lunedì 31 dicembre 2012

Siete tornati?

Siamo a casa, dal 27 dicembre. Tornare è sempre un balsamo per le nostre pelli un po' assottigliate dallo stress ucraino. Perché una cosa è stare là punto, aspettando e basta - che non è facile lo stesso, ma insomma. Altra cosa è stare là, aspettando, con roba che non arriva. Il livello dello stress aumenta e non poco. Certo, anche adesso aspettiamo qualcosa che non arriva: venerdì il documento del DAP non era ancora stato consegnato, prima del 9 adesso restano solo il 2 e il 4, e la cosa non ci riempie di particolare ottimismo. Anzi. In ogni modo, le telefonate alla piccola, che non era affatto contenta della nostra partenza - un deciso cambiamento, siccome le altre volte l'aveva presa con apparente serenità - sono già due. Nella prima, fatta il 28, lei era così su di giri per il fatto di sentirci che non abbiamo capito nulla, ma nulla, di quello che diceva. Però dallo squittio abbiamo capito che era contenta. Ieri invece, dopo l'urletto di gioia a sentire che eravamo noi (la chiamiamo su un cellulare lasciato alle tate, finché dura la batteria, e credo che la cosa le piaccia parecchio), per prima cosa ci ha chiesto: "Siete tornati?". E' stato con una certa amarezza che abbiamo risposto che no, ma torneremo presto. Poi ha chiesto del papà, raccontato di Babbo Natale, noi che abbiamo tanti regali per lei. Però, mi chiedo. Chi deve fare quelle firme al DAP, ce li ha dei bambini? Quanto tempo li fanno o li farebbero aspettare la mamma e il papà, i loro bambini, tipo, che so, davanti a scuola? Quante volte li lascerebbero chiedere, Siete tornati? Ovvio che, nella prospettiva dei mesi che abbiamo atteso, una settimana, due, non cambiano niente, né per noi né per Tania. Però tutti sappiamo quanto siano lunghi anche 5 minuti, quando si aspetta, da piccoli (e anche da grandi). E va bene che i bambini non hanno la concezione del tempo. E va bene che lei comunque là non sta male. Ma ci vorrebbe, e sapere che ci separano da lei due firme e un timbro, e magari qualcuno in ferie... ci provoca un giramento di jivotik prossimo allo tsunami.

martedì 25 dicembre 2012

Partire per ritornare

Il giorno di Natale ci ha portato un "regalo" che in effetti non avevamo chiesto a Babbo Natale. Però diciamo che ce lo facciamo andare bene, anche perché non è che abbiamo tanta scelta. Questa la situazione: il documento dell'Interpol è arrivato al DAP venerdì scorso. E fin qui tutto bene. Il problema è che, per arrivare a produrre il documento che dice che siamo autorizzati dal Dipartimento ad adottare Tania (il famoso foglio senza il quale non si fa l'udienza), il DAP deve, oltre ad avere in mano a sua volta tutta una serie di documenti (fra cui quello dell'Interpol), anche far fare a questo foglio una serie di giri, timbri, firme, fatti in vari posti. E per far fare al documento questi giri, si sono presi fino a venerdì. Ergo, giovedì non sarà possibile avere l'udienza. E' stata rimandata al 10 gennaio, subito dopo la fine delle feste qui in Ucraina. Che dire? La notizia ci ha abbastanza sfiduciati, all'inizio. Poi ci siamo detti: che almeno Tania è abbinata a noi, che è deliziosa e ci vuole bene, che speriamo si tratti davvero solo di qualche giorno che si interpone fra noi e lei, che in fondo, con tutto quel che abbiamo aspettato, questo è poco... Insomma, dopo un lavoro psicologico stile lavaggio del cervello, ci siamo ripresi abbastanza da riprendere fra i denti il pugnale, e tornare in battaglia. Che consiste, domani, nel salutare la piccola, lasciandole un cellulare su cui la chiameremo. Poi, nel fare le valigie e organizzare il rientro. E ricordarci la frase di un libro per bambini molto bello, "Il bello del'ombrello": "Il bello del partire è ritornare. Il bello del ritornare è raccontare". Quindi, pensiamo a questo: al nostro rientro qui, fra non moltissimo, e speriamo intensamente che stavolta sia davvero quella buona.

lunedì 24 dicembre 2012

Interrompiamo le normali trasmissioni

Che tendono a trattare, in modo alquanto monotematico, dei numerosi talenti di una bionda cinquenne e delle traversie burocratiche dei - futuri - genitori, per augurare a tutti un buon Natale. A tutti, a chi ha le persone care vicine, a chi le ha lontane o addirittura irraggiungibili, a chi ha quello che desidera, a chi ancora sta lottando per averlo. Buon Natale a tutti da Krivoy Rog, dove domani è un normalissimo martedì.

domenica 23 dicembre 2012

Amarcord

Domenica di sole, qui a Krivoy Rog, e insieme alla neve e agli addobbi, l'effetto è proprio che la città sia al suo meglio. Tania purtroppo è sempre più piena di catarro, quindi ci accontentiamo di guardare dalla finestra i bambini che giocano in giardino. La mattina è passata così, fra una sessione di bondage alle gambe, che ci ha chiesto appena dopo gli abbracci di saluto, un assaggio di zabaione fatto dalla mamma (che però non ha avuto lo stesso successo della mela cotta, che è ancora il top del gusto, al momento), svariate gite giù per le scale in braccio alla mamma o al papà. Prima di pranzo, insieme ad Andrej ci siamo anche avventurati al mercato, a cercare un regalo che ci è stato espressamente richiesto: molto piacevole, andare con qualcuno che è pratico e ci ha condotto con sicurezza alla ricerca di quello che volevamo. Ma il momento di cui vorrei raccontare oggi è il pomeriggio. Tania era più tranquilla del solito (speriamo non covi qualcosa di ulteriore), e ha chiesto, dopo il bendaggio alle gambe, di vedere i filmati sull'ipod del papà. Ha sfogliato lei, fermandosi a guardare quello che più le andava, per lo più vecchie cose, della scorsa estate, quando l'abbiamo conosciuta, per intenderci. E dopo una breve pausa sulla macchina fotografica, per vedere lei che balla per San Nicola, è passata agli album di foto e al video che abbiamo preparato l'anno scorso per Natale, con i filmati più belli da giugno a novembre 2012. L'ha voluto guardare più e più volte, chiedendo ora un episodio, ora un altro, con noi che cercavamo di arricchirlo il più possibile con i nostri racconti: "Ti ricordi, quello è Ian. Lì, dopo che ti sei messa le scarpe della mamma, sei caduta, ma non hai pianto. Lì andavi fortissimo, e ti dicevamo di andare più piano". Cose semplici, tutto sommato, ma lei era curiosa, interessata, ogni tanto quando non eravamo inquadrati chiedeva: "Dov'è la mamma? Dov'è il papà?". Magari sembrano cose di poco conto, ma per noi è molto importante: c'è una fetta della sua vita, non piccola, di cui non sappiamo e non sapremo mai quasi niente, e di cui lei non ha ricordi. Ma c'è da un punto in poi, ed è giugno 2011, che è nelle nostre mani. Siamo noi ad essere custodi, da lì in poi, per quel che possiamo. Per questo abbiamo raccolto dei piccoli ricordi, per questo ci teniamo a farle vedere quello che possiamo di quando era "piccola". Magari adesso, a parte questi momenti, a lei interessa il giusto, ma forse più avanti ci terrà a saperlo. E poi questa strada con lei è stata così lunga, che ci piace ricordare da quanto tempo siamo "insieme": sicuramente non al modo delle famiglie normali, tragicamente poco come quantità di tempo effettivo, ma Tania è nel nostro cuore da quel giorno di giugno, non ce n'è andata un attimo, e pensiamo che saperlo le faccia un gran bene.

sabato 22 dicembre 2012

Un bel coretto

Già, facciamo proprio un bel quadretto famigliare: Tania col naso che cola copioso moccolo, Fabio che tossisce (e poi tossisce subito anche lei, sembrano sincronizzati), io con il mal di gola. Insomma, magari non condividiamo ancora il tetto, ma i bacilli... oh, yes! Peccato perché qui è nevicato un bel po' e sarebbe stato carino portare la belvetta in giardino a giocare. Speriamo che si riprenda presto, e che possiamo uscire nei prossimi giorni. Il weekend è sempre tranquillo: uffici chiusi, nessuna notizia di documenti, anche in istituto il ritmo diventa più rilassato, non c'è personale eccetto quello della cucina e le tate nei singoli gruppi, si può girare nei corridoi con una certa calma e anche la disciplina si allenta un po'. Quindi andiamo avanti con i soliti giochi - Tania inizia a essere stanchetta del trio tegamini-costruzioni-valigetta del medico, figuratevi noi. Certo, il dottore ha sempre il suo fascino: oggi per esempio si è divertita da matti quando le ho fasciato insieme le gambe, e non riusciva a camminare se non saltellando. Non voleva più essere liberata, anzi è anche andata nel suo gruppo a far vedere che genio è la sua mamma, col risultato che poi tutti volevano le gambe fasciate, con evidente gaudio della tata. Ci dispiace non giocare di più con gli altri bimbi. Sono tutti affamati di attenzioni, e basta anche un piccolo gesto, un momento dedicato a loro, per vedere i loro occhi accendersi. Penso che una buona parte di loro - probabilmente tutti quelli in gruppo con Tania, eccetto uno (voglio sperarlo) - non abbiano grandi prospettive di avere una famiglia. Sono troppo malati per essere adottati, a meno di grandi colpi di fortuna ovviamente. Non possiamo non pensare al loro futuro.

venerdì 21 dicembre 2012

Di nuovo, una luce

Immancabilmente, dopo una giornata di buio pesto, arriva una luce. Quella di oggi ha preso la forma di un nuovo obiettivo, una nuova data, una nuova speranza. Il 27 dicembre, alle 11, è fissata una nuova udienza, e abbiamo 2 chances per avere i documenti: lunedì e mercoledì. Le notizie sembrano buone, speriamo che effettivamente arrivi tutto: in tanti hanno lavorato per vedere di farli giungere nel posto giusto, e non avremo mai abbastanza parole per ringraziarli. Ci mettiamo dunque di nuovo in marcia, o in lotta, o in qualsiasi modo venga in mente. Lo facciamo progettando il Natale qui, pensando a un menù di cose buone, comprando in strada un piccolo alberello e addobbandolo. Stando con Tania, che oggi era raffreddata e con un briciolo di febbre, ma allegra come sempre, e affettuosa più che mai: desiderosa di starci in braccio, in spalla, di toccarci il viso, di darci dei baci e di stringerci forte, in quella conoscenza anche fisica che probabilmente non ha mai fatto con nessuno, eccetto gli altri bambini. Ci accorgiamo per esempio che adesso giochiamo meno: stiamo anche molto solo insieme, in giro per i corridoi, a parlare da qualche parte, a guardare dalla finestra. Le parole sono ancora poche da tutte e due le parti, a volte non ci si capisce, ma ci sembra che i cuori parlino, e quel che dicono sia chiaro a tutti.

giovedì 20 dicembre 2012

Sgradevole sensazione

Confermiamo che l'udienza oggi non c'è stata. Anzi, abbiamo anche passato una simpaticissima mattinata in attesa di notizie che non sono arrivate. Adesso, invece, siamo stati illuminati e sappiamo che: il documento risulta ancora non pervenuto al Dap, e il giudice oggi non si è trovato. Quindi, la possibilità di fare l'udienza lunedì è alquanto vaga, al momento almeno. Il fatto è che ci troviamo nella più completa incertezza (dove sarà il documento? perché molti altri sono arrivati ma il nostro no? il giudice sarà o no disponibile?), e in preda alla sgradevole sensazione di star rincorrendo una carota che, tutte le volte che stiamo per afferrarla, viene allontanata. Stasera non è sera, proprio no.

mercoledì 19 dicembre 2012

Come uccidere un pescegatto

Avevo in mente questa cosa che i pescigatto siano difficili da uccidere, per sicurezza comunque ho controllato online... in effetti è così. E' l'immagine che mi è venuta in mente per descrivere come sia difficile da far fuori la speranza. Ecco, è difficile da uccidere come un pescegatto. Mi spiego. Oggi i documenti non c'erano, l'udienza di domani è già effettivamente saltata. Questo chiaramente ci ha abbastanza gettati nello sconforto, siccome fino all'ultimo ci abbiamo sperato, che saltassero fuori (e già il discorso del pescegatto ci starebbe). Poi però è emersa un'altra cosa: ovvero, che parrebbe che la giudice sia disposta a metterci l'udienza lunedì 24. Piano con le feste: solo domani ci dirà se è effettivamente così, inoltre solo domani verificheremo se c'è qualche possibilità venerdì di avere i documenti. Quindi, chiaramente, non è che la situazione sia proprio chiara, anzi, a livello di probabilità siamo messi che è più facile che andremo in tribunale a gennaio, che alla Vigilia. Eppure, la speranza è di nuovo lì, che si avvinghia, testarda e cocciuta più che mai. Un pescegatto che anche senz'acqua vive vive e vive, anche se soffre, chiaramente. Dunque, aspettiamo domani: se c'è qualche possibilità per lunedì, rimarremo, altrimenti partiremo in modo da prendere l'aereo già prenotato, venerdì. Oggi abbiamo anche salutato la piccola. E' stata una bella giornata: San Nicola stamattina le ha portato i regali (che le sono piaciuti moltissimo, soprattutto la bambola di Masha, che oggi ha già avuto modo di sperimentare che emozione sia essere una bambola della Tania - emozione a livello di esperienza estrema), poi nel pomeriggio c'è stato lo spettacolo. Ci sono bambini che hanno un po' paura di Babbo Natale; non lei, di San Nicola almeno: sia stamattina che oggi pomeriggio, appena l'ha incontrato, nei panni di due diverse tate, gli è andata incontro a braccia aperte, come a un amico che non vedi da un po', subito pronta con un po' di domande: E fammi vedere che bel cappello, e che scarpe hai. Allo spettacolo era in prima fila, noi in fondo. Non ci ha subito visti, poi ha scorto il papà, poi si è voltata urlando: La mammaaaaa? E mi sono sporta, rassicurandola. Quindi ha ascoltato, si è alzata nei momenti più disparati, ha battuto mani e piedi, ha ballato e alla fine ci ha raggiunti, con le caramelle in mano e le guance rosa, tutta contenta. Dopo un po' di giochi, l'abbiamo presa sulle ginocchia per il solito discorso, che domani la mamma e il papà non andranno a trovarla, perché tornano a casa, lontano lontano, in aereo, che torneranno presto e le telefoneranno. Lei ha annuito, poi ci ha stretti forti ed è andata. Si è girata a urlarci, come al solito, "A domani!", io ho risposto: "Domani no..." e lei, senza lasciarmi finire, ha scosso le spalle, come a dire: "Ah, no, che me l'hanno appena detto", e ha sorriso. Non sappiamo se domani andremo o staremo, ma ci manca già.

martedì 18 dicembre 2012

Zenigata ha fallito?

Malgrado i salti mortali fatti stamattina, pare proprio che non avremo i documenti per andare in udienza. Infatti, vanno ritirati al DAP il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 11 alle 13. Se domani a quell'ora non ci sono, non facciamo in tempo... potrebbero esserci venerdì, certo, ma sarebbe tardi. In ogni modo... sapremo, anche quando il giudice avrà intenzione di fissare la nuova udienza. A meno che non sia davvero a giro di boa (tipo a prossima settimana, ma ne dubitiamo fortemente), il progetto è comunque di partire da qui in modo da essere sull'aereo per l'Italia il 21. Ma andiamo per tappe: e la prima è domani mattina, ore 10, consegna dei regali di San Nicola alla piccola. PS malgrado il momento, se non teso, triste, abbiamo un "love is". Love is... vederla oggi, quando suona il nostro telefono: sono notizie dall'ente, per sapere come va col documento. Risponde Fabio, che si allontana per parlare lungo la scala, il tono di voce un po' teso. Tania per un po' sta con me, poi però corre giù e gli va ad abbracciare le gambe, strette strette.

lunedì 17 dicembre 2012

Dai...

Non possiamo essere bloccati da un documento del cavolo dell'interpol. Fra l'altro già arrivato lo scorso anno, cosa volete, che nel frattempo, col progetto di adottare Tania, ci siamo dati alla delinquenza? Ma va là... Ha ragione Fabio, oggi quando diceva: Con tutto quello che abbiamo sofferto, aspettato, anche rischiato, ma ti sembra che potremmo rimandare l'udienza per una cosa del genere? Eppure, a oggi non si sa nulla. E noi andiamo avanti con la nostra routine. Abbiamo comprato i regali alla piccola, e le pantofole gliele abbiamo date subito: le sue si stanno letteralmente sgretolando, si vede che la De Fonseca non le aveva sottoposte al crash test previsto per i tapacki che verranno utilizzati in istituto. Un uso intensivo, una vita difficile. Abbiamo preso, come da accordi, una borsa di Masha e Medvied, la bambola di Masha, lecca lecca per la piccola e gli amici del gruppo. Fra l'altro, oggi è stata una giornata da segnare sul calendario: per la prima volta, Tania ha risposto "Sì" quando le abbiamo chiesto se fra un po', non subito, ma presto, viene a casa con noi. "Da", ha detto, con aria anche un po' di sufficienza, come se in fondo ci stesse anche facendo un piacere (in effetti...). In macchina? "Da". Ma poi, in aereo? "Niet". Ecco, qui c'è ancora da lavorare. A me piace pensare che, siccome in realtà per lei "casa" non vuol dire ancora nulla, "semplicemente" stia cominciando a fidarsi di noi, a starci bene, e quindi è disposta a rischiare, almeno a parole. Che poi, c'è questo simpatico qui pro quo di cui ci siamo resi conto da poco. In russo, "in Italia" si dice tipo "V Italii". Che è molto simile al nome del suo amichetto, "Vitali". E' già successo che qualcuno le chiedesse se sarebbe venuta in Italia, e lei abbia risposto parlando invece di Vitali. Anche a noi non è sempre chiaro quando parla di una cosa o dell'altra, siccome di Vitali parla spesso. Cioè, oggi ci avrà detto che la sua macchinina Vitali non la deve toccare, o che la sua macchinina non la porterà in Italia? Mica è chiaro, eh. Alla fine penserà che ci portiamo via tutti e due, lei e Vitali. Tutti V Italii, e via.

domenica 16 dicembre 2012

Arriva San Nicola!

Qui arriverà mercoledì. Però oggi ci siamo informati: sì, i bambini ricevono i regali e sì, scrivono la letterina. Poi mi pare di aver capito che nel nuovo anno San Nicola risponde, ma forse questa parte non l'ho colta poi tanto bene. Comunque, oggi siamo stati a vedere un bel negozio di giocattoli, per farci un'idea di cosa potremmo prendere alla piccola, poi nel pomeriggio, con lei, le abbiamo chiesto se sa chi è San Nicola (Sì, porta i regali!), se è a conoscenza del fatto che li porta ai bambini buoni (Sì, se un bambino non è buono, niente regali! Ma tu, sei buona? Sììììì!), e se le andava di dettarmi una lettera da scrivergli, per dirgli che regali vuole. Ha accettato, ecco il testo (l'originale è in russo, ovviamente): San Nicola, mi chiamo Tania P. Sono brava. Anche tu sei bravo. Come regalo vorrei: una bambola che parla, una borsa, delle pantofole nuove e dei lecca-lecca. Firma, poi: Ti voglio bene. Ovvio che le richieste sono state leggermente pilotate... ma soprattutto perché, a parte le pantofole che sono rotte, la piccola non aveva proprio idea di cosa chiedere. Non frequenta né negozi né pubblicità, e non si immagina neanche lontanamente gli abissi infiniti del consumismo. Comunque... dopo è venuta la parte interessante. L'idea che lei avrebbe fatto un disegno per San Nicola, all'inizio le era piaciuta ma... voglia poi zero. Per dire, faceva di tutto, ma di tutto, per non sentire noi che le chiedevamo di venire a fare il disegno. Come se dicesse: "Sì, sì, bella idea... solo che adesso sono così impegnata... finisco di pettinare la bambola, poi smacchio un leopardo e arrivo, ok?". Insomma, alla fine si è convinta ma... faticaaaa! E il risultato... lasciamo stare, più che altro perché l'impegno è stato davvero minimo. Comunque: lettera fatta, domani andremo a comprare i regali. Per il resto, giornata molto carina. Rubo per l'ennesima volta alla mia collega adottiva il "Love is", per ricordare qualche momento irripetibile: Love is... quando, al termine dei giochi in giardino, si fa prendere in braccio per salire le scale, e fa finta di addormentarsi. Love is... quando, al momento del saluto, le diciamo "Forte forte!", e lei ci abbraccia strettissimi. Love is... quando trova in una valigetta un paio di occhiali finti gialli, se li mette e li tiene per mezz'ora (Fabio ha iniziato a scandire: La dott.ssa P. è desiderata in cardiologia, la dott.ssa P. in cardiologia). Love is... quando provo a spiegarle che non è carino entrare nel suo gruppo sbandierando il lecca lecca come un torero il drappo rosso, poi scappare fuori, chiudendo in malo modo la porta in faccia ai bambini che ovviamente sono corsi verso di lei, e lo faccio facendo finta di essere io uno dei bimbi (il mio russo non arriva a una spiegazione del genere). Lei ridacchia e per più volte vuole giocare: adesso sei tu Vitali e io non ti do il lecca lecca e piangi. Adesso Vitali sono io. Adesso tu. Penso che non abbia capito dove volevo arrivare.

sabato 15 dicembre 2012

Gelosia

Eh sì, la nostra piccola è proprio gelosa adesso. Se ci becca a parlare con qualcuno dei bambini più grandi, ci lancia sguardi assassini, da lontano. Ma se solo proviamo a fare un mezzo saluto a un bimbo del suo gruppo... il malcapitato si becca un urlo e magari uno spintone, mentre io o il papà veniamo portati via alla velocità della luce. Oggi per esempio, eravamo in bagno. C'era un po' di fila, quindi con Tania mi sono seduta su una panchetta che sembra fatta apposta. Poi, mentre lei faceva la pipì, sono stata lì vicino, solo mentre si lavava le mani mi sono messa sulla soglia e... ho risposto alla domanda di una delle bimbe del gruppo. Apriti cielo! E' arrivata come un avvoltoio, mi ha preso per mano e trascinata - sì, proprio trascinata - via, borbottando qualcosa con tono arrabbiato. Idem dopo che l'abbiamo salutata... praticamente ci spinge fuori dalla porta, non sia mai che qualcun altro ci sfiori con un dito. E' comprensibilissimo eh... ci considera SUOI, i tentativi di farsi notare da parte degli altri sono (purtroppo, perché è davvero una pena vederli... nel senso che vorresti dare qualcosa a tutti, ma non puoi) parecchio evidenti, quindi non può non notarli. Comunque, oggi giornata tranquilla. Non siamo usciti perché un pool di parrucchiere, impegnato a tagliare i capelli ai maschietti, aveva occupato la stanza dove si trova il capotto di Tania, che quindi era irraggiungibile. Questo ha reso la giornata un briciolo più lunga, ma è andata bene. Abbiamo comprato in farmacie delle siringhe, che per il momento l'attraggono parecchio (se continua così, tempo di arrivare a casa e sarà pronta a raccogliere il testimone della nonna Giuseppina, sforacchiando le chiappe di mezzo paese), poi abbiamo lavorato con la plastilina, i lego, i colori... Un episodio carino. Io e lei stavamo tornando dal bagno. Fabio si era nascosto in un corridoio ed è saltato fuori, facendo Buh! Lei ha preso un po' paura e se n'è andata impettita e un po' arrabbiata: "Tania, ti ha fatto paura?". "Sì!". "Ma era uno scherzo! Guarda a papà come dispiace di averti spaventata...". Fabio stava in un angolo tutto triste, quindi lei è andata là. gli ha preso una mano e ha detto: "Papa, ti charojii", "Papà, sei bravo". Che tipa.

venerdì 14 dicembre 2012

Giornata speciale

Oggi ci aspettavamo una giornata come le altre, da inventare insieme alla piccola nelle nostre 4 ore. Invece... Al mattino, quando la porto in bagno, la tata mi ferma per dirmi che alle 11 dovremmo riportarla nel gruppo, siccome Tania andrà in piscina. Eh sì, nell'istituto c'è una piscina interna, di circa 8X4 metri, non molto simile alle nostre - più anni '70 - ma pulita e a posto. Insomma, le hanno messo un costumino rosa, raccolto i capelli in una codina e infagottata in un accappatoio pure rosa. Inutile dire che a quel punto i neuroni di noi neo-genitori erano azzerati, davvero credo che avessimo l'aria ebete per come la guardavamo incantati. Lei ovviamente era entusiasta, non si teneva: credo che fra ospedali vari fosse un bel pezzo che non ci andava. Ci ha anche chiesto se facevamo il bagno noi pure. Magari! Entriamo in piscina, investiti da un'ondata di vapore: dentro si fa la sauna, ma chi ci fa caso quando siamo tutti presi dalla sirenetta che, dotata di salvagente, sguazza tutta contenta e, appena l'insegnante non guarda, caccia la testa sott'acqua, emergendo tutta ridente? Niente da dire, la fantasia parte verso i futuri corsi di nuoto, difficile tenerla con le redini. Ma le sorprese non sono finite... nel pomeriggio arriviamo e troviamo la sua sezione vuota. I bambini sono nella sala musica a ballare. Andiamo a vedere e capiamo subito: si tratta delle prove generali, in costume, dello spettacolo di San Nicola, il 19 dicembre. Proviamo a entrare, ma meglio di no, che distraiamo i bambini. Quindi, rimaniamo fuori, a guardare attraverso il vetro. Tania è in prima fila e, dopo pochissimo che siamo lì, si volta, ci cerca con gli occhi, e ci saluta con la manina, sorridendo. Ecco, è lì che capisci. In quel gesto che ripete più volte, in quel sorriso anche piccolo, rispetto al solito. Capisci che tu vorresti esserci sempre, quando lei ti cercherà con gli occhi. Che la ferita di quasi un anno fa, quando allo spettacolo di San Valentino ha pianto, ti ha detto di no, che non ti voleva, di andare via, guarisce totalmente. Che ti rendi conto di quanta strada avete fatto, da allora ad adesso. Quando quella piccola bambina sta scommettendo su di noi. Noi che... oggi ci hanno detto che non è arrivato il documento dell'Interpol, senza il quale... no processo. E' in ritardo, il nostro come quello di altre coppie, e sperano che arrivi. Ecco, chiederei a tutti i leggenti di concentrarsi su questo documento, e su chi lo deve produrre, che passi un we di sogni continui su di noi, così fastidiosi che lunedì, in ufficio, sarà la prima cosa che prepara. ok? PS per la cronaca, Tania balla con un vestitino rosso, con la gonna larga, a campana. Mentre gira intorno a Vitali, con l'altra mano regge in alto la gonna. Bellissima.

giovedì 13 dicembre 2012

Crescere

Oggi abbiamo misurato la piccola, per vedere in effetti quanto è cresciuta. A gesti ho chiesto un metro alla maestra di ginnastica, che ne ha fornito uno che andava da 80 a 180 cm, mettendomi subito in difficoltà... dovevo fare le sottrazioni :-) Comunque, grazie al molto più matematico Fabio, e alla collaborazione della piccola, che poi ha voluto misurare anche noi, abbiamo verificato che misura 105 cm, contro i 91 dello scorso giugno. Quindi, ci ha messo 14 cm e almeno 3 numeri di scarpe. Sta crescendo :-) L'energia, invece... quella è fuori scala. Le sue massime sono: Perché camminare, se si può correre? Prima partire di corsa, poi farsi venire in mente dove si vuole andare (per rispondere a chi te lo chiede). Non ha senso fare una sola capriola. O nessuna, o minimo 6 di fila. Il tono di voce basso NON ha senso di esistere (la chiosa: se la mamma o il papà non capiscono quello che dico, allora bisogna dirlo a voce MOLTO più alta) Comunque... è una streghetta. Oggi stavamo andando nel suo gruppo a prendere una cosa, e mentre scendiamo le scale mi prende la mano. Strano, mi dico, non lo fa mai. Poi mi dice, così fra i denti: "Nome sua tata" mi ha detto che devo tenerti per mano. E infatti... chi stava arrivando, e io non l'avevo vista? Ma lei, la tata :-) Inutile dire che Tania mi ha lasciato la mano appena sorpassata la signora. Che dire... ci farà correre e sbraitare, non poco. Poi, ci ammalia con un sorriso. Che dite, se ne sarà accorta? :-)

mercoledì 12 dicembre 2012

Tecnologicamente spregiudicata

Questa è la definizione che oggi Fabio ha dato della piccola, vedendo come smanettava il lettore DVD portatile per mettere su il cartone di Masha e il suo video. In effetti, si muoveva con una certa sicurezza! In ogni caso, oggi la giornata è passata bene. Durante la notte è nevicato, stamattina quando siamo arrivati Tania se n'è accorta (forse le finestre nel suo gruppo sono troppo alte per farle vedere fuori) e ha reagito con grida di gioia. Ottenuto il permesso di uscire - era freddo, ma lei era imbacuccata ben bene: con la cuffia nuova che le abbiamo preso secondo Fabio era uguale a Yuri Gagarin - si è scatenata fra l'altalena, le palle di neve con gli altri bambini e gli slittini, che mamma e papà dovevano tirare a tutta forza. Rientrati, io avevo le mani gelate, lei calde :-) Anche il pomeriggio è stato piacevole. Prima si è lasciata coinvolgere in un gioco di mia invenzione, per provare a insegnarle i colori (che non conosce, come concetto, neanche in russo): buonissima la volontà e l'impegno a capire cosa dovesse fare dalla mia spiegazione in russo. Poi ha dichiarato che voleva il suo telefono: si riferiva a quello che le abbiamo lasciato lo scorso febbraio, che non abbiamo ben capito dove sia stato tutto questo tempo, non abbiamo mai usato (non sapendo dove fosse: in ospedale con lei? mah), e adesso è ricomparso nel suo gruppo, scarico di soldi ma per il resto funzionante. Insomma, l'ha preso, l'abbiamo messo sotto carica e lei ha telefonato a più non posso, chiedendo anche della nonna (Giuseppina, prontamente chiamata col mio cellulare). Ha anche guardato un episodio e mezzo di Masha (record), lanciando grida di giubilo all'apparizione di Babbo Natale con i regali, e il suo video, chiedendo spiegazioni e facendo domande. Insomma, bella giornata. Fabio le ha anche fatto fare le capriole in aria, quelle dove si "srotola" il bambino, dopo averla fatta roteare intorno a sé tenendola per i piedi. L'insegnante che è passata ci avrà messo l'ennesima pecetta nera sul curriculum, ma Tania ha gradito parecchio.

martedì 11 dicembre 2012

Credibilità persa

Si tratta della mia, ma anche quella di Fabio non è proprio a buon punto. Parliamo della credibilità presso il personale dell'istituto di Tania, che quotidianamente ci vede occupati a fare con lei i giochi più strani, girare facendo gli aeroplani, e amenità del genere. La mia è scomparsa del tutto oggi, quando l'insegnante di musica e quella di ginnastica mi hanno visto sdraiata in palestra mentre Tania fingeva di cambiarmi il pannolino (prima la piccola era lei, poi io). Certo, per farla divertire le pensiamo tutte... Anche se pure lei quando ci si mette non scherza. Oggi, mentre ero sdraiata "a letto" su un tappetino ha faticato 5 minuti buoni per trascinare verso di me una specie di stuoia fatta di bastoncini di plastica, molto pesante. Eravamo curiosi di vedere cosa ne avrebbe fatto, avevamo qualche dubbio e infatti... esultante, me l'ha scaricata sulla pancia, una bella copertina pesante il giusto :-) Un'altra cosa buffa che abbiamo notato è che dice qualcosa a tutti, ma tutti quelli che incontra in istituto, dalla tata, alla cuoca, all'insegnante, alle segretarie. Si affaccia negli uffici a fare domande, chiede "Stai andando a casa?" appena uno passa col cappotto, ieri ha informato la segretaria della direttrice che il suo telefono ha suonato spesso domenica, avverte se sa che qualcuno sta cercando qualcun altro. Io un po' mi aspetto che prima o poi qualcuno glielo dica, di farsi un sforchettata di... suoi, ma affabile è affabile, niente da dire.

lunedì 10 dicembre 2012

Budu tapacki

Nella non ancora particolarmente fredda Krivoy Rog, oggi non è stata una di quelle giornate diciamo da segnare in rosso sul calendario. Tacca sul muro e via, che è martedì ormai... Tania era in forma stamattina, quando abbiamo scoperto che anche in giardino c'è un'altalena e lei ha capito che finché ci siamo noi può dondolare finché vuole. Meno nel pomeriggio quando, già dal nostro arrivo, era chiaro che le giravano le jivotik (che adesso lo so che è il pancino, ma mi piace dirlo lo stesso). Non aveva voglia di fare nulla, cambiava attività ogni 30 secondi, nemmeno il cartone di Masha e Medvied comprato oggi l'ha placata. Si è tolta le pantofole e non voleva rimetterle (da qui il famoso "Budu tapacki", o qualcosa del genere, urlato al papà, che dopo, passata la maretta, l'ha presa in giro per un bel po'), andava in giro menando colpi con una bacchetta, e cose del genere. Niente di che ovviamente, solo le normalità bambinesche che tendono a prosciugare la fantasia di attività da proporre e a rendere le solite due ore più lunghe del solito. Ma ehi... noi siamo umani, e anche Tania chiaramente lo è. Ognuno ha le sue beghe, e anche lei avrà avuto da ridire, forse con Max, compagno di gruppo, sul quale mi ha fatto una tirata con tono alquanto alterato.

domenica 9 dicembre 2012

Entusiasmo

Domenica leggermente meno grigia dello standard invernale ucraino, con persino qualche scampolo di azzurro che faceva capolino fra le nuvole. In compenso, un'aria frizzantina che ha arrossato il naso di Tania tipo clown, contando anche che l'attività scelta per il giardino oggi era farsi spingere il più a manetta possibile su un passeggino, e viste la capacità atletiche di mamma e papà, chissà che aria arrivava in faccia alla piccola. Ma non è del tempo che volevo parlare, bensì dell'entusiasmo che la piccola dimostra quando ha la possibilità di fare quello che desidera - ovvero, chiede di fare una cosa e noi le diciamo di sì - oppure una novità viene a rinfrescare le nostre (un po' sempre uguali) ore insieme. Non sono grandi cose: i giorni scorsi sono state la possibilità di andare in altalena e fuori in giardino. Oggi, a sorpresa... uno jogurt, da mangiare COL CUCCHIAIO, e lo scrivo maiuscolo perché la conversazione si è svolta così. Ah, premessa: ieri avevamo portato uno jogurt da bere, e quando Tania aveva chiesto dove fosse il suo cucchiaio, avevamo detto che non ce lo avevamo. Oggi quindi abbiamo portato lo jogurt classico. Ecco lo scambio fra noi. Mamma: Tania, oggi ti abbiamo portato lo jogurt. T: Jogurt? Da? E dov'è il mio cucchiaio? M: abbiamo anche quello! T: IL CUCCHIAIO? avete il cucchiaio! Urrà! E non sto scherzando, era felicissima e l'ha mangiato con una gran cura, attenta a non sporcarsi. Forse pensava a tutti quelli che le abbiamo portato la scorsa estate? Chi lo sa... Secondo momento clou: quando le abbiamo dato un regalino preso oggi, ovvero un quaderno su cui disegnare le sue "dievacka", bambine, ovvero personaggi dalla forma ominide simili a Barbapapà, e un astuccio di quelli da scuola, a libro, doppia cerniera, che avevo riempito con i suoi pennarelli, il righello, la colla e le forbici - tutte cose che ha già visto 20 volte, solo che stavano raccolte con un elastico nella borsa della mama. Insomma... sull'astuccio ci sono disegnati i protagonisti di un famoso cartone animato russo, Masha e Medved (una bambina e un orso), e il tutto le ha strappato alte grida di entusiasmo. Andava in giro con l'astuccio e il quaderno sotto il braccio, dicendo che erano proprio suoi, il suo quaderno e il suo astuccio. Ogni tanto lo chiedeva anche: Sono miei? Sono proprio miei? E' veramente commovente vederla così felice. Chiaro che dopo un po' l'entusiasmo scema, però, insomma... come si fa a non aver voglia di mangiarsela tutta, quando saltella felice come se le avessimo dato la cosa più bella del mondo? PS: senza grande sforzo da parte di nessuno di insegnarglielo, solo dicendolo noi qualche volta, ha imparato un'altra cosa in italiano: davanti alle sue scarpe, messe davanti al naso, oppure dopo una scoreggina, si sventola dicendo: ffffffiiii... pussa pussa :-)

sabato 8 dicembre 2012

Not Yet

Oggi come da accordi sta a me scrivere e non alla jo, non è successo niente di grave ma come ogni editorialista che si rispetti non esce sempre in edicola. Anche questa giornata sta per finire e ci avviciniamo alla data dell'udienza. Non vorrei sembrare freddo e calcolatore ma credo che chi ha provato questa esperienza capisca cosa vuol dire segnare le tacche sul muro. Le giornate sono grigie , lunghe e soprattutto ormai sono tante nella nostra storia fatta di istituti , sale giochi , palestrine e tanti sogni. Ogni giorno guardando la nostra piccola biondina fantastichiamo sul domani che anche se è molto più vicino di qualche mese fa lo vediamo ancora lontano. Ci siam sempre detti di lottare per un'obiettivo alla volta ed ora abbiamo il 20 Dicembre...ancora 12 giorni. Per resistere sono sempre stato abituato a guardare oltre il traguardo quindi la mente è già a fine Gennaio sperando di essere rientrati e finalmente vivere la nostra vita nella nostra casa con le persone più care, ma che fatica... Per fortuna i campeggi parrocchiali sui sentieri di montagna ci hanno insegnato che ogni cosa si conquista dopo percorsi molto faticosi ,superando ostacoli che non si pensava di incontrare e che in questi casi la forza la si deve trovare soprattutto dentro di se. Adesso ci prepariamo per la pizza del sabato sera fatta dalla Jo, perchè le piccole cose come questa ti fanno sentire più a casa e meno lontano da nostra figlia che vive ancora a mezz'ora di Taxi lontano da noi.

venerdì 7 dicembre 2012

Nella macchina del tempo

Ci siamo sentiti così, oggi, diretti a Dniproeccecc, insieme al fido autista Andrej e a Iryna, per fare alcuni documenti. Devo essere sincera: non abbiamo ottimi ricordi del posto. Certo, abbiamo incontrato lì la nostra piccola dittatrice, ma abbiamo anche tanto patito, e aspettato aspettato aspettato mentre ci arrivavano solenni botte nei denti. Eppure... tornarci è stato anche dolce, in un certo senso. Ci siamo indicati a vicenda i posti dove facevamo la spesa, il nostro appartamento, abbiamo notato i nuovi negozi. Siamo anche stati nel quartiere in cui è nata la piccola, che non avevamo mai visto perché non è centrale. Infine, ciliegina sulla torta... siamo tornati alla Dietzki Dom, proprio su per quella scala, dalla vicedirettrice che tanto spesso abbiamo visto lo scorso anno. Lì, nel suo ufficio, quello in cui ci è stata letta la scheda medica di Tania, che ci ha visti un po' spaventati, ma anche decisi, e poi, più tardi, disperati, ha cercato i documenti della piccola, per rifarne uno che aveva un errore. Ci ha chiesto come stavamo, se siamo contenti, ha visto un filmato di Tania e osservato che è parecchio cresciuta. Il resto era tutto uguale: l'odore all'ingresso, intenso, di cibo, le scale ripide, le scarpine dei bimbi di fianco all'ingresso. Ce n'erano così tante... Iryna ci ha spiegato che nel frattempo l'istituto ha cambiato nome, diventando di fatto un istituto per bambini "con bisogni speciali", ovvero con problemi. Di piccoli ce ne sono tanti, da quel che abbiamo potuto capire. Chissà gli amichetti di Tania, che anche noi abbiamo imparato a conoscere in quei mesi... PS chiaramente non siamo riusciti ad andare dalla piccola. Abbiamo avvertito del fatto, ma poi alle 17 l'abbiamo anche chiamata. Ecco il dialogo, in italiano ovviamente, il russo viene lasciato all'immaginazione del lettore: T: Mamma! M: Ciao Tanicka! Come stai? T: Abbastanza bene. Ciao! M: Ciao. Sai, oggi la mamma e il papà avevano da lavorare, ma domani torniamo, eh? T: Tornate domani? (felice) M: Sì, domani, andiamo sull'altalena, giochiamo... T: Domani andiamo sull'altalena? (entusiasta) M: Certo! A domani allora! Ciao! T: Ciao mamma, ciao papà!

Prossimo step: udienza il 20 dicembre

Alle 11. E speriamo, che la data potrebbe essere ulteriormente ritardata: 1 se il giudice ha qualche problema 2 se non arriva dal DAP l'autorizzazione all'adozione (che dovrebbe fare in tempo, ma non si sa per certo). Il giudice in effetti voleva alcuni chiarimenti sui documenti e farcene rifare uno più aggiornato. La data del 20... siamo contenti che sia stata fissata, certamente, e i tempi sono quelli medi ucraini, alla grande. Però... 1) supponendo che l'udienza sia positiva, devono passare 10 giorni per la consegna della sentenza (senza la quale, come in qualsiasi buon gioco di società, non si può procedere alla tappa successiva). Siccome ci sono le feste di mezzo, il documento lo smolleranno il 3 gennaio 2) la tappa successiva è andare all'anagrafe di dove è nata Tania, e farsi fare lì un nuovo certificato di nascita che rechi il nuovo cognome. Senza quello, niente bionda a casa con noi. Bene, quell'ufficio apre il 10 gennaio. 3) a tutto ciò, seguono almeno 2 ulteriori settimane, se tutto va bene, per ultimare i documenti e rientrare in Italia. Questo significa che fino al 10 gennaio saremmo fermi, comunque. Dobbiamo decidere come procedere: tornare o no a casa, dopo l'udienza?, ovviamente senza smettere di pregare per il buon esito in tribunale, che è la cosa più importante.

giovedì 6 dicembre 2012

Prossimo obiettivo: trapianto cuore-capelli-unghie dell'alluce

E' stata questa la comunicazione che la dott.ssa Tatiana P. ha diramato tramite il suo ufficio stampa a tutte le principali testate della regione di Dnieprpetrovsk e dell'Ucraina tutta. La giovane chirurga sta dimostrando un talento davvero innato: nel giro di una sola settimana, munita di una semplicissima valigetta da medico, ha appreso non solo le nozioni base della medicina generale, ma sta anche preparandosi a valicare le frontiere della chirurgia di ultimissima generazione. Proprio oggi, nel pomeriggio, ha praticato a un trapianto cutaneo a G.M., che si era presentata al suo ambulatorio lamentando una scottatura al pollice dovuta a una patata bollente. La dottoressa, dopo aver ascoltato la triste vicenda con interesse, ha prima elargito alla donna una breve lezione su come evitare gli incidenti domestici (davvero, ha parlato per un bel po' con aria molto seria, dicendo ogni tanto "patata" e "calda", il resto non l'ho capito, ma pareva importante), poi l'ha soccorsa con amorosa pazienza e un bel po' di garza attorno al dito. L'operazione non è stata priva di rischi, infatti la dott.ssa stessa ha subito immediatamente lo stesso tipo di ferita al pollice, e ha chiesto alla paziente di essere a sua volta medicata. E' stato poi il turno di F.V., reduce da una brutta caduta dal letto, colpito da una spiacevole distorsione alla caviglia. Anche lui è stato soccorso, anche se oltre alla fasciatura è stato necessario somministrargli anche una dolorosa puntura, per scongiurare il rischio di infezioni. Immediatamente dopo, anche la dott.ssa ha però subito lo stesso trattamento, con la differenza che entrambe le caviglie sono state da medicare. Operazione assai dolorosa, come si poteva evincere dai penosi lamenti emessi dalla stessa. Che ha comunque dimostrato la sua tempra, tornando immediatamente in altalena, dove sta compiendo studi sull'effetto del dondolamento sulle cellule staminali. Insomma, le ore con la piccola passano in un soffio, credo che sia chiaro. Noi si avrebbe proprio voglia di portarla a casa subito, ma come sappiamo c'è ancora da aspettare. Domani viene Iryna, ha un colloquio col giudice, che vuole non sappiamo che chiarimenti. Speriamo non siano rogne... La dottoressa farebbe del gran bene in Italia, chissà quante vite potrebbe salvare... PS grazie a tutti, ma proprio a tutti, scrittori o meno di commenti pubblici, per il solo fatto di continuare a seguirci.

mercoledì 5 dicembre 2012

Ti rada?

Ovvero, Sei contenta? L'ho chiesto oggi a Tania appena dopo che la tata ci aveva autorizzato a uscire insieme in giardino. La mattinata fino a quel punto era andata bene: ci era corsa incontro appena arrivati, trangugiando la frutta, fiondandosi in palestra sull'altalena, mostrando un entusiasmo per il quale un anno fa avremmo pagato. Si ricordava anche Uno, due, tre... brava piccola! Poi ha visto i bambini alla finestra, e ha chiesto di uscire. Io pensavo non potesse, ha ancora la tosse, ma la tata ha detto che potevamo andare. Lei si è messa a saltare, piena di gioia, davvero, entusiasta... mi sa che non usciva da un po'! Insomma, l'abbiamo imbacuccata sperando di indovinare la giusta successione di vestiti (aveva anche i guanti che le abbiamo messo in un pacco non so quanto tempo fa, li ha guardati e ha detto: Questi li avete comprati voi! Piccolina... e pretendeva di non sapere chi fossimo? :-) ), poi siamo usciti. E' stato bellissimo intanto perché ci siamo ricordati i patimenti dello scorso anno, quando ogni volta in giardino era una tragedia: e non voleva starci, e non voleva noi, e non voleva giocare... Oggi, tutta un'altra storia. L'abbiamo fatta giocare sulle giostre, poi è anche riuscita a "sfilare" a una tata un passeggino che usano per i bimbi che non camminano, e chiedere se poteva usarlo lei. Data la nostra presenza, ha detto di sì, quindi la piccola si è goduta anche il lusso di essere scarrozzata in giro. Quando è stata ora di tornare su, ovviamente non voleva, ma siamo riusciti a convincerla e, dopo avere un po' coccolato fra le mie braccia, ha iniziato a giocare a "fare da mangiare": con le padelle, il didò... lo so, sembrano cose del tutto normali, ma per come l'abbiamo conosciuta noi, a volte sanno un poco di miracolo. Anche il pomeriggio tutto bene: ancora altalena (deve avere un bel po' di arretrati), ma va bene perché mentre dondola parliamo di tante cose, tipo: Come si chiama il papà? FabioGiorgia. No... Fabio. E la mamma: Giorgia (ma dice la g tipo la j francese, è buffa). E tu? Tana. Tu sei un bambino o una bambina? Una bambina! E la mamma? Una bambina! E il papà? Anche lui una bambina! Eh, qui bisogna fare chiarezza. Poi: Ma andate a casa in macchina? Sì. A fare cosa? Io faccio da mangiare e poi andiamo a letto. Lei: Anche io! Piccole cose, ma anche queste del tutto nuove. Per la cronaca, alla domanda: Sei contenta? Ha risposto sì. E oggi pomeriggio: Sì, e tu? Io, ovviamente: Sì. Lei: E il papà? Lui: Sì, molto. Davvero molto, piccola. Il giudice sta leggendo i nostri documenti, speriamo che... faccia in fretta, ecco.

martedì 4 dicembre 2012

Tania 1-2-3

Il post che verte su oggi in realtà dovrebbe iniziare da ieri pomeriggio, quando in istituto c'è stata un festa con relativo spettacolo. Ce l'hanno raccontato stamattina: Tania ha partecipato facendo delle capriole, e ha chiesto dove fossero la mamma e il papà. Ci hanno fatto vedere il video, ed effettivamente la serie di capriole una dietro l'altra è abbastanza impressionante. Oggi per la prima volta, da febbraio, abbiamo incontrato la piccola in istituto. Io ero leggermente preoccupata, temevo che stesse volentieri con noi finché non c'erano gli amichetti (paure di mamma, lo riconosco!), che volesse il gruppo e fosse da "riconquistare". Invece non è stato così: è stata molto volentieri con noi per 4 ore, e stasera quando è stata ora di andare a casa ha detto: Noooo! Le abbiamo detto che giocheremo di nuovo domani. Al mattino siamo stati nella "sala giochi" destinata agli incontri fra bambini e famiglie adottive o affidatarie: per la prima volta Tania ci è entrata senza disperarsi. E' una bella stanza, con la piscina di palline in cui io stessa ho sempre sognato di entrare. Anche Tania ci è appassionata, tanto che dopo un'ora aveva perfezionato sia la circumnavigazione in equilibrio sul bordo (per mano), che un tuffo di pancia che non vediamo l'ora di vederle fare in acqua (che le passerebbe subito la voglia di ripeterlo!). Abbiamo anche giocato a nascondino, oltre ai soliti vola vola e lava lava le scodelle, che adesso anche lei sta imparando a cantare e che chiama confidenzialmente: Le scodele. Pomeriggio in palestra invece. La conoscevamo già, ma stavolta il tempo è proprio volato. La piccola si è a lungo dondolata sull'altalena che hanno organizzato lì (chissà da quando non ci andava, e dubito che insieme agli altri bambini possa esserci mai stata a lungo come ora). Ogni tanto si fermava, allungava le gambe per farsi dare una spinta forte da Fabio, e nel frattempo imparava a dire: Uno, due, tre! Abbastanza bene a dire il vero (le viene meglio di tutti Uno), ha anche la r, se si impegna. Poi abbiamo ballato, cantato (che ridere... chiedeva a Fabio di cantare di nuovo come prima, quando aveva intonato una canzone facendo solo mmmmm mmmm... e visto che non capivamo, dopo un po' ha fatto lei: mmmm mmmm), costruito aeroplani di carta, giocato con il didò (per la gioia del tappeto), con i tegamini, al dottore. Infine, ha scoperto che anche lei può fare foto con la macchina fotografica. Si è appassionata da matti, certo ha fatto 1000 foto ai suoi piedi e al pavimento, però assicuro che l'atteggiamento era davvero professionale. Insomma, uno spasso. Lei ai nostri occhi è adorabile. Di certo, ha abbastanza difficoltà con i movimenti di precisione, mentre con la coordinazione, l'equilibrio, l'atleticità in generale è in gamba. Fabio osservava che la caparbietà e la voglia di provare provare provare, finché non riesce da sola, non le manca (a patto che le cosa le interessi, se no non c'è verso, e che cavolo!). Certo se riusciamo a portarla a casa, le cose da fare non mancheranno, ma ci sembra piena di interesse. Poi simpatica da matti, ma davvero. Abbiamo letto il documento che Irina ha consegnato all'assistente sociale. A un certo punto c'è scritto che siamo "innamorati di lei". In effetti... è proprio così! Nessuna notizia dell'udienza, invece. Occorre portare pazienza. PS per Sendy: i documenti li abbiamo fatti qui, ma alcuni saranno da ritirare a Dniepreccecc, e una volta in possesso della sentenza dovremo andare là a ritirare il certificato di nascita. Ci aspetta un andirivieni fra lì e Dnieprpetrovsk che già me lo sogno... l'avrete fatto anche voi no?

lunedì 3 dicembre 2012

In macchina

Così è passata la giornata di oggi: in auto, a depositare documenti in tribunale, a ritirarne altri dagli assistenti sociali, a cercare un notaio che ci facesse firmare un documento (difficilissimo trovarne uno qui che accetti di lavorare con gli italiani, e quello della scorsa settimana era fuori città). E in macchina è stato anche l'incontro con Tania: siamo stati noi infatti a riportarla in istituto dall'ospedale. Che dire, era raggelata tipo leprotto abbagliato dai fari di una macchina in arrivo. Non ha pianto, ma si chiedeva: Dove mi porteranno? L'unica cosa che l'ha un minimo distolta sono stata io che cantavo una canzone che passava in radio, e poi capire che stavamo tornando in istituto. Per lei è quella "casa", e si è illuminata quando l'ha vista. Logico, ma una fittina di dolore a pensare a quanto soffrirà quando la porteremo via, quella c'è stata. Se ce la faremo, ovviamente. Domani, forse, sapremo la data del l'udienza.

domenica 2 dicembre 2012

Little world

Non so se si dice in inglese, ma mi piaceva di più perché si presta a un gioco di parole. E' piccolo il mondo di Tania, specialmente ora che è all'ospedale. Oggi siamo stati a giocare nella sua stanza, dove dorme da sola in un lettino con le sbarre, in cui hanno segato due sbarre centrali in modo che lei possa entrare e uscire. In più, ci sono due letti solo con le reti e una specie di comodino strano. Stop. Comunque, per giocare il posto va benissimo. Abbiamo iniziato con l'elargizione di nuovi vestiti, che ha suscitato un gran entusiasmo, poi ci siamo impelagati in una serie di altre attività: disegnare, tagliare e incollare (un po' aiutata, Tania ha prodotto il suo primo disegno vagamente antropomorfo), poi giocare con i tegamini, con un palloncino, vola vola con papà, qualche canzoncina, le visite mediche (oggi per la puntura si è messa proprio a sedere nudo... che è un campo di battaglia: tutto pieno di lividi e segni di punture, piccoletta!) e infine il pezzo forte, che l'ha entusiasmata per un bel po' di tempo: Ia lala, ha detto, Sono una bimba piccola, e via allora: a piangere, a volere il biberon - ovvero la bottiglia col succo di frutta -, a farsi cambiare il pannolino, e ninnare, e stare in braccio, e andare in giro a gattoni. Non sappiamo se siano i primi sintomi di quella fase regressiva che gli psicologi che si occupano di adozioni inneggiano, fatto sta che se l'è goduta un bel po', a "fare la piccola". Ma il mondo è piccolo anche per un altro motivo. A un certo punto Tania esce dalla stanza, io mi faccio sulla porta e.. chi spunta? Vitali! Il bambino che avevamo conosciuto lo scorso anno nel gruppo di Tania, e che era stato così carino! Fra tutti, proprio lui all'ospedale con la piccola! E' stato proprio un flash vederlo, lui si ricordava di noi ed è rimasto a giocare lì per un bel pezzo. Non è cambiato molto, sempre piccolino... con gli occhi un po' socchiusi... ma in gamba e sveglio. Siamo proprio contenti di averlo rivisto e di avergli potuto dedicare un po' di tempo.

sabato 1 dicembre 2012

Il primo sabato

Il primo sabato in Ucraina è passato tutto sommato bene. Diciamo che tutta la giornata ruota attorno al tempo che passiamo con la piccola, per il resto ci arrangiamo, fra spesa, pulizie e varie avventure domestiche. La più rilevante oggi è stata la prova della lavatrice, che al momento della centrifuga ha tanto preoccupato Fabio che ha provato a placcarla, per tenerla ferma. In effetti, così incastrata fra lavello e fornello, pareva che stesse per distruggere qualcosa, o almeno se stessa. In ogni caso, sembrava di assistere a uno di quegli show americani, in cui uno prova a rimanere in groppa al toro meccanico... Siamo andati dalla piccola verso le 11. Ci ha portati un nuovo autista, amico di Andrej, il cui nome non ricordiamo, cosa che è un peccato perché è stato davvero molto gentile. Sua figlia è in Italia, sposata a un italiano, e hanno anche una bambina dell'età di Tania. La moglie del tassista sta in Italia da un po', ad aiutare la figlia, e lui va a trovarli quando riesce a farsi fare i permessi. Parlava un po' di italiano, ma soprattutto ci ha fatto vedere varie foto, fatto domande sull'Italia e... è stato carino, insomma. Quando siamo arrivati, Tania dormiva. Ho seguito l'infermiera fin sulla soglia delle loro camerette - ci eravamo dotati dei copri-scarpe, senza i quali è vietato entrare in reparto - e l'ho vista arrivare tutta spennacchiata, sembrava un pulcino appena uscito dall'uovo. E' stata subito operativa, comunque: ci hanno messo in una stanzetta piccola, con due letti provvisti solo di reti e due sedie, ma ce la siamo fatti bastare. Abbiamo giocato a ricostruire delle bamboline magnetiche, poi Tania ha ritagliato (infatti ha imparato a maneggiare le forbici, le piace molto), attaccato gli stickers, ovviamente a un certo punto ci ha visitati entrambi... E senza storie eh, su la maglietta, che volete fare i furbi a tenerla? :-) Mi ha anche chiesto: Dove ti fa male? Io: la gola... Lei: No, la pancia! Se lo dice il dottore! A un certo punto ci ha anche sorpreso... così, senza motivo, mi ha presa, abbracciata e baciata. Sono rimasta di sasso: non l'aveva mai fatto così, presa dal momento, senza che glielo chiedessimo. E' stato davvero un bel momento. Abbiamo anche guardato insieme il filmato che io e Fabio, aiutati da Luca, abbiamo fatto per mostrarle la sua cameretta. Luca in italiano, io in russo le facciamo vedere il suo letto, la casetta, alcuni giocattoli, l'abat-jour... lei guardava molto interessata, rispondendo anche alle domande che le facevo durante il filmato. Alla seconda visione, vedendo Luca che giocava con una carota di stoffa, ha anche detto: Ma quella è mia! Ci ha pure chiesto se eravamo venuti in macchina, e ha voluto vederla, dalla finestra, poi andava in giro a dire a tutti: Quella è la macchina del papà! Che ovviamente era mooolto fiero della "sua" Chevrolet grigia di età indefinita... Insomma, il tempo è volato. Alle 12.15, come se avesse un orologio incorporato, ha iniziato a mettere tutto a posto, poi ci ha salutati invitandoci ad andare "a casa". Ci sembra tanto cresciuta dallo scorso agosto. E' proprio brava, e noi... sempre più rimbambiti da lei!