domenica 26 maggio 2013

La festa della scuola

Ebbene sì, è successa. Oggi. Un altro dei nostri sogni si è avverato: andare alla festa dell'asilo (a cui siamo stati da tre anni a questa parte, a vedere Luca, il nostro nipotino) per vedere nostra figlia. Che oggi è davvero stata brava: dopo un mese scarso di scuola (ha iniziato a maggio ad andare tutte le mattine) era lì che canticchiava, ballava, in mezzo agli altri, come se ci fosse sempre stata. E in effetti è così che sembra anche a noi: che lei sia sempre stata qui in casa con noi, che ci segue ovunque, che fa domande e osservazioni continue (perché? cosa fai? perché fai così? funziona?) anche quando non dovrebbe, tipo mentre Fabio dice parolacce interiori cercando di caricare la piscina sulla macchina (e lei alla fine osserva: Ma papà, così non vedo!), o mentre la mamma cerca di far funzionare il lettore DVD. Il ricordo di come stessimo qualche mese fa mi provoca ancora brividi di freddo, e in quei momenti non posso fare altre che stringerla, o guardarla un po' commossa fare quello che sta facendo in quel momento, lavorare con delle monetine, tirarsi via i capelli dal viso o dormire con le dita in bocca, russando leggermente. Dal'ultima volta che ho scritto, c'è stata la festa della mamma, con Tania che a scuola ha imparato una poesia. Sapevo che la stavano studiando, ma quando, il giorno in cui ha portato a casa il regalino, le ho chiesto se la sapeva, ha detto di no. Poi, a sorpresa, ho trovato, insieme al regalino, anche il testo: è bastato dirle le prime parole, che è partita, un po' incespicando, ma dicendola tutta. Io... ho pianto, non ne ho potuto fare a meno. Le ho detto che era perché ero tanto contenta, e lei ha capito perché alla sera, quando ha raccontato al papà che avevo pianto, lui le ha chiesto: "Ma era triste?". Lei: "No, contenta!". La piccola parla sempre di più e sempre meglio. Inizia a raccontare i libri che leggiamo più spesso (Ninetta curiosa, un fumetto di Babbo Natale, la storia di un bimbo che ha paura del buio), e anche a riferire cose capitate a scuola (anche se non sono sempre del tutto aderenti alla realtà). In alcune parole, inizia ad assumere un leggero accento modenese che fa una gran tenerezza. Mentre, d'altra parte, si contano davvero sulle dita di una mano le parole russe che ancora pronuncia... e se provo a dirle io, mi guarda sconcertata o ride. Questo, insieme ad alcune piccole regressioni, come il vasino o il ciuccio, ci rassicurano gli esperti essere una tappa del tutto normale del nostro percorso, quindi siamo tranquilli. E' cresciuta almeno di un cm e di un chilo, oltre che di due numeri di scarpe. E adesso... mangia! Ha iniziato a scuola, ovviamente e con nostra sorpresa ("A casa fa fatica? Ma se qui mangia per due!", con conseguente macerazione interiore della mamma-cuoca a casa), ma poi anche con noi è andata sempre meglio, e adesso i pasti un po' tesi in cui ti chiedevi se avrebbe mai mangiato altro oltre ai peperoni, e la minestra sembrava moltiplicarsi nel piatto, invece di calare, sono un ricordo. A tavola si chiacchiera, si ride, si sbrodola e ci si pulisce la bocca dove capita, si fa qualche accostamento azzardato quando si passa dalla cioccolata alla mortadella... ma si mangia, e si sta bene. E... ci si prepara a una bella festa. Mettiamo l'invito qui sotto: chiaro che non potranno mica venire tutti i lettori del blog. Ma se qualcuno volesse... ditecelo pure. Virtualmente, vi vorremmo tutti.

1 commento:

  1. Sono molto felice di leggere i meravigliosi progressi della "biondina". Mauro mi aveva già detto della festa per il Battesimo; io sono via con il mio nipotino, per cui faccio qui i miei più calorosi auguri !!!! Un abbraccio. Manuela

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