domenica 28 agosto 2011

Vascresienie!

Domenica molto “locale” quella di oggi.
Dopo essere stati dalla Tania, decidiamo di tornare al mercato, invogliati dalle folle che abbiamo visto dirigersi lì durante la mattinata. La nostra prima incursione non era stata molto soddisfacente: inquietati dall’uomo steso a terra a 4 di bastoni proprio all’ingresso, con i passanti che lo guardavano preoccupati, non ci eravamo arrischiati ad addentrarci troppo e avevamo visto solo bancarelle di scarpe e occhiali da sole (belle, anche se, dopo 7 o 8…). Oggi invece ci siamo intrufolati in viuzze sempre più strette, determinati a trovare la sezione degli alimentari. Ci doveva essere, se no da dove venivano tutte quelle tizie con le sporte piene di cipolle?
Insomma… alla fine ce l’abbiamo fatta, e ci siamo anche goduti un mercato più vario di quello che avevamo visto l’altra volta, dove si vende di tutto, dai cuccioli ai vasi di miele artigianale, dai semi ai water, dagli abiti ai ricambi meccanici di vario genere. Belle le verdure, più di quelle dei supermercati. Stavamo camminando, ammirando finalmente delle melanzane che non suscitano la pellagra a un primo sguardo, quando un signore, da dietro una bancarella, ci ha approcciati, dicendo: “Africa?”. AFRICA? Ma come, va beh che siamo di carnagione leggermente scura, ma… africani????????? Spieghiamo che siamo italiani, e lui, subito, “Ah, Milano…”. Ecco, già più vicino a noi, per dire. Comunque, compriamo da lui le melanzane (“Due”, gli dico. Lui: “2 chili?”. Io: “No, proprio 2 melanzane!”. “Facciamo 3, a 2 grivne e 90 copechi”, circa 25 centesimi).
Di ritorno a casa, dove avevamo progettato nientepopodimeno di un riso in bianco (lascio immaginare come mai, problema mio, comunque), mi imbizzarrisco. Ma come, dico, non è possibile che non abbiamo mai pranzato con qualcosa preso da una bancarella! Fabio mi asseconda, e scegliamo un chiosco in cui fa bella mostra di sé della carne allo spiedo. Vediamo un tizio allontanarsi con una roba arrotolata, e spieghiamo di volere lo stesso. Detto, fatto: la ragazza ci srotola sotto agli occhi della pasta molto sottile, poi inizia a metterci sopra: verza tagliata a julienne, qualche patatina fritta, pomodori, carote sempre a julienne, rapa rossa, maionese, ketchup, senape e infine la carne. Arrotola il tutto e lo caccia nella piastra.
Il risultato (e il nome del prodotto finale) lo potete vedere nella foto. Io sono impazzita… in effetti, un debole per il junk food ce l’ho, e questo mi ha soddisfatto appieno!

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3 commenti:

  1. Ormai state diventando cittadini ucraini a tutti gli effetti. La frequentazione così interessata dei mercatini locali ne testimonia il passaggio. Anche il cibo locale pare piacervi. Chissà però se Fieddu si è fermato a quella bancarella per quello o piuttosto per il fatto che sul fronte del negozietto campeggia una bella ed interessante scritta PIVO (birra ndr). Ed i suoi occhi luccicanti non danno spazio ad altre interpretazioni...
    Speriamo che la burocrazia ucraina sia molto veloce e che produca quel documento tanto atteso per l'udienza.
    Qui finalmente il caldone ci ha lasciati e si riesce a dormire anche senza l'aiuto di un condizionatore (tanto Giorgia ha sempre la sua bella felpina...)
    Un salutone! Gepi

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  2. Davvero invitante il vostro "kebab", ma volete mettere con i rognoni alla panna acida che mi sono gustato a Kovel! Un'esperienza...

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  3. Ovviamente, quello dei rognoni ero io. 
    Matteo

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