venerdì 30 settembre 2011

A presto, occhi blu

Salutiamo la ridente Dniprdzirdzinsk. Il pensiero va di continuo a quel lontano (così ci pare) 23 giugno, quando per la prima volta varcammo il cancello della Dietzki Dom, spaventati e in ansia. Oggi ci siamo riguardati le prime foto di Tania e ci siamo raccontati, per filo e per segno, tutto quello che successe: quando cercammo fra i bimbi quale potesse essere, quando ce la mostrarono dicendo “Eccola, fatela giocare!”…
Sembrano passati anni. Adesso Tania sorride a Fabio quando va a prenderla nel gruppo al pomeriggio, si ingozza di merenda per far presto a venire con noi, poi con piglio deciso ci dice: “Voglio questo! Voglio quello!”. Così diversa dalla bambina che ci rispondeva con un filo di voce.
Fa strano pensare che non torneremo qui mai più. Non vedremo più i bambini, non sapremo cosa ne sarà di Lisa, di Anton, della piccola Nastia. Già Andriuscia non è più nel gruppo, non sappiamo se è tornato a casa (speriamo) o è stato trasferito come lo sarà Tania.
Comunque… abbiamo salutato la piccola. Oggi pomeriggio le abbiamo dato lo zaino con dentro tutte le sue cose e abbiamo giocato con un aeroplano che ho anche sfruttato per farle vedere “la mamma e il papà che tornano a casa, lontano lontano, e poi, ecco, dopo un po’ tornano indietro, dalla Tania!”. Lei stavolta ha ascoltato davvero concentrata, o almeno ha fatto finta bene, ecco. Abbiamo anche parlato delle telefonate che le faremo, ogni settimana, e anche lì sembrava capire.
Il momento dei saluti, con il bacino a l’abbracciatona “fotte fotte” (detto da lei) è arrivato in un attimo, con noi che avevamo le lacrime agli occhi.
I suoi invece li vogliamo mettere qui, per la prima volta. Fabio dice che sono protesi al futuro. Io che sono azzurri come il cielo ucraino. Sono occhi forti, senza dubbio.
Occhi

giovedì 29 settembre 2011

Penultimo giorno

Giornata piovosa qui, oggi. Piovosa e fredda, e ci dicono che in Italia invece e' proprio caldo.
Pioggia significa anche che con Tania siamo obbligati a giocare nell'antibagno del suo gruppo, che prima consatava di una stanza con armadietti e panche per bambini, ora invece in una stanza con gli armadietti e basta. Quindi abbiamo: una stanza, i giochi che portiamo noi, e nella stanza di fianco un gruppo di bambini che giocano facendo un discreto casino. Quanto durera' la pupa quasi quattrenne?
Certo, il nostro fsacino e quello dei giochi non vanno sottovalutati, ma anche il richiamo degli amici... e appena osiamo affacciarci nella stanza del gruppo, subito ci viene resitutito il passaporto, che significa "grazie e arrivederci".
Comunque... non e' andata male e ci sono stati molti momenti belli. Intanto, essendo da soli abbiamo potuto parlare con Tania in pace, e provare a spiegarle che per l'ennesima volta andiamo via, ma torneremo. Cosa fanno a casa la mamma e il papa'? Lavorano, mangiano, dormono, pensano alla Tania, le comprano delle cose... cosa vuole la prossima volta che torniamo? Una kuka, una bambola, grande, ha detto la contessina. E sia.
Poi, tentativi di spiegazione su perche' vorremmo portarla a casa con noi ma non possiamo (lei per fortuna non ha certo capito cosa significhi venire a casa con noi, quindi da quel lato siamo un poco tranquilli) e discorsi sul fatto che le telefoneremo, a lei piace quando telefoniamo? Da.
Altra cosa che ci ha fatto molto felici (a parte vederla ballare, che e' uno spettacolo, ma sul serio, e ci ha fatto capire cosa ci trovino i genitori negli spettacoli dell'asilo, cosa che ci era sempre sfuggita): ho parlato con la direttrice, lei mi ha fatto di nuovo notare i miglioramenti che Tania sta facendo (io le ho detto che adesso parla tanto), mi ha mostrato la relazione che ha scritto per il nuovo istituto, in cui parla anche di noi (mi ha indicato il punto) e poi, quando le ho chiesto: "Ma per caso avete una foto di tania da piccola?", ha risposto: "Certo!".
Detto, fatto: eccole li', due fototessera identiche con la Tania cucciolissima, senza capelli, che ci fissa con la stessa espressione di ora quando e' seria. L'abbiamo fotografata, emozionati e consapevoli di quanto, se tutto andra' bene, potra' essere preziosa anche per lei.

Alla luce di tutto questo, diventa subito sorpassato lo sconforto che ci ha preso invece nel pomeriggio. Come e' gia' successo altre volte, a turno circa, io ho detto a Fabio che avrei avuto voglia della pillola blu. Quale pillola blu? Questa:
"È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più".
Il film lo lascio indovinare ai nostri fedeli lettori.
Insomma, a volte la vorremmo questa pillola blu, svegliarci e non ricordare piu' nulla di questi giorni tanto belli ma anche tanto pieni di dolore. Pero' non possiamo, per Tania soprattutto, perche' se lei oggi non e' piu' la bambina che andava solo in altalena forse un poco c'entriamo anche noi. Perche', fra l'altro, abbiamo gia' scelto la nostra pillola: e' quella rossa, con quello che portera' nel bene e nel male. 

mercoledì 28 settembre 2011

Linoleum e balletti

Stamattina siamo andati in istituto alle 9 in missione speciale. Infatti, dei cari amici ci hanno consegnato una somma per fare un regalo ai bimbi dell'istituto, e noi abbiamo approfittato della presenza di Roman, i giorni scorsi, per spiegare la situazione.
Di cosa hanno bisogno i bambini? La vicedirettrice ci ha portati addirittura dalla direttrice per esaminare la questione, e la risposta e' stata: linoleum.
Ebbene si', chiedere a Fabio di finanziare il linoleum e' come chiedere a un pizzaiolo una pizza congelata. ma tant'e'... la stanza dei giochi del gruppo di Tania ha il pavimento distrutto, e bisognava pure rimediare.
Oggi, dunque, dovevamo essere accompagnati da qualcuno dell'istituto a comprare il linoleum. Quando siamo arrivati pero' la vicedirettrice ci aspettava insieme a una ragazza, che ci e' stata presentata come una "spezialist" e che ci ha mostrato un lungo preventivo, compliato a mano e con precisione sovietica, che conteggiava non solo il pavimento ma anche la metratura dei battiscopa. Non potevamo recarci noi in negozio perche' e' lontano, poteva andare bene lo stesso? Ovviamente, abbiamo detto OK, e ci hanno detto che domani arriveranno con la ricevuta, e a breve Tania e i suoi amichetti avranno un bel pavimento nuovo :-)

Seconda parte del titolo. Causa l'arrivo alle ore 9, siamo stati con Tania piu' del solito oggi. Abbiamo giocato tanto, ma il momento clou e' stato nel pomeriggio quando, da soli sotto a una tettoia, la mama si e' esibita, presto imitata da Tania, in un balletto che Fabio ha scaricarto sull'ipod. Credo si chiami tipo Hoky Poky, non chiedetemi com'e' scritto che non ho voglia di verificare. Comunque il nostro pezzo preferito e' quello che dice, a ogni strofa, "e muovi il sederin": con grande impegno sia io che Tania abbiamo perfezionato la mossa, e direi che piu' tardi, quando abbiamo replicato, le tate presenti hanno visto uno spettacolo che e' valso il prezzo del biglietto.

Oggi abbiamo anche comprato a Tania uno zaino (rosa); domani gielo daremo e ci metteremo dentro tutte le sue cose: gli album delle foto, i suoi gioielli, Cicciobellino (se lo ritroviamo, al momento risulta disperso), la sua borsetta preferita e cosi' via. Lo potra' portare con se' (parola di vicedirettrice) nel nuovo istituto.

PS momento di fierezza per entrambi i genitori. Oggi Tania ha calciato il pallone come un'indemoniata (e il papa ha potuto osservare che 'tira di destro di collo pieno'), poi ha giocato tanto con il gioco che la mama sponsorizzava da secoli, ovvero la frutta di plastica attaccata col velcro da tagliare a meta' con un coltello finto. Vuole mandarci via pari, senza dubbio!

martedì 27 settembre 2011

Hand in my pocket

Oggi in teoria il cardine della giornata avrebbe dovuto essere il ritiro dei documenti. Non che non ci sia stato…  la nostra richiesta di non procedere è stata accettata, alle 14.20 abbiamo partecipato alla solita udienza con l’abituale balletto di nomi, cognomi, dati, chi è presente, “Ha qualcosa da aggiungere?” (no comment). Ci siamo limitati alle risposte standard e al tentativo di incrociare lo sguardo della procuratrice, fallito perché ha preso appunti tutto il tempo (ma su cosaaaaaa?), così, per incenerirla. Ora tutti i documenti sono fra le mani di Roman e di noi, in questo tribunale, è rimasto l’esile ricordo di 2 italiani che hanno pianto in aula e qualche fotocopia.
Il vero cardine è stato, come quasi sempre del resto, la piccola Tania. Oggi niente lacrime, tanto moccolo, la solita energia, parecchi sorrisi. Le abbiamo dato una giacca mezza-stagione bianca, col cappuccio. Siamo stati restii finora a regalarle dei vestiti, siccome nessuno ha niente di proprio e non sapevamo se le tate avrebbero apprezzato. Però lunedì aveva le mani gelate e una giacca enorme che non si guardava, noi avevamo questa meraviglia regalata dalla nonna e… non abbiamo resistito. Fatto 30, abbiamo fatto 31 con le scarpe da ginnastica bianche e rosa (per quelle avevamo una scusa incrollabile: dubitiamo che il prossimo anno porti ancora il 23 di piede!) con gli strap.
Lei ovviamente è stata entusiasta, girava per il cortile con le mani affondate nelle tasche e si tirava su il cappuccio, pretendendo che facessimo lo stesso anche io e Fabio con le nostre felpe. Era bellissima, l’hanno detto tutti.

Amore e amarezza

Stamattina alle ore 6.15 siamo sbarcati – veramente si trattava di un treno, non di una barca, quindi? Strenati? – sulla banchina della nostra ormai nota Dnipreccecc. Ad attendere me, Fabio e Roman la nostra padrona di casa, Luba, una delle dottoresse dell’istituto che, gentile come al solito, ci ha subito detto che Tania sta bene e chiede spesso di noi.
Tornare fa uno strano effetto. Da un lato, ormai conosciamo questo appartamento e queste strade così bene che, come dice Fabio, è quasi come tornare a casa (senza esagerare). Dall’altra, venire qui per ritirare i documenti, anche se ovviamente è una cosa che abbiamo ben meditato, che sottende una tattica ecc., sa invincibilmente di sconfitta, quindi dà a questo rientro un sapore amaro. Mai come varcare la soglia e vedere sull’armadio la borsa di vestitini che avevamo lasciato per Tania, e che invece tornerà mestamente a casa con noi.
La mattinata è passata in un tribunale insolitamente gremito, soprattutto da ultra-settantenni particolarmente agitati (Roman dice che forse sono in tribunale per una storia di risarcimenti legati alla seconda guerra mondiale, promessi ma mai arrivati). Abbiamo fatto la nostra solita bella attesa sotto alle lampadine fulminate, per firmare poi due dichiarazioni in cui chiediamo che la sentenza non sia pronunciata e di riavere indietro i nostri documenti. Domani alle 14 invece dell’udienza ci sarà la lettura di queste dichiarazioni, e poi ci verrà riconsegnato l’incartamento.
Abbiamo incontrato anche la vice-direttrice dell’istituto di Tania, lì per un’altra udienza. Ci ha dato appuntamento alle 16, anticipandoci però che avrebbe chiesto alla direttrice (mai vista) l’autorizzazione perché noi possiamo comunque incontrare Tania fino a venerdì.
L’incontro, grazie alla presenza di Roman, è stato molto interessante. Oltre ad aver consegnato la seconda trance dei vestitini Cattabriga (con annessa spiegazione, questa volta, e sentiti ringraziamenti), abbiamo anche saputo che la direttrice ha autorizzato le nostre visite, che Tania chiede spesso di noi, che tutti sono molto dispiaciuti di come sono andate le cose (e la vice sembra proprio sincera: secondo noi ha a cuore la situazione della piccina). Ci ha anche informati che il 18 o il 21 novembre Tania sarà trasferita in un nuovo istituto, in un’altra città della regione (di cui Roman ci ha detto il nome, ma non lo ricordo), insieme a bambini fino agli 8 anni. Comunicare con lei e vederla potrebbe essere leggermente più complicato, siccome là non ci conoscono; lei però ha detto che scriverà una relazione per spiegare il tutto e telefonerà, in modo da aiutarci il più possibile ad avere il via libera anche là. Speriamo!
Alle 16.20 siamo usciti un attimo per incontrare la direttrice (ma allora esiste!) poi, abbastanza in fretta, siamo tornati su, nella sezione di Tania. Dalle voci abbiamo capito che i piccoli si stavano mettendo le scarpe per uscire. Siamo entrati, abbastanza di corsa, e subito abbiamo visto la piccola che… si è messa a piangere disperata.
Emozione? Sorpresa? Non lo sappiamo, ma ci ha fatto una gran tenerezza. Che strano pensare che solo l’altra volta la sua accoglienza di avrebbe spiazzati, forse spaventati. Invece, ci è solo venuta una gran voglia di abbracciarla.
Lei, dopo qualche consolazione dalle tate, mi è venuta in braccio e, tempo di arrivare in fondo alle scale, era tranquilla e pronta a sbranarsi la banana che avevamo portato.
Dopo di che, tutto come al solito. Come se non ci fossimo lasciati: ha bevuto il succo, esplorato la nuova “sumka” (borsetta) e indossato i gioielli, cacciato gli amici troppo curiosi, poi ci ha portati un po’ a spasso. Si è voluta mettere a sedere nello stesso punto dove all’inizio di settembre aveva voluto mettersi le mie scarpe (e ha voluto infilarsele anche questa volta), ha cantato le canzoncine, ci ha chiesto di spingerla in altalena.
Si vedeva che era più emozionata del solito (come noi, del resto). Faceva venire voglia di coccolarla senza sosta: il mento ancora ammaccato, il nasino colante, la tosse, per non parlare della giacca abbondante in cui era infagottata. Vederla così, pensare che abbiamo solo cinque giorni per stare con lei, che è possibile che questa storia vada avanti fino a novembre 2012… è un mix di amore e amarezza che ci vela gli occhi.

venerdì 23 settembre 2011

Ancora in lotta

L’essere umano è strano. Dagli un filo, piccolissimo, di speranza, e lui ci si aggrappa come se non avesse altro.
Oggi abbiamo deciso di continuare a lottare.
Siamo stati dall'ente e abbiamo parlato con la presidente. Una donna che ha adottato e che ci ha detto: Se fosse la mia adozione, farei così. E noi l'abbiamo ascoltata.

La scelta era fra tentare un altro abbinamento (ma come potremmo?) e continuare. La seconda, ovviamente.
Lunedì saremo in tribunale a ritirare i nostri documenti: vogliamo evitare che emettano una sentenza negativa sull’adozione, visto che un tribunale non si può pronunciare 2 volte sulla stessa causa, quindi avere un NO ora sarebbe un NO per sempre.
Ritiriamo i documenti, bloccando la pratica, poi andiamo in istituto a parlare con la direttrice, per spiegarla che non intendiamo affatto non adottare più Tania. Anzi, le chiederemo di poter continuare a vederla. Staremo lì fino alla fine della settimana.
Intanto, il CAI proverà a fare pressioni al dipartimento di Kiev, per vedere se c’è modo di sciogliere il vincolo sull’adozione di Tania. Si metterà in campo il possibile, avvocati compresi.
Se andrà bene, forse potremo tornare in tribunale.
Se andrà male, chiederemo l’adozione di Tania per il 22 novembre 2012. Vorrebbe dire vederla poco, ma vederla, poterla chiamare, farle capire che non ci siamo sempre ma torneremo comunque da lei. Forse le cambieranno istituto quando avrà 4 anni… ancora non lo sappiamo. Forse per noi è meglio, siccome vorrebbe dire essere giudicati da un altro tribunale. Ma tanto, non potremmo farci nulla.
Non è poco tempo, ma già il fatto di essere ancora in lotta, di poterla vedere e dirle, sinceramente, che torneremo ancora è già una consolazione.
Oggi a Fabio in macchina ho detto: Non possiamo non tornare da Tania, lei ci ha detto "Tornate ancora...", e noi le abbiamo promesso che l'avremmo fatto.
 E' vero, non possiamo e non lo faremo fino a quando non succederà davvero l'irreparabile.


giovedì 22 settembre 2011

lunedì 19 settembre 2011

Il documento

In molti ci chiedono se ci sono novit� circ il documento. Le abbiamo avute oggi: il documento e' stato redatto lo scorso luned�, a insaputa dell'ufficio dell'ente, ed e' gia' in viaggio per il nostro tribunale. Cosa ci avranno scritto? Non e' dato saperlo. Che sia positivo lo escludono tutti... Perch� questi segreti altrimenti? Potrebbe essere o ambiguo, o negativo. Verso la fine della settimana i rappresentanti del nostro ente andranno al nostro tribunale per vedere il documento e parlare con il giudice, in attesa del verdetto di marted�.
Abbiamo molta paura, e non scrivo altro perch� al momento non mi vengono parole diverse.
Il pensiero va pero' a Paola e a Matteo: non c'e pace neanche per loro e il piccolo Vova.
Dobbiamo farci coraggio, loro e anche noi.

domenica 18 settembre 2011

"Ma questa chi �?"

Ieri alle 15 abbiamo raggiunto la signora Tania (nuova badante dei miei nonni, moldava) a casa dei miei: ci aveva detto che era disponibile ad aiutarci nella telefonata alla cucciola.
Dopo la richiesta da parte mia di alcune frasi per "rinfrescare" il mio gergo telefonico, abbiamo composto i 5000 numeri richiesti dalla scheda telefonica che ci permette di chiamare spendendo meno, e siamo riusciti a prendere la linea.
Ecco, rispondono: Tania-badante (d'ora in poi Tania-b) attacca a parlare dicendo che è un'amica della mamma di Tania, chi le ha risposto le risponde qualcosa, lei risponde a sua volta, insomma parlano per qualche minuto. Noi non capiamo molto, e quando chiediamo cosa dicono la risposta è: "La stanno chiamando". Indubbiamente, il russo deve essere una lingua poco votata alla sintesi, se in quei minuti si son dette solo quello :-)
Comunque... la piccola arriva al telefono e Tania-b le parla, dicendo che è una nostra amica e che si chiama proprio come lei.
Tania... dopo qualche secondo di silenzio si mette a piangere, dicendo che vuole "la mama e il papa"! Cucciola! Si sarà detta: Ma questa chi è? Dove sono quei due tizi che non parlano quasi per niente?
Tania-b me la passa subito, lei smette di piangere e iniziamo la solita telefonata: Come stai, hai mangiato, la mamma ti ha comprato gli orecchini e il papà le caramelle, te le portiamo presto, quando torniamo. Lei risponde, dice qualche parola, poi le chiedo se vuole parlare col papa (Da), glielo passa, lui la saluta, canta un po'...
Poi le ripassiamo Tania-b, che le dice che la mamma e il papà tornano presto da lei.
Fin qui tutto normale, a questo punto di solito ci sarebbe il "pacà-pacà", ma stavolta... Tania non vuole mollare il telefono. L'aggeggio le piace, le nostre voci le sente, e quindi perché smettere? Rimane in linea quindi, silenziosa o dicendo "da" a qualche domanda, noi da parte nostra abbiamo finito le frasi e quandi si passa all'italiano, fra bacini, ricordi sul dondolo, canzoni... rimaniamo insieme per 10 minuti buoni. La Tania a un certo punto dichiara che "mama placet", la mamma piange! Io la rassicuro, no no, la mamma non piange, anche se ci manchi tanto!
Poi, siccome tutto finisce, la tata si riappropria del telefono. C'è tempo per qualche domanda da Tania-b: la piccola mangia, dorme, sta bene? Certo, sta bene, prima piangeva perché appena ha sentito che eravamo al telefono si è messa a dire che voleva la mamma e il papà.
Tania-b ringrazia e riattacca. Noi rimaniamo lì, un po' sorridenti e un po' preoccupati che le manchiamo troppo.
Non ci sono notizie da Kiev, ma credo che se qualcuno avesse registrato questa telefonata, non avrebbe avuto dubbi circa quali sono i desideri della nostra bambina.

giovedì 15 settembre 2011

Telefonata n. 1

Martedì ho telefonato a Tania, per la prima volta senza il “papa” (dovendo chiamare alle 15, la presenza di entrambi è possibile solo al sabato). Il processo prima che me la passassero è stato più lungo del solito (ho sentito dire almeno 7 volte: “È la mama di Tania P., vuole parlare con lei”), poi qualcuno mi ha fatto un discorso che non ho capito (forse, ed evidenzio forse, mi voleva dire che tanto Tania non avrebbe parlato al telefono, ma non ci giurerei. In un mondo ideale, in quel caso avrei risposto che non mi interessava che parlasse, ma solo che mi sentisse. Nel mondo reale ho detto che non capivo quello che mi stava dicendo), alla fine ha rinunciato e, messo il vivavoce, ha finalmente chiamato la piccola. Che, a differenza del solito, 2 cosette le ha dette spontaneamente (niente di che, “Ciao” e la risposta alla domanda “Come va?”), e si sa, noi mamme ci emozioniamo con poco. Giusto altre 2 cosette da parte mia, una risposta sua imboccata dalla tata e, forse per le mie esitazioni (ero poco agitata, come al solito!) è arrivato subito il momento del “pacà, pacà” (Ciao!).
Che dire, sentire la sua vocina mi ha emozionato. Ho chiamato subito Fabio e abbiamo parlato… di nulla, in pratica, come due bravi genitori indementiti dalla prole.
Intanto, da Kiev tutto tace.
 
Ieri sera abbiamo letto il post dei nostri Compagni di viaggio. Io ho molta fantasia, e una certa tendenza a immaginarmi storie truci, ma devo dire che il sistema giudiziario ucraino non smette di sorprendermi e di superare qualsiasi tentativo di preveggenza. Che dire: Paola e Matteo, tenete duro, lì hanno senso pochissime cose, eccetto i nostri figli.

venerdì 9 settembre 2011

martedì 6 settembre 2011

"Tornate ancora!"

Avevamo deciso di parlare a Tania della nostra partenza nel pomeriggio. Questa volta da soli, senza interpreti o tate. Pensavamo di farcela.
Però stamattina è stata una mattinata del tutto normale. I soliti giochi, qualche urletto di rabbia da parte sua (quando non facciamo quello che le pare), nessuna lacrima (da parte mia). Arrivano come al solito le 11 e mezza, lei ci dà un bacino e l'abbraccio, poi si avvicina agli altri bimbi. Qui il colpo di scena: si rivolge a Fabio, gli manda un bacio con la mano e sorridendo dice: "Tornate ancora!".
Io, che non sono sicura di aver capito bene, controllo il verbo sul dizionario... ma no, ha detto proprio così. Piccola... non è che tu capisci più di quel che pensiamo?

Il pomeriggio è arrivato in un attimo. Come due scemi, ci siamo dimenticati a casa la sua banana, quindi abbiamo sfoderato subito il "pezzo forte", un lecca-lecca di dimensioni inaudite che la piccola orca si è subito ficcata in bocca. E lì, sedati i suoi istinti predatori, abbiamo tirato fuori l'album delle foto, che lei ha subito riconosciuto dicendo: Tania, Tania!, anche se non lo vedeva da più di 3 settimane. Abbiamo guardato le foto e, quando siamo arrivati a quella della nostra casa, ho iniziato a spiegarle che la mamma e il papà il giorno dopo non sarebbero andati a trovarla, perché devono andare a casa, lavorare e così comprarle... caramelle, anelli, orecchini, braccialetti... Quindi domani non ci avrebbe visto, ma che saremmo tornati presto. Le ho detto che la mamma le vuole bene, e anche il papà, e lei? Da, ha risposto. Le ho detto che avremmo telefonato, poi alla fine ho ricominciato: Domani non ci saremo, ma torniamo ancora, ok? Lei ha ripetuto "Tornate ancora". Poi è andata a giocare.
Non sappiamo se abbia capito o abbia solo ripetuto le parole di questa mattina, però ci è sembrata attenta. Ci ha salutato come al solito, poi si è anche fatta alla finestra, salutandoci con un bel sorriso e con grandi gesti.
E' l'immagine che vogliamo portarci in Italia. Perché "Torneremo ancora", piccola Tania, perché per noi sei "nasha doch", nostra figlia.

lunedì 5 settembre 2011

Aspettare ancora

Evidentemente la nostra graticola deve stare sul fuoco ancora un po'.
Senza il documento da Kiev il tribunale non vuole emettere la sentenza, o meglio, la emetterebbe, ma negativa. Quindi, ennesimo cambio di data: il 27 settembre, speriamo a quel punto con il documento mancante.
Noi ci sentiamo basiti, come incapaci di provare davvero sentimenti. Un po' ce lo aspettavamo, malgrado i piccoli segnali di ottimismo che ci sembrava di aver colto... una forma di autodifesa, forse. Quindi siamo qui a piangere e ci chiediamo se il 27 sarà davvero la volta buona.
Partiremo la notte fra martedì e mercoledì, in modo da essere a casa mercoledì pomeriggio. Abbiamo preferito questa scelta, rispetto alla partenza oggi, per avere il tempo di salutare Tania senza sembrare troppo stravolti (già l'altra volta non ci ha visti particolarmente in forma). Va bene tristi, ma disperati... non vogliamo spaventarla.

Piccoli incidenti

Oggi ad attenderci alle 10 Tania non c’era. Alle 10.15 siamo saliti, e la tata ci ha fatto segno che l’avrebbe portata giù dopo mangiato. Ore 10.30: la piccola arriva, ma con una brutta sorpresa. Ha un cerottone sul mento e la faccia di una a cui fa parecchio male. Ci hanno spiegato la dinamica della cosa (in russo), ma non abbiamo capito se ha preso in pieno una porta o è caduta dal letto (lei dice di essere caduta dal letto). In sostanza comunque pare abbia una rottura verticale sul mento, vicino alle labbra, e abbiamo visto che è lesa anche dentro, dove il labbro ha battuto sui denti.
Stamattina era molto dolorante,  ma oggi pomeriggio stava meglio, anche se a mio parere le giravano ancora parecchio J
Essendo domenica, abbiamo deciso di uscire a pranzo. Menù solo in ucraino, e per di più in corsivo, circostanza che, unita a un cameriere gentile ma non molto intuitivo, non ha facilitato le cose. Il punto fermo erano le patatine fritte, poi volevamo la carne. Lo chiedo al cameriere, indicando un elenco nel menù: “Carne?”. Lui conferma. Fabio prende quindi la prima voce della lista, io una più giù. Dopo un po’ di attesa arrivano i piatti: la sua è una bella e buona bistecca, il mio… pesce. Meglio dei rognoni di Matteo, ma avevo una faccia delusa che solo il dessert (crepe) da potuto rimediare.
Terzo e ultimo. Domani si va in tribunale. Usciremo con un sì, o un no, oppure con un “rimandiamo”. Speriamo nella prima o al massimo nella terza, perché la seconda sarebbe un disastro.
Ma abbiamo la parola di un piccolo oracolo che ci sostiene… oggi una mamma ucraina mi ha chiesto che porteremo Tania con noi in Italia. Sì, rispondo io. E lei: Quando? Contemporaneamente al mio “Non so” è intervenuta la Tania, che risoluta ha detto: Zavtra. Domani. Speriamo, piccola.
PS domani è un giorno speciale anche per Matteo, Paola e V. In bocca al lupo anche a voi, speriamo in una vittoria su tutta la linea che porti la nostra squadra (di 6 elementi, ormai) in cima alla classifica.

sabato 3 settembre 2011

Ucraini per caso

In tutto il tempo che abbiamo passato qui, ci siamo fatti una discreta esperienza dei prodotti alimentari in vendita nei supermercati. Abbiamo quindi pensato di scrivere un piccolo manuale per futuri volenterosi turisti ucraini, che poi Matteo e Paola, se e quando avranno tempo, potranno arricchire con le loro esperienze (sono più ferrati nel settore della ristorazione, loro). Ecco, quindi, le nostre perle di saggezza:


  1. La conserva di pomodoro non esiste. Non fatevi ingannare da: ketchup (anche se non c’è scritto, lo è, eccome); concentrati di pomodoro il cui colore e la cui consistenza simil-cemento non depongono a favore della naturalità del prodotto; succhi al pomodoro (da bere). Meglio ripiegare sui pelati, che si trovano anche se non ovunque.


  2. La carne in genere è buona, anche se non è sempre chiarissimo di cosa si tratti (attenzione: per chi sa il russo, è importante sapere che tutte le etichette sono comunque in ucraino).


  3. Le patatine non aromatizzate ESISTONO, anche se noi le abbiamo trovate solo al secondo viaggio. Teniamo a sottolineare però che anche quelle al granchio non sono pessime. Ci sono le Pringles, ma sono carissime (in termini relativi, ovviamente).


  4. L’insalata non l’ho mai vista. Le zucchine, solo enormi, come anche le carote (legnosissime). Ottima la verza e le patate. Fra la frutta, il meglio sono mele e banane, da quel che abbiamo sperimentato.


  5. Una pasta tipica sono i varenichi, che sono tipo ravioli. Attenzione! Noi li abbiamo visti al “sir” (formaggio) e alle patate. Abbiamo comprato quelli al formaggio, ma abbiamo scoperto (dopo averli conditi con olio d’oliva) che erano… dolci. Roman infatti ci ha detto che “sir” in russo è formaggio, ma in ucraino è ricotta, e qui la ricotta è dolce. Questi varenichi si devono mangiare con lo zucchero a velo o roba del genere.


  6. L’olio d’oliva si trova nei supermercati di media grandezza. Di italiano c’è il Monini, ma anche quelli spagnoli e grechi non sono male.


  7. I gelati confezionati sono numerosissimi e buoni.


  8. Idem biscotti, caramelle e dolcetti.


  9. Idem le insalate pronte comprate al banco della gastronomia (costano anche poco). Attenzione alla carote a julienne: contengono abbondante aglio (sono buone, eh, basta saperlo…).


  10. Acqua: meglio bere quella in bottiglia. Vendono anche delle confezioni enormi, da 6 litri, tipo da noi l’acqua distillata (noi la usiamo per cucinare). Come acque frizzanti, ne abbiamo provate alcune, poi siamo approdati alla Bonaqua, etichetta verde (frizza) da 2 litri.


  11. Di birra (che tutti dicono ottima) e vodka non parlo, per rispetto a Fabio che è ancora in quaresima.


  12. La pizza congelata non è male. Secondo noi la migliore è quella Dr. Oetker (da noi Cameo?). Non fatevi scoraggiare dalla mancanza del forno, va bene anche una padella abbastanza grande, da far andare a fuoco lento con il coperchio.


Ma soprattutto, cari aspiranti turisti ucraini, mai abbassare la guardia! Anche ai più esperti (come noi J) possono capitare piccoli incidenti, come la pizza con cui abbiamo cenato stasera. Stregati dalla foto…
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… non abbiamo letto gli ingredienti che a casa. Ed eccolo: ANANAS! NOOOOO!
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Anita

Questa mattina ci siamo svegliati volendo scrivere due righe sulla nostra amata Anita, che ha fatto saltare il banco delle scommesse.
Ricordiamo ancora quando il 15/08, dopo una stupenda giornata a casa di Monia e Max , i vari genitori e amici scommettevano sull’arrivo di Anita ,Chiara e Viola visto che per le ostetriche stavano viaggiando alla pari.
Nell’ordine: Viola 1° classificata 16/08/11, Chiara 2°classificata 28/08/11 (giusto?)… e Anita??
La posta sale perché adesso la Sisal accetta, oltre la data, anche se arriverà di mattina o pomeriggio se ci sarà il sole o pioverà.
Capiamo che se per mesi hai sentito dire “ gli ultimi saranno i primi”, tu ti sia adeguata, ma adesso è giunto il momento di dare un po’ di riposo a mamma Giulia e soprattutto a papà Andrea che come tutti i papà anche se fanno i corsi pre parto sono sempre un po’in apprensione… noi non siamo donne.
Un abbraccio forte
Fabio e Jo

Cicciobellino

Comunicazioni di servizio per prime: Roman, dopo aver parlato col giudice, ha confermato l’udienza di lunedì, anche senza il documento. Che dire? E’ meglio di quanto ci saremmo aspettati. Pensavamo che si sarebbero limitati a rimandare l’udienza, invece secondo Kiev e secondo l’ente la loro risposta è un segno positivo. Non sappiamo cosa pensare. La speranza tenderebbe a mettere fuori di nuovo le sue esili radici, ma abbiamo tanta paura a innaffiarla. Ci limitiamo ad aspettare lunedì. Vedremo cosa succederà e decideremo le prossime mosse. Dirjiss!
Ma oggi vorremmo lasciar spazio a un amico che ancora non conoscevamo. Il suo nome corretto sarebbe Ciccinobello, ma a me piace di più Cicciobellino, ed è così che lo chiamerò. E’ arrivato qui in Ucraina grazie a due ado-zii molto gentili. Lascio a lui la parola.
“Ciao! Mi chiamo Cicciobellino e sono un bel bambolotto biondo con i capelli a caschetto. Non ho un bellissimo carattere, infatti tendo a piangere praticamente di continuo, se uno pigia nei punti giusti.
La mia vita fino a ora era stata una barba: prima in una confezione di plastica, poi in un pacchetto che mi impediva di  vedere fuori. Ma oggi, finalmente, ho visto la luce!
La prima cosa che ho visto, a dire il vero, è stata una bimba bionda molto elegante, con gli orecchini, che mi guardava stupita. Mi ha toccato con attenzione e io ovviamente mi sono messo a piangere. Lei non è stata molto partecipe del mio dolore, infatti ha cominciato a ridere, un po’ mi ha cullato ma più che altro mi ha portato in giro a conoscere altra gente, facendo notare a tutti che piangevo (che sforzo!). Ma questo è stato solo l’inizio: intanto, dopo pochissimo mi sono trovato nudo come un verme, poi anche parecchio sballottato. Infatti, l’aspetto signorile della signorina non deve ingannare: più volte mi sono trovato nella polvere fino ai gomiti, piangendo ovviamente. E non era neanche tanto carina a rimettermi il vestitino, che peraltro non rimaneva al suo posto per più di 5 minuti.
Ma il momento più difficile è venuto nel pomeriggio, quando, dopo parecchi minuti di pianti (miei) e di risate (sue), mi sono visto barattare per… una palla! Mentre lei calciava il pallone tutta contenta (per la gioia del papà), io sono stato affidato a un certo Dima, che non ha esitato neanche lui a portarmi in giro, urlante e sempre nudissimo.
Che vita, ragazzi! Adesso per fortuna sono di nuovo al riparo nello zaino di una signora che qui chiamano “mama”, ma… che mi aspetta domani?”.

venerdì 2 settembre 2011

1 settembre: inizia la scuola!

Il primo di settembre in Ucraina è anche il giorno di inizio delle scuole (oh, qui si fanno le cose serie, mica come da noi J). Detta così sembra semplice, invece non lo è affatto.
Da quel che abbiamo visto, è un giorno di festa. I maschietti vengono abbigliati con completi pantalone-giacca neri o grigi, provvisti di cravatta, ovviamente. Le femmine con abitini di vario tipo, ma molto eleganti e quasi sempre con fiocchi enormi sulla testa. Almeno la mamma li accompagna, anche lei elegantissima (roba che da noi si vede ai matrimoni, per dire).
I ragazzi più grandi non sono da meno. Loro sono in camicia e cravatta, portate in genere in maniera più scanzonata ma comunque elegante. Le ragazze in bianco e nero, magari con alcuni modelli un po’ osè (qualche camicetta trasparante di troppo)… A me ha fatto tenerezza vederli aggirarsi insieme nei supermercati (credo che oggi abbiano fatto solo poche ore); mi sono chiesta quali fra loro avessero aspettato con ansia tutta l’estate di rivedere lui/lei, quali stessero sperando che “quest’anno si accorgerà di me!”… insomma, mi sono fatta una bella dose di “amarcord”.
L’atmosfera è piacevole, complice il bel tempo. Mi domando se fosse solo apparenza, e i giovani ucraini siano alla canna del gas come noi quando a settembre finivano le vacanze, o se effettivamente qui le cose funzionino diversamente.

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE: malgrado il tentativo di alleggerire l’atmosfera, la situazione qui non è rosea. Siamo ormai certi che il documento che ci hanno chiesto non arriverà per lunedì. Domani Roman viene qui a parlare con il giudice, per decidere se questo documento sia davvero fondamentale. Al 99% la risposta sarà sì, quindi l’udienza di lunedì potrebbe essere rimandata. Purtroppo.

giovedì 1 settembre 2011

Il trenino

Grande novità per i bimbi oggi… o meglio, novità per noi, che non avevamo mai visto la scena.
Premessa: ieri e oggi con i bambini del gruppo di Tania c’era una tata che prima avevamo visto solo con i più grandi. Bionda, fra i 50 e i 55, è molto in gamba, perché fa fare ai bambini tante attività insieme, racconta loro molte cose, canta delle canzoncine… insomma, si dà da fare, a differenza di tante altre che si limitano a controllare che non si uccidano fra loro o sui giochi.
Oggi quindi la tata ha chiamato tutti i bambini, li ha messi in fila due e due, ha fatto prendere a ognuno la maglietta di quello davanti e così, in stile trenino, li ha portati fuori dal cancello dell’istituto! Loro erano felicissimi, facevano mille domande e guardavano con un interesse che ci ha intenerito la via, che è poco frequentata e con nulla di notevole. Ma tutto, dalla macchina che passava, al camioncino, al cane a spasso, suscitava grandi esclamazioni di meraviglia. E’ stato bellissimo vederli dall’altra parte dell’inferriata, per una volta.
La scena si è ripetuta nel pomeriggio. La tata è anche scomparsa per pochi minuti (lasciandoli con un’altra, ovviamente), ed è tornata con dei rami pieni di foglie in mano, uno per ogni bambino. Inimmaginabile l’entusiasmo con cui tutti si sono messi a giocare con i rami, sollevandoli o facendo finta che fossero scope. Nessuno se l’è sbattuto in testa, cosa molto positiva, e direi anche che rispetto ad alcuni gruppi scalmanati che si vedono in Italia sono anche stati piuttosto bravini.
Segnalo anche la presenza di una contessina, nel gruppo dei bimbi. Ebbene sì, è la nostra Tatiana che, appena arriviamo, pretende di avere i suoi 2 anelli, la collanina (“Non faccio nulla senza il mio filo di perle!”), il braccialetto e, da ieri, anche gli orecchini a pendaglio (scomodissimi per giocare, a mio parere!). Si aggira un po’ rigida, con portamento molto signorile, tranne quando si rotola nella polvere, ovviamente.