stupiva: vederla mangiare, bere, dormire, fare la pipì! Luca voleva giocare, ma non c'è stato verso, era tutta presa dalla gatta. Io sono stata felice, soprattutto perché sentirla dire, tutta felice, 'non ho paura!' mi è sembrato proprio liberante.

sabato 9 febbraio 2013

Doma... a casa

Siamo a casa. Lo scriviamo con un sospiro, quasi non ci crediamo ancora. Il frigo fa il solito casino infernale, la Rai non è ancora tornata sulla nostra TV e di là in cameretta una piccola bionda dorme con un mappamondo e una lucina Ikea accesi. Il viaggio è andato al di là di ogni rosea previsione. Tania si è alzata alle 4 allegra come un fringuello, è salita sul furgone di Roman senza un sospiro, ha avuto un secondo, ma un secondo, di dubbio davanti all'aeroporto, ma quando Fabio le ha detto che era come il negozio, si è subito tranquillizzata, guardandosi attorno con aria navigata. Le attese per fortuna sono state brevi: grazie a Sendy, eravamo anche avvertiti del fatto che sarebbero scomparsi con i nostri documenti, ala dogana, e non ci siamo spaventati, e alle 6.10 eravamo già seduti ai nostri posti, in aereo. Anche l'impatto visivo col velivolo, che temevamo, non ha scosso la cosacca, nemmeno intimidita, poi, dal decollo. Dopo essere stata un po' seduta, si è alzata e ha cominciato a girellare nel corridoio, e ancora un poco dopo ha iniziato a osservare che insomma, l'aereo è bello, ma ci era già stata tanto tempo e iniziava anche un po' a rompersi le scatole. Il tutto detto come osservazione, eh, da esperta globe-trotter. Atterrati a Treviso, e baciato il suolo natio, ci siamo messi in fila per il controllo passaporti, e un poliziotto ci ha preso passaporti e visto, per fare delle fotocopie; recuperate le valigie, Fabio l'ha raggiunto, lasciando me e Tania da sole. Col problema però che lei ha visto, al di là della porta, il nonno, e da allora ogni occasione era buona per provare a correre fuori, oltre le porte scorrevoli. Alla fine ce l'abbiamo fatta, a uscire, e lei è corsa a braccia aperte verso mio padre, provocandogli probabilmente un arresto cardiaco. Il viaggio in macchina è stato facile, con lei tutta contenta che il papà sapesse guidare (credo avesse qualche dubbio), ma il clou è stato quando siamo arrivati a casa. Le abbiamo detto: siamo vicini, vicinissimi... eccola! La casa gialla addobbata, per l'occasione, con tanti palloncini. E' stato quasi impossibile trattenerla, mentre il cancello si apriva: urlava "La mia casa, la mia casa!" e, appena messa a terra, si è fiondata verso i parenti in attesa (solo quelli stretti, quindi pochi), dirigendosi verso Luca (il nostro nipotino) e stringendolo in un abbraccio calorosissimo. E' poi passata alla nonna, ai nonni, agli zii... sorridente e felice, mentre tutti piangevano. Davvero, se fosse stato un film, avremmo detto che era irrealistico, troppo perfetto! Salutati tutti, ha espresso il desiderio di vedere la sua camera. Ricordando l'entusiasmo di Vladimir in proposito, ci siamo affrettati a portarla, notando che non solo il giardino, ma tutta la casa era stata addobbata con festoni e palloncini. Inutile dire che anche la cameretta, già vista più volte in foto e in video, ha suscitato una gioia quasi incontenibile, che neanche rimasti soli è scemata. Il pranzo, a base di tortellini, è andato bene, ma la piccola era stanchissima (comprensibilmente), e dopo poco è stata messa a letto, nel letto nuovo (ancora entusiasmo a manetta). Il resto della giornata è trascorso, così, ad abituarsi lei alla nuova casa, noi ad averla qui. E' tornato Luca a giocare - si intendono bene, anche senza capirsi. La nonna e la zia la cullavano con gli occhi, mentre giocava tranquilla a fianco del cuginetto. Adesso dorme, come ho scritto all'inizio. Noi finiamo di disfare le valigie e... ci diamo pizzicotti, per capire se è tutto vero.

Titoli di coda

Il post di oggi, mentre all'alba ci apprestiamo a partire alla volta del tanto sospirato aeroporto, è doverosamente dedicato ai ringraziamenti. Sono stati in tantissimi a starci vicini in questo lungo percorso che ci ha visti, alla fine, insieme per diventare una famiglia. Prime di tutte, le nostre di famiglie che, loro malgrado, sono state chiaramente coinvolte in questa grande montagna russa/ucraina. E, nel coinvolgimento, va detto che... ci sono state. Ci hanno appoggiato, hanno condiviso con noi i pesi, hanno aspettato, si sono rattristati per noi e per Tania, si sono anche arrabbiati. Ma sempre lì, sempre. E poi, gli amici: dalle chiacchierate dal vivo, a casa nostra, in pizzeria, davanti alla chiesa, dove si chiedeva come sta Tania, ci sono novità?, alle telefonate, alle mail, a FB, ai commenti al blog, ai forum. Ci avete detto di tutto amici, avete atteso con noi la piccola, le avete fatto regali, dedicato pensieri pieni di emozione, preghiere, speranza. Ma questo post non è proprio per voi. In tutti i film ci sono i protagonisti, che in questo caso siamo noi ma, soprattutto, Tania, ma anche tantissimi altri personaggi senza i quali la storia non potrebbe svilupparsi. E adesso che siamo ai titoli di coda... eccoli! Personaggi e interpreti... Iniziando proprio dall'inizio inizio inizio del film, ci sono loro: gli amici di quello che chiamiamo il "gruppo ado": ci hanno messi insieme per caso al primo corso organizzato dal Comune, a gennaio 2009... e mai da un raggruppamento a caso è venuta fuori tanta bella cosa! Abbiamo percorso insieme non solo la nostra avventura, ma anche le vostre e ora, anche insieme a Ufy, Christian e Maksim, siamo pronti a riprendere le nostre cene insieme. Grazie mille ragazzi... parlare con voi è sempre, ma sempre, "sentirsi capiti". Siete stati i primi a percorrere con noi questa bella crociera... e per fortuna, non possiamo che dire. Secondo, ma solo in linea strettamente cronologica... è lui, l'ente! SOS bambino ci ha accolti fin dall'inizio trasmettendoci un'impressione di grande serietà. Che è stata confermata: in tutte le fasi di questa lunga vicenda, ci è stato vicino, anche nei mesi in cui sembrava non succedere nulla. Andrea B., il nostro operatore, ha avuto modo di conoscerci bene (praticamente è stato obbligato dagli eventi... quante coppie gli rimangono sul groppone per tanti mesi?), e si è sciroppato varie telefonate, richieste, ansie, paure, arrabbiature, ci ha visti piangere dal vivo o al telefono, alzare la voce... Ovviamente anche ridere e dire sciocchezze, e gioire, ma siccome a dare buone notizie alla fine siamo tutti bravi, lo vogliamo ringraziare soprattutto per come c'è stato nei momenti difficili e nelle brutte notizie. Sì, perché, anche quando tutto pareva andare male, abbiamo deciso di fidarci, e il risultato... l'abbiamo sotto agli occhi ogni mattina. Questa è una vittoria per noi ma anche per voi, quindi grazie a tutti: ad Andrea appunto, alla presidente Egles Bozzo, a Maida e al resto del personale che nei prossimi mesi avremo ancora occasione in importunare. Ricordiamo, di Egles, una frase in particolare: quando, al momento di decidere di ritirare la richiesta di adozione di Tania, a settembre 2011, ha detto, da mamma anche lei adottiva: "Se fosse la mia adozione, io farei così". E quando certe cose le dice una mamma adottiva, tu l'ascolti, poche storie. Prima di partire con la nostra avventura, anzi, proprio per poter partire (e per ben due volte!), abbiamo dovuto preparare un bel malloppone di documenti. Non ce l'avremmo fatta, senza perdere la ragione, se varie persone non ci avessero aiutato, facilitando cose altrimenti complesse. Grazie mille per aver sopportato con pazienza le infinite richieste di correzioni, timbri, contro-timbri il cui senso a volte sfuggiva pure a noi. Ovviamente, poi, c'è tutta la parte ucraina dell'ente, che non possiamo dimenticare. Eugenio e Irina "capo", che vogliamo ricordare in particolare quando, la sera prima dell'abbinamento di quest'anno, al telefono ci ha detto: I documenti di Tania ci saranno, vedrete, facendoci passare un notte un pochino più tranquilla. Il personale dell'ufficio: Nadia, che per prima ci ha portati in giro per Kiev, Taya, che è stata con noi allo storico abbinamento che ci ha condotto per la prima volta dalla nostra piccola. Roman, che ci ha accompagnato nei momenti più critici della nostra avventura (siamo ancora una delle poche adozioni che non sei riuscito a portare a termine, o, siccome ce l'abbiamo fatta, passiamo dalla parte di quelle andate bene?), standoci di fianco in tribunale quando tutti ci randellavano, apparentemente senza pietà. Sono stati i momenti più difficili, con decisioni complicate da prendere, e non è stata certo una passeggiata, per lui, assisterci in quelle occasioni. E infine lei, Irina, che abbiamo conosciuto quasi per caso lo scorso febbraio, e che da quel momento ha organizzato viaggi, incontri, appuntamenti in ospedale, fidata alleata telefonica, e che ci ha accompagnato nella seconda parte della nostra avventura adottiva, efficiente, decisa, obbiettiva. Come supporto tattico, viene ora il momento di chi, in effetti, abbiamo frequentato più di tutti, qui in Ucraina, a parte Tania: i nostri tassisti. A Kiev, Roman (ricordiamo il panico, abilmente gestito, di quando insieme a lui avevamo il treno in partenza e il bancomat ci aveva inghiottito la carta!); a Dnieprpetrovsk, Alexander; a Krivoy Rog, Andrej. Puntuali, affidabili, hanno passato parecchie ore, al caldo o al freddo, ad aspettarci fuori dall'istituto, hanno ritirato e consegnato pacchi, fatto telefonate, decifrato le nostre, spesso criptiche, richieste di aiuto o di informazioni. In alcuni casi, si sono anche trasformati in efficienti assistenti nella gestione della difficile parte burocratica dell'adozione. E come dimenticare chi ci ha letteralmente lasciato la casa? Mica gratis ovviamente, ma un piccolo pensiero va anche a Luba, e al suo appartamento che piano piano, e contro la nostra volontà, abbiamo iniziato a considerare "casa". Le abbiamo lasciato una nostra foto sul frigo, chissà se sa che adesso stiamo per andare finalmente a casa insieme. Oltre a Luba, anche il personale degli istituti e dell'ospedale che in questi mesi hanno ospitato Tania. Intanto per le cure che le hanno dato, per averla nutrita, coccolata, giocata, consolata quando cadeva, per averle insegnato a parlare, camminare, a fare la pipì nel vasino... insomma, parecchie delle cose che avremmo fatto noi, se ci fossimo stati. Magari non proprio tutte col nostro stile, ma suvvia, crediamo che nel panorama generale dell'infanzia abbandonata Tania sia stata più fortunata della media. Grazie anche per tutto quello che avete fatto per noi: anche solo una parola, uno sguardo, un gesto - considerando il problema non piccolo della lingua - ci hanno dato sostegno quando sembrava che l'Ucraina tutta fosse contro di noi. Ci avete detto: noi pensiamo davvero che voi siate il meglio per Tania, e speriamo che possiate esserlo il più presto possibile. Sappiate che, ogni volta che ci avete dato un indirizzo, chiedendo di mandarvi foto e informazioni, non siete diventate solo un tassello che Tania potrà usare per ricostruire il suo passato, ma ci avete anche dato la speranza che davvero ce l'avremmo fatta. I nostri datori di lavoro, e i colleghi. Sono un altro dei motivi che ci ha davvero consentito di andare avanti in questa lunga avventura, siccome le nostre assenze fisiche sono state parecchio durevoli, quelle mentali... molto significative pure loro. Non ci è mai stato fatto pesare niente di tutto ciò, anche se le partenze erano sempre inaspettate e sembrava di non aver mai preparato le cose abbastanza bene. I colleghi non ci hanno fatto mancare non solo l'aiuto sul lavoro, ma anche l'appoggio, sia morale che pratico, quando è stato il momento di intervenire "fisicamente". Senza questo aiuto, magari ce l'avremmo fatta lo stesso, ma non con questi tempi. E... come facciamo a dimenticare loro? Ma sì, quelli che sono italiani, ma comunque si vede, che sono anche un po' ucraini, ormai. Dato che qui sono stati tanto tempo e hanno fatto una bella fatica. Sono loro, i nostri "compagni di viaggio" che hanno intrapreso il nostro stesso cammino in queste lontane terre. Prima di tutti Paola e Matteo, incontrati grazie a un imprevisto "cupido" (grazie Andrea!), conosciuti in quei momenti che avvicinano parecchio, ovvero quelli di difficoltà. Sia che siamo stati insieme qui, o in insieme in Italia, o noi qui e voi là, o viceversa... il filo che ci lega, e che lega anche Vladimir e Tania ormai, non si è mai spezzato. Sapete quanto bene faccia una parola, una battuta, la frase giusta che chi ha vissuto momenti simili immancabilmente sa dire. Voi, e il vostro affollato e caldissimo condominio, ci avete dato una gran mano. E poi gli altri compagni: Carla, Graziano e Oleg (mi ricordo così bene della nostra pizza a Kiev!), Stefano, AnnaMaria e Olga, e gli italo-ucraini di SOS, che ci hanno portato veramente tanta fortuna. E, ultimi ma solo in ordine di comparizione, Nino e Grazia e Paolo e Monica: ragazzi, voi siete ancora in barca, vi auguriamo venti favorevoli e tempo sereno. Chiudiamo con un ringraziamento particolare... se fossimo nei Promessi Sposi, scomoderemmo la Provvidenza, ma non lo siamo, quindi: grazie a... come la vogliamo chiamare? Fede? Forza? Follia? Testardaggine? insomma, quello che sia. Lei che ci ha accompagnato dall'inizio alla fine, e che ci ha permesso, pur con grande fatica, di arrivare fin qui. Prima di andare davvero, vogliamo dare alcuni numeri. Eccoli, se qualcuno vuole giocarseli al Lotto: 19 mesi e 18 giorni di suspence 172 giorni in Ucraina 9 viaggi 18 aerei presi 16 treni infiniti taxi infiniti documenti 4 diverse città: Kiev, Dniprodzindzinrsk, Dnipropetrovsk, Krivoy Rog un blog iniziato quasi per gioco 228 post tanti calorosi commenti 37 mila e 800 visualizzazioni tanti pianti molti sorrisi, soprattutto ultimamente un'avventura indimenticabile e irripetibile tanti amici due genitori un angelo

venerdì 8 febbraio 2013

Valigie fatte... non sembra vero

Non ci possiamo credere: siamo davvero in partenza, e con Tania. Al di là dei sogni che per tanti mesi abbiamo tenuto chiusi in un cassetto, nel timore che non si avverassero mai. Ripartiamo come avremmo sempre voluto, in tre, con una piccola che in questi giorni ha dimostrato una grande capacità di adattamento, una grande simpatia, un'enorme dolcezza, ma anche un discreta capacità di farci perdere le staffe (che sicuramente perfezionerà), una bella testa dura, una faccetta da sfida che... non ci farà annoiare. Ringrazio (personalmente io, Giorgia) dei consigli delle mamme ado. Credo che le cose andranno come le avete descritte, Fabio tornerà a lavorare e io starò a casa con lei... godendomi oneri e onori, come si suol dire. Mi associo alle raccomandazioni di Adomamma: so che tutti, giustamente, non vedete l'ora di vederla dal vivo, ma soprattutto all'inizio ci si dovrà andare piano. Non dubitiamo che diventerà una grande festaiola, ma all'inizio avrà soprattutto bisogno di tranquillità e di routine... Salutiamo dunque Kiev, e questo appartamento che ci ha visto per la prima volta con una bambina con noi 24 ore su 24. Partiamo col tanto sospirato passaporto e dell'altrettanto sospirato visto - tanto per rendere l'idea, oggi Tania giocava con una matrioska, maschio e femmina, facendo finta che fossimo io e Fabio, e diceva che andavamo a "comprare i documenti". Penserà che facciamo quello nella vita. Oggi le abbiamo anche parlato molto di cosa accadrà domani. Dell'aereo, dei nonni, della casa di cui abbiamo rivisto i video. Le abbiamo detto che in quella casa rimarremo, senza spostarci, che papà andrà a lavorare e la mamma per un po' starà a casa. "a giocare?", ha chiesto. Sembra abbastanza tranquilla, poi domani non sarà facile ma... per la sua felicità futura, ci vuole.

giovedì 7 febbraio 2013

Penultima notte?

Il punto interrogativo è, come sempre, d'obbligo. Però pare che domani mattina presto sia in arrivo il passaporto di Tania (via treno!); domani mattina alle 10.45 saremo in ufficio, all'ente, e se va tutto bene andremo in ambasciata per completare la pratica. Insomma... se non ci sono problemi, il rientro dovrebbe essere sabato in mattinata. Tania l'abbiamo avvertita: le ho detto che presto torneremo a casa. Siccome la frase in sé è la stessa che le dicevamo sempre prima di ripartire, le altre volte - e mi è dispiaciuto, ma il mio lessico non permette altro - lei mi ha chiesto se lei sarebbe tornata in istituto. Le ho detto di no, assolutamente, che verrà a casa con noi. Va bene, le ho chiesto? Ha detto di sì, anche se, povera... secondo me anche lei sa di non avere scelta. Poi mi dico... avrà visto che a stare con noi in linea di massima si sta bene, ha accettato il viaggio di 8 ore per venire qui, verso l'ignoto, accetterà anche quello più breve - speriamo - che ci attende sabato? Dopo aver vissuto per una settimana con noi? Mi auguro di sì. Mi immagino che il suo piccolo cuore batterà forte, ma spero che la sorpresa che l'attende a casa - casa NOSTRA, finalmente - la ripaghi della paura. Intanto ci chiede sempre: Dove andiamo? Cosa faremo? Appare quasi troppo insistente, ma c'è da capirla... per lei ultimamente il futuro è così imprevedibile...

mercoledì 6 febbraio 2013

Prima cena in compagnia

Oggi è stata proprio una bella giornata, non tanto per quello che abbiamo fatto (serata a parte), ma per come è andata con Tania. Si vede che anche lei era girata meglio - capita a tutti di avere giorni sì e giorni no - ed eravamo tutti più rilassati. Le novità di oggi sono due. La prima è burocratica: è arrivato il "nulla osta" della CAI, quindi adesso manca solo il passaporto per richiedere il visto di ingresso in Italia. La seconda è che stasera abbiamo invitato a cena Paolo e Monica, la coppia che abbiamo conosciuto qui, già genitori adottivi, in cerca di un fratellino/sorellina per il loro cosacco. Sono in attesa del secondo abbinamento, che gli hanno fissato a due settimane di distanza dal primo... non è mai piacevole l'attesa qui a Kiev, non perché la città non sia piacevole in sé, ma perché sono tempi "vuoti", in attesa di qualcosa che sta per iniziare. Difficile, insomma. Comunque: complice una pizza da asporto, del gelato e delle Donuts molto americane, Tania ha appena passato la sua prima cena in società. Il concetto non le era chiarissimo, anzi, quando dopo il bagnetto l'abbiamo vestita tutta carina ci ha chiesto: Ma torniamo in istituto? Piccola... ma certo che no! (non aveva un tono speranzoso quando l'ha detto). Poi: Ma andiamo in macchina? Rassicurata che non ci saremmo mossi da casa, mi ha aiutato ad apparecchiare per 5, attendendo questa cosa strana degli amici che vengono a cena. Insomma: è stata proprio brava. Un po' agitata, emozionata, ovvio, con le guance rosse e comunque bisognosa di attenzioni, che richiede senza soste (celebre il suo grido: Mama/Papa! Idì sudà! Mamma/papà, vieni qua! con tono perentorio), ma pronta a stare al gioco, sorridente, allegra. Non possiamo non pensare alle cene che ci aspettano a casa, e ci sembra di vederla, magari esagitata ma felice. Quando capirà meglio l'italiano... non la terrà più nessuno! Love is... vederla dormire. Non ci stancheremmo mai di guardarla.

martedì 5 febbraio 2013

Ci si avvicina

Abbiamo notato che questi pochi giorni insieme sono serviti più di tutti quelli tracorsi con lei in istituto a far "passare" l'idea di quello che ci sarà in Italia. Mi spiego: da tantissimo le mostravamo foto, filmati, le passavamo al telefono una delle nonne o il nonno, o la zia. Adesso, sarà forse Skipe, oppure il fatto che vivere in famiglia le fa meglio capire quello che succederà in Italia, ma Tania inizia a fare un sacco di domande: su Luca, sa fare questa cosa o quell'altra? Lui mangia tutto a tavola? Va sott'acqua con la testa? E stasera, giocava col piatto dicendo: qui c'è... e invece dei nomi dei compagni del gruppo, c'erano il nonno, la nonna, Luca, lo zio, la zia... va beh, con i nomi fa confusione e ancora non ha idea di quanti zii e zie troverà di preciso, ma la cosa ci ha colpiti e non poco. Parla ancora tanto dei bambini del gruppo, li nomina quotidianamente, anche solo per ricordare quando non facevano a modo: ci sembrerebbe strano che non lo facesse. Però ci sembra che si stia avvicinando anche lei all'idea che partiremo, e della famiglia che la aspetta, e questa sensazione è davvero dolce. Continua anche a familiarizzare col concetto di "avere una mamma e un papà". Oggi sull'altalena una bambina le ha detto che era lì con la nonna, Tania ha risposto che la sua nonna è a casa. Poi le ha chiesto con sufficienza: Noi abbiamo anche un papà. Tu ce l'hai?

lunedì 4 febbraio 2013

Prime lacrime

Oggi ho fatto piangere Tania per la prima volta. Davvero mi ha sfilato la pazienza da sotto i piedi, alla fine sono sbottata togliendole di mano la calzamaglia con un gesto spiccio, lei si è spaventata ed è scoppiata a piangere. Io l'ho rassicurata, dicendole di stare tranquilla, e spiegandole che la mamma era arrabbiata e come mai. Che non succedeva niente, ma che arrabbiata lo ero. Dopo un po' l'ho abbracciata (non si è scostata come fa altre volte quando piange), si è messa tranquilla e, insomma, anche meno monella. Direi (e spero) di non aver fatto nessun danno, siccome poi, giocando con una bambola, la sgridava e poi le spiegava che la mamma era arrabbiata perché non mangiava; singolare, siccome la parola "arrabbiata" fino a ora l'aveva usata molto di rado per descrivere uno stato d'animo. Per il resto... eh, come ogni giorno ce n'è tanto. A partire dalla mattinata quando, mentre il papà faceva documenti, siamo state al parco in altalena, con altri bambini finalmente, che ha solo guardato, ma con grande interesse: chissà se si accorge che la "normalità" è il bambino con mamma/papà o entrambi, non l'istituto, come ha sempre pensato. Passando al bagnetto, dove, nella vasca, ha imparato a fare le bolle, va sotto con la testa e riemerge col fiatone... insomma, è pronta per la piscina e per il mare, dove non vediamo l'ora di portarla (estate... arriva!). E i giochi serali, che sono i più belli: stasera con la bambola Federica, che finalmente non mangia più "nel gruppo" come prima, ma fa quello che fa Tania: la pipì, si lava i denti e il sederino, si cambia tuta perché si è bagnata, poi dorme nel lettino, con Tania, ovvero con la mamma. Tesoro :-)

domenica 3 febbraio 2013

Prove di resistenza

... dei nervi di mamma e papà, è il titolo giusto per oggi. Tania infatti si sta accorgendo che le regole qui sono diverse (e meno) di quelle dell'istituto, e logicamente sta saggiando quanto in là può spingersi a fare "a rovescio". Poi oggi pioveva, al mattino siamo state a casa da sole io e lei, con sempre le solite due stanze e i 3 giochi, insomma un po' di noia è il minimo. Il pomeriggio, con un giro alle giostre e sulle scale mobili, infatti è andato meglio, anche se è stata necessaria una piccola "pettinata" alla bella bionda. Abbiamo gli ultimi giorni, almeno speriamo... entro sabato le pratiche dovrebbero essere terminate. Non ci sembra vero, che il tunnel sia finito e che presto potremo anche combattere con la piccola, che è anche giusto come evoluzione del rapporto, ma a casa nostra. Una casa che presto anche lei inizierà a considerare sua. E adesso il momento di decompressione... un film. Notte a tutti!

sabato 2 febbraio 2013

Sabato di sole

Primo sabato insieme qui a Kiev. Anche se la voglia di chiacchierare con qualcuno inizia a essere tanta, e per fortuna abbiamo trovato una coppia marchigiana molto in gamba, qui per la seconda adozione, e ci siamo fatti compagnia, passeggiando per la via principale di Kiev. Adesso la piccola dorme, ma oggi ci sono stati tanti momenti belli che non possono mancare i... love is. Love is... che ci venga a svegliare alla mattina, sorridente e dicendo che non è più buio e possiamo alzarci. Love is... sentirla chiedere di prepararle i "maccaroni". Love is... vederla saltellare per strada, tutta contenta - e sbattendo contro alla gente, tanto è spensierata. Love is... vedere con che occhi ammirati guarda il tizio vestito da scoiattolo, che le porge una ghianda, e come dice: "Amo quell'orso!" davanti alla foto che le abbiamo fatto con un tizio vestito da Topolino. Love is... vederla alzarsi da tavola e girare dietro alla sedia per venire ad abbracciare prima me, poi il papà. Love is... i tanti gesti di affetto, che aumentano di giorno in giorno. Love is... quando dice: "Sei la mia mamma!". Love is... vederla gustarsi oggi il gelato che ieri era una novità assoluta. Love is... vedere che faccia fa la prima volta in giostra. Love is... sentirla chiedere alla nonna, via Skipe, di cantarle ancora una canzone. Love is... vederla assistere il papà che mi taglia le unghie dei piedi (su sua richiesta), raccogliendo le unghie tagliate con le mani a coppa e discutere con lui, con aria serissima, su dove tagliare (ho temuto l'amputazione). Love is... quando mi assiste nel lavaggio dei capelli, tenendo il robo della vasca, com si chiama telefono? Love is... sentirla chiedere una favola, prima di dormire.

venerdì 1 febbraio 2013

Conoscerci

In realtà oggi non ci sono stati particolari colpi di scena, accadimenti sconvolgenti o cose del genere. Solo, la "semplice" vita quotidiana di due genitori che stanno imparando a esserlo, e di una bambina che sta provando una vita del tutto diversa da quella che ha sempre condotto, una vita che probabilmente non ha nemmeno mai immaginato. Abbiamo passato la mattinata in casa, siccome pioveva e comunque Tania dichiarava di non volere uscire - probabilmente ieri ha preso paura siccome alla sera mentre uscivamo un cagnetto è saltato fuori dalla scrivania, del tutto a sorpresa, avrei preso paura anche io! Infatti oggi pomeriggio, quando siamo dovuti andare in ufficio a vedere delle traduzioni di documenti, è passata tutta circospetta la prima volta, e solo dopo che il papà aveva assicurato che il campo era libero. In ufficio è stata una piccola star, la volevano vedere finalmente, dopo aver tanto "lavorato" e letto di lei. Era intimidita ma simpatica. Si è invece sciolta di più dopo, al centro commerciale, fra un gelato cioccolato-fragola e qualche saliscendi sulla scala mobile. Abbiamo anche incontrato altre due coppie italiane, entrambe col primo abbinamento non riuscito, con cui abbiamo scambiato due chiacchiere. Mi rendo conto che tante cose che noto ora di lei non saranno così ancora per molto. Siccome la stiamo conoscendo, verrebbe da dire: Ecco guarda, le piace questo, fa quello. Invece, a parte i cambiamenti che avverrebbero comunque, con la crescita, ci sono le cose che sono ancora legate all'istituto, e non sappiamo quanto "dureranno": le piacerà ancora trafficare in cucina, aiutare ad apparecchiare e sparecchiare, in generale i lavori di casa? Mettere a posto i vestiti di tutti prima di andare a letto? Sono cose che fa di sua iniziativa e col sorriso, e noi francamente la troviamo adorabile, buffa da matti, ma chissà. Ci rendiamo conto che conoscerla, conoscerci a vicenda, come abbiamo sognato per mesi e mesi, sarà un lungo cammino fitto di sorprese.

giovedì 31 gennaio 2013

Bollita/bolliti

Scriviamo per la seconda sera dall'appartamento di Kiev, a un'ora ben diversa. Tania è di là che dorme, stanca da una giornata in cui effettivamente, sulla via dell'entusiasmo, abbiamo voluto farle fare troppe cose. E lei c'è stata, sia chiaro, e di buon grado: il giro per negozi, con annessa scoperta delle scale mobili, in mattinata, l'incontro con due aspiranti coppie adottive, in partenza oggi e domani (in bocca al lupo ragazziiiii!), poi nel pomeriggio passeggiata nel parco e altalena, infine in serata pizza al ristorante. Ecco, quest'ultima potevamo evitarla, era stanchissima e noi stessi abbiamo rimpianto l'idea. Comunque va benissimo: si è ambientata in appartamento, gioca e si diverte. Cerca di volta in volta l'uno o l'altro, corre dalla cucina alla camera raccontando cosa succede nell'altra stanza. E' sempre sorridente, affronta le novità a testa alta e dichiarando in linea di massima che le piacciono. Ci incantiamo davanti a un suo gesto, a una parola, a uno scherzo. Poi Kiev è una bella città, avremmo tanto da farle vedere e provare, ma dobbiamo ripeterci che non c'è fretta, che farà tante cose belle, e noi ci saremo, per le sue "prime volte". Ah giusto, non dimentichiamo la seconda parte del titolo. Anche noi neo-genitori siamo un po' provati. PS Al compleanno di Fabio è mancata la torta - ma solo perché vorrà festeggiarlo a casa - ma è stato comunque un giorno da ricordare. Il primo da vero papà.

mercoledì 30 gennaio 2013

Compleanno in famiglia

Qui è già mezzanotte passata, quindi è il compleanno di Fabio. Che regalo migliore che riuscire, finalmente, ad arrivare insieme a Kiev? Sì, perché stamattina siamo partiti alle 8.15, con valigie e borse varie, con Andrej, per compiere l' " impresa", ovvero: fare gli ultimi documenti, andare in istituto a firmare varie carte, racimolare la piccola, partire per Dnieprpetrovsk, fotografare Tania all'ufficio passaporti, e infine partire per Kiev. Già dall'elenco si capisce che non erano poche cose, in più da un certo momento in poi erano dare fare con una bambina di 5 anni che non sapevamo come avrebbe reagito. In effetti, Tania ha reagito molto meglio del previsto: ha salutato tutti in istituto con grande entusiasmo - e fretta, purtroppo: avevamo i minuti contati. Ha avuto un piccolo momento di crisi dopo un po' che eravamo in macchina, poi appena sbrigate le ultime pratiche a Krivoy Rog, ma una fermata alla toilette e poi a mangiare al Mac (subito educativi eh!), l'hanno rimessa a posto e, a parte ancora qualche lacrima per le foto del passaporto, è stata veramente valorosa. Si è sciroppata 9 ore e mezzo di macchina senza dire "beo", solo chiedendo di tanto in tanto se davvero andavamo al nuovo appartamento. Ha mangiato, dormito, avuto la cacca nei momenti più delicati, fatto la pipì in una latrina da INCUBO :-) Siamo arrivati a Kiev, finalmente, verso le 23: stanchi morti ma comprensibilmente felici. Non sappiamo quanto ci farà ballare la piccola, che ha dormito un bel lo' in macchina, ma... siamo insieme, ed è quello che conta. PS un ringraziamento speciale ad Andrej che, con la regia di Irina, impegnata in trasferta, oltre agli uffici ha sfidato una nebbia decisamente modenese sulle strade ucraine, piene di buche. Ora lo sappiamo in viaggio verso casa, a Krivoy Rog: ci raccomandiamo, astarojna! Attento!

martedì 29 gennaio 2013

Momenti da donne e momenti da uomini

I momenti da donne li abbiamo passati oggi io e Tania, a casa insieme dalla mattina fino a quasi le 6 di sera. Giornata piacevole, la piccola ha iniziato a mangiare di più e in generale ci sembra tranquilla, relativamente ovviamente, visti i cambiamenti che stanno avvenendo nella sua vita. Siamo stati per parecchio tempo al parco, complice una temperatura mite e l'incontro con una mamma ucraina che però parlava italiano, vivendo a Milano da 10 anni. Ma il clou è stato raggiunto quando, dopo una robusta dose di altalena, le ho proposto di andare a comprare una brioche in negozio. Ha accettato e ci siamo fatte una passeggiatina in mezzo alla gente, con lei che guardava tutto con molta attenzione. Poi siamo entrate al forno, abbiamo scelto due dolci e ci siamo messe a mangiarli sedute a uno dei tavolini interni, davanti alla vetrina. Era da vedere... guardava fuori come se fosse una cosa che fa da sempre, mangiare una brioche seduta al bar. I momenti da uomini li hanno vissuti Fabio e Andrej, ormai uniti da una complicità prettamente maschile che consente loro di capirsi con 3 parole e qualche gesto, e malgrado questi limiti riuscire a conversare delle cose della vita (tipo la auto). Oggi si sono sciroppati l'ennesimo viaggio (300 km fra andata e ritorno) a Dniproeccecc, ma con ottimi risultati: sono riusciti, dopo una certa attesa e varie telefonate anche a Irina, a ottenere il documento che dopo, qui, ci ha fatti uscire dall'empasse di ieri. Hanno fatto, insieme alla giurista dell'istituto, parte delle carte che dovevamo fare ieri, e sono anche andati a rilegare i documenti. Insomma, Irina ha chiamato e ha detto che per domani avrebbe organizzato tutto, pur in sua assenza, per consentirci di fare tutti i documenti, recuperare Tania e partire per Dnipropetrovsk, dove Tania dovrà fare le foto per il passaporto, e poi forse Kiev. I condizionali a questo punto non sono un obbligo... ma un vero e proprio must. Valigie fatte per l'ennesima volta, e speriamo!

lunedì 28 gennaio 2013

In prigione

Quando io prendo il controllo del computer non è mai per festeggiare o raccontare qualche avventura entusiasmante ma perché qualcosa non va. Questa giornata doveva essere l'ultima in questa lontana e fredda città ucraina ma nonostante tutti gli sforzi anche oggi abbiamo dovuto alzare le mani e prendere atto che la partita che stiamo giocando non è solo nostra. Preparate per tempo le valige perché le cose da fare erano tante, ci siamo subito diretti dal notaio per ufficializzare la richiesta di passaporto e poi nuovamente all'ufficio famoso dove regolare la registrazione di Tatiana,tamponando l'errore commesso molti mesi fa dall'istituto. Tutto in ordine, documenti richiesti in mano, fotocopiati, bollati, incartati...ma oggi no...serve anche una dichiarazione della direttrice. Ok, si tornai in istituto, si prepara, si firma e si riparte...passa un'altra ora, il documento viene timbrato ma poi...meglio cambiare una frase, tornate alle 14:00 siamo chiusi ma se bussate vi apriamo. Dichiarazione corretta, riletta, firmata, ore 14:00 la nostra referente entra assieme alla giurista dell'istituto e dopo un'ora e quaranta minuti ne escono con...un'altra richiesta: quella relazione non serve bisogna ritirare un documento domani alle ore 10:00 all'ufficio passaporti della città natale di Tatiana! Partenza da casa ore 8:30 rientro ore 17:00 con un nulla di fatto, una giornata passate in macchina e una bimba che oggi abbiamo visto solo per 3 minuti giusto il tempo di dirle che eravamo in giro per i documenti e che la saremmo passata a prendere domani per giocare insieme anche se non sa che il papà non ci sarà. Si domani giocherò da titolare in ufficio ritirando il famoso documento assieme al nostro tassista e poi cercando, assieme alla giurista dell'istituto, di ottenere la famosa registrazione visto che la nostra referente ha dovuto giustamente raggiungere un'altra coppia per sbrigare le solite pratiche post sentenza e non tornerà da noi prima di Mercoledì o Giovedì. Quello che stiamo provando è difficile da spiegare, ci sentiamo dei burattini in mano a burocrati che non sapendo come uscire da questo errore di mancata registrazione ci stanno rimbalzando da un posto all'altro fino a che non si trovi qualcuno che si prenda la briga di giustificare questa situazione paradossale di una bimba che ha già due genitori Italiani che però non possono ad arrivare all'ufficio passaporti perché non riescono ad uscire dalla città di residenza a causa della mancata iscrizione al registro quando è stata trasferita nel Novembre 2011!!! Sappiamo di essere quasi in fondo ma questo quasi è un macigno enorme che a volte sembra soffocarci. Noi siamo genitori ufficialmente dal 22/01 ma ad oggi non sappiamo quando riusciremo a partire per iniziare la nostra vita insieme. A volte il più bel posto del mondo può sembrare una prigione e noi vi garantiamo che Krivoy Rog in questo momento la vediamo con tante sbarre e non si tratta nemmeno di un gran posto. Domani speriamo di rialzarci con qualche energia in più perché sappiamo che Tatiana si merita il meglio e perché se ci giriamo anche noi siamo in grado di vedere quanta strada abbiamo fatto prima di scollinare ma ragazzi pregate per noi perché ne abbiamo veramente bisogno.

domenica 27 gennaio 2013

Valigie

Le abbiamo fatte per l'ennesima volta, cambiando ancora la distribuzione delle cose, chiedendoci se ce la faremo a portare sia loro che Tania. Speriamo che non sia per niente, e che domani riusciamo a chiudere i documenti e a fare che Krivoy Rog diventi un posto da ricordare con un briciolo di nostalgia - sono convinta che sarà così, appena potremmo mettere un po' di spazio e un po' di tempo fra lui e noi. La giornata con la piccola è andata bene. Ci stiamo prendendo le misure, lei a noi e noi a lei, e ci vorrà ancora un bel po' di tempo per finire, se mai finiremo. Certo è che giochiamo e parliamo tanto, anche con Skipe perché, come ha notato Fabio, la piccola è proprio brava a rimanere in video ascoltando parole di cui capisce davvero poco. Oggi, oltre al solito bagnetto, altalena, costruzioni, ci siamo cimentati in una sessione intensa di balletti e accompagnamento musicale di canzoni, proprio divertente... forse meno per chi ci abita sotto, ma ormai :-)

sabato 26 gennaio 2013

Istantanee

Ho paura che fra un po' di tempo non ricorderemo più quanto sono stati belli e speciali questi primi giorni con la piccola "part time", ma comunque con noi fuori dalle mura dell'istituto. Tipo, ciò che sognavamo da mesi... Vederla entrare in casa di corsa e andare subito in sala a vedere se ci sono ancora i suoi giochi, sentirla dire: C'è Federica (la bambola). C'è il video di Masha! Ci sono le costruzioni! Anche quando l'andiamo a prendere ci chiede dove sono le sue cose, se sono ancora a casa. Vederla prendere la tuta nel suo cassetto, e cercare il suo pigiama sotto al cuscino. Sentirle dire: Questo è il mio pigiama, questo quello del papà, questo della mamma. Papà dorme qui, la mamma qui. Ieri io ho dormito qui. Vedere il suo spazzolino rosa vicino ai nostri e vederla correre da me in cucina col mio spazzolino, chiamando anche me a lavare i denti. Vederla mettere i cubetti di mozzarella sulla pizza mangiandone la metà, e spargere la salsa di pomodoro col cucchiaino che dopo lecca, "per pulirlo"... anche se poi deve ancora metterne di salsa! Sentirla che a letto ti accarezza i capelli (anche se dovrebbe dormire), e che parla a voce bassa "perché il papà dorme". Farle il solletico ai piedi, sempre a letto. Approfittare di quando la aiutiamo a vestirsi per strapazzarla un po'. Sentire i capelli che profumano dello shampoo che le hai messo tu. Vederla cantare Mi scappa la pipì in videochiamata insieme al cuginetto. In macchina, al ritorno, sentire che si è abbandonata più del solito fra le mie braccia, chiedere a Fabio e vedere che si è addormentata. Sentirla dire dopo, ridacchiando fra sé: Mi sono addormentata in macchina!

venerdì 25 gennaio 2013

Qui si produce

Sembra che siamo qui a battere la fiacca, pettinare le bambole e quelle cose lì, invece ci si sbaglia e alla grande. Intanto perché Tania qui ha due bambole tutte e due calve. E poi perché di cose se ne fanno tante. Prendiamo oggi ad esempio. Per essere più produttivi, ci siamo divisi, io e Fabio. Lui e Andrej sono andati valorosamente, sotto a una gran nevicata, a Dnieprpertrovsk e a Dniepreccecc a legalizzare e ritirare documenti. Malgrado le poche parole di russo di Fabio e le pochissime di inglese, unite a una certa laconicità naturale, di Andrej - che comunque è stato lodevolissimo, pur essendo "solo" un autista oggi ha fatto il lavoro del referente, alla fine - sono riusciti a fare tutto e anche a recuperare il documento mancante. Quindi lunedì Irina torna qui, e vediamo se riusciamo a finire il tutto. Io invece sono rimasta a casa, sempre sotto la neve, con la cucciola, che ha chiesto parecchie volte dove fosse il papà, dicendo poi che era a "comprare i documenti", roba che se la sente un giudice ci arresta tutti quanti. La giornata è andata ancora meglio di ieri: Tania era più rilassata, io pure, quindi abbiamo fatto cose semplicissime ma si sa, per una (io) che ancora cade in deliquio vedendola appallottolare le polpette, e stava per colare sul pavimento come un ghiacciolo quando l'ha vista addormentata con due dita in bocca... sono sempre cose belle. Il bagnetto a lei e poi alla bambola, il lavaggio dei vestiti, l'aiuto che mi ha dato in cucina, poi, dopo dormito, a fare il letto... sono cose senza prezzo per noi. Poi ci abitueremo, lo fanno tutti, però vorrei ricordarmi, magari rileggendolo, del primo giorno in cui ho visto come dorme nostra figlia. Quando poi Fabio è tornato, a fine giornata, Tania gli è corsa al collo dicendo: Sei tornato! Momento da incorniciare anche per il papà, direi.

giovedì 24 gennaio 2013

Prima uscita insieme

Stamattina, ore 9.00, eravamo da Tania a vedere se veramente ce l'avrebbero data a casa. Le cose sono iniziate leggermente in salita... dopo essersi vestita ha detto che no, non voleva venirci, che voleva andare in palestra. Noi e la maestra l'abbiamo convinta, e siamo arrivati indenni fino alla macchina. A un metro dalla portiera è scoppiata a piangere: non voleva salire, non so come mai era spaventata da Andrej, che aveva visto ieri senza problemi. Comunque: coraggio a due mani, caricata in macchina, poi ho iniziato a spiegarle che Andrej è bravo, non c'è da aver paura... tempo neanche due minuti ed era di nuovo abbastanza garrula, è anche voluta venire in braccio per guardare fuori dal finestrino (Murryyyyy... non leggere quest'ultima frase! :-) ). Insomma, ci aspettava la seconda prova: la spesa. Lo so, è stato da incoscienti provare a portarla, ma ci siamo detti: non abbiamo cibo; il market vicino a casa ha chiuso; sfruttiamo l'occasione di avere la macchina; al limite se si dispera usciamo e amen. E in effetti sembravamo avviati in quella direzione: varcata la soglia, si è messa a piangere. L'ho presa in braccio, portata a scegliere le banane, un peperone... quello, non so perché, le ha bloccato il pianto, è voluta scendere, l'ha portato lei al papà e ha iniziato ad aiutarci con le altre cose. Tempo un minuto e sorrideva contenta, aiutava Fabio col carrello, saltellava persino e attaccava bottone alla gente. Insomma, è andata benissimo, anche se io ero tesa come una corda di violino, neanche portassi in giro una bambina di porcellana. In realtà, deve essere fatta di ben altra tempra, siccome da lì un poi è stata proprio coraggiosa: siamo arrivati davanti al condominio, scesi, 6 piani di scale, siamo entrati; le è piaciuto, subito ha iniziato a guardare qua e là, i suoi giochi che avevamo messo in sala, i vestitini, tutto insomma. Ha voluto pranzare presto (anche se in effetti ha mangiato pochino), poi andare a letto, col pigiama e con noi ovviamente. Di dormire, non se ne è parlato: ha fatto una finta, poi però ha iniziato a parlare tutta contenta, a ridere, ad annusare i fiori dipinti sulla testata, insomma tutti indizi che non avrebbe dormito neanche a prenderla a padellate. Quindi, ci siamo alzati e abbiamo: fatto il bagnetto, asciugato i capelli, giocato un po', addirittura andati al parchetto qui vicino a giocare! (avrei scommesso che non avrebbe avuto il coraggio, invece, bella come il sole...). Poi abbiamo videochiamato la zia Chiara, giocato ancora e guardato la tv (che in effetti le piacerebbe sempre accesa, come sottofondo), infine ha "scoperto" che poteva lavare il bambolotto nella vasca, e ancora meglio, che poteva usare una spugnetta per pulire tutto il bagno... e lì era come se non ci fosse. Ci ha anche chiesto di andare "in sala a giocare"! Alle 17.30 siamo tornati verso l'istituto in macchina. I suoi amici l'hanno accolta come se fosse una star, lei era tutta contenta di raccontare che era stata in macchina e in un negozio grandissimo. Noi... siamo contenti, anche se stanchi, non per come è stata lei, ma per la tensione. Io temevo che non volesse più venire (e domani ho ancora il dubbio, in effetti), che non ce la passassimo più in questo appartamento, invece... è andata bene. Ha detto che si era divertita e che era contenta. E noi ci portiamo via queste immagini, che diventeranno familiari ma che per ora sono uniche: - lei che sceglie dei piattini con delle ballerine, "per me mamma" - che dopo la spesa corre incontro ad Andrej, appena arrivato in macchina, dicendogli: Bravo! sei arrivato! - che si mette il pigiamino e ci chiede di andare a letto con lei - che si lava i dentini con lo spazzolino (rosa) - che gira per strada per mano - che chiede al papà: Cosa fai di là? Lui: Leggo! Lei (che è in bagno intenta a bagnarsi tutta): Bravo! Leggi!

mercoledì 23 gennaio 2013

Allucinante

Mi hanno fatto notare che nel post di ieri ci eravamo un po' allargati con le certezze, evidentemente non abbiamo fatto bene a rilassarci così tanto. O, se vogliamo proseguire con le metafore animali, diciamo che la sfiga che ci ha accompagnato dal luglio 2011 a oggi è stata come un serpente, che abbiamo iniziato a schiacciare col nuovo abbinamento, colpito a morte con la sentenza positiva, ucciso ieri, con il ritiro ma.. oggi dà ancora un colpetto di coda, speriamo l'ultimo prima di rendere l'anima per un bel pezzo. Insomma, non scendiamo nei dettagli perché sono i soliti casini burocratici (soliti... insomma... Irina ha detto che in 10 anni una cosa così non le era mai capitata), basti sapere che, a causa di un errore compiuto in istituto, manca un passaggio burocratico fondamentale, relativo alla residenza di Tania, per poter fare la richiesta di passaporto. Oggi abbiamo girato in lungo e in largo per risolvere il problema, e abbiamo appurato che in effetti i tempi che erano stati supposti in un primo tempo per risolvere la questione (un mese, aiuto!), sono diventati... una settimana, se siamo molto molto fortunati forse meno, ma chissà. Settimana durante la quale non potremo prendere con noi Tania, perché ufficialmente l'adozione non è conclusa. Pare che da domani possiamo prenderla qualche ora in appartamento, ma diciamo che ci crediamo quando arriva qui, ci sta, nessuno fa storie in proposito. Sarebbe ora, comunque, che già oggi, siccome tutti, Irina compresa, credevamo di portala via, le abbiamo dato i vestitini nuovi, e lei era tutta contenta, oltre che bellissima. Siamo anche usciti in macchina per andare a fare le fototessere, e lei è stata abbastanza tranquilla, tutto sommato. Ha comunque dichiarato che a casa con noi ci viene... ha paura, evidentemente, ma si fida di noi. Vedremo se domani faremo ancora un passo avanti sulla via della famiglia, via... speriamo.

martedì 22 gennaio 2013

Ufficialmente

Oggi, verso le 10, abbiamo ritirato la sentenza che ci decreta ufficialmente genitori di Tania. Più tardi abbiamo anche fatto preparare il nuovo certificato di nascita, che recita che Tatiana è nata da noi. La giornata è stato il solito delirio burocratico ucraino, e come da programma... non siamo riusciti a fare tutti i giri. Domani mattina andremo da Tania e la porteremo a fare le fototessere, mentre Irina gira per altri documenti; poi, chiederemo se l'ufficio che dobbiamo visitare a Dnieprpetrovsk ci può accogliere anche nel pomeriggio: se sì, andremo a prendere la piccola e partiremo insieme, se no... tutto rimandato a giovedì. Vedremo, intanto stiamo pronti con le valigie. Ma tanto lo so che nessuno sta leggendo queste righe con attenzione, preso dall'attesa di quello che ogni lettore si aspetta. La foto. Ed eccola: nostra figlia!

lunedì 21 gennaio 2013

Primi saluti

Oggi abbiamo salutato la nostra tata preferita, fra quelle di Tania: si chiama Tania anche lei, la conosciamo dallo scorso novembre, è giovane, carina, non alza la voce ma riesce a farsi dare abbastanza retta. Cosa non semplice perché, come Fabio stesso ha sperimentato sulla sua pelle, non è facile far ragionare il gruppo dei bimbi, quando si perde il controllo. Vederlo chinato a cercare di convincere Nazare e Olga a fare quello che propone, con la tata che ride sotto i baffi, è una di quelle scene che non dimenticherò tanto facilmente. Comunque, le abbiamo dato un disegno fatto per l'occasione da Tania, e una sua foto, le abbiamo fatto una foto con la piccola e dato la mostra mail e il contatto FB. Vorremmo proprio mantenere il legame, siccome ci ha detto più volte di voler vedere come cresce la cosacchina. Per il resto, noi siamo pronti, domani, al ritiro della sentenza e, se tutto va bene, a fare il certificato di nascita nuovo. Abbiamo scelto, con una certa emozione, i vestitini da mettere a Tania mercoledì. E non vediamo l'ora che arrivi il momento di uscire dall'istituto insieme.

domenica 20 gennaio 2013

Ma io...?

Ieri l'altro era stato: Ma io ci andrò in piscina? Ieri: Ma ci andrò dalla parrucchiera? Oggi: Ma ci andrò a scuola? Tania salta fuori con queste domande quando meno ce lo aspettiamo. Come nel caso della scuola, non sappiamo come le vengano in mente, e non dice: in Italia. Però... il fatto che chieda a noi cosa farà, che, in un certo senso, ci chieda di rassicurarla sulle cose belle che la aspettano (perché ha detto che a scuola ci vuole andare, per imparare a leggere, a scrivere e a raccontare le favole), ci rende felici. Non sappiamo di preciso cosa realizzi nella sua testolina, fra noi che parliamo un russo da operetta, le tate che a ogni piè sospinto le dicono che se non è brava noi non la porteremo via, gli amici che a tratti le chiedono quando parte, a tratti le dicono (come a rassicurare se stessi, e ci sta) che no, non andrà a scuola, che non ci pensi nemmeno. A noi sembra tranquilla e alcuni dei comportamenti delle tate, con scelte molto diverse da quelle che faremmo noi, frasi che non pronunceremmo, modi che non adotteremmo, ci stanno sempre più stretti. Certo, se tutto va come deve, domani dovrebbe essere l'ultimo giorno in istituto. Manca così poco che non ci sembra vero, e comunque il tempo con la piccola vola. Stamattina siamo stati fuori, un po' con gli altri bimbi ma molto anche da soli, a passeggiare infangandoci (io e lei), cantando Apro gli occhi e ti penso, componendo la sua nuova famiglia con le pigne. Nel pomeriggio invece breve ma soddisfacente sessione di disegno (che, per il momento, non le piace molto, ma probabilmente anche perché non le dà soddisfazione), poi giochi di finzione, in cui lei era una tata e noi i bambini - e i modi che usa nell'imitare le tate sono leggermente inquietanti. A me ha detto, quando è stato il mio turno fare la tata: Urla! Devi urlare... Poi, tante cose da ricordare. Alcune qui. Love is... vederla correre contenta al telefono, chiedendo se siano i nonni. Sentirla rispondere a mia mamma, ripetendo quello che ho detto io, ma senza che glielo chiedessi: Sto beeeene, con la e aperta, tipo dizione. Love is... vederla mandarci i baci col soffio, mentre ci saluta da una finestra. Love is... sentirle dire: Luca maiò?, "il mio Luca?", quando le diciamo una cosa sul cuginetto. Love is... quando ci si butta addosso, al momento del saluto, perché le piace che facciamo finta di cadere sotto al suo abbraccio.

sabato 19 gennaio 2013

Apro gli occhi e ti penso

E' stata l'idea geniale di oggi. Idee geniali necessarie per far passare un'altra giornata uggiosa, siccome abbiamo scoperto che, se facciamo tanto di coinvolgerla, una Tania altrimenti annoiata (e a ragione) diventa lei stessa piena di idee e poi è molto più facile far passare il tempo. Le idee di oggi sono state: il papà che si è messo a fare esercizi, anche buffi, in palestra con una bacchetta in mano, e io e Tania dovevamo imitarlo (grandissimo successo); un gioco in cui Tania preparava tre letti e noi facevamo finta di andare a letto, svegliarci, andare a lavorare ecc.; imitare quello che Masha e Medved facevano nel cartone, come in una scenetta; infine, cantarle in coro la canzone dell'Equipe 84, cosa che l'ha deliziata. Ce l'ha fatta ripetere 3 volte, alla fine faceva Uò uò anche lei :-) e sorrideva felice quando dicevamo Teeeee! indicandola. E in effetti non è neanche sbagliato, se pensiamo al testo è abbastanza adatto a noi alla fine... Ma non è tutto qui. Alla ricerca di emozioni "forti", oggi ho provato una nuova esperienza: andare dalla parrucchiera qui a Krivoy Rog! Ebbene sì, ne avevo bisogno, e Fabio mi fa: Magari poi a casa non hai tempo - e in effetti, a me piace come andare dal dentista! Quindi, e sia: preso appuntamento e accordi con Irina per la traduzione simultanea telefonica. Dovevo fare il colore e la piega. Mi dicono il tempo previsto: 3 ore. 3 oreeee? E c'ero solo io eh! Insomma, mi fanno la tinta, poi lo shampoo, mi asciugano un po' e poi vedo che tirano fuori la carta d'alluminio. Chiamo subito Irina: Mi sa che vogliono farmi le meches! Figurarsi, mai fatte a casa, le faccio qui? Quindi le abbiamo fermate, ma erano delusissime... Insomma, lavoro fatto, e bene direi, spesa: 16 euro e 50, affarone! E Tania! Ci chiedevamo: se ne accorgerà? Eccome! L'ha notato subito, con la sua solita aria enfatica, ha chiesto 10.000 dettagli, fra cui anche se potrà andarci anche lei. E me li annusava di continuo...