lunedì 28 maggio 2012

Un anno fa...


Era da qualche giorno che tenevo d’occhio il calendario, per non lasciarmi sfuggire la data… perché il festeggiato di oggi non ha mica la pagina di FB che ti ricorda “Oggi è il compleanno di…”.

È un festeggiato discreto e silenzioso, che quasi quasi ce lo si scorda, che anche lui sta invecchiando.

Ebbene sì, è lui. Il blog oggi compie un anno.

Me la ricordo bene, l’emozione con cui l’ho aperto, un sabato mattina. Non avevo mai fatto niente del genere e, nella sua piccolezza, mi sembrava comunque un modo nuovo ed emozionante per stare vicino al piccolo/piccola che, dicevano, ci stava aspettando in terra ucraina.

Vediamo… un anno fa… documenti già depositati, in attesa della chiamata, in spasmodico controllo delle evoluzioni legislative ucraine (proprio quelle che ci avrebbero fregato da un mese a quella parte). Non avevamo idea di quello che ci aspettava, ed è stato decisamente meglio perché, ad averlo saputo, non so se ci saremmo avventurati.

Un anno dopo, facciamo un po’ di conti: parecchi post scritti, tanti commenti che ci hanno dato conforto, “benzina”, ci hanno fatto ridere e spesso piangere. Parecchie rabbie subite, grandi groppi allo stomaco, occhiate quotidiane al calendario, un odio-amore intenso e indistinguibile nei suoi aspetti per l’Ucraina e le sue insensatezze, quintali di fazzoletti infradiciati, nuove parole imparate, esotici numeri di telefono memorizzati sul cellulare. E, sì, una faccia, una voce, una storia che riempie quello che prima era uno spazio occupato da un grande punto interrogativo. Non che adesso non ce ne siano, di punti interrogativi, anzi J, ma girano tutti intorno a lei, che è un meraviglioso dato di fatto: la nostra piccola Tanicka.

Quindi, tante grazie al blog, che ci ha fatto da valvola di sfogo, che ci dà la possibilità di ricordare tante cose che invece ci sarebbero sfuggite. E come regalo… un nuovo motto.

Bliutze non se ne può andare, chiaramente, con la fortuna che ci ha portato (eh eh eh). Però per l’anno 2012-2013 ne abbiamo pronto un altro, tutti pronti a impararlo?

Eccolo: PAJIVIòM, UVìDIM. Che se leggi la j come nel francese jardin, viene fuori un modo di dire comunissimo in Russia (a detta della mia maestra): Vivremo, vedremo; ovvero: Chi vivrà, vedrà.

2 commenti:

  1. Questo blog è stato per me un appuntamento quotidiano, vi ho seguiti con tanta speranza, con tanta rabbia, con le lacrime quando per me era un momento terribile e per voi, tanto lontani da casa, le cose non andavano meglio.
    Il desiderio e l'augurio per questo blog è che possa ospitare prestissimo notizie che facciano felici voi e quella meravigliosa pirulina bionda, e possano farci esultare tutti insieme con grande gioia.

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  2. Per il momento vi mando un abbraccione e tengo le dita incrociate: spero partiate presto per andare a trovare la piccola Tanja! Baci baci. Cost e la sua band

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