lunedì 31 dicembre 2012

Siete tornati?

Siamo a casa, dal 27 dicembre. Tornare è sempre un balsamo per le nostre pelli un po' assottigliate dallo stress ucraino. Perché una cosa è stare là punto, aspettando e basta - che non è facile lo stesso, ma insomma. Altra cosa è stare là, aspettando, con roba che non arriva. Il livello dello stress aumenta e non poco. Certo, anche adesso aspettiamo qualcosa che non arriva: venerdì il documento del DAP non era ancora stato consegnato, prima del 9 adesso restano solo il 2 e il 4, e la cosa non ci riempie di particolare ottimismo. Anzi. In ogni modo, le telefonate alla piccola, che non era affatto contenta della nostra partenza - un deciso cambiamento, siccome le altre volte l'aveva presa con apparente serenità - sono già due. Nella prima, fatta il 28, lei era così su di giri per il fatto di sentirci che non abbiamo capito nulla, ma nulla, di quello che diceva. Però dallo squittio abbiamo capito che era contenta. Ieri invece, dopo l'urletto di gioia a sentire che eravamo noi (la chiamiamo su un cellulare lasciato alle tate, finché dura la batteria, e credo che la cosa le piaccia parecchio), per prima cosa ci ha chiesto: "Siete tornati?". E' stato con una certa amarezza che abbiamo risposto che no, ma torneremo presto. Poi ha chiesto del papà, raccontato di Babbo Natale, noi che abbiamo tanti regali per lei. Però, mi chiedo. Chi deve fare quelle firme al DAP, ce li ha dei bambini? Quanto tempo li fanno o li farebbero aspettare la mamma e il papà, i loro bambini, tipo, che so, davanti a scuola? Quante volte li lascerebbero chiedere, Siete tornati? Ovvio che, nella prospettiva dei mesi che abbiamo atteso, una settimana, due, non cambiano niente, né per noi né per Tania. Però tutti sappiamo quanto siano lunghi anche 5 minuti, quando si aspetta, da piccoli (e anche da grandi). E va bene che i bambini non hanno la concezione del tempo. E va bene che lei comunque là non sta male. Ma ci vorrebbe, e sapere che ci separano da lei due firme e un timbro, e magari qualcuno in ferie... ci provoca un giramento di jivotik prossimo allo tsunami.

2 commenti:

  1. Buon Anno!
    Per il resto non ci sono parole, ma solo parolacce!
    Cristina (sendy)

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  2. AVETE RAGIONE DA VENDERE!
    Sembra che le coppie adottive in generale siano nate per aspettare, per stressarsi l'anima ... "ovvio, tutto nell'interesse del bambino", si dice ... . Si dice anche della "difficoltà delle due burocrazie che si devono parlare: occorre il rispetto delle diversità burocratiche ..." e tutto questo avviene sulla pelle dei bambini (che sono quelli primariamente interessati, per cui è nato il l'istituto dell'adozione internazionale di cui si vuole salvaguardare l'interesse primario), si dice anche "una settimana più o una settimana meno che cosa importa, con tutto quello che abbiamo aspettato si aspetta ancora ... cosa vuoi che siano un paio di settimane" ... . Il ritornello che ci raccontiamo e che ci raccontano è sempre questo.
    Abbiate cura di voi stessi, sia come singoli che come coppia. Una coccola anche a Tania. Ciao Massimo C.

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