lunedì 25 febbraio 2013

E tu dove credi di andare?

Tania non l'ha detto solo perché non sa ancora dirlo, ma l'effetto è stato questo. La situazione: sera, dopo cena, lei è in camera a giocare col papà. Io dico: "Esco a buttare la differenziata, che c'è qualcosa nella plastica che fa una puzza pazzesca". Lei, sentendo il rumore della maniglia: "Dove vai mamma?" (Ti kudà?, domanda ripetuta circa 1000 volte al giorno, cambia il soggetto che va dal papà al cugino di secondo grado del vicino di casa). Io: "A buttare la spazzatura". Tania: "Arrivo!". Non arriva. "Vado!". "Vengo mamma!". Arriva, guarda la sporta con carta a plastica, poi mi dice: "Vai". Permesso accordato signore! Direi che l'effetto cozza di cui mi avevano parlato in parecchi ci sia tutto. Per me e per il papà, a seconda dei momenti e di chi c'è, ma cozza è. E che cozza sia, chiaramente, se è così che va l'attaccamento. Fra quello e le 6000 domande ripetute dal momento della sveglia a quello del sonno (le più gettonate: Dove vai/dove va/dove andiamo adesso? Di chi è? Chi è?, che usa quando si sente un qualsiasi rumore) arrivo al momento del rientro del papà un po' frastornata, forse saranno anche i cartoni di Rai yoyò? Io ieri sono andata a votare e sono rimasta stupita, non trovavo il facciotto di Peppa Pig, ma si può? Comunque... continua ad andare bene, direi. A parte il desiderio di rassicurazione che sta dietro a tutte le domande, e ci sta, in fondo non è che siamo in questa casa da un secolo, sono due settimane! Voglio dire, qualche dubbio che una volta usciamo e non torniamo ce l'avrei anche io, nei suoi panni. Dicevo, a parte questo mi sembra serena, pronta ad accettare le nostre proposte di andare a trovare qualcuno o a cena dal cuginetto... stiamo dosando incontri e momenti di gruppo, ma durante quelli che abbiamo fatto ci è sembrata proprio contenta, e dopo non era schizzata. Con la lingua va benino, capisce un sacco di cose, poi risponde in russo mettendo qualche parola di italiano, che non si capisce come mai riesca a ricordarsi "tacchino" e non "cane", che gliela ripeto ogni volta che sentiamo abbaiare, ma va beh. Sabato siamo stati in piscina per la seconda volta e, complice la muta che fa galleggiare - me l'avevi detto Dani, sembrava un tappo di sughero! Inaffondabile! - e gli occhialini si è lanciata, sempre sott'acqua a salutare qualcuno o lanciata a braccia tese verso la maestra. Venerdì in un centro giochi con i gonfiabili, e anche lì è stato un piacere vederla provarli tutti ridendo a crepapelle. Sale e scende dalla macchina, si siede sul suo seggiolino, riconosce posti e strade come se non avesse fatto altro nella vita. Pedala sulla sua bici facendo le curve su una sola delle due ruotine, a tavola non tace un secondo. Ci strema ma ci fa ridere, da matti.

domenica 17 febbraio 2013

Una settimana e un giorno

Sabato scorso rientravamo in Italia, una meta che ci sembrava quasi un miraggio. E' passata una settimana, davvero intensa, la nostra prima settimana da genitori. Con alti e bassi, ma quello che conta alla fine è vedere che Tania si muove con sicurezza per la casa, sembra serena, sta imparando i nomi dei membri della famiglia e tante parole in italiano. Fa i capricci, dei guai, chiede una cosa e poi non la vuole, si arrabbia se qualcosa non le riesce... sta conoscendo noi, e noi lei. Non chiede dei suoi amici o del gruppo, anche se li nomina (col passare del tempo sempre meno, in effetti). Noi ci stiamo abituando ad avere una bambina in casa, ad adeguarci ai suoi ritmi, a fare tante delle cose che un genitore deve fare: coccolare, preparare pranzi e cene che vadano bene anche per lei, ricordarsi di avere sempre dei fazzoletti di carta e le salviette, chiederle se deve fare pipì prima di uscire e/o di vestirla come l'omino Michelin, capire quando è tesa, quando sta facendo la sciocca, quando ha bisogno di calmarsi. Siamo all'inizio, e facciamo errori (tipo oggi portarla sulla neve senza crema solare... è rossa come una melina!), ma ci mettiamo tutta la buona volontà. Abbiamo tanti, ma tanti, Love is... perché, anche se ci fa arrabbiare da matti, è la nostra piccola, e continua a lasciarci senza fiato. Love is... vederla per mano col cuginetto, o vederli saltare insieme sul letto, ballando. Love is... sentirla dire: Mama, ti belissima! Love is... vederla ballare col papà con addosso un tutù rosa (lei, non il papà) Love is... quando dorme, perché è adorabile da vedere, non solo perché possiamo prendere fiato (o pulire casa) Love is... portarla per la prima volta in piscina, e vedere la sua gioia, che non ha paura, che ama l'acqua proprio come noi. Love is... vederla per tutto il giorno con addosso gli occhiali da piscina, chiedendo di portarli anche a letto. Vederla fare la doccia con gli occhialini e la cuffia da piscina! Love is... portarla a bobbare e sentirla ridere, mentre scende con Maksim, come una matta. Love is... al ristorante per la prima volta, vederla porgere un cappello caduto a terra a un bambino. Love is... sentirle chiedere se possiamo tornare a casa, e vederla far festa quando vede che ci siamo, come la faceva all'istituto. Love is... sentirle chiedere dove sono la nonna e i nonni. Love is... che stasera per la prima volta mi abbia chiesto cosa preparavo per cena. Love is... leggerle una libro sui baci prima di dormire, e provarli tutti con lei, quello degli elefanti, quello del topolino... Love is... guardare i cartoni con lei in braccio. Love is... quando prima di addormentarsi ti prende la mano. Love is... vederla felice quando riconosce un posto dove siamo già stati. Love is... vedere che si sforza di imparare nuove parole in italiano. Love is... quando ci dà un bacio all'improvviso. Love is... quando la vestiamo tutta bene, ma anche quando si mette il pigiama. Love is... quando ci annusa e dice che profumiamo (annusa tutto!) Love is... quando a Luca regalano una cioccolata e a lei una cosa impacchettata, che chiaramente è un libro, io le chiedo secondo lei cos'è e lei dice: Una cioccolata grande! :-) Love is... sentirla chiedere di guardare in TV "Papik" (Peppa Pig)

sabato 16 febbraio 2013

Un anno fa

Un anno fa eravamo in rientro dall'Ucraina e avevamo scritto da poco un post bello difficile: Tania era stata ricoverata e non sapevamo quando l'avremmo rivista. Iniziava un periodo di apnea che sarebbe durato fino a giugno. Oggi Tania è a casa quasi da una settimana, una settimana intensa in tanti sensi, che ci vede abbastanza stesi, parecchio messi alla prova, ma con lei. Con lei.

domenica 10 febbraio 2013

Una paura in meno?

Abbiamo passato una bella domenica a casa. Tania già sembrava più a suo agio, ed ė solo il secondo giorno. Cerca spesso Luca, il cuginetto, con cui si capisce anche se parlano lingue diverse. Oggi, prima noi sole, poi con lui siamo stati al parco, ė stata l'occasione per incontrare qualche amico in una situazione informale che anche Tania ha gradito. Ma il vero passo avanti, e grande, l'ha fatto dopo, a casa di Luca. Lui ha una gattina, Mimì, francamente deliziosa. L'abbiamo vista prima giù in giardino e già lì, vedendola in braccio a lui, Tania ha sorriso, ma è stato in casa, vedendolo coccolarlo ancora, che si è lasciata andare: prima ha accettato di accarezzarla, poi tutta discesa fino alla dichiarazione: Voglio bene a questo gatto! Tutto la stupiva: vederla mangiare, bere, dormire, fare la pipì! Luca voleva giocare, ma non c'è stato verso, era tutta presa dalla gatta. Io sono stata felice, soprattutto perché sentirla dire, tutta felice, 'non ho paura!' mi è sembrato proprio liberante.

sabato 9 febbraio 2013

Doma... a casa

Siamo a casa. Lo scriviamo con un sospiro, quasi non ci crediamo ancora. Il frigo fa il solito casino infernale, la Rai non è ancora tornata sulla nostra TV e di là in cameretta una piccola bionda dorme con un mappamondo e una lucina Ikea accesi. Il viaggio è andato al di là di ogni rosea previsione. Tania si è alzata alle 4 allegra come un fringuello, è salita sul furgone di Roman senza un sospiro, ha avuto un secondo, ma un secondo, di dubbio davanti all'aeroporto, ma quando Fabio le ha detto che era come il negozio, si è subito tranquillizzata, guardandosi attorno con aria navigata. Le attese per fortuna sono state brevi: grazie a Sendy, eravamo anche avvertiti del fatto che sarebbero scomparsi con i nostri documenti, ala dogana, e non ci siamo spaventati, e alle 6.10 eravamo già seduti ai nostri posti, in aereo. Anche l'impatto visivo col velivolo, che temevamo, non ha scosso la cosacca, nemmeno intimidita, poi, dal decollo. Dopo essere stata un po' seduta, si è alzata e ha cominciato a girellare nel corridoio, e ancora un poco dopo ha iniziato a osservare che insomma, l'aereo è bello, ma ci era già stata tanto tempo e iniziava anche un po' a rompersi le scatole. Il tutto detto come osservazione, eh, da esperta globe-trotter. Atterrati a Treviso, e baciato il suolo natio, ci siamo messi in fila per il controllo passaporti, e un poliziotto ci ha preso passaporti e visto, per fare delle fotocopie; recuperate le valigie, Fabio l'ha raggiunto, lasciando me e Tania da sole. Col problema però che lei ha visto, al di là della porta, il nonno, e da allora ogni occasione era buona per provare a correre fuori, oltre le porte scorrevoli. Alla fine ce l'abbiamo fatta, a uscire, e lei è corsa a braccia aperte verso mio padre, provocandogli probabilmente un arresto cardiaco. Il viaggio in macchina è stato facile, con lei tutta contenta che il papà sapesse guidare (credo avesse qualche dubbio), ma il clou è stato quando siamo arrivati a casa. Le abbiamo detto: siamo vicini, vicinissimi... eccola! La casa gialla addobbata, per l'occasione, con tanti palloncini. E' stato quasi impossibile trattenerla, mentre il cancello si apriva: urlava "La mia casa, la mia casa!" e, appena messa a terra, si è fiondata verso i parenti in attesa (solo quelli stretti, quindi pochi), dirigendosi verso Luca (il nostro nipotino) e stringendolo in un abbraccio calorosissimo. E' poi passata alla nonna, ai nonni, agli zii... sorridente e felice, mentre tutti piangevano. Davvero, se fosse stato un film, avremmo detto che era irrealistico, troppo perfetto! Salutati tutti, ha espresso il desiderio di vedere la sua camera. Ricordando l'entusiasmo di Vladimir in proposito, ci siamo affrettati a portarla, notando che non solo il giardino, ma tutta la casa era stata addobbata con festoni e palloncini. Inutile dire che anche la cameretta, già vista più volte in foto e in video, ha suscitato una gioia quasi incontenibile, che neanche rimasti soli è scemata. Il pranzo, a base di tortellini, è andato bene, ma la piccola era stanchissima (comprensibilmente), e dopo poco è stata messa a letto, nel letto nuovo (ancora entusiasmo a manetta). Il resto della giornata è trascorso, così, ad abituarsi lei alla nuova casa, noi ad averla qui. E' tornato Luca a giocare - si intendono bene, anche senza capirsi. La nonna e la zia la cullavano con gli occhi, mentre giocava tranquilla a fianco del cuginetto. Adesso dorme, come ho scritto all'inizio. Noi finiamo di disfare le valigie e... ci diamo pizzicotti, per capire se è tutto vero.

Titoli di coda

Il post di oggi, mentre all'alba ci apprestiamo a partire alla volta del tanto sospirato aeroporto, è doverosamente dedicato ai ringraziamenti. Sono stati in tantissimi a starci vicini in questo lungo percorso che ci ha visti, alla fine, insieme per diventare una famiglia. Prime di tutte, le nostre di famiglie che, loro malgrado, sono state chiaramente coinvolte in questa grande montagna russa/ucraina. E, nel coinvolgimento, va detto che... ci sono state. Ci hanno appoggiato, hanno condiviso con noi i pesi, hanno aspettato, si sono rattristati per noi e per Tania, si sono anche arrabbiati. Ma sempre lì, sempre. E poi, gli amici: dalle chiacchierate dal vivo, a casa nostra, in pizzeria, davanti alla chiesa, dove si chiedeva come sta Tania, ci sono novità?, alle telefonate, alle mail, a FB, ai commenti al blog, ai forum. Ci avete detto di tutto amici, avete atteso con noi la piccola, le avete fatto regali, dedicato pensieri pieni di emozione, preghiere, speranza. Ma questo post non è proprio per voi. In tutti i film ci sono i protagonisti, che in questo caso siamo noi ma, soprattutto, Tania, ma anche tantissimi altri personaggi senza i quali la storia non potrebbe svilupparsi. E adesso che siamo ai titoli di coda... eccoli! Personaggi e interpreti... Iniziando proprio dall'inizio inizio inizio del film, ci sono loro: gli amici di quello che chiamiamo il "gruppo ado": ci hanno messi insieme per caso al primo corso organizzato dal Comune, a gennaio 2009... e mai da un raggruppamento a caso è venuta fuori tanta bella cosa! Abbiamo percorso insieme non solo la nostra avventura, ma anche le vostre e ora, anche insieme a Ufy, Christian e Maksim, siamo pronti a riprendere le nostre cene insieme. Grazie mille ragazzi... parlare con voi è sempre, ma sempre, "sentirsi capiti". Siete stati i primi a percorrere con noi questa bella crociera... e per fortuna, non possiamo che dire. Secondo, ma solo in linea strettamente cronologica... è lui, l'ente! SOS bambino ci ha accolti fin dall'inizio trasmettendoci un'impressione di grande serietà. Che è stata confermata: in tutte le fasi di questa lunga vicenda, ci è stato vicino, anche nei mesi in cui sembrava non succedere nulla. Andrea B., il nostro operatore, ha avuto modo di conoscerci bene (praticamente è stato obbligato dagli eventi... quante coppie gli rimangono sul groppone per tanti mesi?), e si è sciroppato varie telefonate, richieste, ansie, paure, arrabbiature, ci ha visti piangere dal vivo o al telefono, alzare la voce... Ovviamente anche ridere e dire sciocchezze, e gioire, ma siccome a dare buone notizie alla fine siamo tutti bravi, lo vogliamo ringraziare soprattutto per come c'è stato nei momenti difficili e nelle brutte notizie. Sì, perché, anche quando tutto pareva andare male, abbiamo deciso di fidarci, e il risultato... l'abbiamo sotto agli occhi ogni mattina. Questa è una vittoria per noi ma anche per voi, quindi grazie a tutti: ad Andrea appunto, alla presidente Egles Bozzo, a Maida e al resto del personale che nei prossimi mesi avremo ancora occasione in importunare. Ricordiamo, di Egles, una frase in particolare: quando, al momento di decidere di ritirare la richiesta di adozione di Tania, a settembre 2011, ha detto, da mamma anche lei adottiva: "Se fosse la mia adozione, io farei così". E quando certe cose le dice una mamma adottiva, tu l'ascolti, poche storie. Prima di partire con la nostra avventura, anzi, proprio per poter partire (e per ben due volte!), abbiamo dovuto preparare un bel malloppone di documenti. Non ce l'avremmo fatta, senza perdere la ragione, se varie persone non ci avessero aiutato, facilitando cose altrimenti complesse. Grazie mille per aver sopportato con pazienza le infinite richieste di correzioni, timbri, contro-timbri il cui senso a volte sfuggiva pure a noi. Ovviamente, poi, c'è tutta la parte ucraina dell'ente, che non possiamo dimenticare. Eugenio e Irina "capo", che vogliamo ricordare in particolare quando, la sera prima dell'abbinamento di quest'anno, al telefono ci ha detto: I documenti di Tania ci saranno, vedrete, facendoci passare un notte un pochino più tranquilla. Il personale dell'ufficio: Nadia, che per prima ci ha portati in giro per Kiev, Taya, che è stata con noi allo storico abbinamento che ci ha condotto per la prima volta dalla nostra piccola. Roman, che ci ha accompagnato nei momenti più critici della nostra avventura (siamo ancora una delle poche adozioni che non sei riuscito a portare a termine, o, siccome ce l'abbiamo fatta, passiamo dalla parte di quelle andate bene?), standoci di fianco in tribunale quando tutti ci randellavano, apparentemente senza pietà. Sono stati i momenti più difficili, con decisioni complicate da prendere, e non è stata certo una passeggiata, per lui, assisterci in quelle occasioni. E infine lei, Irina, che abbiamo conosciuto quasi per caso lo scorso febbraio, e che da quel momento ha organizzato viaggi, incontri, appuntamenti in ospedale, fidata alleata telefonica, e che ci ha accompagnato nella seconda parte della nostra avventura adottiva, efficiente, decisa, obbiettiva. Come supporto tattico, viene ora il momento di chi, in effetti, abbiamo frequentato più di tutti, qui in Ucraina, a parte Tania: i nostri tassisti. A Kiev, Roman (ricordiamo il panico, abilmente gestito, di quando insieme a lui avevamo il treno in partenza e il bancomat ci aveva inghiottito la carta!); a Dnieprpetrovsk, Alexander; a Krivoy Rog, Andrej. Puntuali, affidabili, hanno passato parecchie ore, al caldo o al freddo, ad aspettarci fuori dall'istituto, hanno ritirato e consegnato pacchi, fatto telefonate, decifrato le nostre, spesso criptiche, richieste di aiuto o di informazioni. In alcuni casi, si sono anche trasformati in efficienti assistenti nella gestione della difficile parte burocratica dell'adozione. E come dimenticare chi ci ha letteralmente lasciato la casa? Mica gratis ovviamente, ma un piccolo pensiero va anche a Luba, e al suo appartamento che piano piano, e contro la nostra volontà, abbiamo iniziato a considerare "casa". Le abbiamo lasciato una nostra foto sul frigo, chissà se sa che adesso stiamo per andare finalmente a casa insieme. Oltre a Luba, anche il personale degli istituti e dell'ospedale che in questi mesi hanno ospitato Tania. Intanto per le cure che le hanno dato, per averla nutrita, coccolata, giocata, consolata quando cadeva, per averle insegnato a parlare, camminare, a fare la pipì nel vasino... insomma, parecchie delle cose che avremmo fatto noi, se ci fossimo stati. Magari non proprio tutte col nostro stile, ma suvvia, crediamo che nel panorama generale dell'infanzia abbandonata Tania sia stata più fortunata della media. Grazie anche per tutto quello che avete fatto per noi: anche solo una parola, uno sguardo, un gesto - considerando il problema non piccolo della lingua - ci hanno dato sostegno quando sembrava che l'Ucraina tutta fosse contro di noi. Ci avete detto: noi pensiamo davvero che voi siate il meglio per Tania, e speriamo che possiate esserlo il più presto possibile. Sappiate che, ogni volta che ci avete dato un indirizzo, chiedendo di mandarvi foto e informazioni, non siete diventate solo un tassello che Tania potrà usare per ricostruire il suo passato, ma ci avete anche dato la speranza che davvero ce l'avremmo fatta. I nostri datori di lavoro, e i colleghi. Sono un altro dei motivi che ci ha davvero consentito di andare avanti in questa lunga avventura, siccome le nostre assenze fisiche sono state parecchio durevoli, quelle mentali... molto significative pure loro. Non ci è mai stato fatto pesare niente di tutto ciò, anche se le partenze erano sempre inaspettate e sembrava di non aver mai preparato le cose abbastanza bene. I colleghi non ci hanno fatto mancare non solo l'aiuto sul lavoro, ma anche l'appoggio, sia morale che pratico, quando è stato il momento di intervenire "fisicamente". Senza questo aiuto, magari ce l'avremmo fatta lo stesso, ma non con questi tempi. E... come facciamo a dimenticare loro? Ma sì, quelli che sono italiani, ma comunque si vede, che sono anche un po' ucraini, ormai. Dato che qui sono stati tanto tempo e hanno fatto una bella fatica. Sono loro, i nostri "compagni di viaggio" che hanno intrapreso il nostro stesso cammino in queste lontane terre. Prima di tutti Paola e Matteo, incontrati grazie a un imprevisto "cupido" (grazie Andrea!), conosciuti in quei momenti che avvicinano parecchio, ovvero quelli di difficoltà. Sia che siamo stati insieme qui, o in insieme in Italia, o noi qui e voi là, o viceversa... il filo che ci lega, e che lega anche Vladimir e Tania ormai, non si è mai spezzato. Sapete quanto bene faccia una parola, una battuta, la frase giusta che chi ha vissuto momenti simili immancabilmente sa dire. Voi, e il vostro affollato e caldissimo condominio, ci avete dato una gran mano. E poi gli altri compagni: Carla, Graziano e Oleg (mi ricordo così bene della nostra pizza a Kiev!), Stefano, AnnaMaria e Olga, e gli italo-ucraini di SOS, che ci hanno portato veramente tanta fortuna. E, ultimi ma solo in ordine di comparizione, Nino e Grazia e Paolo e Monica: ragazzi, voi siete ancora in barca, vi auguriamo venti favorevoli e tempo sereno. Chiudiamo con un ringraziamento particolare... se fossimo nei Promessi Sposi, scomoderemmo la Provvidenza, ma non lo siamo, quindi: grazie a... come la vogliamo chiamare? Fede? Forza? Follia? Testardaggine? insomma, quello che sia. Lei che ci ha accompagnato dall'inizio alla fine, e che ci ha permesso, pur con grande fatica, di arrivare fin qui. Prima di andare davvero, vogliamo dare alcuni numeri. Eccoli, se qualcuno vuole giocarseli al Lotto: 19 mesi e 18 giorni di suspence 172 giorni in Ucraina 9 viaggi 18 aerei presi 16 treni infiniti taxi infiniti documenti 4 diverse città: Kiev, Dniprodzindzinrsk, Dnipropetrovsk, Krivoy Rog un blog iniziato quasi per gioco 228 post tanti calorosi commenti 37 mila e 800 visualizzazioni tanti pianti molti sorrisi, soprattutto ultimamente un'avventura indimenticabile e irripetibile tanti amici due genitori un angelo

venerdì 8 febbraio 2013

Valigie fatte... non sembra vero

Non ci possiamo credere: siamo davvero in partenza, e con Tania. Al di là dei sogni che per tanti mesi abbiamo tenuto chiusi in un cassetto, nel timore che non si avverassero mai. Ripartiamo come avremmo sempre voluto, in tre, con una piccola che in questi giorni ha dimostrato una grande capacità di adattamento, una grande simpatia, un'enorme dolcezza, ma anche un discreta capacità di farci perdere le staffe (che sicuramente perfezionerà), una bella testa dura, una faccetta da sfida che... non ci farà annoiare. Ringrazio (personalmente io, Giorgia) dei consigli delle mamme ado. Credo che le cose andranno come le avete descritte, Fabio tornerà a lavorare e io starò a casa con lei... godendomi oneri e onori, come si suol dire. Mi associo alle raccomandazioni di Adomamma: so che tutti, giustamente, non vedete l'ora di vederla dal vivo, ma soprattutto all'inizio ci si dovrà andare piano. Non dubitiamo che diventerà una grande festaiola, ma all'inizio avrà soprattutto bisogno di tranquillità e di routine... Salutiamo dunque Kiev, e questo appartamento che ci ha visto per la prima volta con una bambina con noi 24 ore su 24. Partiamo col tanto sospirato passaporto e dell'altrettanto sospirato visto - tanto per rendere l'idea, oggi Tania giocava con una matrioska, maschio e femmina, facendo finta che fossimo io e Fabio, e diceva che andavamo a "comprare i documenti". Penserà che facciamo quello nella vita. Oggi le abbiamo anche parlato molto di cosa accadrà domani. Dell'aereo, dei nonni, della casa di cui abbiamo rivisto i video. Le abbiamo detto che in quella casa rimarremo, senza spostarci, che papà andrà a lavorare e la mamma per un po' starà a casa. "a giocare?", ha chiesto. Sembra abbastanza tranquilla, poi domani non sarà facile ma... per la sua felicità futura, ci vuole.

giovedì 7 febbraio 2013

Penultima notte?

Il punto interrogativo è, come sempre, d'obbligo. Però pare che domani mattina presto sia in arrivo il passaporto di Tania (via treno!); domani mattina alle 10.45 saremo in ufficio, all'ente, e se va tutto bene andremo in ambasciata per completare la pratica. Insomma... se non ci sono problemi, il rientro dovrebbe essere sabato in mattinata. Tania l'abbiamo avvertita: le ho detto che presto torneremo a casa. Siccome la frase in sé è la stessa che le dicevamo sempre prima di ripartire, le altre volte - e mi è dispiaciuto, ma il mio lessico non permette altro - lei mi ha chiesto se lei sarebbe tornata in istituto. Le ho detto di no, assolutamente, che verrà a casa con noi. Va bene, le ho chiesto? Ha detto di sì, anche se, povera... secondo me anche lei sa di non avere scelta. Poi mi dico... avrà visto che a stare con noi in linea di massima si sta bene, ha accettato il viaggio di 8 ore per venire qui, verso l'ignoto, accetterà anche quello più breve - speriamo - che ci attende sabato? Dopo aver vissuto per una settimana con noi? Mi auguro di sì. Mi immagino che il suo piccolo cuore batterà forte, ma spero che la sorpresa che l'attende a casa - casa NOSTRA, finalmente - la ripaghi della paura. Intanto ci chiede sempre: Dove andiamo? Cosa faremo? Appare quasi troppo insistente, ma c'è da capirla... per lei ultimamente il futuro è così imprevedibile...

mercoledì 6 febbraio 2013

Prima cena in compagnia

Oggi è stata proprio una bella giornata, non tanto per quello che abbiamo fatto (serata a parte), ma per come è andata con Tania. Si vede che anche lei era girata meglio - capita a tutti di avere giorni sì e giorni no - ed eravamo tutti più rilassati. Le novità di oggi sono due. La prima è burocratica: è arrivato il "nulla osta" della CAI, quindi adesso manca solo il passaporto per richiedere il visto di ingresso in Italia. La seconda è che stasera abbiamo invitato a cena Paolo e Monica, la coppia che abbiamo conosciuto qui, già genitori adottivi, in cerca di un fratellino/sorellina per il loro cosacco. Sono in attesa del secondo abbinamento, che gli hanno fissato a due settimane di distanza dal primo... non è mai piacevole l'attesa qui a Kiev, non perché la città non sia piacevole in sé, ma perché sono tempi "vuoti", in attesa di qualcosa che sta per iniziare. Difficile, insomma. Comunque: complice una pizza da asporto, del gelato e delle Donuts molto americane, Tania ha appena passato la sua prima cena in società. Il concetto non le era chiarissimo, anzi, quando dopo il bagnetto l'abbiamo vestita tutta carina ci ha chiesto: Ma torniamo in istituto? Piccola... ma certo che no! (non aveva un tono speranzoso quando l'ha detto). Poi: Ma andiamo in macchina? Rassicurata che non ci saremmo mossi da casa, mi ha aiutato ad apparecchiare per 5, attendendo questa cosa strana degli amici che vengono a cena. Insomma: è stata proprio brava. Un po' agitata, emozionata, ovvio, con le guance rosse e comunque bisognosa di attenzioni, che richiede senza soste (celebre il suo grido: Mama/Papa! Idì sudà! Mamma/papà, vieni qua! con tono perentorio), ma pronta a stare al gioco, sorridente, allegra. Non possiamo non pensare alle cene che ci aspettano a casa, e ci sembra di vederla, magari esagitata ma felice. Quando capirà meglio l'italiano... non la terrà più nessuno! Love is... vederla dormire. Non ci stancheremmo mai di guardarla.

martedì 5 febbraio 2013

Ci si avvicina

Abbiamo notato che questi pochi giorni insieme sono serviti più di tutti quelli tracorsi con lei in istituto a far "passare" l'idea di quello che ci sarà in Italia. Mi spiego: da tantissimo le mostravamo foto, filmati, le passavamo al telefono una delle nonne o il nonno, o la zia. Adesso, sarà forse Skipe, oppure il fatto che vivere in famiglia le fa meglio capire quello che succederà in Italia, ma Tania inizia a fare un sacco di domande: su Luca, sa fare questa cosa o quell'altra? Lui mangia tutto a tavola? Va sott'acqua con la testa? E stasera, giocava col piatto dicendo: qui c'è... e invece dei nomi dei compagni del gruppo, c'erano il nonno, la nonna, Luca, lo zio, la zia... va beh, con i nomi fa confusione e ancora non ha idea di quanti zii e zie troverà di preciso, ma la cosa ci ha colpiti e non poco. Parla ancora tanto dei bambini del gruppo, li nomina quotidianamente, anche solo per ricordare quando non facevano a modo: ci sembrerebbe strano che non lo facesse. Però ci sembra che si stia avvicinando anche lei all'idea che partiremo, e della famiglia che la aspetta, e questa sensazione è davvero dolce. Continua anche a familiarizzare col concetto di "avere una mamma e un papà". Oggi sull'altalena una bambina le ha detto che era lì con la nonna, Tania ha risposto che la sua nonna è a casa. Poi le ha chiesto con sufficienza: Noi abbiamo anche un papà. Tu ce l'hai?

lunedì 4 febbraio 2013

Prime lacrime

Oggi ho fatto piangere Tania per la prima volta. Davvero mi ha sfilato la pazienza da sotto i piedi, alla fine sono sbottata togliendole di mano la calzamaglia con un gesto spiccio, lei si è spaventata ed è scoppiata a piangere. Io l'ho rassicurata, dicendole di stare tranquilla, e spiegandole che la mamma era arrabbiata e come mai. Che non succedeva niente, ma che arrabbiata lo ero. Dopo un po' l'ho abbracciata (non si è scostata come fa altre volte quando piange), si è messa tranquilla e, insomma, anche meno monella. Direi (e spero) di non aver fatto nessun danno, siccome poi, giocando con una bambola, la sgridava e poi le spiegava che la mamma era arrabbiata perché non mangiava; singolare, siccome la parola "arrabbiata" fino a ora l'aveva usata molto di rado per descrivere uno stato d'animo. Per il resto... eh, come ogni giorno ce n'è tanto. A partire dalla mattinata quando, mentre il papà faceva documenti, siamo state al parco in altalena, con altri bambini finalmente, che ha solo guardato, ma con grande interesse: chissà se si accorge che la "normalità" è il bambino con mamma/papà o entrambi, non l'istituto, come ha sempre pensato. Passando al bagnetto, dove, nella vasca, ha imparato a fare le bolle, va sotto con la testa e riemerge col fiatone... insomma, è pronta per la piscina e per il mare, dove non vediamo l'ora di portarla (estate... arriva!). E i giochi serali, che sono i più belli: stasera con la bambola Federica, che finalmente non mangia più "nel gruppo" come prima, ma fa quello che fa Tania: la pipì, si lava i denti e il sederino, si cambia tuta perché si è bagnata, poi dorme nel lettino, con Tania, ovvero con la mamma. Tesoro :-)

domenica 3 febbraio 2013

Prove di resistenza

... dei nervi di mamma e papà, è il titolo giusto per oggi. Tania infatti si sta accorgendo che le regole qui sono diverse (e meno) di quelle dell'istituto, e logicamente sta saggiando quanto in là può spingersi a fare "a rovescio". Poi oggi pioveva, al mattino siamo state a casa da sole io e lei, con sempre le solite due stanze e i 3 giochi, insomma un po' di noia è il minimo. Il pomeriggio, con un giro alle giostre e sulle scale mobili, infatti è andato meglio, anche se è stata necessaria una piccola "pettinata" alla bella bionda. Abbiamo gli ultimi giorni, almeno speriamo... entro sabato le pratiche dovrebbero essere terminate. Non ci sembra vero, che il tunnel sia finito e che presto potremo anche combattere con la piccola, che è anche giusto come evoluzione del rapporto, ma a casa nostra. Una casa che presto anche lei inizierà a considerare sua. E adesso il momento di decompressione... un film. Notte a tutti!

sabato 2 febbraio 2013

Sabato di sole

Primo sabato insieme qui a Kiev. Anche se la voglia di chiacchierare con qualcuno inizia a essere tanta, e per fortuna abbiamo trovato una coppia marchigiana molto in gamba, qui per la seconda adozione, e ci siamo fatti compagnia, passeggiando per la via principale di Kiev. Adesso la piccola dorme, ma oggi ci sono stati tanti momenti belli che non possono mancare i... love is. Love is... che ci venga a svegliare alla mattina, sorridente e dicendo che non è più buio e possiamo alzarci. Love is... sentirla chiedere di prepararle i "maccaroni". Love is... vederla saltellare per strada, tutta contenta - e sbattendo contro alla gente, tanto è spensierata. Love is... vedere con che occhi ammirati guarda il tizio vestito da scoiattolo, che le porge una ghianda, e come dice: "Amo quell'orso!" davanti alla foto che le abbiamo fatto con un tizio vestito da Topolino. Love is... vederla alzarsi da tavola e girare dietro alla sedia per venire ad abbracciare prima me, poi il papà. Love is... i tanti gesti di affetto, che aumentano di giorno in giorno. Love is... quando dice: "Sei la mia mamma!". Love is... vederla gustarsi oggi il gelato che ieri era una novità assoluta. Love is... vedere che faccia fa la prima volta in giostra. Love is... sentirla chiedere alla nonna, via Skipe, di cantarle ancora una canzone. Love is... vederla assistere il papà che mi taglia le unghie dei piedi (su sua richiesta), raccogliendo le unghie tagliate con le mani a coppa e discutere con lui, con aria serissima, su dove tagliare (ho temuto l'amputazione). Love is... quando mi assiste nel lavaggio dei capelli, tenendo il robo della vasca, com si chiama telefono? Love is... sentirla chiedere una favola, prima di dormire.

venerdì 1 febbraio 2013

Conoscerci

In realtà oggi non ci sono stati particolari colpi di scena, accadimenti sconvolgenti o cose del genere. Solo, la "semplice" vita quotidiana di due genitori che stanno imparando a esserlo, e di una bambina che sta provando una vita del tutto diversa da quella che ha sempre condotto, una vita che probabilmente non ha nemmeno mai immaginato. Abbiamo passato la mattinata in casa, siccome pioveva e comunque Tania dichiarava di non volere uscire - probabilmente ieri ha preso paura siccome alla sera mentre uscivamo un cagnetto è saltato fuori dalla scrivania, del tutto a sorpresa, avrei preso paura anche io! Infatti oggi pomeriggio, quando siamo dovuti andare in ufficio a vedere delle traduzioni di documenti, è passata tutta circospetta la prima volta, e solo dopo che il papà aveva assicurato che il campo era libero. In ufficio è stata una piccola star, la volevano vedere finalmente, dopo aver tanto "lavorato" e letto di lei. Era intimidita ma simpatica. Si è invece sciolta di più dopo, al centro commerciale, fra un gelato cioccolato-fragola e qualche saliscendi sulla scala mobile. Abbiamo anche incontrato altre due coppie italiane, entrambe col primo abbinamento non riuscito, con cui abbiamo scambiato due chiacchiere. Mi rendo conto che tante cose che noto ora di lei non saranno così ancora per molto. Siccome la stiamo conoscendo, verrebbe da dire: Ecco guarda, le piace questo, fa quello. Invece, a parte i cambiamenti che avverrebbero comunque, con la crescita, ci sono le cose che sono ancora legate all'istituto, e non sappiamo quanto "dureranno": le piacerà ancora trafficare in cucina, aiutare ad apparecchiare e sparecchiare, in generale i lavori di casa? Mettere a posto i vestiti di tutti prima di andare a letto? Sono cose che fa di sua iniziativa e col sorriso, e noi francamente la troviamo adorabile, buffa da matti, ma chissà. Ci rendiamo conto che conoscerla, conoscerci a vicenda, come abbiamo sognato per mesi e mesi, sarà un lungo cammino fitto di sorprese.