lunedì 11 giugno 2012

Lungo corridoio in controluce

E' questa una delle immagini che vogliamo salvare oggi. Un lungo corridoio in controluce, in modo che non si veda bene chi o che cosa sta arrivando.
Il lungo corridoio è il viaggio che abbiamo fatto: partenza ieri da Venezia alle 20.20, arrivo all'aeroporto Zulyani (completamente rinnovato! adesso è proprio bello, non un c... come prima), incontro con l'autista Roman, trasporto in un appartamento mai visto dove abbiamo passato circa 5 ore, visto che alle 6.10 avevamo di nuovo appuntamento con la "montagna umana", per andare in stazione. Notte passata a rigirarsi come anguille nel letto, colpiti da un sentimento di straniamento. E qui rideranno sia Carlo che Nat, ma l'odore, quello che si sente nelle scale, nelle auto... porta ricordi tanto vividi quanto dolorosi.
Le 6 ore trascorse in treno ci hanno permesso di riposare un po', mentre sfrecciavamo - parole grosse - fra colline e boschi, fino a fermarci brevemente alla stazione di Dniproeccecc che, ammetto, abbiamo guardato con una vena di nostalgia.
Poco prima dell'arrivo, ci telefona la referente Iryna: certo, gli accordi sono che possiamo vedere Tania al mattino (quindi siamo rassegnati a passare a domani), ma il suo suggerimento è: perché non provare lo stesso, oggi nel pomeriggio? Mal che vada, vediamo dov'è il posto e domani ci arriviamo senza problemi...
La proposta ci piace, quindi è con spirito leggermente rinnovato che scendiamo dal treno, subito intercettati dal basso ma efficiente autista Alexander che, in assenza di Iryna (o meglio, con Iryna come occulto partner telefonico), sarà la nostra testa di ponte alla conquista dell'ospedale.
Acquistiamo i biglietti per il ritorno (domenica mattina) e, sotto un sole cocente (32 gradi) ci dirigiamo verso l'appartamento. Ci accoglie una bella ragazza che, magia delle magie, parla inglese!!!!!!!!!! e che ci illustra tutti gli optional del nostro nuovo nido: internet, parabola, aria condizionata, insomma lusso allo stato puro. Anche la città ci sembra bella, la migliore di quelle viste fino a ora, accetto Kiev ovviamente.
Dopo una breve spesa, per prendere le necessarissime banane per la piccola, e un pranzo al volo, eccoci di nuovo in macchina. Dopo circa 15 minuti, ci troviamo davanti a una struttura enorme, immersa in un parco: l'ospedale dove è ricoverata Tania. Immenso, e nel parco sembriamo gli unici esseri viventi.
Istruzioni di Iryna: il padiglione dei bambini è in fondo, dobbiamo suonare un campanello e dire il nome di Tania (tipo parola d'ordine). Primo problema: porte chiuse e nemmeno l'ombra di un campanello; in più, un cartello che recita: aperto dalle 8 alle 16. Alexander è scoraggiato, anche la chiamata a Iryna non dà frutti, e dice, abbastanza mogio a dire il vero: Andiamo a casa.
Deve vedere la delusione sulle nostre facce perché, su consiglio di Fabio, prova a girare intorno alla struttura, dove vediamo un giardino recintato, e chiama di nuovo Iryna, questa volta chiaramente alterato. Nel frattempo, però, il destino interviene, una volta tanto in senso positivo, nella forma di due ragazze e una signora che sembrano dirette proprio verso di noi. Alexander chiede e... dicono di seguirle, verso una porta sul retro su cui compare il mitico campanello.
Suonano, aspettiamo, aspettiamo aspettiamo...il tutto con il batticuore e lo stomaco arrotolato tipo esame di maturità, fino a che qualcuno non apre. Entriamo tutti insieme, e a noi viene detto di metterci a sedere su una panca, lungo un corridoio.
Pochi minuti e... sullo sfondo si stagliano due figure, una alta e una piccola. Ma siamo controluce, e non siamo sicuri che sia lei... in fondo, nessuno ha ancora detto il suo nome, no?
Ma sembra lei, solo che non riusciamo a vederla in viso, quindi non capiamo... cosa fa, ride, piange?
Poi si avvicina, si stacca dalla signora che l'accompagna e corricchia verso di noi. Ha i capelli corti e sparati e una maglia di pile senza niente sotto. Sorride, allunga le braccine e... ci abbraccia. Noi non crediamo... a nulla, che sia lei, che non pianga... che si ricordi! Ma si ricorda eccome... si fa prendere il braccio, coccolare per bene e, appena mette piede a terra, dice a tutti: Questi sono la mamma e il papà!
Poi chiede una caramella, e noi gliene daremmo mille, se potessimo. E' così tenera e nello stesso tempo coraggiosa, il nostro scricciolo... sì perché verifichiamo che le vanno perfettamente i vestiti taglia 3 anni acquistati la scorsa estate...
Però, sta bene. Andiamo in una stanza a giocare ed è interessata a tutto, alla banana chiaramente, ma anche alla bambola, ai vestitini, ai braccialetti... tutto le strappa un sorriso, e su tutto si sofferma con attenzione, come non ha mai fatto. Chiacchiera un sacco, un po' capiamo, un po' no, ma non importa, ci sembra che stia bene. Viene letteralmente rapita da alcune foto che le portiamo, risalenti a febbraio: le guarda con attenzione, commenta i soggetti, fa domande che io, abbastanza felice delle ultime lezioni di russo prese, capisco e a cui provo a rispondere.
Ma più di tutto, le riusciamo a dire: Ti vogliamo bene, ci sei tanto mancata. Lei ribatte: Vi voglio bene. Io: Sei contenta? Lei: sì.
E che faccetta fa quando le diciamo che torneremo domani: sembra non crederci. Noi più di tutto vorremmo che non avesse più questo dubbio, se noi torneremo domani o no. Erano 4 mesi, il suo ultimo "domani". Ma adesso il domani è molto più vicino.

4 commenti:

  1. Tesori! Un grande in bocca al lupo. Imparerete per bene che no, non dimentica chi davvero la porta nel cuore. Per lo stesso mistero per il quale noterete uno straordinario senso dell'orientamento: quando impara la strada di "casa" non la scorda più.
    Adomamma.

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  2. Abbiamo letto il post tutto d'un fiato, ci pareva davvero di essere seduti in quel corridoio e di guardare in controluce la piccola figura che si avvicinava. Le emozioni sono arrivate fino a noi: la trepidazione, l'incertezza, la paura, la sorpresa, la gioia.
    Vi abbracciamo.

    Compagni di viaggio

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  3. Oh Dio! Che emozione. Un caso che proprio oggi abbia riaperto il vostro blog. Vi ho pensato in questi ultimi giorni, un po' per il terremoto e un po' perché vi pensavo già andati e tornati dall'Ucraina. Il suo abbraccio, la sua faccina è stampata nel mio cuore così come la marea di emozioni che siete riusciti a condensare nel vostro post. Vi abbraccio anch'io.

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  4. "Vi voglio bene!" in queste parole è condensata la sua risposta. E poi ci sono i sorrisi, gli sguardi, gli abbracci...e tanto altro. Godetevi queste ore con lei, non rimuginate troppo,non pensate, se non a lei. Per ora.
    Vi penso. Mari

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