venerdì 22 luglio 2011

Oleg

Ieri stavo aspettando Fabio nei pressi della porta (era circa mezzogiorno), quando arriva questo signore sui 70 anni che, guardando gli operai che potavano gli alberi, mi dice qualcosa. Io gli rispondo che non ho capito, e lui si mostra subito molto interessato. Mi chiede “Do you speak English?”, e quando rispondo di sì lui mi spiega, in russo e a gesti, che sua moglie è insegnante di inglese e sua figlia studia all’università. Mi dice anche che abita lì, all’interno 108, io gli dico che siamo al 111 e lui mi chiede se siamo lì per un bambino,
In quel momento, arriva Fabio, e glielo presento. Lui dice di chiamarsi Oleg e, quando facciamo per entrare, ci precede lungo le scale. Arrivati al suo piano, ci fa segno di entrare in casa sua; ci apre la porta e noi entriamo, con un pizzico di esitazione perché, comunque, lo spettro del corriere incombe J.
La casa è disposta esattamente come la nostra, anche se non rinnovata e molto piena di cose. Lui ci fa accomodare in sala (schermo LCD, acceso!), poi scompare, lasciandoci a guardarci intorno. Riappare poco dopo, con 2 piattini con sopra un pezzo di pannocchia: ci fa sedere e  ce li offre, tornando dopo un attimo dopocon sale e burro. Noi siamo in imbarazzo, innanzitutto per la gran gentilezza, poi per la “tecnica”: come si mangia la pannocchia in modo educato? Con le mani o il cucchiaino?
Mentre il nostro ospite ci guarda sorridendo, ci buttiamo: con le mani, iniziamo a sgranocchiare le pannocchie calde. Oleg continua a parlarci: ci dice che è stato a Milano, che nel nostro appartamento una volta è venuta una famiglia americana che ha adottato 2 bambini, poi accenna a qualche nota di “Mambo italiano”! Ci racconta che è un ballerino, che balla il tango con la moglie e che si danza al parco, alla domenica. Noi non facciamo molto altro che annuire e sorridere, ma siamo conquistati dalla sua simpatia.
Purtroppo, dopo poco dobbiamo andare (sempre per il pacco): lui ci chiede perché non finiamo, noi gli diciamo della spedizione e allora… arriva con una sportina e ci impacchetta le pannocchie, per mangiarle dopo! Poi mi incoraggia a mangiarmi il burro che mi aveva messo sul cucchiaio (io obbedisco… cosa non si fa per educazione… un cucchiaino di burro così, a secco!), poi lo salutiamo (ci insegna a dire “Arrivederci” in ucraino, noi ovviamente dopo 1 secondo ce lo dimentichiamo) e usciamo.
Fino a ora avevamo letto dell’ospitalità ucraina (dalla casa, è chiaro che Oleg non è certo benestante), ma non l’avevamo mai sperimentata. Adesso ci aspettiamo di incontrarlo ancora, magari con la moglie, così possiamo arrangiarci anche con un po’ di inglese.

1 commento:

  1. I personaggi che si incontrano nei viaggi sono tra i pi� bei ricordi, ne avrei a centinaia da raccontare soprattutto nei mitici Inter rail. Ma vorrei porvi all'attenzione la figura tipica di milanesi che ci circondano negli ombrelloni. Insopportabili. Tutti tirati e impeccabili, muniti di ogni tecnologia e abbigliamenti alla moda, probabilmente hanno macchinoni pagati senza batter ciglio e tutti i giorni fermano i poveri vu compra e stanno a tirare per un euro in pi� o u o in meno. Fare i forti con i deboli e i deboli con i forti. Sogno le spiagge della puglia dove nessuno ti rompe le scatole.
    Buona notte a tutti e a un mese dalla vostra partenza, sempre una preghiera per voi tre.
    Anita, Emma, giulia e andrea.

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