domenica 23 settembre 2012

Anniversari

Mi è venuto in mente di leggere cosa stavamo facendo l'anno scorso, in questi giorni.
Ieri ci avevano detto che non avremmo potuto adottare Tania. Oggi, decidevamo di continuare a lottare, accettando anche la possibilità di aspettare più di un anno.
Adesso, l'anno è quasi passato. Sono successe tante cose, e l'ente ci "consiglia" di pensare che tantissime possono ancora capitare. In fondo, al 22 novembre mancano 2 mesi... la volta scorsa è bastato meno tempo a incasinarci la vita.
Una cosa è certa: un anno fa abbiamo deciso di andare avanti, e così abbiamo fatto. Non ci sentiamo eroi... abbiamo preso solo l'unica decisione possibile, per noi ma soprattutto per Tania. Lei, da parte sua, è stata eroica sul serio. La nostra piccola guerriera.

Gdie mama? Gdie papa? Gdie Tania?

Ovvero: dov'è la mamma? Dov'è il papà? Dov'è Tania?
In breve, dove siamo finiti?
Abbastanza semplice a dirsi. La mamma e il papà sono a casa, lavorano (per comprare caramelle alla piccola, pare), hanno finito di preparare i documenti che li fanno tornare al punto 0, quello di quando questo blog è iniziato (beh... circa: con una bionda in più, rispetto ad allora), notano che ieri mancavano 2 mesi al compleanno della suddetta bionda, e soprattutto... telefonano una volta alla settimana in Ucraina. Sempre con una certa fatica, siccome la voce va e viene, e questo non aiuta una comprensione comunque molto precaria della lingua russa parlata da una quasi cinquenne. Fra l'altro, si scervellano abbastanza a inventarsi nuovi argomenti di conversazione, visto che Tania adesso si annoia  a sentire sempre le stesse domande (e la capisco: Come stai? Hai mangiato? Hai dormito?). E quindi, via libera a tre filoni: quello dei regali che le stiamo comprando (pare che la bambola la voglia... verde! Ed ha apprezzato la valigetta del dottore comprata dalla nonna), quello della salute di noi genitori (colpiti da misteriosi mali al pancino, argomento che la appassiona), ma soprattutto quello delle avventure del cuginetto. Rigorosamente inventate, siccome occorre che riguardino cose che conosce e può capire - e la piccola ha un'esperienza del mondo così limitata, che a pensarci fa molta tristezza. Quindi, anche Luca affronta cadute che lo fanno molto piangere per una sbucciatura alla gamba, cicli di iniezioni che lo fanno parimenti disperare, ma ha anche iniziato la scuola, e sta imparando a leggere e a scrivere. A Tania interessa, o almeno pare, soprattutto se dall'alto della sua saggezza spiega che lei invece non piange mai, quando cade.
A proposito della prima domanda... e Tania, dov'è? A sentire il primario, dovrebbe essere tornata nel suo istituto 3 settimane fa. Ieri, stante il telefono, era invece ancora in ospedale, quindi: adesso è ancora lì, non sappiamo per quanto. I suoi documenti, in prossimità del compleanno, dovrebbero essere mandati a Kiev, permettendole di tornare nel circuito dell'adozione internazionale ed essere adottata da noi. Quando avverrà questo passaggio? E noi, quando saremo chiamati a Kiev? Capite bene che, se la dovevano trasferire 3 settimane fa, ed è ancora lì... i tempi diventano parecchio nebulosi, e noi non possiamo far altro che fidarci: l'ente ci ha assicurato che l'impegno per realizzare il difficile incastro (noi al DAP assieme ai documenti di Tania, in modo che possiamo chiedere di adottarla) è massimo.

Oggi fra l'altro è stata una giornata speciale. Per la prima volta da quando l'abbiamo scelto come ente (nel 2010), siamo stati alla festa di SOS Bambino. Avevamo detto che non saremmo mai andati senza la piccola, ma a dirla tutta avevamo voglia di vedere Paola, Matteo e Vladimir, più altri nuovi amici che avrebbero partecipato.
Il dubbio di come sarebbe stato, essere lì senza di lei, c'era, ma l'affetto dei nostri compagni di viaggio ha compiuto la magia, facendoci trascorrere una bella giornata. E' sempre d'aiuto parlare con chi ha vissuto esperienze simili: ci si capisce al volo anche se le storie sono diverse. E fanno tutti il tifo per Tania... il piccolo Serghey ci ha anche voluto regalare un portafortuna, un braccialetto con i colori dell'Italia che le porteremo senz'altro. Insomma, ci ha fatto bene vedere tutti questi piccoli cosacchi, ma non solo: colombiani, messicani, russi... sgambettare in giro,dagli 0 ai 18 anni e più. Ci hanno fatto vedere, una volta di più, quanto speciali, ma al tempo stesso normali, sono queste famiglie; che miracoli fa l'amore; quanto sia possibile, fra genitori e figli, cercarsi, trovarsi, anche quando li separano migliaia di chilometri.