martedì 28 febbraio 2012

Finalmente, notizie

Siamo infine in grado, dopo lunghi giorni di attesa, di dire qualcosa sulla situazione della piccola. Per riassumere potremmo dire: non bene, ma neanche male come avrebbe potuto andare.
Gli esami hanno infatti chiarito che in effetti Tania e' malata. Ma la sua patologia e' risolvibile, curabile, anzi sembra che reagisca bene alle terapie e che potrebbero bastare 2-3 mesi di ospedale, invece dell'anno ipotizzato inizialmente.
Rimarrà ricoverata quindi, non le potremo telefonare ne mandare pacchi, in compenso pare (mi vien male con tutti questi 'sembra' e 'pare'... A questo ci ha ridotti questo viaggio, a non dare mai nulla per scontato, specialmente la sfiga) che la direttrice l'andrà a visitare un paio di volte al mese, portandole i regali che noi manderemo e forse facendoci una telefonata col cellulare che abbiamo lasciato.
In teoria, al nostro ritorno, previsto circa per fine aprile-inizio maggio, Tania dovrebbe essere di nuovo a Krivoy Rog, non in istituto, ma in un centro di riabilitazione dove dovrebbe rimanere qualche settimana.
Non abbiamo certezze. Ma queste informazioni ci fanno un po' tirare il fiato. Certo, pensarla in ospedale non e' facile, ma se ce la fa lei, vuoi che non teniamo duro noi????

mercoledì 15 febbraio 2012

Siamo tutti miacik

Ovvero, palline. Che rimbalzano qua e là, spinte da un destino che ci sembra sempre più difficile da capire.
Oggi alle 11.30 Tania è partita per una località a 30 km da Dnieprpetrovsk, dove sarà ricoverata per un mese/un mese e mezzo per accertamenti clinici. Infatti hanno il dubbio che sia affetta da una patologia che non abbiamo compreso bene noi per primi, infatti stiamo aspettando notizie dal pediatra che collabora col nostro ente.
Se risulterà sana, potrà tornare in istituto, altrimenti sarà mandata in un ospedale apposito dove dovrà essere curata per un anno. Forse potremo andarla a trovare, in ogni caso il nostro tramite sarà la direttrice, che sarà sempre informata sul suo stato di salute. Ci è sembrata molto collaborativa in questo senso.
Siamo prostrati da questa ulteriore beffa del destino. Preccupati per Tania, anche se sembra che sia una cosa curabile. Dispiaciuti che debba di nuovo cambiare ambiente e magari stare per un anno in cura. In ansia perché a novembre se tutto va bene potremo adottarla, ma non sappiamo se potremo portarla a casa.
E ogni volta che ci torna in mente lei, che ci saluta dalla macchina che la porta via, lanciandoci un bacio con la mano, nell'altra stretta la miacik, la pallina che le abbiamo dato e che le piace tanto, ci viene da piangere.

martedì 14 febbraio 2012

San Valentino

Non siamo dei grandi fan di San Valentino, quindi abbiamo osservato in maniera distaccata i preparativi nei ristoranti che frequentiamo, fra musica dal vivo e petali di rosa, palloncini a forma di cuore e chi più ne ha (di kitch) più ne metta.
Quindi, abbiamo passato una mattinata tranquilla con Tania, fra i soliti giochi e una passeggiata in gruppo nella neve. Siamo stati molto stupiti invece nell'apprendere, nel pomeriggio, che era in programma una festa in istituto, uno spettacolo a cui avrebbero partecipato tutti i bambini.
Ci siamo recati quindi nella sala degli spettacoli, addobbata con cuori ecc. (niente da dire, comunque, l'istituto è molto bello, ben tenuto, con tanti spazi e tante strutture), dove tutti i bambini erano già in attesa.
L'atmosfera a dire il vero non è tanto giovata a Tania, che era nervosa e agitata e non ha assolutamente voluto venirci in braccio, piagnucolando ogni tanto. Quando ha provato ad andare a ballare (era irresistibile e abbiamo finalmente capito come mai i genitori si sorbiscono con gioia tutti gli spettacolini dei figli) si è pure beccata un dito in un occhio, povera...
Per il resto però è stato bello, con canzoni, giochi, balli, il messaggio che dobbiamo tutti essere amici e volerci bene. Quanti bambini; vederli tutti insieme fa un impressione stranissima. Poi, alla fine, la conduttrice ha detto che ogni bambino doveva dare il cuoricino che aveva al collo a una persona a cui voleva bene.
Tania è venuta da me - mandata da una tata, ma considerando tutti i niet che aveva detto fino a quel momento non era scontato - ma soprattutto si è fatto strada nella calca Vitali, un bambino che era nel suo gruppo, che si è avvicinato tutto timido e mi ha porto il suo cuoricino. Io gli ho dato un bacio sulla guancia, commossa.
Passata la festa, anche la piccola si è calmata, tanto è vero che alle 18 non era pronta a salutarci, fosse stato per lei. Al pomeriggio è sempre un po' storta, sarà la sveglia dal pisolino? Chissà...
E ancora nessuna notizia degli esami che ha fatto stamattina. Forse, domani.
E uffi, ancora salita.

lunedì 13 febbraio 2012

Primo tempo da capolista, secondo tempo in difesa

Il titolo di matrice calcistica (ovviamente non farina del mio sacco...) riassume benissimo la giornata, anzi le 4 ore abbondanti, con la piccola.
Mattina spettacolare: in palestra da soli, a giocare con Zhu Zhu ma a fare anche tante nuove attività: le capriole (avanti e indietro... quella indietro aiutata, se no la iscriverei subito a ginnastica artistica), salti sulla palla e sulla renna verde gonfiabile, vari giochi con palle e palline, una piccola parentesi artistica nell'aula di arte, vicina alla palestra stessa. Tania era proprio in forma, allegra, piena di vita e di entusiasmo, neanche lontanamente la bambina passiva che abbiamo conosciuto a giugno. Anzi, abbiamo anche qualche video che testimonia che... fa proprio la scemetta, quando vuole :-)
Ah, una cosa che mi ha colpito: è andata dalla maestra di arte dicendo: "Guarda che belli i miei olecchini!". Tutto in russo ovviamente, a parte l'ultima parola, rigorosamente in italiano. Era la prima volta che la sentivo usarla in una frase. E poi: siamo stati ribattezzati, non so per quale motivo. Se le chiedi come mi chiamo io, dice Giorgia Papu, mentre il papà è Fabio Zavut (zavut in russo è "chiamarsi"). Faremo domanda in anagrafe al più presto!
La mattinata si è conclusa con l'incontro con la direttrice. Una parte è stata positiva, e anche abbastanza prevedibile: ha detto che farà di tutto per scoraggiare eventuali genitori ucraini che volessero adottare Tania, dicendo che ha tanti problemi e malattie e che comunque c'è una coppia italiana che la frequenta e lei chiama mamma e papà. Ha anche detto però che non sarà possibile opporsi, in caso qualcuno si intestardisca. Lo sapevamo. L'altra notizia invece ci ha lasciati più sorpresi (e preoccupati): domani la piccola dovrà fare dei controlli medici. Speriamo che sia tutto ok...

La seconda parte della giornata è stata meno fantabrillante: ci hanno tolti dalla palestra e portati in una stanza diversa. Che alla bionda NON piaceva. No no. All'inizio era solo tesa, poi il karma si è incrinato e in seguito frantumato totalmente. Abbiamo provato a consolarla, ma poi è arrivata una tata che l'ha presa in braccio poi, siccome non smetteva, l'ha riportata nel gruppo. L'abbiamo seguita, ma... Tania ci ha tenuto un muso chilomentrico per almeno 30 minuti. Oh, roba da piangere se solo la guardavamo, non volerci neanche dipinti, e quando le ho chiesto dov'era la musar (spazzatura) per buttare una cartina (sapendo quando le piaccia andarci) mi ha detto secca: E' là (indicando il bagno). Certo, non perdeva di vista il papà che giocava con un'altra bambina: faceva finta di giocare, ma di sottecchi...
Comunque... piano piano è sbollita, ma ormai eravamo lì nel gruppo e giocare è stato complicato, siccome c'erano gli altri bambini che sono poco gestibili. Era di nuovo tutta mama-papa giochiamo insieme, venite a vedere che bello, mi smollate delle caramelle? E così via.
Arriviamo a sera bolliti. Un po' in ansia per domani. E un po' increduli che possa essere malata, sembra così vivace...

domenica 12 febbraio 2012

Allora, vi muovete?

Avevamo promesso una II trance, e infatti eccoci. Dopo una cena in compagnia di una referente del nostro ente, Irina, e una coppia di Roma, in ballo con un'adozione di una bambina in gambissima del nostro stesso istituto. Al piano di sotto c'è una festa, con la musica dal vivo a manetta... che dire, speriamo che vadano a nanna presto o che tutti abbiano passato una bella notte in cuccetta :-) Adesso stanno cantando "Mamma Maria" dei Ricchi e poveri, in un italiano finto da film.
Pomeriggio bellissimo con Tania. La tata ha deciso che doveva stare con noi da sola, non nel gruppo. Ci ha portato in una bellissima stanza grande, una palestra con tutto, palle, palloni, palle su cui si salta, attrezzi. La bionda ovviamente si è messa subito a piangere... Io, in questi casi, resistenza 0, stavo insistendo per tornare nel gruppo, Fabio invece ha detto che non c'era problema e che la tata se ne poteva andare. Tania ha pianto per qualche minuto ancora, poi piano piano, fra un'arancia e i carissimi Zhu Zhu, si è rilassata e ha cominciato a giocare. Abbiamo fatto di tutto, dalle pappe con i tegamini, ai giochi con Zhu Zhu, alle corse lungo il corridoio in braccio al papà. E qui viene il bello... voleva che corressimo entrambe, prima io, poi lei, e Fabio doveva sollevarci a turno. Inutile dire che un membro della coppia al momento ha la schiena leggermente incriccata :-)
Vuole di continuo noi, uno non può andare via un attimo che è tutto un chiamare, fa un passo e controlla se la segui, se no "Vieni mamma, vieni papà! In fretta!", detto con tono dittatoriale e a volume a manetta. Che dire... secondo noi se riusciamo a portarcela a casa questa ci fa vedere i sorci multicolor, altroché Zhu Zhu!
Domani incontro con la direttrice. Crediamo che voglia chiarimenti su come intendiamo procedere. Speriamo che sia collaborativa, e che il regalo che le abbiamo portato (caramelle e porfumo D&G) le piaccia.
PS la nostra città (che Nick potrebbe, a ragione per una volta tanto, definire "paesone") è così piccola che oggi pomeriggio in albergo nevicava, in istituto c'era il sole.

Un abbraccio

Ore 9.30 locali, eravamo davanti alla porta - chiusa a chiave - dell'istituto. Abbiamo dovuto bussare alla finestra delle cucine :-)
Ci accoglie una tata, appartentemente una dottoressa, che dice di sapere chi siamo e ci porta da Tania, la cui aula nel frattempo ha cambiato posto. Ci facciamo sulla porta, la chiamano e... per la PRIMA VOLTA IN ASSOLUTO, lei ci guarda, ci sorride e ci corre incontro, abbracciandoci stretti.
Non avremmo mai pensato a un'accoglienza del genere. Di solito è un po' sulle sue, spaventata, emozionata. Oggi sembrava solo felice di vederci.
E' sempre lei... chiaro. Quando hanno provato a portarci nella sala della direttrice, per giocare da soli, si è messa a piangere. Abbiamo spiegato alla dottoressa che è normale, che lei è più tranquilla se stiamo a giocare nel gruppo. Lei subito ha detto che dovevamo stare insieme da soli ma poi, fra una telefonata a non so chi (la direttrice?) e un video in cui giochiamo con Tania nel gruppo (santo ipod!) si è convinta.
Appena entrati, la piccola si è subito calmata. Si è messa i gioielli ed è impazzita davanti ai 2 Zhu Zhu: davvero, mai vista così entusiasta per un giocattolo, lanciava urletti e versetti che erano tali e quali a quelli delle 2 bestioline. A un certo punto, si è tolta le pantofoline - ancora le nostre! - e ha detto: I tapacki? Sottotitolo: Com'è che mi portate sempre le pantofole nuove e stavolta no? Ops.. niente tapacki in effetti, ma ci siamo rifatti con gonna-collant coi lustrini-felpa col pelo e i brillantini, che hanno quietato la piccola futura modella.
Ma le - belle - soprese non sono finite qui. Le tate a un certo punto hanno portato un sacchetto con Ciccio Bello Bua (senza qualche accessorio, ma pazienza!), le sue collane, altre cose che le abbiamo mandato nei pacchi. Lei era felicissima di rivedere tutto. E poi... si è alzata, ha chiamato Fabio da una parte e gli ha fatto segno che voleva vedere il suo album di foto. In effetti era lì, appoggiato. Le tate hanno detto che lo guarda spesso e chiede dove siamo. Cucciola...
Insomma, è andata bene. Piccola crisi di pianto perché voleva uscire, ma le tate dicevano di no (la tata mi ha guardato, mentre lei piangeva - un normalissimo capriccetto, secondo me - e scuotendo la testa ha detto: Isterica. Se questa avventura finisce bene, proverò a togliere quella parola anche dal Devoto-Oli), poi l'abbiamo vista magretta, pallidina, col solito appetito da camionista, ma con un taglietto in testa e il naso che a soffiarlo molto sanguina. Ce n'è abbastanza da volersela mettere nello zaino e via - stavo per dire "al caldo", ma qui c'è meno neve che a Modena!
Invece... domani appuntamento con la direttrice, che ci vuole parlare, forse per capire le nostre intenzioni in vista delle future visite di aspiranti genitori ucraini. Speriamo bene...
E siccome è domenica: oggi doppio post. A stasera, quindi!

sabato 11 febbraio 2012

Step by step

Prima parte del viaggio, ovvero: in auto fino a Treviso, in aereo fino a Kiev Zulyiany, in taxi con l'autista Roman fino all'ufficio che ci ospita fino alle 20.30, a piedi fino al Mac fornito di rete wi-fi... Completata. Senza grandi sorprese, eccetto che i -13 gradi si sentono e io mi sono infilata la calzamaglia alla velocità della luce. Adesso poi che il sole e' calato... Sconsigliamo cose tipo respirare con la bocca o uscire senza cuffia.
Una notizia buona l'abbiamo, anzi, ottima. Pare che la piccola sia rientrata in istituto e che domani mattina potremmo subito vederla. Non ci riusciamo ancora a credere.

giovedì 9 febbraio 2012

Se non c'e' il brivido...

... Non c'e' gusto per noi, ormai. Niente incertezze, che noia... Noooo, noi le vogliamo, vogliamo farci chilometri e chilometri senza avere la certezza assoluta di vedere la cucciola. Si', perché Tanya e' ancora in ospedale, non perché sia malata, ma a causa del fatto che non hanno ancora organizzato il trasporto per riportarla in istituto. Ci hanno comunque consigliato di andare: la nostra presenza dovrebbe , forse, sveltire la questione oppure potremmo proprio venire coinvolti nel recupero. Chi lo sa? Ci hanno ASSICURATO che la vedremo, e noi ci speriamo, chiaro... Non vediamo l'ora. Non sentiamo la sua voce da un po', e ci inizia a mancare l'aria.

giovedì 2 febbraio 2012

Neve e... gelo

-20 a Krivoy Rig, o così almeno mi ha detto ieri chi ha finalmente – dopo giorni in cui era impossibile prendere la linea – risposto al telefono in istituto.
Ma il gelo che mi ha invaso dopo pochissimo non è stato né quello, né la neve che cadeva copiosa su Modena e Bologna, bensì la frase: Tania è in ospedale.
Ho preso fiato per fare mille domande… ma subito, ho annaspato. Potevo chiedere “Perché?”, ma non avrei capito la risposta. Avrei voluto chiedere: È grave? Ma sta bene? Cos’ha?... ma semplicemente, non ero in grado. Dopo un attimo di silenzio, ho solo detto: Chiamo più tardi. E ho attaccato sentendomi invasa da un grandissimo senso di preoccupazione, ma anche, sì, di frustrazione. Non solo non potevo fare nulla per la piccola, ma non ero neanche in grado di chiedere notizie su di lei.
Subito ho chiamato Fabio, e anche lui si è preoccupato. Terza telefonata a Vicenza, per chiedere se qualcuno da Kiev poteva provare ad avere notizie.
E lì è iniziata l’attesa. Con la mente che cerca di dirti che non sarà niente, che le malattie sono normali con questo freddo. Ma la pancia che è tutta in subbuglio…
E alla fine, la notizia arriva. Come spesso, ormai, grazie all’aiuto di persone che non conosciamo, e che tuttavia ci fanno da – esile -  ponte con nostra figlia. Pare non sia niente di che, un raffreddamento, forse un po’ di bronchite, e che sia normale portare il bambino in ospedale anche in questi casi, siccome è un ambiente più caldo e controllato.
Dovrebbe essere tutto risolto per la nostra partenza, anche se dovremo avere la conferma, verso giovedì prossimo.
E così rimaniamo qui, sotto la neve, consapevoli che probabilmente va tutto bene, e che prima o poi dovevamo aspettarcela una cosa del genere. Ma anche tristi, perché più di tutto vorremmo essere con lei adesso, e non possiamo.