mercoledì 5 dicembre 2012

Ti rada?

Ovvero, Sei contenta? L'ho chiesto oggi a Tania appena dopo che la tata ci aveva autorizzato a uscire insieme in giardino. La mattinata fino a quel punto era andata bene: ci era corsa incontro appena arrivati, trangugiando la frutta, fiondandosi in palestra sull'altalena, mostrando un entusiasmo per il quale un anno fa avremmo pagato. Si ricordava anche Uno, due, tre... brava piccola! Poi ha visto i bambini alla finestra, e ha chiesto di uscire. Io pensavo non potesse, ha ancora la tosse, ma la tata ha detto che potevamo andare. Lei si è messa a saltare, piena di gioia, davvero, entusiasta... mi sa che non usciva da un po'! Insomma, l'abbiamo imbacuccata sperando di indovinare la giusta successione di vestiti (aveva anche i guanti che le abbiamo messo in un pacco non so quanto tempo fa, li ha guardati e ha detto: Questi li avete comprati voi! Piccolina... e pretendeva di non sapere chi fossimo? :-) ), poi siamo usciti. E' stato bellissimo intanto perché ci siamo ricordati i patimenti dello scorso anno, quando ogni volta in giardino era una tragedia: e non voleva starci, e non voleva noi, e non voleva giocare... Oggi, tutta un'altra storia. L'abbiamo fatta giocare sulle giostre, poi è anche riuscita a "sfilare" a una tata un passeggino che usano per i bimbi che non camminano, e chiedere se poteva usarlo lei. Data la nostra presenza, ha detto di sì, quindi la piccola si è goduta anche il lusso di essere scarrozzata in giro. Quando è stata ora di tornare su, ovviamente non voleva, ma siamo riusciti a convincerla e, dopo avere un po' coccolato fra le mie braccia, ha iniziato a giocare a "fare da mangiare": con le padelle, il didò... lo so, sembrano cose del tutto normali, ma per come l'abbiamo conosciuta noi, a volte sanno un poco di miracolo. Anche il pomeriggio tutto bene: ancora altalena (deve avere un bel po' di arretrati), ma va bene perché mentre dondola parliamo di tante cose, tipo: Come si chiama il papà? FabioGiorgia. No... Fabio. E la mamma: Giorgia (ma dice la g tipo la j francese, è buffa). E tu? Tana. Tu sei un bambino o una bambina? Una bambina! E la mamma? Una bambina! E il papà? Anche lui una bambina! Eh, qui bisogna fare chiarezza. Poi: Ma andate a casa in macchina? Sì. A fare cosa? Io faccio da mangiare e poi andiamo a letto. Lei: Anche io! Piccole cose, ma anche queste del tutto nuove. Per la cronaca, alla domanda: Sei contenta? Ha risposto sì. E oggi pomeriggio: Sì, e tu? Io, ovviamente: Sì. Lei: E il papà? Lui: Sì, molto. Davvero molto, piccola. Il giudice sta leggendo i nostri documenti, speriamo che... faccia in fretta, ecco.

3 commenti:

  1. Che meraviglia!
    Thi Mo nei primi tre mesi (lei era neonata: aveva cinque mesi) ma la capacità di reazione che ha acquistato qui in Italia nel giro di breve per noi è stata veramente impressionante.
    Vedrete quando sarà a casa! Imparerà l'italiano alla velocità della luce e vedrete che progressi ... La costanza di ambiente affettuoso e stimolante farà fare progressi impensabili.
    Abbiate cura di voi e della piccola. Un bacione a tutti. Ciao, Massimo C.

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  2. Le visualizzazioni del blog aumentano e i commenti (pubblici) languono: siamo in molti a seguirvi a volte in religioso silenzio, ammirando i vostri racconti.

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  3. è vero, spesso anche io sto in silenzio... a questo punto non oso dire niente... attendo, confido nell'assenza di intoppi, e prego perchè siate presto a casa... in tre!

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